Il cuore dell’idea…

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  • Il cuore dell’idea…
  • Iniziato da Augusto aka Phishman Avatar di Augusto

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    • …dovrebbe essere chiaro dalla descrizione sulla pagina del progetto.

      qualche zona d’ombra? qualche dubbio?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Io ho una domanda che non riguarda l’idea, ma la sua implementazione. Mi pare di capire che CC abbia bisogno di una massa critica di giocatori fisicamente vicini per funzionare bene. Come pensi di ottenerla? C’è già una strategia in questo senso? Riguarda Milano o altre città? Pensi di avere bisogno di appoggi istituzionali (inserire CC in un cartellone di eventi)?

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    • Ottima domanda!
      Al momento abbiamo 150 beta tester che lo stanno testando ma dopo il lancio e l’apertura la massa minima di cui necessitiamo è di un migliaio di utenti.

      Dal punto di vista territoriale la vicinanza fisica non è indispensabile, la registrazione e la partecipazione decentrata è aperta in tutta Italia, anche se gli eventi di coinvolgimento collettivi siamo in grado di organizzarli (almeno inizialmente) a Milano.

      In ogni caso la questione della massa critica che tu sollevi al momento è IL problema. Per questo ci stiamo muovendo a 360° alla ricerca di partner (sia istituzioni locali che sponsor privati) con cui effettuare il lancio e l’apertura al pubblico.
      Tra l’altro il 18 sono al PublicCamp e farò una presentazione del progetto…ci vediamo lì?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Premesso che sono ignorante in materia, non mi convince molto l’idea che la partecipazione decentrata sia equivalente a quella CONcentrata. Il selling point più evidente di CC, almeno per me, è “Second Life al contrario”, cioè dinamiche da social network nelle strade di una vera città. La promessa plausibile, come direbbe Clay Shirky, è di trovarsi in giro per Milano a interagire in RL ma con la stessa fluidità relazionale dei social network: nuovi amici, insomma. In questo senso concentrarsi su una città potrebbe avere molto senso proprio per “avviare il sistema”: se ci pensi, 40xVenezia funziona molto meglio che 40xil mondo. I veneziani sono meno degli abitanti del pianeta, ma si riconoscono una cosa importante in comune che li porta ad interagire.

      Non sarò al PublicCamp, ma credo ci venga Antonella. Io però abito a Milano, non c’è bisogno che andiamo fino a Bari per vederci!

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    • Hai ragione!
      Sarebbe bello vederci una volta, che ne so in pausa pranzo o magari un aperitivo con più calma…che dici?

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      Alberto
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      Certo, volentieri. :)

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      la ciccio
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      anche a me pare che la vicinanza tra gli individui sia sostanziale in questa fase iniziale e di sperimentazione. come dice mr volare la dinamica del social net con tutte le sue potenzialita’ ma con il vantaggio che i punti deboli di queste dinamiche cioè la nn fisicita’ e la nn interazione sono in questo caso superati, mi spiego meglio si hanno i vantaggi di un gruppo virtuale e i vantaggi di un gruppo reale; susate il pensiero contorto ma è deformazione professionale! la psicologia dei gruppi offre moltissi spunti su cui riflettere e cc è un enorme campo in cui fare sperimentazioni, del resto è il sogno di qualunque psicologo avere un gruppo di persone legate da un target su cui lavorare. tornando quindi alla vicinanza tra il gruppo dei tester ( di cui io mi fregio di appartenere) trovo che sia perfetto per organizzare studiare e perfezionare il modello che poi puo’ essere espanso fuori dai confini fisici del gruppo di partenza con maggiori possibilita’ di riuscita.

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      Alberto
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      L’hai detto molto meglio di me. Vediamo che ne pensa Augusto.

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    • Avatar di la
      la ciccio
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      :)

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    • Sono venuti fuori due temi molto interessanti dai vostri interventi.

      Uno è quello della concentrazione fisica degli utenti su un territorio limitato per amplificare le potenzialità di incontro, conoscenza e anche di impatto sulla città.
      Su questo in linea di principio sono assolutamente d’accordo. Rimane aperto il problema di come farsi conoscere ed ampliare la base di utenza a livello locale.

      Il secondo è su cosa sia esattamente CC. Alberto sintetizza:

      “Second Life al contrario”, cioè dinamiche da social network nelle strade di una vera città. Trovarsi in giro per Milano a interagire in RL ma con la stessa fluidità relazionale dei social network: nuovi amici, insomma.

