Kublai: Tito Bianchi e Alberto Cottica lasciano il timone, comincia una nuova fase
Pubblicato da Alberto
07
03
2011

Come abbiamo già scritto, nel 2010 Kublai ha incontrato delle difficoltà amministrative. Ho brutte notize: queste difficoltà sono più gravi di quello che credevamo. Per dovere di trasparenza, tento un punto della situazione.

  1. l'assetto di Kublai che avete conosciuto, quello con i coach, un piccolo community staff responsabile di animare la comunità, un programma di incontri in Second Life e il Kublai Camp a gennaio, è stato abbandonato a inizio 2010 (il Kublai Camp 2010 era parte del progetto 2009). Da gennaio 2010, i contratti del team di Kublai sono scaduti, e gli unici ad essere pagati per lavorare a Kublai sono stati i dipendenti Invitalia, cioè Nicola, Federico e Angelita. Tito Bianchi è rimasto il responsabile per conto del Ministero. Marco, Walter, io (e Criscia per buona parte dell'anno) abbiamo collaborato a Kublai come volontari. Su richiesta di Tito, ho mantenuto una specie di direzione ad interim.
  2. con l'estate 2010 il Ministero ha rifinanziato il progetto. A partire da settembre abbiamo lanciato una procedura di reclutamento. Purtroppo, per vari intoppi burocratici, non siamo riusciti a chiuderla in tempi rapidi. Con l'inizio del 2011 sembrava che fossimo alle ultime battute (e infatti Tito ha annunciato una ripartenza alla grande per febbraio).
  3. nel frattempo, però si è presentato un altro problema, che non è più al livello di Kublai, ma a quello della sua organizzazione madre: il Dipartimento per le politiche di sviluppo del Ministero dello Sviluppo Economico. Uno dei riflessi delle difficoltà in cui il Dipartimento versa è che molti suoi dipendenti, il cui contratto era in scadenza o scaduto da poco, sono stati avvisati di sgombrare le scrivanie a partire dal 1 febbraio. Tra questi ci sono anche Tito e l'altro ministeriale che si è occupato di Kublai, Marco Magrassi.
  4. la procedura di reclutamento di collaboratori per Kublai è ancora aperta. Però in questa situazione nessuno è in grado di prevederne i tempi e le modalità.
  5. conclusione: avendo perso, in Tito, il referente all'interno del Ministero, rinuncio alla direzione ad interim di Kublai. Non sono più in grado di assicurare risultati positivi, e comunque non ho più un mandato. La responsabilità di Kublai passa interamente al gruppo di Invitalia, che ha fondi per gestirlo fino alla fine del 2011 e prenderà le decisioni che riterrà opportune. Se e quando la procedura si sbloccherà, individuerà un direttore a cui passare la responsabilità del comando e un nuovo team. È perfino possibile che il nuovo team sia simile a quello vecchio, visto che tutti noi siamo tra i candidati alla selezione del personale, ma — e qui esprimo un punto di vista del tutto personale — non sto esattamente trattenendo il fiato.
  6. per quanto mi riguarda, intendo continuare a frequentare Kublai da volontario (del resto lo sono: quello che ho fattto dopo il Kublai Camp di gennaio 2010 l'ho fatto gratis). E di volontari c'è bisogno, perché in questo anno di rinvii amministrativi e incertezze sul progetto, le vele di Kublai si sono un po' sgonfiate: le visite al Ning, che erano quattromila a febbraio 2010, sono scese a meno di tremila a luglio, e a duemila a febbraio 2011. La community continua a crescere di numero, ma perde di coesione; i progetti sono sempre più dialoghi a due o tre voci tra il progettista e lo staff, mentre mi pare un po' ridotta la componente peer-to-peer in cui i progettisti parlano tra loro.

Non è però il caso di perdersi d'animo. Credo ancora che Kublai possa rinascere dalle sue ceneri, e ci credo perché credo nella community dei Kublaiani, magari un po' sottotraccia ma pronta a ripartire se le condizioni lo permetteranno (e lo si vede dalla discussione sul futuro della nostra Isola in Second Life). Per esempio Augusto e i ragazzi di CriticalCity ci hanno preannunciato di avere una proposta per cercare di rendere il futuro di Kublai più indipendente da intoppi burocratici e cambi di linea politica: ce ne parleranno presto loro stessi, e magari altre proposte arriveranno.

