Il modello di sostenibilità di FFC

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  • Iniziato da Antonio Scarpati Avatar di Antonio

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      Antonio Scarpati
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      Prosegue qui la discussione in merito alla sostenibilità di FFC.

      Il tema è al centro delle nostre riflessioni e dopo aver effettuato una prima analisi delle entrate, potremo passare ad un’analisi puntuale del budget dei costi solo dopo l’incontro che terremo questo fine settimana con una società specializzata nella realizzazione di siti web e piattaforme.

      Questo incontro nasce dell’esigenza di acquisire in outsorcing queste competenze che non fanno parte del nostro bagaglio formativo. Siamo alla ricerca di un piccolo N.E.R.D., ma ora è giunto il momento di essere operativi e il time to market è diventata una priorità. 

      Per quanto riguarda le entrate per sostenere le spese correnti, ad oggi il sistema ruota intorno al contrituo del 7% dei progetti di donazione andati a buon fine. Si tratta di un sistema molto semplice, ma fondamentalmente chiaro e trasparente sia per i donatori che per i richiedenti.

       

      L’Istituto Italiano delle Donazioni, in una pubblicazione di luglio dell’anno scorso, indica che l’indice di efficienza delle raccolte fondi si attesa a al 18%, ossia per raccogliere 1 euro le associazioni ne spendono in media 18. Quello che FFC propone è di abbattere del 50% il costo offrendo un servizio innovativo di raccolta fondi dedicato esclusivamente al settore culturale e realizzato attraverso una piattaforma che non vede ad oggi precedenti in Italia.

      Con riferimento ai costi d’avviamento, varie opportunità che potremo razionalizzare solo dopo aver quantificato le spese per la realizzazione dell’infrastruttura.

      Il bacino di utenza disponibile nei social network è vasto (abbiamo effettuato una simulazione che contiamo di pubblicare nei prossimi giorni) e quello che risulterà cruciale è la sensibilizzazione al tema della Cultura come volano per un territorio che desidera migliorarsi. La valute proposition è mirata proprio all’individuazione del valore di FFC, sia per i richiedenti che per i donatori. Il bisogno esiste ed è sentita la necessità di trovarvi rimedio.

      Sono già numerosi i contributi che sono stati pubblicati: grazie mille!

      L’idea di chiudersi un fine settimana con un centinaio di ingegneri informatici non è mica male… ;)

       

      Work in progress! Provvedo subito ad invitare Federico alla discussione! La sua esperienza potrà essere un importante contributo per FFC!

       

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    • Avatar di stefano
      stefano consiglio
      Partecipante

      Errata corrige “per raccogliere 100 euro le associazioni ne spendono in media 18″  :)))

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Buongiorno a tutti, Antonio ho letto con interesse il tuo aggiornamento, ma ero rimasto sconcertato dal rapporto ( 1 a 18 ), come se per far arrivare un litro d’acqua al rubinetto, il tubo perdesse diciotto litri, ho pensato di aver capito male, ma la puntualizzazione di Stefano mi incuora. Se posso dare un parere sulla gestione dei costi, puo’ essere utile partire da subito con volontari del web ed opensource: le competenze ci sono in abbondanza, cosi come i programmi gia’ provati e pronti da modificare. FCC inizia cosi a camminare da “Sola” sin da subito. Complimenti per il vostro lavoro, vi prego di continuare su questa strada. Grazie ed a presto LMF

       

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Ciao Antonio, mi fa piacere che voi di FFC abbiate deciso di metter il focus su un punto fondamentale che non era stato ancora accennato nei vostri primi documenti. Naturalmente, non appena fornirete ulteriori informazioni di base (piano finanziario, segmentazione del mercato potenziale, ecc.) ci sarà più materiale oggetto di discussione.

      Intanto, ne approfitto per aggiungere qualche riflessione. Una comunità virtuale (in fondo è questo che volete realizzare se ci pensi), prima che un fatto di tecnologia, è un fatto di organizzazione.

