il cuore dell’idea – primo incontro coaching pilota Kublai

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      Pico
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      1) Elemento Caratterizzante/Idea Centrale

      Riportare in vita, recuperandolo alle sue funzioni originarie (e a nuove), un caffè storico del 1929 che rappresenta una parte della memoria storica della cittadina in cui si trova

      Per farne:
      Un caffè letterario (integrato all’interno del Parco Letterario Quasimodo)
      Un centro culturale (con annesso museo sulla storia del locale)
      Un luogo di intrattenimento (aperto anche alle innovazioni tecnologiche)

      Valorizzare una tradizione artigianale, riavviando la produzione, la commercializzazione (compreso l’export) e la promozione (anche mediante internet) di prodotti tipici della pasticceria e della gelateria del luogo legati strettamente alla storia dell’antico caffè, pasticceria, gelateria

      2) Progetto e Territorio

      Il locale si trova a Patti, nella Sicilia nord orientale, all’interno del principale polo turistico siciliano (Taormina-Eolie)

      In una cittadina fondata dai normanni (centro storico con struttura urbanistica medioevale) e il cui territorio comunale conserva importanti testimonianze architettoniche (Teatro Greco di Tindari, Villa Romana di età imperiale, cattedrale di origine normanna con uno dei più importanti archivi di documenti medioevali siciliani e numerose chiese antiche)

      Territorio attrezzato (ancora in modo insufficiente) con un crescente numero di strutture ricettive, visitato soprattutto nel periodo aprile-settembre e che durante tutto l’anno intercetta una significativa quota del turismo religioso siciliano (presenza del santuario di Tindari)

      Il recupero e la riapertura dell’antico caffè (frequentato nel passato anche da famosi “creativi” locali e non – Salvatore Quasimodo è il più famoso di essi) è attesa dalla popolazione del posto ed è stata inserita come uno dei punti qualificanti del progetto di riqualificazione del centro storico di Patti, come anche le iniziative per la valorizzazione della pasticceria e della gelateria locale

      3) Obiettivi del Progetto

      Creazione di nuovi posti di lavoro
      La riapertura del locale richiederebbe l’impiego di soggetti preposti alla sua conduzione (almeno 5 – 6 persone più quelle da aggiungere in occasione di eventi particolari )
      L’avvio della produzione artigianale dei prodotti tipici della pasticceria e della gelateria locale richiederebbe l’impiego di almeno 5 – 10 soggetti

      Obiettivi
      Attrarre avventori dalle zone limitrofe
      Catturare clientela “virtuale” grazie alla proiezione del locale verso “nuovi mondi” e all’apertura del locale ai “nuovi mondi” stessi
      Rappresentare un elemento qualificante dell’offerta turistica locale

      4) Innovatività e Elementi innovativi/caratterizzanti del Progetto

      Non esistono nella zona altri locali storici o con una identità forte equiparabile

      Non esistono in zona caffè letterari

      Non esistono in zona locali pubblici aperti alle nuove tecnologie e alle nuove forme di comunicazione

      Non esistono in zona locali che vogliano svolgere le attività o che presentino le altre caratteristiche illustrate nel progetto

      Le attività produttive artigianali, svolte nel luogo, dei prodotti tipici della pasticceria e della gelateria locali non sono organizzate in modo tale da favorire la diffusione o l’esportazione di tali prodotti

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      Posto il mio feedback.

      L’idea che sta alla base è forte e convincente, unisce il passato, la tradizione (anche della pasticceria) alle tecnologie digitali, come attività commerciale è forte.
      Però al di là di vedersi alle spalle e sondare il futuro, mi sembra la montagna che partorisce il topolino, cioè si potrebbe osare di più (e con creatività e poco altro), soprattutto noto un comprensibile ma anche un critico autocompiacimento della propria iniziativa come unica nella zona, il che anche se fosse vero non è garanzia di sviluppo territoriale automatico.

      Mi spiego: Patti si trova in continuità con l’Etna Valley, la zona che ora è un pò in affanno, ma comunque rappresenta uno dei più importanti distretti Hi-tech, del silicio, delle biotecnologie, ci sono multinazionali del calibro di STMicroelectronics (ora nella cordata Intel-San Francisco Partner che genera Numonyx) .
      Vista la vocazione culturale del Cafè Lettarario e la sua Vision legata alle tecnologie la mia vision riguarda:

      Viral Marketing Territoriale : io creerei un ‘operazione di viral marketing basata principalmente su alcuni simboli ben riconosciuti della vostra zona e dell’italianità ovvero
      - caffè e cappuccino : generando un ‘operazione collaterale di viral marketing territoriale legata al logo di Java (un cappuccino appunto), legata ovviamente alle aziende (anche la Sun microsystem e al polo di Etna Valley).
      - Questa operazione darebbe una visibilità di grande portata virale e si legherebbe molto bene a conferenze e presentazione di libri, di invenzioni, che potrebbero essere ospitate al Cafè Galante, incidendo in maniera forte sul territorio (incrementando il capitale cognitivo di studenti, scuole, innovatori vari della zona).

