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  • Iniziato da Augusto aka Phishman Avatar di Augusto

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    • Ciao a tutti,
      negli ultimi giorni stiamo lavorando molto sul nuovo documento, nel frattempo volevo condividere con voi una riflessione.
      Pensiamo che un modo efficace per comunicare l’identità del progetto e dei valori che stanno dietro CC potrebbe essere la stesura di un manifesto.

      Ovviamente è un work in progress…vi piace?
      Vi va di dare il vostro contributo?

      1. Non essere il prodotto del tuo ambiente ma fa che l’ambiente sia un tuo prodotto
      2. Agisci per migliorare la qualità della vita nella tua città
      3. Per trasformare la città, comincia a cambiare te stesso
      4. Il cambiamento tuo e della tua città possono essere un gioco affascinante
      5. Trasforma le soluzioni individuali in invenzioni sociali
      6. Le invenzioni sociali si diffondono per contagio
      7. Il tuo vicino è un amico che ancora non conosci
      8. Sperimenta percorsi alternativi
      9. Sperimenta tutte le destinazioni d’uso possibili per un singolo spazio urbano
      10. Usa tutti i tuoi sensi anche laddove ti sembra di non poterlo fare
      11. Moltiplica i possibili
      12. Non disperdere i tuoi sforzi

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    • si mi piace molto l’idea del manifesto CC.
      in questo momento sono di corsa, ma nei prossimi giorni darò volentieri un contributo.

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    • Bello, si. Andate avanti.

      p.s. Ricorda un po’ molto il manifesto “Kublai in 10 mosse col resto di una”. E’ vero che siamo in copyleft, ma un po’ di soddisfazione potreste anche darcela !!!: )

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Ovviamente l’idea è molto forte, e ha ragione Marco a ricordare le 10 mosse di Kublai. Molto milanese anche questo affiorare del cattolicesimo sociale “7. Il tuo vicino è un amico che ancora non conosci”. Devo riflettere meglio sui singoli punti, comunque bella intuizione.

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    • Che coincidenza, dopo aver letto il commento di marco l’associazione fra i comandamenti e i punti del manifesto si è fatta invadente, e adesso questo, per cui … sorge spontaneo: fai alla tua città quello che vorresti venisse fatto a te.
      Nei prossimi giorni, intendo dare un contributo ragionato, comunque è fortissimo il fatto che basta poco a rendere una comunicazione controproducente.

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    • In che senso Caterina, stai dicendo che forse è un po’ troppo buonista?
      Forse il punto 7 è effettivamente un po’ esagerato…a volte il vicino – anche con tutta la buona volontà – rimane un gran rompicoglioni! :)

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    • Hai ragione Marco, è che super stimolante poter interagire dal di dentro in una realtà interessante come Kublai! :)

      Anche se forse le 10 mosse di Kublai io le vedo più come un manuale operativo che come una dichiarazione di intenti…
      A noi col manifesto piacerebbe avere uno strumento attraverso il quale un potenziale utente capisca in 30 secondi se si identifica in CC oppure no, senza dover leggere fiumi di parole.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      Ciao Augusto, molto bella l’idea di un manifesto, anche se sarebbe ancora più interessante se questo manifesto non diventi qualcosa di rigido come possono essere i comandamenti di una religione (una volta dati per sempre e in qualsiasi contesto sociale) ma perfezionabili, aggiornabili (secondo la logica anche dell’aggiornamento familiare a chi usa il software) dare insomma l’idea di un miglioramento continuo (wiki e sociale e partecipativo).
      Sarebbe addirittura bello tramite un wiki appunto invitare a dare idee per evolvere questi punti del manifesto e tenere quindi traccia dei contributi provenienti dall’intelligenza sociale e collettiva.

      In quest’ottica i miei suggerimenti sono :
      1 Bellissimo punto, solo non mi piace molto …fa che l’ambiente sia un tuo prodotto, individuerei un termine meno compromesso a livello semantico di “prodotto”.

