Appunti per la progettazione dal Master MMCM a Roma
Pubblicato da admin
24
05
2008
Giovedì siamo stati ospiti del corso che Alberto tiene al master della Sapienza di Roma in Management Marketing e Comunicazione della Musica. I ragazzi hanno presentato i loro progetti musicali e la classe, assieme a noi del futuro gruppo coaching di Kublai, ne ha discusso insieme cercando di definire punti di forza e debolezza generali di ciascuna proposta (diversi di loro si sono già iscritti al Ning di Kublai, come ad esempio FrancescaAndrea ed mFantasy, altri lo faranno presto; nei loro profili potete trovare una breve presentazione dei progetti che presto renderanno disponibili anche in formati più dettagliati). Dalla discussione sono emerse alcune indicazioni di fondo, poi evidenziate anche da Tito a fine incontro, che cerco di riassumere qui:
  • un buon progetto, se nasce veramente da un'idea forte, dovrebbe essere comunicabile efficacemente in 100/150 parole, o in una presentazione da 5 minuti e 10 slide; per dirla con un esempio usato di solito in questi casi, dovreste essere in grado di raccontare la vostra idea a un venture capitalist/finanziatore potenziale nel tempo che l'ascensore impiega a raggiungere il piano desiderato (elevator pitch)!
  • un progetto forte "usa" le linee di finanziamento esistenti, non si adatta/appiattisce ad esse (quindi prima deve venire l'idea/progetto, e solo dopo si individua la strada più adatta a trovare un finanziamento per realizzarla);
  • i progetti devono sempre avere un focus, un'idea centrale che lega tutto il resto; per questo è utile distinguere obiettivi (primari e secondari) e strumenti: non è esclusa la possibilità di perseguire anche diversi obiettivi (anzi, è auspicabile l'incrocio di obiettivi "culturali" con altre priorità del territorio), ma devono essere tutti collegati e "tenersi" a un'idea/obiettivo principale (core). Bene ricordarsi comunque anche che non si può fare "tutto", è importante saper scegliere e darsi obiettivi chiari e condivisi fin da subito, ed eventualmente lasciare da parte ipotetici obiettivi secondari se non risultano legati in modo forte ai primi;  
  • un buon metodo di procedere nell'analisi è considerare le 10 mosse di Kublai come una checklist da confermare e analizzare punto per punto;
  • il progetto deve essere centrato sulle persone che lo promuovono (e viceversa): le persone sono uno degli aspetti cruciali (come si diceva anche qui) per valutare se un progetto può funzionare o no, è quindi fondamentale avere sempre risposte chiare a domande come "chi sono io?", "chi sono i miei soci/alleati?", "perchè sto/stiamo proponendo proprio questo progetto e non un altro?" qual'è la motivazione che spinge ognuno di noi a voler fare questo progetto?", "abbiamo la stessa (o perlomeno compatibile) visione di progetto e priorità e siamo la squadra migliore per realizzarla?", "abbiamo le competenze necessarie?" (NB. ogni progetto ha bisogno di almeno una persona brava nell'organizzazione/gestione, e non solo di creativi che danno buone idee), etc. nel caso in cui non tutte queste domande avessero risposte chiare e affermative è utile ripensare l'idea progettuale per trovare la coerenza di tutte le sue componenti;
  • (annotazione finale - che dovrebbe in realtà essere premessa - per chi partecipa al coaching) le considerazioni possibili su ogni progetto potrebbero essere suddivise in 3 livelli: (1) un giudizio su innovatività/originalità e "forza" del progetto (spesso soggettivo, quindi interessante solo se se ne raccolgono molti e da persone diverse), (2) considerazioni generali sulle possibilità di funzionamento potenziale, (3) analisi di fattibilità operativa. E' importante quindi definire ogni volta a che livello di considerazioni ci si sta riferendo.

Commenti

  1. Avatar di Alberto
    Alberto
    24 maggio 2008 alle 22:38

    Ottimo post, Marco. Le tue osservazioni mi sembrano preziose. Come in tutte le cose veramente di valore, non mi è chiaro se parli ai Kublaiani o a noi del gruppo di coaching, ma non mi pare che questo sia un problema!

  2. Alfredo
    25 maggio 2008 alle 19:06

    Credo si riferisse ai Kublaiani… Confermo la bontà del post, sintetizza perfettamente quello che ci eravamo detti in loco.

  3. Avatar di admin
    admin
    25 maggio 2008 alle 22:19

    it’s a tricky question… siamo tutti kublaiani! ;)

  4. Pingback: Progetto Kublai » Coaching pilota: vademecum per il primo incontro

  5. Avatar di Walter
    Walter
    12 novembre 2010 alle 15:42

    Un bellissimo argomento che la Scuola Italiana e non solo, non è in grado o non vuole affrontare, consiglio questo articolo su bambini, creatività e dislessa congiunto alle osservazioni che proprio oggi ha fatto ieri Alberto sul suo blog qui.

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