Critiche a Kublai, purchè se ne parli
Pubblicato da Tito
rubik2
04
08
2014

Capita ogni tanto che riceviamo commenti critici dai nostri membri, che avanzano dubbi sul senso di quello che stiamo facendo con Kublai. Credo che dopo aver incassato il colpo dobbiamo utilizzare questi scambi come un'occasione per migliorarci.  Ecco, ad esempio qualche giorno fa Antonio Prigiobbo sul nostro gruppo Facebook scriveva così :

 Ma Ripensare il Progetto?  Invece di protrarsi verso il passato, slanciarsi verso il futuro?

Un Rapporto con Metriche? Costi/Vantaggi? Attivate Forme di Partecipazione?

Reputo che il Progetto Kublai così come è non funzioni al meglio!!! Serve farlo più forte, più partecipativo, più eterogeneo, più territoriale, più comunicativo! E' troppo calato dall'alto. 

....tutto quello che è Sviluppo e Innovazione (con la mauiscola) bisogna monitorarlo/misurarlo prima, durante e dopo per Valorizzarlo, Cambiarlo è come un aereo devi tenere sempre sotto okkio i parametri se si vuol volare

Ne è seguita una discussione un po' erratica che ha toccato temi vari come  i KPI, l'Open Intelligence, e la partecipazione dal basso.  Chi è interessato la trova qui.

Di Kublai credo che si sappia molto, ma avremmo potuto fare di più per coinvolgere i suoi membri nella gestione e nell'indirizzo del progetto?  Ogni volta che ci abbiamo provato ne siamo usciti con la sensazione che stavamo "chiedendo troppo": abdicando alle nostre responsabilità pubbliche di decisori.  Siamo noi che non sappiamo farlo?

Non si può non concordare con Antonio sul fatto che sia necessario monitorare dei parametri per capire se si sta andando nella giusta direzione ed eventualmente correggere per tempo la rotta.  Ma quali? Non crediamo che i numeri sul  traffico che attraiamo alla piattaforma o il numero di commenti che vengono postati, siano una misura neppure approssimata del successo di Kublai, o il motivo per cui riceve un finanziamento pubblico.   Dai primi dati della valutazione che abbiamo commissionato, di cui ho parlato qui, viene fuori, fra l'altro che: 

  •  gli utenti intervistati trovano il feedback ricevuto dallo staff più utile  rispetto a quello ricevuto da altri kublaiani (slide 23);
  • il 54% di essi dichiara di avere realizzato il progetto come previsto, o in maniera differente; 
  • quelli che dichiarano di avere ricevuto di più di quello che hanno dato sulla piattaforma, sono di più di quanti dichiarano l'opposto (slide 26);
  • il 30% circa dei progettisti sarebbe disponibile a pagare almeno 5 EUR/Mese per un servizio come Kublai; 
  • I Kublaiani del Sud e quelli senza precedente esperienza manageriale giudicano Kublai più utile (slide 37).

Però va anche notato che, a quanto mi risulta, meno di 100 progettisti  hanno risposto alla survey sui più di 500 sollecitati.  Ora forse capirete perché i richiami accorati alla partecipazione mi sembrano a volte un po' astratti, e semplicistica la proposta di fondare la valutazione esclusivamente su indicatori obiettivi.  Per chi ci vuole aiutare a interpretare i dati che OpenEvidence sta raccogliendo dai progettisti, allego qui sotto una prima presentazione che la società ci ha fatto il 1 Luglio. 

 

 
E' un semilavorato: dite la vostra che ne abbiamo bisogno, anche le critiche vanno bene...
 

Commenti

  1. Avatar di Alberto
    Alberto
    4 agosto 2014 alle 17:18

    Molto interessante leggere il rapporto di Open Evidence (anche se starei moolto attento a interpretare coefficienti di correlazione “buttati lì” senza un’analisi di causalità).

    La cosa che non mi torna nei dati: come è possibile che oltre il 50% degli iscritti si sia iscritto nel 2011, 12 e 13 (slide 14) se è vera la slide 32, che mostra iscrizioni nettamente più deboli che nel 2009 e 2010?

    La cosa che non mi torna nella sostanza: i costi unitari (slide 20) mi sembrano alti – costi da sportello online, non da comunità di peer-to-peer. Per carità, magari gli sportelli online sono la cosa che serve; for the record, non era quello l’obiettivo della gestione 2008-2009 in cui sono stato coinvolto.

  2. Avatar di Antonio
    Antonio
    5 agosto 2014 alle 9:58

    Ho letto il Report e Direi con non poca fatica!