      - Viral Gadget: sicuramente la vendita di dolci (non freschi immagino) su internet può essere interessante (mi convince meno che altri prodotti tipici per la verità), mentre troverei sicuramente divertente e carino vendere on line ma soprattutto distribuire nella zona etnea, gadget legati a
      - cassate di silicio (che potrebbero essere sponsorizzate in maniera soft e quasi impercettibile dalle aziende del comprensorio) quasi a testimoniare il legame tra artigianato e tradizioni locali e innovazione globale.

      - Segnalibri al silicio : come sopra si potrebbe realizzare e offrire ai propri lettori un segnalibri derivato da scarti di produzione del silicio delle aziende del vicino distretto (anche questa sarebbe una operazione di sponsorizzazione soft di distretto), che potrebbe incrementarsi ed estendersi ad altre attività (esempio Realizzarla per Navarra editore personalizzato al mare) oppure in collaborazione con (bookerang che ha presentato quì in Kublai un progetto).

      Credo che queste iniziative di artigianato legate al viral gadget territoriale possa offrire un paio di posti di lavoro in più oltre che alla pasticceria;

      Tra alleati e partner che mi vengono in mente segnalo:
      - Navarra editore e Bookerang (li abbiamo in famiglia)
      - Il Java User Group della Sicilia (che potrebbe essere ospitato a cadenza periodica con riunioni e conferenze legate al mondo open source e java….con una tazza di cappuccino dedicata a loro magari :-)

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Come promesso, ecco le mie riflessioni sul Caffè Galante. Le avevo anticipate all’incontro al porto.

      Il progetto mi pare molto convincente. Se non lo trovate una forzatura eccessiva, vi consiglierei di prendere in considerazione l’ipotesi di avviare un ramo d’azienda (minoritario) di servizi di comunicazione e marketing hi tech per il settore editoriale. Le ragioni sono:

      1. il settore editoriale è probabilmente il più arretrato dal punto di vista tecnosociale tra le creative industries

      2. i lettori forti (che sono 400.000 in Italia) sono una community “waiting to happen”. Per questo è abbastanza semplice pensare a iniziative carine che li mettano in contatto, dai canali twitter per case editrici o singoli autori alle presentazioni dei libri in Second Life agli “incontri con l’autore in salotto” (sì, nelle case private! il modello è quello degli home concerts, che ormai si fanno anche in Italia).

      3. questa cosa mi sembra molto nelle corde dei proponenti: Pico è un imprenditore informatico, Biagio un editore web savvy, Roberta un’esperta di comunicazione, marketing e mondi metaforici.

      4. i rapporti con le case editrici nazionali sono funzionali alla parte eventi (in fisico) del Caffè Galante.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      [disclaimer: reazione a caldo]
      il viral marketing del territorio mi sembra un’idea assolutamente geniale, di quelle che non si capisce bene a cosa servano ma sono tanto sexy che le vuoi realizzare comunque!

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Con viral marketing territoriale, intendevo proprio innescare il processo che descrivi tu Alberto, magari in maniera più esperienziale, cioè testiamo queste cose, creiamo attenzione e aggreghiamo interesse di una community di utenti Java ad esempio, facciamo rumors, e poi facciamo il salto di qualità (assolutamente dovuto), ma credo dopo almeno 1-2 anni di avvio di attività, uno step2 insomma.
      Ma sfondi una porta aperta Alberto 100% agree

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    • segnalo la presenza di Giacomo ( http://progettokublai.ning.com/profile/Giacomo ), manager alla Sun Microsystems, fra i kublaiani…

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    • Avatar di fabio
      fabio
      Partecipante

      Il progetto mi piace molto e mi fa piacere di parteciparvi.
      Leggendo poi i commenti aggiungo per punti alcuni pensieri automatici che mi vengono in mente, più sul fronte dei contenuti che non delle “formule”.

      - punto di partenza: il progetto di Pico mi piace molto

      - esistono in Italia e nel mondo diversi caffè letterari che rappresentano una memoria non solo culturale o materiale, ma che sono anche espressione di un abitare i luoghi

      - fare rete con altri caffè letterari scambiando programmi, eventi, spettacoli da camera ecc
      e arrivare a produrre un “gambero nero” (dal colore del caffè) che forse già esiste (se esiste bisogna caderci dentro)

      - costruire relazione con associazioni di poeti, scrittori, filodrammatici ecc

      - anni fa avevo iniziato un progetto dove scrittori di determinati contesti parlavano del loro paesaggio descrivendoli alcuni aspetti che non sottolineavano un campanilismo ma una attitudine a guardare il territorio attraverso le cose che vi stanno sopra. I caffè letterari sono perfetti per questo sguardo. Ne rappresentano l’espressione fisica.