      E’ molto interessante sapere come si è visti “dal di fuori”. E’ un punto di vista importante!
      Uno dei problemi di CC è che avendo moltissime potenzialità in diversi campi (vedi immagine sotto), rischia di non avere un focus preciso e diventare confuso e di conseguenza inutile e irrilevante.

      In realtà CC vede il suo sviluppo in due fasi distinte. Pensiamo che ci siano due livelli di cui è composta la città, vediamo proprio due “layer” sovrapposti uno sull’altro. C’è una città fisica fatta di strade, palazzi e cartelli e infrastrutture. E poi c’è la città invisibile, fatta di relazioni, persone, flussi, che spesso modificano la città ed il modo in cui questa viene vissuta e percepita.

      In questo senso CriticalCity deve riflettere la struttura della città ed è pensato quindi composto da due piani, due grandi sezioni:
      Da una parte la città invisibile: i cui nodi sono i singoli utenti, che partecipano singolarmente in attività di relazione e conoscenza e/o di trasformazione dei propri comportamenti quotidiani. Se vogliamo questa dovrebbe essere la parte più virtuale di CC, in quanto le missioni non richiedono necessariamente un interazione fisica con la città e con gli altri partecipanti (missioni potrebbero essere ad esempio: per una settimana rispondi di sì ed accetta qualsiasi proposta che ti viene fatta da chiunque)

      Poi c’è la città visibile: qui i nodi sono luoghi fisici del territorio e il gioco avviene a squadre e le missioni sono di intervento “fisico”, con istallazioni, performance, ecc…
      Ogni squadra deve conquistare i luoghi della città in una sorta di risiko urbano.

      Questo in 2 parole. Il punto è che dovendo iniziare abbiamo deciso di cominciare a realizzare una beta limitata alla città invisibile, il network su cui costruire successivamente la città visibile.
      Solo che abbiamo perso per strada le sue specificità e ora si rende necessario ritrovare un focus preciso di identità.

      Allego una slide delle strade aperte per CC che non si escludono necessariamente a vicenda ma che inizialmente, senza un ordine preciso di priorità, rischiano di farci perdere una direzione precisa.

      Che dite?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Augusto, questo tuo intervento mi sembra molto molto bello e importante, come pure la slide. Non solo per CC, ma proprio a livello metodologico. Ti suggerirei quindi di fare una cosa che sono tu puoi fare: manda un messaggio broadcast a tutti gli iscritti a Critical City su Kublai (tra cui io ci sono già!), segnalando loro questa discussione e chiedendo loro di parteciparvi e dire la loro. Vediamo cosa ne viene fuori.

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      la ciccio
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      per come la vedo io gli obbiettivi sono essenzialmente di due tipi: crescita personale e crescita del gruppo.
      allora secondo me bisogna definire il gruppo; nella crescita personale nn esistono limiti di nessun tipo, tra i partecipanti possono crearsi milioni di interazioni diverse dove l’unico limite è ovviamente il rispetto per la persona, ma per quello che concerne il gruppo la cosa si fa’ un po’ piu’ complicata.
      lo studio delle dinamiche di gruppo ha messo in evidenza che il sistema ( quindi non solo la somma dei singoli ma l’insieme sistema) ha una serie di problemi gestionali che vanno affrontati a monte per evitare che il risultato sia contaminato. ed approposito posso offrirvi stupende letture sui concetti di ingroup, outgroup, e insidegroup; se l’obbiettivo è l’interazione personale e civica, l’accrescimento del gruppo, del concetto di cittadino attivo ( parlate con una ex attivista di cittadinanzattiva!) ma soprattutto il favorire lo sviluppo delle reti invisibili dentro la citta il concetto cardine secondo me è il sistema gruppo.

      ( chissa se mi son spiegata!!!!!!!)

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Non molto. Io ho letto Bion (da profano, però) e ho letto Shirky che cita Bion, e ho capito che esiste un problema ma non come lo si risolve nella pratica quotidiana dei social network (o dei quasi social network come questo di CC). Immagino comunque che “definire il gruppo di CC” sia l’altra faccia del “decidere cosa si fa in CC”, nel senso che, il gruppo, mettiamo, del “gioco urbano CC” sia diversamente definito da quello del “movimento civico CC”.

