Nome
Irene
Cognome
Tortora
Sesso
Femmina
Comune
Roma
Chi sono
design & fashion design
La mia idea
RES NULLIUS Apparteniamo alla generazione che ancora giocava con il LEGO e questi mattoncini che potevano sì avere una soluzione codificata, ma che ti permettevano, allo stesso tempo, di eluderla in mille forme, avevano il fascino irresistibile del gioco spontaneo, ma anche quello di un giocattolo, strutturato in modo da permettere costruzioni credibili, dotate di una discreta solidità e ripetibili all’infinito. E’ bello giocare con la sabbia, ma basta un’onda più forte e il castello scompare per sempre. Una striscia di tessuto può dare l’illusione di poter essere indossata in mille modi, ma le sue potenzialità sono in realtà limitate e facilmente “crolla”. Noi vogliamo fornire un “giocattolo”, dotato sì di una versione “ufficiale”, ma che si apra ad altre interpretazioni, tutte, però, egualmente, seriamente portabili ed eleganti. Scomponiamo l’abito in un insieme di forme geometriche elementari che si compongono ogni volta in modo diverso, come un tangram che genera disegni a seconda della disposizione dei pezzi. Mai lo stesso abito, mai la stessa immagine femminile. Un’elaborazione frutto della cultura italiana e giapponese, che si fondono attingendo all’enorme patrimonio di immagini e di forme della loro tradizione. Elementi arcaici come il kimono si trasformano in elementi contemporanei, attraverso la sartorialità europea e grazie alla scelta dei materiali. Aspiriamo all’eliminazione delle taglie e, attraverso una ricerca su aperture e sistemi di chiusura, siamo riusciti per ora solo parzialmente a superare questo problema. Nella stessa direzione va la nostra quasi totale assenza di tagli sartoriali che, oltretutto, limiterebbero le potenzialità insite nei nostri abiti di essere indossati in maniere diverse. Non parliamo, ovviamente, della cosiddetta “Taglia Unica”, stretta per alcune e larga per altre, giusta solo per poche fortunate, ma di una vestibilità che si adatti con garbo a qualunque figura. Vorremmo che l’abito fosse frutto di un progetto come nella migliore tradizione di design. Siamo per un concetto di moda che annulla la moda: il nulla inteso come niente uguale a prima. Come esprimere a parole cosa metti in un abito? Noi abbiamo scelto la moda come mezzo espressivo, non le parole. E abbiamo trovato questo sistema, attraverso le nostre vite per spiegare cosa c’è là dentro: dentro i nostri tessuti, i nostri disegni, le forme geometriche, i bottoni, … ci sono due bambini che non volevano il tutù, il grembiule rosa, i calzini bianchi. Due bambini che non accettavano di “essere vestiti” e volevano la tasca davanti e non dietro. Due bambini che facevano esperimenti montando e smontando macchinine a motore. Due bambini per cui il gioco è stato una cosa così seria da permettergli di costruire sogni, ma anche una casa vera sopra all’albero del giardino. Ci sono due adolescenti che continueranno sempre a cercare nei mercati cose vecchie che nessuno ha, o da utilizzare, comunque, in maniere diverse da quello per cui erano state create. Ora hanno deciso di essere grandi e vogliono regalare agli altri la stessa libertà, la stessa voglia di giocare (ma con elementi semplici come il LEGO), lo stesso amore per ciò che del passato può aiutarci a vivere meglio il presente.
Cosa mi aspetto da Kublai?
scambio di idee, contatti con persone del nostro campo e non.
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