Nel frattempo, direi che possiamo considerare concluso Kublai in quanto esperimento: nella migliore delle ipotesi il Ministero può sostenerla per un altro anno. Da questo esperimento abbiamo imparato tutti molto. Adesso si tratta di capire se ha senso cercare di passare da una fase sperimentale a una fase più stabile, e come. Pensiamoci tutti quanti, ci sentiamo sul Ning.

Commenti

  1. Jesse Marsh
    7 marzo 2011 alle 19:03

    Sbigottito ma forse non tanto visto il contesto in cui ci troviamo tutti. Ricordatevi sempre di quanto sia stato magico il lavoro che avete fatto; anche se Kublai rinasce, cosa del resto possibilissima, sarà una cosa nuova ma diversa.

  2. Jo_Kinovan
    7 marzo 2011 alle 19:26

    Anche io sono senza parole, da kublaiano della prima ora non so immaginarmi Kublai senza Alberto, Tito, Marco, Criscia, Walter, Antonella e tutto il team degli esordi.
    Concordo con Jesse ma penso anche che Kublai sia uno spazio bellissimo da abitare per continuare a crescere che era giusto affidare a quelli che sono i suoi creatori.
    Comunque vada a loro e a tutto lo staff va tutta la mia stima…

  3. Arnaldo
    8 marzo 2011 alle 20:47

    E’ meglio che non commento… per le nuove idee, invece, sapete dove trovarmi!

  4. Rizomagosophicus
    9 marzo 2011 alle 10:46

    Ciao a tutti!
    Secondo voi, non sarebbe possibile costituire una sorta di spin-off in autogestione volontaria per non perdere il patrimonio di Kublai? Magari alleggerendo l’architettura e le funzionalità del Ning per consentirne una gestione più semplice! Credo anche che se cambiasse la titolarità del progetto (dal Ministero a….. la community?)e quindi anche la fonte dei finanziamenti, il progetto potrebbe restare in vita soltanto trasformandosi in qualcosa di diverso (che non significa automaticamente un abbassamento della qualità di ciò che è stato sinora espresso) Finanziamenti: a chi può interessare un laboratorio attivo e partecipato come questo? Alla luce di ciò che Alberto ci ha raccontato, così, a caldo, queste sono le prime cose che mi vengono in mente… Ma di assetti organizzativi e di come finanziarli non me ne intendo gran che!

  5. stefano
    9 marzo 2011 alle 22:35

    Sempre si è detto che il progetto doveva planare verso un modello di autosostentamento, ma le cose che stanno succedendo mi intristiscono molto.
    Da qui mando un abbraccio ed un grazie pubblico a Marco e Tito che hanno fatto tantissimo per questa bellissima iniziativa. Uno special thanks a tutti quelli dello staff Chi come me ha avuto tanto da Kublai è pronto a ragionare con tutti quelli che ne avranno voglia per capire come ci possiamo organizzare per mantere in vita questa creatura.
    Diamoci da fare!

  6. Luca Ferrabue
    10 marzo 2011 alle 15:56

    Ciao Alberto, volevo riflettere sul punto numero 6 che non trovo assolutamente negativo, perche’ in realta’ se e’ vero che il numero di visite e’ si e’ dimezzato da Febbraio 2010 a Febbraio 2011, bisogna considerare la popolazione coinvolta direttamente, ovvero chi pubblica progetti e gli amici che ne vengono coinvolti, anche per brevi periodi: i numeri quindi sono notevoli. Inoltre dobbiamo considerare anche chi ha trovato le risposte che cercava ed e’ volato via, magari senza nemmeno presentare un progetto. E difficile risulta l’incrocio tra questi e i new entry che presentano progetti. La mia opinione e’ che trattandosi di una realta’ emergente, kublai non si sta esaurendo ma semplicemente sta mutando la sua forma e la sua sostanza, come un essere vivente, simile ad un bruco che si trasforma in farfalla. Con questo nascono nuovi bisogni e nuove esigenze, per adattamento alla situazione che si viene a creare, importante ma non principale il sostegno economico, che non deve essere guida ma componente della Citta’ Virtuale dei Creativi.

    Grazie ed a presto

    LMF

Lascia un commento

Devi essere loggato per inserire un commento.