      3 Per trasformare la città, comincia a cambiare te stesso, (a me mi è arrivato come impositivo, non in maniera dolce, ma religiosamente coercitivo). Personalmente lo trovo superfluo, penso che chi operi per trasformare la città comunque stia già cambiando se stesso.

      4, 5, 6, 7 Bellissimi!
      8,910.12 Intensi
      11 Bello ma ermetico.
      Naturalmente questo è il mio suggerimento che vale quanto quello di migliaia di altre persone che potrebbero scrivere su questo ipotetico Critical WikiManifesto.
      Ciao

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    • ;-) … d’accordo sulla storia del vicino, …
      però se da un lato il “rischio comandamenti” e buoni sentimenti è in agguato, insieme allo scherzo, nella frase che avevo scritto, c’è la considerazione che, davvero, la città è immaginabile, deScrivibile e raccontabile come se fosse una persona.

      Per cui, il mio, era un modo (sicuramente troppo ermetico) per dire che, forse, nel manifesto è possibile raccontare la relazione di CC con la/le città, usando la città come se fosse una persona.

      tipo:
      - Non arrenderti al cattivo umore che la tua città, a volte, dimostra: invitala a divertirsi, e porta anche i tuoi amici.
      (cattivo umore/cattiva educazione)

      aldilà dell’esempio, volevo suggerire di provare a scrivere il manifesto facendo attenzione che non assomigli a una ramanzina, ma a dei consigli per una buona relazione.
      ciao, nei prossimi giorni, ci torno su.

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    • cavolo! sto leggendo adesso il commento di walter, proprio qui sotto.
      Vedi, lui si che si spiega!

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    • ci provo anch’io: detesto e credo sia controproducente quando nelle comunicazioni “sociali” si dichiari o si insinui -e spesso incosapevolmente si insinua anche malgrado chi le fa- il rimprovero, il senso di colpa, il dovere.
      Credo che il fascino di CC sia grande e che risieda -naturalmente- nei contenuti che giorno dopo giorno sta acquistando, ma anche nella giocosità e nel piacere.
      Non dico che le voci proposte per il manifesto siano “pesanti”, ma che in generale un manifesto rischia di essere un monito; e che, invece, spesso è più efficace un invito.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Non sono del tutto d’accordo con Walter, secondo me il punto 3 è molto in sync con CC. Sebbene addolcita dall’impronta giocosa (e dalla personalità “dolce” dei fondatori) sento una mistica militante aggirarsi per CC: usciamo di notte, facciamo cose legali ma al limite, abbiamo una missione di cambiamento. A questo io non rinuncerei, anche perché psicologicamente aiuta la costituzione di un nucleo duro iperpartecipativo che poi vi potete giocare per tutto (ne parlavamo proprio stamattina a colazione con Augusto e Duccio). Ovviamente il legame tra ‘sta roba e il punto 3 del Manifesto è tutto meno che meccanico, ma insomma.

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    • rileggo l’esempio che ho scritto e mi fa un po’ tristezza.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Ma sbaglio se ci vedo una traccia di cattolicesimo sociale ambrosiano? Di cardinale Martini?

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    • Walter grazie come sempre per le ottime riflessioni!

      Vorrei confrontarmi soprattutto su due idee:

      1. Apertura del manifesto.
      Mi piace molto l’idea di renderlo una costruzione collettiva, pensavamo infatti di proporre anche solo 5-6 punti e lasciare altri 5 punti inizialmente vuoti per il contributo collettivo.
      Una criticità che vedo però è: se il manifesto serve per dare una “linea” su cosa è CriticalCity non si rischia, con uno strumento come il wiki, che paletti troppo mobili lascino troppo spazio ad una potenziale deriva dell’identità?
      Io vedo CC molto bottom-up e fluido anche nel corso del tempo, però il manifesto mi sembra utile per dare i cardini strategici su cui muoversi.
      E poi lasciandolo troppo aperto si rischia che diventi una sbrodolata illeggibile di 70 punti, no?

