Footour si presenta insieme a Qype al VeneziaCamp

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      Walter Giacovelli
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      Questa è la parte di presentazione che congiuntamente a Susana Cristalli, community manager di Qype per l’Italia, abbiamo tenuto al VeneziaCamp 2010, per “Ecosistemi aumentati, reti che attivano territori“, in particolare la sessione aveva nome: Interazioni socializzanti e mobilità integrata.

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      Qui di seguito invece, una presentazione “Ignite” di 5 minuti tenuta da Susana Cristalli, per IgniteItalia del 6 Maggio a Roma.
      Trovi altri video come questi su Kublai

      Dopo alcuni mesi di lavoro sottotraccia, torniamo nuovamente in pista con FooTour, spiegando un pò come ci siamo mossi in maniera molto ma molto laterale.

      1) Visto che la prima release della piattaforma ha una necessità di sviluppo di circa 1000-1200 ore, quantificabile in circa 30 mila euro, abbiamo bypassato inizialmente questo ostacolo, concentrandoci sulle relazioni e sul prototipo di servizio.

      2) Visto che  avevamo difficoltà nello sviluppo di Footour, abbiamo deciso di lavorare in parallelo su un altro progetto….Un altro progetto? ma come, fate fatica su uno e lavorate su due? siete folli:-)

      Follia? forse, ma è un approccio laterale e in fondo logico, spiego subito.

      Visto che avevamo da anni una directory, Oblok.it  estremamente ben indicizzata ed efficiente (con 10-15 aziende che si iscrivono al giorno), l’idea è stata, utilizziamo la stessa piattaforma di sviluppo per FooTour, un ECM, (Enterprise Content Management) open source, Alfresco, che è attualmente la soluzione più performante e robusta al mondo (me l’hanno detto gli ingegneri informatici e io gli devo credere!).

      L’idea base è, concentrare un effort minore per la riorganizzazione di Oblok in Business Community, attivare e rielaborare dei servizi, in collaborazione di Partner (tra i progettisti di Kublai stesso), al fine di offrire un set di servizi di tipo enterprise per la Community di Aziende e Portali ivi presente.

      Utilizzando 1 risorsa part time, contrattualizzata + 1-2 stagisti in grado di completare nel giro di 3-4 mesi la release.

      Contando quindi di relazioni consolidate e di richiesta di servizi (che attualmente non soddisfiamo), contiamo di poter attivare il processo di autosostentamento di Oblok, al fine di continuare lo sviluppo nei 12 mesi successivi, reinvestendo praticametne tutti gli eventuali introiti.

      3) In questo modo dovremmo con un ulteriore piccolo effort avere acquisito sia il know how per lavorare al meglio con Alfresco, ma anche una prima derivazione in chiave prototipo di FooTour, che nella prima fase, al 60-70% ricalcherà certe dinamiche di Oblok.

      Il lavoro di relazioni di partnership invece è andato più spedito, oltre alla disponibilità dei plugin di servizi e tool per la mobilità realizzati già da Cart, primo partner, possiamo praticamente contare (da settembre) sull’affiancamento di una spin off del politecnico di Bari, Ingenium srl , la cui mission è “Utilizzazione imprenditoriale di tecniche e metodologie innovative, di analisi e sviluppo di processi Business applicati al settore ICT“.  (Be speriamo che ci pensino loro a fare un business plan ma di quelli seri! :-)

      Inoltre a Venezia al workshop a cui siamo stati invitati, “Ecosistemi aumentati, reti che attivano territori“, FooTour farà un intervento congiunto, con Qype  (Susana Cristalli, community manager per l’Italia) servizio che abbiamo identificato come strategico e complementare a quelli di FooTour, basato sul social rating di 25 milioni di punti commerciali e non in tutta Europa, che due settimane dopo l’interesse verso il nostro servizio, ha siglato un accordo di partnership con  Nokia, per divenire fornitore di contenuti delle Ovi Maps.

      Ringraziamo Gino, per la splendida opportunità dataci e Susana e il suo responsabile superiore per la flessibilità, informalità e la fiducia (speriamo di ripagarla in lungimiranza) mostrata in questa occasione.
      Chissà che Qype in Settembre non si iscriva in Kublai! :-)

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      Marco
      Membro

      Ciao Walter. Tutto il contenuto introduttivo di questa discussione me lo avevi già raccontato nell’OST al Salento Fun Park. Tuttavia, personalmente ritengo estremamente utile il tuo contributo. Ritengo estremamente utile che tu abbia raccontato le scelte tecnologiche fatte per Footour, l’effort necessario, le strategie realizzative (riuso di funzionalità su diverse piattaforme). Secondo me dovremmo raccontarci di più queste cose (es. perchè ho scelto Alfresco invece di Drupal e viceversa, il ciclo di sviluppo si accorcia/allunga scegliendo una piattaforma piuttosto che un altra, su quale provider ho deciso di hostare il sistema e perchè, questo provider mi fornisce il full root access e questo no, ecc., ecc.). Credo che la nostra intelligenza collettiva crescerebbe molto se ci comunicassimo di più le scelte tecnologiche e le strategie realizzative oltre alle idee progettuali che, naturalmente, vengono prima di tutto.

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      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Sono d’accordo Marco, dietro ai progetti, ci sono le persone e queste operano delle scelte, che possono portare a risultati differenti pur partendo con uno stesso progetto; per cui non è banale lo scambio di esperienze sulle modalità con cui si intende avviare un percorso, mi auguro appunto che questo oltre a divenire un patrimonio cognitivo comune, possa generare anche degli asset veri e propri, messi in condivisione, non solo per le piattaforme web, ma estendibile ad altre realtà.

      Per il racconto poi mi sono ispirato un pò a mia nonna e a tutte quelle persone che nel Sud hanno vissuto il periodo della guerra e degli stenti, mia nonna mi raccontava come riutilizzasse la lana, il cotone, le patate per la zuppa, per fare una minestra ed anche il brodo e dopo veniva riutilizzato ancora come concime per la terra.

      Se ad alfresco sostituisci la parola zuppa, il risultato non è molto differente, quando le risorse sono poche è normale riutilizzare, ma io ho sempre ammirato la dignità di queste persone che mi raccontavano dei loro stenti provati durante la guerra e delle soluzioni adottate, ma soprattutto la gioia e la serenità che hanno in qualsiasi situazione, che affrontano imperturbabili, perchè hanno saputo superare tempi difficili.

      Io non ho fatto la guerra, non so se la mia generazione l’attraverserà, spero di no, ma alle volte chi progetta si sente come se fosse in guerra, sotto embargo qui, e allora penso a mia nonna e lei mi da la forza e la dignità di continuare.
      Spero che questo servirà un giorno a qualcuno prima che a me stesso.

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