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    • Assolutamente d’accordo Alberto!
      Cos‘è CC è strettamente legato a chi c’è su CC e a cosa si fa. La leva che noi (gli admin di CC) abbiamo a disposizione è principalmente sulla proposta, il cosa si fa. E’ attraverso quello che un giocatore capisce per induzione cos’è CC.

      Un luogo dove si fa esplorazione urbana accanto al realizzare un proprio sogno d’infanzia – come è adesso – non è chiaro per il giocatore casuale.

      Un contenitore dove c’è tutto sappiamo bene che non funziona, ci deve essere qualcosa che unisca i giocatori!
      Che può essere la trasformazione/intervento fisico sulla città, il fatto che le missioni si fanno sempre in RL con altri giocatori, o un marcato accento sulla prospettiva di impegno civico…

      Ora si tratta di scegliere una direzione precisa, una cosa che ci aiuterà anche moltissimo nel momento in cui si comincia a comunicare il progetto all’esterno!

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      la ciccio
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      Immagino comunque che “definire il gruppo di CC” sia l’altra faccia del “decidere cosa si fa in CC”, nel senso che, il gruppo, mettiamo, del “gioco urbano CC” sia diversamente definito da quello del “movimento civico CC”.

      cio’ che dicevo io, il gruppo deve essere studiato per definire gli obbiettivi, il gruppo cc che ha diverse valenze deve essere qualificato e quantificato, ed allora si ritrova il focus del proggetto

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    • Avatar di gioia
      gioia tiozzo
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      Allora, secondo me IL PROBLEMA è la massa critica.
      Io sono a Venezia dove c’è un solo altro iscritto
      Come facciamo a giocare?
      Gioco contro chi è iscritto a Milano?
      Lo trovo poco divertente
      Inoltre c’è incompatibilità con le prove

      Se io faccio pubblicità di CC su Milano come faccio a farla in tutta Italia?
      La vedo dura

      Appena entro nel sito di CC vedo Milano, io nemmeno immaginavo si potesse giocare su Venezia.

      Secondo me il gioco richiede dei referenti in diverse città che “esportino” l’idea e che trovino giocatori

      Fare però dei “raduni” nazionali come quello di NY la vedo complicatissima.

      NIENTE PERO’ E’ IMPOSSIBILE

      A me la cose interessa e molto
      Intendo dire che mi interesa portarla a Venezia ( non ne avevo mai sentito parlare).

      Ci penso su sta notte….

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    • Avatar di gioia
      gioia tiozzo
      Membro

      Domanda tecnica: lo staff di Critical C. su che forze può contare?
      In quanti siete a lavorarci?

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    • Avatar di la
      la ciccio
      Membro

      io eccepirei su una cosa, non è CONTRO CHI GIOCO? ma piuttosto CON CHI GIOCO? il contest a mio parere è fittizio, cioè la rivalita’ tra i partecipanti per ottenere il maggior punteggio è un aspetto che io nn ravviso. come dire che la gara a punti è solo una scusa per agire insieme…. almeno io cosi’ la leggo. e quindi puoi giocare con l’altro veneziano ma anche con me a milano con altri fuori milano. la maggior parte delle attivita’ nn comporta un incontro fisico ed anche in quel caso esistono iscritti a busto arsizio o anche piu’ sopra milano che non è che son proprio vicini, hanno piu’ di un ora di traffico da fare per raggiungere milano

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Ciao Augusto

      Piano piano mi sto riattivando da una decina di giorni, fatico a carburare ma ci sono!
      Intanto ho visto che farai come previsto l’intervento il 18 al PubliCamp, io vedo di fare un intervento successivo magari un pò in continuità col tuo.
      Per quanto riguarda CC, mi piace come sai la vision e l’idea stessa del tutto, non comprendo bene cosa intendi per movimento civico, penso che sia più un modo di essere, uno stile civico qualcosa che pur non essere strutturato come un movimento organico, cerca di realizzare focolai di buone pratiche e circoli virtusi.
      Lo dico perchè non vorrei che CC si sminuisse alla stregua di tanti, movimenti civici che lasciano a volte il tempo che trovano, mi piacerebbe che si caratterizzi per altro, un movimento appunto destrutturato e organico al tempo stesso, (una specie di stormo in cui inconsapevolmente i vari elementi cercano di coordinarsi senza un apparente leader, linea precostituita, ma solo con semplici regole di autoregolamentazione) Mediana, Moda, Media.
      Più che movimento civico, lo definirei virtuosismo civico; ad ogni modo al di là delle parole e del loro significato, mi preme che rimanga intatta la potenza dirompente della vision di CC che mi ha affascinato.

