Concordo con Walter e penso che quello di cui ci sia bisogno sul territorio sia un’ambiente di progettazione e confronto aperto agli artisti visivi (e mi viene di aggiungere digitali) nel senso più ampio, dai fotografi ai vj. In questo modo favorendo lo scambio e le occasioni di lavoro e collaborazione si potrebbe gettare il seme per una community forte e rappresentativa delle singole e molteplici espressioni artistiche (dalla grafica alla videoarte) accomunate dalla loro componente/linguaggio digitale. Mi sembra quindi che siano giuste tutte le considerazioni di Michele, Alessio e Walter e che si debba capire se nel lavoro di promozione e socuting degli artisti e di organizzazioni di eventi risieda il lavoro vero e proprio del team. Se sì mi sembra molto interessante e si avvicina al modello delle etichette di visual artist come ne conosco di francesi (Dulbin) inglesi e tedesche, che promuovono e distribuiscono le opere dei loro artisti visivi che in genere però sono audiovisive e supportate da musicisti di rilievo. Insomma credo che la visione sia giusta ma vada strutturata sul modello di iniziative estere simili o su community fortemente localizzate come la Flexer Community di Roma per i Vj o ancora su modelli di agenzia che pubblica anche un periodico online tipo Digicult.
Io darei una forte connotazione territoriale (tipo Artisti Visivi Pugliesi) e cercherei di compattare le persone su comuni esigenze di pubblicità, occasioni di lavoro, scambio di info, collaborazioni e perchè no servizi di agenzia, ma va prima chiarito se gli scopi sono commerciali o di promozione sociale dell’arte visiva e degli artisti.