Ci metto allora la mano sul cuoco…

Battuta facile, Walter, ma te la sei voluta: in un progetto che parla di cucina, mettere la mano sul fuoco mi sembra un’idea pessima

Di poche cose sono sicuro, ma di un progetto sulla buona cucina, con finalità educative non solo un semplice ricettario potrei mettere tranquillamente la mano sul fuoco, siamo comunque e sempre italiani e su un progetto sul buon cibo è difficile sbagliarsi.
Questo però nasconde anche l’insidia di “sedersi” sugli allori (o sull’alloro visto che si parla di spezie anche :-).
Quindi gli assi portanti dell’iniziativa sarebbero se non comprendo male:

- Lo spazio funzionale d’incontro, una sorta di laboratorio di sperimentazione condiviso per cuochi, aspiranti tali e amanti del cibo sano e responsabile (ormai è il caso di usare questo aggettivo anche per il cibo).
- Diffusione mediatica e comunicativa tramite mediateche-biblioteche per offrire nuovi titoli (immagino ricettari, informazioni dietetiche, ma anche storiche ed altro).
- Una sorta di spaccio di prodotti necessari a preparare le ricette.

Ho segnato tutto nella lista della spesa o ci sono altri ingredienti che non ho considerato?

Ma che bella idea! E’ una specie di Ciclofficina del cibo, no? Elena, ma tu eri all’aperitivo dell’economia verde? C’entri con Jonathan-il-food-designer?

Ciao Elena.

Mi piace il tuo progetto: vedo affinità con le filosofie di Slow Food e in parte con quanto hanno tentato di realizzare quelli del Gambero Rosso a Roma con la Città del Gusto (con un approccio diverso).

Hai provato a contattarli?

Ciao Elena
sono contento che abbiate infine messo un progetto su Kublai.

L’idea della cucina sociale è molto interessante e hai già pubblicato diversi contenuti che la caratterizzano.

Visto che siete così avanti, andrò direttamente al sodo: al di là dei contenuti, occorrono mezzi per realizzare questo progetto e sono:
- una sede adeguatamente attrezzata (uno spazio cucina di 40mq ca, uno spazio per mangiare di 50mq ca, uno spazio ufficio di 20mq ca, uno spazio mercatino di 40mq ca, biblioteca per altri 40mq ca, TOT 190mq ca)
- personale addetto dipendente: 1 in cucina, 1 alla vendita dei prodotti (tot 2 stipendi)

Quelli che ho elencato sono costi vivi gestionali, una cifra tra i 5000 e gli 8000 euro al mese a Milano.

Poi ci sono i costi di investimento: allestimento dei 190mq (costo di sistemazione 500€ al mq ca, TOT 40.000€), e i costi per attrazzare la cucina (non meno di 20.000€)

In finale, lo start-up di questo progetto richiede al minimo 120.000€ il primo anno.

A questo punto le domande sono 2:
a) dove trovate questi soldi?
b) come li incassate nella gestione quotidiana del centro?

scusa se ci vado giù un po’ duro, ma questi sono elementi essenziali per trasformare un’idea in qualcosa di concreto

Mi unisco volentieri a questo progetto