      PS: a Bari credo avremo modo di parlare approfonditamente dei contest associabili al Car Pooling, proprio in questi giorni finalmente sta partendo un progetto commissionato da una grossa società di mobilità urbana, interessata a favorire forme dal basso di mobilità sostenibile e di car pooling.
      Ciao walter

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    • In definitiva si. Ci vuole una massa critica.

      Per il resto…quando entri nel sito vedi milano ma perchè non sei registrata, appena registrata il sito si “centra” sulla tua città.

      D’accordissimo sulla necessità di referenti/animatori che organizzino incontri di gioco sul territorio e diano spazio alla community in RL.

      Sul fatto di gareggiare insieme/contro non saprei…CC è un gioco di collaborazione urbana, l’elemento competitivo del punteggio e della classifica sono uno stimolo ma non dovrebbero essere centrali. Poi ognuno a seconda di quanto “spirito competitivo” possiede può dare più o meno importanza a questo aspetto.

      In ogni caso una missione di street art in cui si realizza un installazione sul territorio – a venezia ad esempio – può tranquillamente competere con una analoga fatta altrove, no? E’ il bello di Internet secondo me, quello di mettere in rete esperienze lontane che hanno qualcosa in comune…no?

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    • Al momento siamo in 4 con disponibilità diverse però. Diciamo 2 quasi full-time e 2 in part-time limitato.

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    • Esatto ciccio!

      Anch’io la vedo così. Secondo me il bello di CC è quello di essere flessibile: alcune missioni puoi realizzarle autonomamente con i tuoi amici ovunque ti trovi. Altre si fanno insieme agli altri giocatori di CC, all’interno di appuntamenti che creano occasioni di incontro RL con dei temi e delle attività precise.

      I siti di dating funzionano, ma a mio avviso mancano completamente un target di persone che oltre all’appuntamento non sanno cosa dirsi una volta dal vivo. CC offre delle esperienze (esplorazione urbana, street art, guerrilla gardening, ad esempio) all’interno delle quali stringere nuove relazioni.

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    • Personalmente la vedo esattamente come te. Lo schema illustrava tutte le diverse strade che si possono intraprendere, anche per scegliere consapevolmente dove si vuole andare e dove no.

      In ogni caso, se si cominciasse a realizzare mini-progetti con amministrazioni locali, a quel punto CC, in quei centri, diventerebbe una sorta di ponte tra gli indirizzi e le proposte della PA con i desideri, le energie e le passioni dei cittadini.

      Una strada che potrebbe avere senso secondo voi?
      Oppure rischia di snaturare e tarpare troppo le ali alla spontaneità “anarchica” con cui è nato CC?

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    • Prima di tutto complimenti per la schematizzazione, che aiuta la riflessione.

      Per come ho compreso il tuo progetto e ragionando nell’ottica Kublai (progetti che possano generare sviluppo sul territorio) la dimensione gioco urbano e cittadinanza attiva mi sembrano le due su cui posizionare e calibrare il progetto per puntare ad ottenere sia un’ambia base di aderenti che sostegno da parte di istituzioni locali (e perche’ no eventuali sponsor). Le altre due dimensioni “gruppali” (social network per la città e piattaforma di condivisione di esperienze artistiche e creative) sono le interessanti conseguenze che possono derivare da un gioco urbano che stimola comportamenti di cittadinanza attiva, mentre l’ultima (sviluppo personale) è, sperabilmente, la conseguenza delle conseguenze :).
      … ma questo è naturalmente solo uno dei percorsi possibili …
      Se ti va di ragionarne anche in sincrono mi puoi trovare martedi’ e giovedi’ dalle 21.30 alle 23.30 sull’isola di kublai in sl e su Skype (AdriRips) … infatti faccio parte del community staff Kublai, nato per dare ai progettisti maggiori occasioni di confronto e discussione per la messa a punto del progetto (e relativo documento :) da presentare al gruppo di coaching

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    • La discussione continua sul diario di progetto…ci vediamo lì!

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