      -dal punto precedente si potrebbero intendere delle viral lecture delle serate tipo “notte bianca” da lanciare. Qui il ruolo di una rete e delle reti è fondamentale.

      - aggiungere agli obiettivi a fianco di un “consumo” un obiettivo di “produzione” di contenuti
      Ci sono tantissimi artisti, scrittori che hanno solo bisogno di spazi per esprimersi.
      Aprire lo spazio anche a cuochi per sperimentazioni sul gusto.

      - costruire una Direzione Artistica del locale affinchè le attività rientrino all’interno di un progetto che non applica solo formule ma che trovi il giusto ruolo e la giusta dimensione alle cose che vi accadranno; pensare contenuti, eventi, —

      - costruire una dimensione relazionale con il territorio. Andare a cercare legami sul territorio: amministrazioni, aziende, parchi tematici, musei, gallerie…
      La nostra è una società che si rappresenta in una rete continua, in un tessuto flessibile e trasparente. E’ capace di resistere agli urti e agli strappi delle trasformazioni interne e all’impatto con il nuovo. Pertanto occorre dialogare con questo tessuto.

      - recupero di una dimensione ludica: le forme dell’apprendimento oggi passano anche attraverso il videogioco: restano più cose nella nostra testa sulla vita del medioevo giocando a the guild piuttosto che leggendo i libri degli storici

      - ricordare che la dimensione del gusto è cultura a sua volta. Il fatto che se ne parli spesso come riscoperta è segno di una crisi. Il caffè oltre che essere letterario deve esplicitare pure la dimensione del gusto, lavorare sulle sinestesie (i senso costruiscono delle sinergie automatiche che cambiano le nostre percezioni)

      - l’innovazione credo non sia solo applicazione di nuove tecnologie ma anche di sviluppo di una nuova consapevolezza di ciò che siamo e abbiamo in relazione agli altri (italiani con l’80% del “patrimonio” culturale mondiale e intelligenze spesse volte in fuga). Quindi ripartire da una posizione non conservatrice ma interna ad una cultura del progetto che si sperimenta e usa le tecnologie per definirsi ad anelli concentrici sul territorio

      - quindi prevedere processi di rafforzamento delle difese del proprio DNA attraverso l’intreccio con l’etica delle reti informatiche che ci ha insegnato l’esistenza di grandi vantaggi forniti dall’interconnessione sociale, vantaggi esistenti nell’interconnessione del vivente, in un unico sistema che si estende dal mondo umano a quello animale e vegetale.

      In ultimo, come dire, avvertenze e modalità d’uso dei modelli da applicare:

      -in fin dei conti è un problema di heritage: Pico sta (per bontà sua stiamo) lavorando su un qualcosa che in Italia assume subito un significato economico (patrimonio culturale), meglio si esprimerebbe invece con il termine heritage. Non è un eredità da spendere ma da usare per poi essere passata di mano a chi verrà. Il suo compito (e noi con lui) è quello di arricchirla, ridarle vita

      - ricordare che siamo in Italia e che abbiamo nel nostro DNA secoli di storia che vanno interpretati non in una chiave passatista e conservatrice (come sempre viene fatto) ma riattivato in una dimensione contemporanea sofisticata. La nostra è una modernità debole e diffusa.
      (Per spiegarmi in questo sta ad esempio la grandezza delle aziende di produzione del design milanese: avere mantenuto un legame stretto con una filosofia di produzione sperimentale che arriva dall’animiso, da Pompei, dal Rinascimento e via dicendo).
      Intendo dire che le nuove tecnologie si portano dietro mille concetti anglosassoni che non funzionano sempre da noi in quanto non hanno una memoria storica dietro le spalle. Impariamo piuttosto dai Giapponesi che hanno sempre digerito le culture reinterpretandole all’interno non di una tradizione ma di attitudini, discorsi e pensieri loro propri.
      Il rischio è fare sempre i figli minori se non minorati.

      fabio fornasari aka asian lednev

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Una risposta, per coloro che l’attendevano, la trovate nel sesto commento (in ordine cronologico) della pagina principale del progetto

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Hmmm…. c’è un problema tecnico, Pico. Vai a leggere la mia risposta al tuo sesto commento, per favore.

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    • Avatar di Giacomo [aka ilTofa]
      Giacomo [aka ilTofa]
      Partecipante

      Molto carini i segnalibri in silicio. E convengo con Mr. Volare sulla trendiness del”viral marketing del territorio”.
      …e cosa immagini possa fare Sun Microsystems? Magari può davvero (o magari no, e, forse, te lo posso dire subito)…

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