Avviciniamo Pubblica Amministrazione e cittadini: si vabbè ma poi quando il privato si offre il pubblico non è attrezzato per accoglierlo

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  • Iniziato da Enrico Alletto Avatar di Enrico

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    • Vorrei lanciare una discussione su un tema che mi sta molto a cuore: contributo privato alla cosa pubblica!

      In queste ultime settimane grazie anche all’eco avuto dai media locali 2 mie iniziative Genova Mappe ed Open Genova sanno avendo un discreto eco in città questo mi ha permesso di entrare in contatto con diverse realtà sul territorio che sono attive o desiderano attivarsi per il bene della città senza fini politici.

      L’esempio più eclatante è quello di Angeli col Fango sulle magliette (qualcuno forse li conoscerà) balzati agli onori della cronaca per aver radunato e coordinato completamente da facebook giovani che dopo alluvione dell’annos corso hanno ripulito Genova.

      Durante il nostro incontro dell’altra sera in cui abbiamo parlato di possibili sinergie con le nostre iniziative è emersa questa difficoltà da parte dell’amministrazione locale di gestire le risorse che senza oneri economici vengono offerte dai privati cittadini.

      Nello specifico “Gli angeli” si sono offerti di ripulire gratuitamente rivi e torrenti ancora intasati lanciando la proposta sul loro potente canale su Facebook. Eco dei media, ecc. Ma dall’amministrazione silenzio. Ieri leggo questa notizia: http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2012/10/10/APrJ5ifD-torrenti_detenuti_pulizia.shtml

      Non solo, ieri sera sono stato invitato dal presidente municipio medio levante (uno dei più grandi di Genova) ad illustrare come Genova Mappe potrebbe essere concretamente contestualizzato in una realtà municipale. Anche li è emerso che il pubblico deve stare moooolto attento a accettare il contributo del privato anche se si offre gratuitamente … bhè forse molti di voi conoscono il problema meglio di me! :-)

      Domanda: ma qual’è esattamente il problema? Normativo? Culturale?

      Chiedo questo perchè finchè non focalizzo l’ostacolo non riesco nemmeno ad elaborare e proporre eventuali soluzioni.
       :-)

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    • Ciao Enrico,

      risponde volentieri alle tue domande riferendoti di problemi nei quali mi sono imbattuto alcuni anni fa con il comune di Roma. I problemi sono vari:

      1 – Assicurativi e previdenziali passivi. Se un privato svolge un’attivita’ per una amministrazione (pubblica o privata che sia) sorge il problema della responsabilità in caso di incidenti. Per lavorare con un ente pubblico il privato deve comunque essere coperto da una assicurazione infortuni e deve firmare uno scarico di responsabilita’ per l’ente ospitante.

      2 – Assicurativi attivi. Se un privato, mentre svolge un’attivita’ per una amministrazione provoca un danno ad altri o alla stessa aministrazione (ad esempio per badataggine o per imperizia fa crollare qualcosa, provoca un incendio, etc…) sorge il problema della responsabilità. Per lavorare con un ente pubblico il privato deve comunque essere coperto da una assicurazione per danni a terzi che copra l’ente ospitante.

      3 – Di “buona esecuzione”. Se un privato lavora per un ente e NON fa correttamente (a regola d’arte) il lavoro, le conseguenze ricadono sull’ente. Si richiede quindi che il coordinamento e la direzione lavori venga svolta da personale qualificato dell’ente stesso o da un suo delegato. Questo fa sorgere problemi di costi, di bilancio e di consumntivazione che spesso non hanno gli spazi economici necessari.

      4 – Di “concorrenza”. Intorno ai lavori di un ente pubblico ci sono forti interessi di chi offre quel tipo di servizio. Se l’ente lo fa fare, anche gratuitamente, ad un cittadino o ad una associazione cosa fanno le ditte che vivono di quella fonte..? Ogni lavoro “necessario” appaltato gratis toglie lavoro a qualcuno (e mazzette ad altri). Ogni lavoro “non necessario” appaltato gratis e’ di per se’ inutile.

