Imprese sociali con beni confiscati alla criminalità
Pubblicato da admin
21
12
2011
Questo pomeriggio sarò al corso di "Esperto di economia sociale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata" della Facoltà di Giurisprudenza Seconda Università di Napoli, a Santa Maria C.V. (CE) per tenere una lezione sulla progettazione partecipata di un business plan. Devo ringraziare Elena Cennini, kublaiana, per aver segnalato la nostra esperienza a Michele Mosca, responsabile del corso. Mi è stato spiegato che questo corso è stato elaborato in concertazione con i diretti interessati in modo da cucirlo intorno alle loro esigenze reali. Sono molto felice di poter andare. La realtà dei beni confiscati e il loro reinserimento nell'economia legale, è in inevitabile aumento. E' noto quanto possa essere esteso il patrimonio criminale, dunque c'è da aspettarsi una disponibilità in aumento sia di immobili che di imprese. Le legge stabilisce che i beni confiscati possano essere assegnati ad associazioni non profit per la loro gestione piuttosto che farli deperire. Quersto processo, iniziato negli anni '70, si sta progressivamente affinando in modo da rendere il reinserimento dei beni confiscati più veloce. Ci sono ancora margini di miglioramento, ma sento di poter affermare che si tratta di una operazione di successo. Questi beni hanno delle potenzialità economiche, ma soprattutto rappresentano, in particolare in certe aree del Paese, la vittoria della legalità sulla criminalità, portando con sé un valore simbolico e sociale distintivo. Oggi cercherò di affrontare proprio questo argomento: coinvolgere il territorio per valorizzare il messaggio simbolico in un'ottica di sostenibilità economica.

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