    Mi rendo conto che usiamo dizionari differenti

    Vi dico una cosa che avrei voluto leggere e leggere in maniera più chiara:

    Numero di Progetti Registrati

    Numeri di Progetti Finanziati/Avviati

    Importo Totale dei Finanziamenti

    Percentuali Provenienza Fondi/Enti/etc

    Tipologie di Supporto Dato dal Progetto Kublai

    Motivi e Percentuali della Mancanza di Avvio

    Così si scavalcava il problema del grosso numero di utenti dormienti.

    a+

  3. Avatar di Alfredo
    Alfredo
    5 agosto 2014 alle 12:11

    Antonio, ma Kublai non è Invitalia… non finanzia, non eroga denaro pubblico, anzi uno dei messaggi offerti ai progettisti è che i progetti/le imprese non si fanno perché ci sono finanziamenti pubblici…guai se fosse così!!

    Una buona parte delle persone che si rivolgono a Kublai hanno delle idee che non necessariamente si trasformeranno in progetti di impresa. Molti progettisti decidono di non avviare progetti perché attraverso il lavoro con la community si rendono conto che l’iniziativa non sarebbe sostenibile.. Quindi l’indicatore numero progetti avviati sarebbe riduttivo del lavoro in piattaforma.

    Anche la questione del supporto, e qui riprendo le osservazioni di Alberto, è molto relativa. Kublai non è uno sportello di consulenza, in alcuni casi si fa pure… ma il focus è far lavorare i progettisti insieme, è favorire intelligenza collettiva.. Forse il parametro dei costi delle attività di coaching è fuorviante..

    a presto

    alfredo

     

  4. Avatar di Tito
    Tito
    5 agosto 2014 alle 16:26

    @Alberto  Credo che la mancata concordanza fra le due slide 14 e 32 deriva dal fatto che la prima descrive solo coloro che hanno risposto alla survey (quindi molto pochi).  Quindi quella che interessa più a te è la 32.  Su quella, il draft report di OpEv che sto leggendo commenta: “I dati di partecipazione sono estremamente eloquenti nel dimostrare la forte crescita iniziale, poi il netto calo della partecipazione nel 2011 e 2012, seguito da una crescita nel 2013.” 

    Per il panel internazionale consultato sempre dal valutatore, quei costi sono considerati bassi in rapporto ad iniziative analoghe europee, anche se molti benchmark di riferimento non ce ne hanno dati.  Che l’intento fosse diverso non lo discuto, ma a volte i progetti prendono una strada loro quando atterrano nella realtà, anche perchè Kublai nasce come sperimentazione di una cosa che non ha precedenti e quindi non sai come in concreto può funzionare quando gli applichi i vincoli dell’amministrazione e dei comportamenti delle persone nel web sociale.

    @Antonio Anche noi eravamo partiti pensando che il numero di progetti realizzati potesse essere uno degli indicatori più importanti a cui guardare per stimare l’efficacia di Kublai.  Poi però ragionando col valutatore ci siamo un po’ convinti che i progetti di maggiore successo sviluppati in Kublai, quelli che oggi sono là fuori e incamerano dei soldi, sono anche quelli che sarebbero partiti anche senza il nostro aiuto.  Attirare sulla nostra piattaforma quel tipo di soggetti significa voler fare bella figura nelle valutazioni ma un po’ anche barare. In realtà quello che io leggo dagli esiti della survey è che un contributo grosso Kublai lo dà a soggetti meno attrezzati in partenza, che attraverso Kublai trovano una strada che altrimenti avrebbero faticato a trovare in tempi brevi.  In alcuni casi è “solo” un orientamento che li induce a realizzare qualcosa di diverso da quello che pensavano di voler/saper fare.

    Grazie comunque per i contributi.  Questa era solo una prima presentazione. A settembre ci hanno promesso qualcosa di più solido e presentabile in pubblico.  Sarebbe bello fare un evento per discuterne i risultati e la loro interpretazione

  5. Avatar di david
    david
    6 agosto 2014 alle 16:31

    Grazie a tutti per i commenti.

    @alberto: un dato interessante nel dibattito peer-to-peer vs servizi agli utenti (confermato dai casi di studio e dalle interviste) e’ che il feedback dello staff e’ considerato molto piu’ utile del feedback di quello degli altri Kublaiani. Piu’ in particolare: i consigli dello staff sono puntuali e sul “core” del progetto, mentre i commenti dei Kublaiani sono piu’ utili in senso generale di supporto morale e consigli orientativi.

    Per il resto , il tema per me piu’ interessante e’ quello delle elite. L’analisi statistica (approfondita e rigorosa, non buttata li’) mostra che Kublai e’ percepito come significativamente piu’ utile da coloro con basse competenze manageriali, nell’ambito comunque di una comunita’ con alti profili professionali come Kublai. Io onestamente pensavo che Kublai (e che il peer to peer in generale) alla fine fosse utile soprattutto a chi gia’ aveva le competenze, che arricchisse i ricchi. In realta’ questa ipotesi e’ falsificata dai dati.

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