      2. Per trasformare la città, comincia a cambiare te stesso
      Forse va spiegato meglio, l’idea di fondo però è che per cambiare la città non sempre è necessario fare azioni di strada ma spesso il punto di partenza è un cambiamento di percezioni, di abitudini e anche di relazioni: la parte di gioco che noi chiamiamo “città invisibile” vs. la città visibile dell’intervento attivo su piazze, strade e quartieri.

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    • Caterina, bella l’idea della città-persona! Nei prossimi giorni proviamo a ragionare su come riscrivere il manifesto in quest’ottica. E in effetti, ora che lo rileggo con un occhio critico, tutto il manifesto è forse un po’ troppo impositivo.
      Ottime osservazioni!

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    • si sbagli!

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    • Mi stupisco sempre come ascoltare gli altri possa aprire gli occhi su noi stessi… a mente fredda rileggo ancora una volta il manifesto dopo le vostre osservazioni: “Non essere…”, “Non fare…” suona fortissimamente come “io CC dico cosa TU devi fare”.
      Deve diventare “Crediamo che…” “Vogliamo…”, deve diventare qualcosa da abbracciare, in cui il cittadino leggendo può dire “si, mi identifico” opure “no, non mi interessa”.
      Grazie cate/walter/alberto! :)

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    • ma dove? nella città persona? … no nella città persona no, e anche sì!
      Comunque, è da un po’ che sto studiando mounier, perché piaceva ad adriano olivetti, e da mounier sono arrivata a simone weil: tutto troppo -direi- intimo per parlarne qui e ora.
      La cosa che vale è che:
      l’individuo sta alla società, come la persona sta alla comunità.
      e che i concetti di persona e comunità rendono implicito nelle azioni il bene/bello come scopo reciproco.

      Per scappare dall’ambiguità dovuta al fatto che ci sia una “fonte” da cui abbeverarsi la metto giù in un modo più semplice: Cipolla, elogio della stupidità.
      Gli sprovveduti tendono al proprio danno a vantaggio di altri
      I banditi al proprio vantaggio a danno degli altri
      Gli intelligenti al vantaggio per sé e per gli altri
      e gli stupidi tendono a far danni gravi per tutti.

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      Alberto
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      No Cate, nel manifesto di Augusto. “Comincia a cambiare te stesso” etc. Oh, poi non è mica una critica. Io non sono credente, ma Martini è una bellissima figura a prescindere.

      Comunque non è la prima volta che mi sbaglio :)

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    • Scusa Augusto,ma, per quello, anche “crediamo che”, “vogliamo che” rischiano a loro volta di sembrare slogan e magari un potenziale amico di CC può pensare. “ora manca solo che aggiunga: invece la nostra banca è differente”. Prova come in altri manifesti, senza timore nemmeno di sembrare un po’ messianico: usa verbi all’infinito.
      Non ho capito che significa l’undicesimo punto.
      Non so come funzioni Milano, intanto sto studiando cosa poter applicare a Napoli nell’ottica di CC. Molti degli iscritti di Napoli sensibilizzati soprattutto, per motivi che non sto qui a spiegarti, dalle idee riguardanti il riciclaggio dei rifiuti si sono iscritti pensando di trovar uno stimolo per risolvere questo nostro problema.

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      Alberto
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      Augusto, può essere utile che tu posti da qualche parte la presentazione del RomeCamp. Se Pinco e i napoletani sono interessati al problema dei rifiuti, credo sia utile raccontargli la derivazione “brasiliana” di CC.

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    • Hai ragione Alberto…eccola :)

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    • Questo è il nuovo manifesto che abbiamo inserito nel documento di progetto…è sempre un work in progress ma ci piace decisamente di più:

      1. Non aspettiamo nessuno: cominciamo ad agire subito per migliorare la qualità della vita nella nostra città
      2. Il mio cambiamento e quello della mia città possono essere un gioco affascinante
      3. Trasformiamo le intuizioni individuali in invenzioni sociali
      4. Non disperdiamo gli sforzi, concentriamoli su luoghi e temi precisi
      5. Spiegamelo e lo dimenticherò, mostramelo e lo ricorderò, coinvolgimi e lo farò

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