• Rachele ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di RIcreAMIRIcreAMI il 26/4/2010

    già, lo so, sto cercando di documentarmi meglio ma non è semplice data la mole di fonti diverse e la frammentazione di cui parla Nicola.
    Il punto è che il ‘fenomeno’ esiste e se potesse esser divulgato magari potrebbe risultare una risorsa utile per ‘educare’ giocando nel duplice senso di:
    involgiare a porre attenzione a cose cui prima nn si dava e a farne degli spunti sia per un risparmio (che in questo periodo è diventato di un certo interesse anche per i singoli individui)sia per l’apprendimento a certe pratiche che risultano una noia per i più (la differenziazione e riuso); inoltre può essere spunto/risorsa per avviare attività di gioco/interazione tra individui (questo sia all’interno delle singole famiglie – i bambini potrebbero così aver uno spunto per passare tempo libero con igenitori in attività creative piuttosto che passive- sia nei gruppi – mi riferisco alla possibilità di uso per laboratori, corsi, etc)
    Il punto è che lo smaltimento, anche presso ditte che riciclano e ricostruiscono altri oggetti con materiali di scarto, comporta comunque inquinamento. E’ vero che si stanno attivando nell’utilizzo sempre più massiccio di materiali il più possibile biodegradabili, ma il problema della riduzione dell’usa e getta come concetto di vita, il ridemsionamento degli imballaggi e il riuso vanno incentivati e farlo in modo ludico potrebbe essere una soluzione di comunicazione più che di guadagno. Questo è il mio grosso problema, visto anche che nn ho lavoro, e sto cercando di semplificare al massimo le procedure di gestione e di ridurre al minimo le spese (a livello anche di tempo).
    Ora il problema del PVC o di altri materiali che richiedono un pagamento simbolico può essere arginato dal fatto che suddetti materiali magari vengono richiesti da persone che sanno o che possono essere informate su questi fatti e che probabilmente, come avviene, sono piccole copperative che poi vendono e quindi riprendono in qualche modo le spese; se poi un singolo decide di realizzarsi o farsi realizzare qualcosa perché lo desidera sarà disposto ad affrontare la spesa. il punto è diffondere tale voglia e spezzare i pregiudizi che ancora esistono facendo vedere che si possono ottenere belle realizzazioni, anche utili ed ingegnose, divertendosi o spendendo poco di più e nel contempo facendo anche una ‘buona’ azione. Ora che il concetto ‘eco’ è esploso come moda e valore trand si è aperto questo spiraglio. Io penso a questo progetto da tempo ma lo avevo accantonato fin’ora.
    L’ostacolo vero, almeno per me sono le leggi in merito e spero di venirne a capo.
    molte aziende di servizi di raccolta e consulenza sono nate ma raccolgono per poi gettare; il mio intendo sarebbe raccogliere per recuperare e riutilizzare