      Non voglio assolutamente scoraggiarti ma la sola strada da percorrere e’ costituire una Fondazione o una ONLUS e stipulare una “convenzione” con il comune o l’ente. Inoltre il comune o l’ente devono normare e mettere a bilancio che alcune tipologie di lavoro sono riservate alle onlus che hanno un contratto di convenzione. Altrimenti anche loro hanno le mani legate.

      Spero di esserti stato utile. 

      Marcello

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    • Grazie Marcello! Posso inserire il tuo contributo nel mio gruppo su facebook?

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    • Certo… se lo ritieni utile per rendere piu’ chiaro il problema fallo pure.

      Come probabilmente sai e’ successo di recente anche a Diego della Valle che si era offerto di restaurare il Colosseo a sue spese…. un mare di problemi… E se esamini da vicino il problema vedi che non si tratta SOLO di cattiva volonta’ da parte degli addetti… anzi, spesso trovi anche persone volenterose ed interessate a risolvere. Pero’ non si puo’ ignorare che i problemi esistono effettivamente ed anziche’ prenderli di faccia conviene cercare di aggirarli.

      Come consiglio ulteriore, se entri nell’ordine di idee di fare una Fondazione, pensa anche a far partecipare proprio il Comune come socio. In tal caso le cose si possono semplificare notevolmente. Soprattutto se dai loro il tempo per inserire nella normativa come trattare i rapporti con tali enti “atipici”. Tieni conto inoltre che una Fondazione puo’ facilmente stipulare contratti di assicurazione (sia attivi che passivi) per tutti i suoi associati o incaricati a prezzi molto piu’ bassi di quelli che potrebbero ottenere i singoli. 

      Un saluto e complimenti (comunque) per l’iniziativa.

      Marcello

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    • Il problema è che con l’adozione di strumenti web 2.0 (risolvere il problema a monte potrebbe voler dire “non adottare” le nuove tecnologie) sempre di più le pubbliche amministrazioni si troveranno a fare i conti con questo tipo di situazioni e per fattori come trasparenza ed abbattimento dei costi non ci si può più permettere di fare finta di nulla. Occorre credo studiare a monte meccanismi più snelli ed efficaci!

      Qualcuno sa se il problema è già stato preso “istituzionalmente” in carico da qualcuno?

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
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      Ciao Enrico, il problema e’ attualissimo ed e’ di carattere culturale. A mio avviso e’ necessario far invertire la rotta e non solo a parole alle PA. Non e’ sufficiente dichiarare per scopi puramente elettorali un programma, bisogna dimostrare con i fatti e con la propria storia personale di esser in grado di metterli in atto e possibilmente senza soldi . Uhh, ho detto una  bischerata? Troppo facile dire che servono i soldi per fare questo e quello. Serve l’impegno, dedizione, sacrificio. A questo punto abbiamo gia’ eliminato una categoria di persone. Di Norme e di Leggi in Italia ce ne sono troppe e non cambia nulla. Per fare le cose che servono non abbiamo bisogno dei governanti a tutti i livelli ( Nazionale, Regionale, Provinciale, Comunale ): le possiamo fare come liberi cittadini organizzati e volenterosi, punto e basta. Hai gia’ lo strumento piu’ potente del mondo, il tuo cervello. Unito a quello degli altri troverai la tua soluzione. Grazie ed a piu’ tardi LMF

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    • Avatar di Arnaldo
      Arnaldo Criscuolo
      Partecipante

      Confermo quanto detto da Marcello.
      Ricordo che esistono delle norme, che la PA è obbligata ad applicare e delle resposabilità, civili, penali, amministrative e contabili che gravano su dirigenti, funzionari, ecc.
      Se poi queste norme vi sembrano astruse, vessatorie, complicate, sono con voi e vi invito a chiederne conto alle migliaia di consulenti esterni, magistrati amministrativi e contabili “fuori ruolo”, pseudoesperti vari, che tali norme scrivono, ben remunerati, nelle loro eleganti stanze degli Uffici Giuridici dei Ministeri, del Quirinale e del Parlamento…

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