      Per questo vi suggerisco di affrontare da subito il problema degli accordi e dei regolamenti che richiede una lunga riflessione. Mi riferisco alla scelta della natura giuridica dell’Impresa Sociale di Comunità che volete realizzare (Atto Costitutivo e Statuto). Ma anche all’accordo che dovrete stabilire con chi pianterà i “semi” (guarda qui ).

      Inoltre ti suggerirei di aprire subito un semplice blog sul dominio che avete riservato. Lo hanno già fatto prima di voi pazienti, AxV ..ed anche PC. Il Blog serve a fare aggregazione ed a creare aspettativa nell’utenza verso la vostra iniziativa. I Canali FB e Twitter dovreste utilizzarli per portare traffico sul blog. Almeno questa è la nostra lesson learned. Non appena avrete disponibile la piattaforma, la pubblicherete sullo stesso dominio che, nel frattempo, sarà stato ben indicizzato nei motori di ricerca. Poi potrete anche linkare il vostro blog ad un feed del vostro progetto sul ning.

      Infine ritorno sulla affinità realizzativa di FFC e spotus.it . Dopo l’incontro con la società specializzata nella realizzazione di web application, che avete già programmato, provate a sentire Federico. Magari un accordo, al limite anche commerciale, con lui potrebbe essere vantaggioso economicamente e potrebbe, soprattutto soprattutto, consentirvi di accorciare drammaticamente il time-to-market. Sono un informatico e, a mio avviso, FFC può essere tranquillamente visto come una personalizzazione di spotus.it . Ciao.

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Caro Antonio, quanto e’ stato suggerito da Marco e’ splendido.

      Vi raccomando inoltre di valutare soluzioni di Cloud Computing, CRM online e cosi via.

       

      Grazie e Buona Giornata

       

      LMF

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Antonio

       

      mi associo alle altre voci. Temo te ne accorgerai a questo incontro. L’idea di fare una piattaforma su quella strada è economicamente insostenibile.

      La strada degli accordi è fondamentale perché vi mette anche in rete con altre realtà.

       

      Tra i costi, considera anche quelli promozionali. Dato che ormai farsi un conto paypal non costa molto, una associazione può farsi il suo canale di raccolta elettronica senza problemi.

      Il vostro valore aggiunto è sul traffico. Quindi, considerata anche le spese che dovrete sostenere per fare comunicazione online e off line. Off line soprattutto, servirà usare risorse umane (andare a fiere, eventi, ecc.)

       

      purtroppo, o per fortuna, la vostra iniziativa ha nel nodo “traffico” il suo punto cruciale. Se non c’è massa critica, non ci saranno neanche risultati.

      Tolta la piattaforma, fate marketing di progetti culturali e raccolta fondi.

       

      Ottima l’idea del blog, da fare il prima possibile

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Ciao a tutti, in allegato una prima bozza del modello di sostenibilità che ruota intorno ad alcuni riferimenti finalmente acquisiti.

      Le ipotesi del modello sono le seguenti:

      - analisi solo della popolazione presente su Facebook: per questa ragione sono stati utilizzati i dati di Vita Consulting che sono stati  rilevati su un campione di utenti appartenenti ad una Webc ommunity. Questo dato attesta la propensione alla donazione al 72% invece del 54% rilevato dall’Eurisko;

      - Dopo i dati ITALIA, si evidenziano i dati delle entrate ipotizzando un avvio su Napoli + 80 km, Roma e Milano;

      - Si ridimensiona fino al 50% l’ammontare medio delle donazioni rilevate;

      - Si lascia inalterata la percentuale delle donazioni destinate alla cultura nonostante si possa ipotizzare un incremento dopo la campagna di sensibilizzazione;

      - Si ipotizza una penetrazione di FFC nel settore delle donazioni per la cultura del 15% il primo anno, il 30% nel secondo e di circa il 35% il terzo anno;

      - Si ipotizza un costo MAX del 4% per la ricezione delle donazioni.

       

      I primi numeri di FFC! Che ne dite? ;)

       

      A presto!

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