nel frattempo IsoleinVolo, che ribadisco, si sta proponendo al mondo kublaiano come start-up…nel senso che vorremmo costituirci in qualche modo, ma insieme a voi vorremmo capire quale sia la forma migliore, ovviamente per quelli che sono i nostri obiettivi dichiarati. esempio: meglio essere una srl?? meglio un’associazione??meglio un primo nucleo di consulting territoriale aperta a rapporti di rete con colleghi, enti pubblici, privati, ecc…. e in questo caso, meglio una rete fissa o un sistema network??…

ciao a tutti, Cristina mi ha sollecitata a rendervi partecipi di cosa sta avvenendo ad IsoleinVolo;
Eccoci a voi:
-ci siamo resi conto, soprattutto dopo il kublaicamp di Roma, che effettivamente il progetto non solo necessitava di essere condiviso, ma doveva divenire patrimonio comune. Comune indica comunità..ed è da questa che siamo ripartiti. Siamo tornati a SanMauro, per comprendere ancora di più il “linguaggio del luogo” e quindi trovare la chiave di comunicazione.
Riteniamo di aver trovato una “chiave”; Il nostro intervento vuole essere trasversale alle problematiche locali..quindi..
1) Abbiamo posto l’attenzione su un prodotto locale che potesse divenire -brand- intorno e per il quale costituire una filiera.
2) Verificati gli attori locali interessati al prodotto
3) Verificate le ipotesi di interazione con altri attori che al di fuori dell’ambito locale, possano ugualmente divenire “portatoridiinteresse”
…Stiamo andando avanti su questo percorso, e a breve inseriremo i primi dati di monitoraggio

avevamo avuto una buona interazione al K_Camp, con alcune idee che mi parevano sensate per focalizzare l’idea, senza incorrere nei rischi di (auto)assmiliazione alla retorica con lo stampino e assenza di contenuti che caratterizzano i processi “per sé” di procacciarsi risorse pubbliche (PIT, POR, o altro) in Sicilia. Rischio che (come discusso apertamente a roma), nonostanta la vostra bella idea, vera e genuina, state -a mio parere- correndo con le parole e la narrativa da voi fin ora scelta per il progetto. Dunque avanti, al cuore della vostra idea, legata al luogo, ai suoi problemi e alle sue opportunità

Floredana, l’idea è suggestiva. Io però sento il bisogno di un livello di dettaglio maggiore. In “reti di relazioni” e “modelli in/di crescita” ci sta tutto, da Facebook al Rotary di Pordenone, dalla coop sociale alla startup ipercapitalista. E tutto, come sai, non si può fare…

Che ne dici di scrivere due paragrafi da mettere qui sopra, nella casella di testo del progetto, in cui circoscrivi un po’ quello che vorresti fare?

Mi convinco sempre più che la sfiducia è la prima barriera allo sviluppo e alla felicità. Chi non ha fiducia non evolve e non è felice (o è difficile che lo sia). Nel Mezzogiorno purtroppo la sfiducia regna sovrana. Il nostro progetto (angeli) intende offrire alle persone un’occasione per fare qualcosa per il proprio territorio.
La tua idea mi piace e le isole sono i luoghi che più amo dopo la mia città.
Cosa possiamo fare per te?

Hai mai sentito parlare della “sindrome del bene limitato”? Diversi anni fa, durante il corso di teorie dello sviluppo economico, ne parlò il mio prof. Da allora sono caduti alcuni veli dai miei occhi e ho capito molti perchè sulla mancanza di fiducia. Se ti va, ne parliamo. Anche io credo, come Giuseppe, che se non si eliminano le barriere alla collaborazione non si va avanti.

Floredana, idea bella, suggestiva e utile (anche considerando che tirrenia sta facendo di tutto perché le nostre isole le possiamo raggiungere, davvero, solamente…volando : ) benvenuta in K.

sarà per noi un onore ed un vero piacere..avere dalla nostra un osservatore così attento e con il quale sono sicura si possano condividere percorsi mentali e reali di sviluppo.
grazie

Grazie per l’invito,
ecco alcune considerazioni:

1. operare nella direzione del “superamento della sfiducia nelle Istituzioni” è una bella sfida. Più semplice potrebbe essere (e noi in alcuni casi ci siamo riusciti) operare nella direzione dell’incremento della fiducia dei giovani e non solo nelle loro capacità, nel portarli a guardare all’ambiente che li circonda (naturale, materiale ed immateriale) con occhi diversi.

2. Anche “indurre la localizzazioni di investitori ed aziende attenti all’integrità dei luoghi” è una operazione piuttosto complessa che potrebbe non essere alla portata di una struttura come quella che immagini, almeno nel breve periodo. Forse sarebbe più “semplice” creare le condizioni per la creazione di attività ad opera dei residenti in quei luoghi.

In ogni caso questa idea mi piace molto, per la sua freschezza e per la sincera passione che traspare dalle tue parole. Oltre al fatto che credo fermamente nella possibilità di creare le condizioni per uno sviluppo endogeno secondo modelli molto diversi da quelli usati in passato.

La sfida, adesso, è quella di partire da questa vision per elaborare un modello di business funzionante.

Vi seguirò con vero piacere.