La visione del progetto

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  • Iniziato da Giovanna Campo Antico Avatar di Giovanna

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    • Ciao a tutti.

      prima di tutto grazie per avere aderito al mio questo progetto che per il momento è ancora in fase embrionale. Più che un progetto è una visione che deve ancora prendere una forma ben definita.

       

      Partirò quindi con una breve spiegazione della “visione” che comunque potete trovare in modo più approfondito nel blog nella sezione principi generali. In seguito preciserò anche i primi passi pratici che vorrei mettere in atto con il vostro aiuto.

       

      Il progetto nasce dalla convinzione che i problemi che stiamo affrontando a tutti i livelli, non possono essere risolti se non attraverso una radicale trasformazione dell’essere umano e del modo in cui gestisce le proprie relazioni con il mondo esterno.

      Tutto ruota attorno a un mio personale studio sul libero arbitrio che vi riassumo brevemente.

       

      Il libero arbitrio può essere esercitato a due livelli differenti, in relazione a due diverse tipologie di scelte che compiamo abitualmente: le scelte formali e le scelte essenziali.

       

      Le scelte formali sono le scelte che compiamo quando scegliamo tra diverse opzioni, quando decidiamo il cosa, il dove, il quando. Queste sono le scelte che danno una forma alla nostra vita.

       

      Le scelte essenziali sono le scelte che compiamo quando decidiamo il come e il perché. Queste scelte non riguardano la forma, ma lo stato d’animo e l’intento, l’attitudine e l’onestà interiore con cui pensiamo, agiamo e comunichiamo. Le scelte essenziali riguardano il significato che diamo alla nostra vita, alle nostre azioni e alle nostre relazioni e determinano la qualità della nostra esistenza.

       

      Un pittore e un dentista che lavorano entrambi animati dall’unico desiderio di acquisire fama e ricchezza, di impressionare i critici d’arte o la comunità medica, di emergere dalla mediocrità, di difendere una posizione sociale, rappresentano due forme differenti di uno stesso malessere, di uno stesso impoverimento interiore.

      Un operaio che lavora da vent’anni alla catena di montaggio per il semplice motivo che non vede davanti a sé alternative valide per provvedere alla propria sopravvivenza e un rampollo di buona famiglia che dilapida in droghe, donne e status symbol un intero impero finanziario per il semplice motivo che non è in grado di concepire una vita più creativa e appagante, rappresentano due manifestazioni differenti di una stessa miseria umana. Due forme che pur essendo animate dalle stesse emozioni rappresentano due mondi totalmente inconciliabili, incompatibili e incapaci di comunicare tra loro.

      Un piccolo artigiano e un grande imprenditore che si dedicano con dedizione, passione e creatività al proprio lavoro rappresentano due forme differenti dello stesso benessere, di uno stesso arricchimento interiore.

       

      Ognuno di noi dà forma alla propria vita attraverso le proprie scelte formali e la anima attraverso le proprie scelte essenziale.

       

      Dall’approfondimento di questo concetto si arriva alla conclusione che ogni volta che compiamo una scelta formale senza subordinarla a una scelta essenziale cosciente (ogni volta che ci identifichiamo nella forma anziché nell’essenza), il nostro libero arbitrio è una mera illusione. (Ipotesi confermata dai più recenti studi di neuroscienza). Siamo automi che, oltre a essere alimentati dal conflitto lo alimentano, dando vita a un’escalation inarrestabile.

       

      La soluzione della situazione altamente conflittuale che stiamo vivendo implica necessariamente che i concetti di potere, benessere, bisogni e potenzialità cessino di rappresentare una questione formale per diventare una questione essenziale e questo vale a livello individuale, politico, economico e sociale.

       

      Questo ci richiede la creazione di relazioni, collaborazioni e alleanze basate su questo comune intento. Intento che deve essere sufficientemente forte da scardinare e trascendere i tradizionali schieramenti sociali basati sulla forma (destra o sinistra, uomini o donne, forti o deboli, operai p imprenditori…)

       

      Quando azioni, relazioni e alleanze si basano su comune intento creativo danno vita a una trasversalità che può portarci, ad esempio, a partecipare alla vita politica, sentendoci rispettivamente fieri di essere di destra e di sinistra, donne e uomini, operai e imprenditori, schierandoci sempre dalla parte della società, che è la nostra società.

       

      Il fine “spirituale” del mio progetto è quello di creare una trasversalità cosciente capace di sintonizzare due parti contrapposte come due emisferi di uno stesso cervello animato dall’intenzione di creare uno stato di benessere e pace, sostenibile e duraturo (e quindi condivisibile e accessibile da tutti).

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Ciao Giovanna

       

      grazie per aver condiviso con noi lo spirito che anima la tua idea. Non riesco a capire cosa sia la “coscienza della trasversalità”, ma ho letto sul tuo blog che ti dedichi al tema da tanto tempo.

       

      Ora mi nasce spontanea una domanda: il Centro che vorresti aprire, che tipo di caratteristiche dovrebbe avere per rispondere al fine spirituale?

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
      Membro

      Ciao Giovanna.

      Sono Federico e faccio parte dello staff di Kublai

      Ho letto due volte la visione del progetto senza riuscire a farmi un’idea precisa, anche se la frase “Ognuno di noi dà forma alla propria vita attraverso le proprie scelte formali e la anima attraverso le proprie scelte essenziale” mi ha colpito.

      In realtà quello che non ho capito bene è se la consapevolezza di questo dualismo può essere utilizzata per migliorarci e perchè.

      Magari potresti spiegarmelo in termini più semplici?

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