Descrizione
Partendo da un nuovo concetto di viaggio e ospitalità che possa ri-unire idee creative e sostenibili, LoveOretto vuole essere un luogo di ibridazione, mutazione e di sviluppo di nuovi comportamenti.
Ulteriori Informazioni
Un progetto che parte dalla passione per un luogo e dall’innato desiderio di ricongiungersi alla natura.
Un rifugio dalla vita quotidiana.
Un energizzante naturale attraverso il contatto con la natura, la vita all’aria aperta, lo sport, le attività formative e ludiche,
quelle culturali e artistiche, il sapore dei prodotti della terra, il dialogo e lo scambio con le altre persone.
Un cuore pulsante che prende nutrimento dalla terra, dai suoi sentieri, prodotti, dagli abitanti locali e dalle persone che vogliono condividere il battito e da cui partono altrettanti flussi.
Ma per il momento LoveOretto è un edificio storico del 1875 da ristrutturare.
Si trova in una terra, oggi, dimenticata e sempre più abbandonata dagli abitanti locali, la Valle Cervo,stretta striscia di terra tra la Valle del Lys e la Valsesia, anticamente conosciuta come Valle d’Andorno, dal nome della comunità di fondovalle che la comprendeva. In questa zona di confine e di transito tra Italia e Francia si alternarono popoli di razza mediterranea, provenienti dalle pianure, e stirpi celtiche che filtravano dalle montagne. La Valle d’Andorno ha svolto per secoli la funzione di zona di transito di mandrie e popolazioni provenienti dalle alte valli del Lys e della Sesia, dirette verso i mercati di Biella e Cacciorna, il Santuario di Oropa, o le aree pascolive in quota, e anche di luogo di incontro fra culture ed esperienze comunitarie originali. Ancora oggi nei toponimi e nel dialetto è possibile riscontrare molte parole di derivazioni diverse che hanno analogie con etimologie francesi e tedesche, nonché romane. E’ un’area ricca di boschi di faggio e di castagno, caratterizzata anche dalla massiccia presenza della pietra, e non fu semplice per l’uomo trovare un equilibrio con l’ambiente naturale. L’ecosistema montano è precario, può essere generoso di frutti, di materiali ed energie, ma allo stesso tempo, un cambiamento del tempo o una avversità improvvisa, possono rendere difficoltosa la sopravvivenza di una comunità. L’unica difesa per l’uomo è quella di economizzare le risorse e pianificare un adeguato “modus vivendi” che consenta a tutti di soddisfare i proprì bisogni. Da sempre il sistema organizzativo in grado di controllare e vincere l’instabilità della montagna è stato il villaggio; la condivisione a livello comunitario degli sforzi e delle esperienze secolari, che comporta una regolamentazione del suolo e delle risorse, unita al rispetto per l’equilibrio del territorio, ha portato a un saldo rapporto tra ambiente naturale e antropizzato. Rapporto complesso che, sedimentandosi e integrandosi, ha prodotto quel patrimonio di civiltà irripetibile che si esprime nei molti segni lasciati dall’uomo: dall’architettura rurale alle mulattiere, dai terrazzamenti del suolo alle iscrizioni rupestri, dalle originali tipologie costruttive alle edicole votive, dalle fontane e abbeveratoi per il bestiame ai ponti, dalle forme di utilizzo del suolo alle diversificate parlate locali.
LoveOretto è situato presso la frazione Oretto del comune di San Paolo Cervo e dista da Biella 14 km, da Torino 103 km, da Milano 120 km ed è facilmente raggiungibile dagli aereoporti di Torino Caselle e Milano Malpensa.
A favorire l’operazione di LoveOretto alcuni fattori quali la vicinanza con i centri abitati, la possibilità di utilizzare mezzi pubblici e la presenza di interessanti itinerari sportivi turistici paesaggistici sia estivi che invernali.
Per noi LoveOretto rappresenta un residuo del mondo, luogo in cui esprimere le diversità attraverso la libertà d’azione e la capacità di adattarsi a un contesto.
E’ un progetto globale perchè racchiude innumerevoli aspetti ma allo stesso tempo è a grado zero perchè è necessario partire da ciò che abbiamo di fronte, quindi dalla terra su cui poggia, dal territorio in cui si trova e dalle persone che ne prendono cura.
Esternamente si vuole creare un nuovo spazio di fruizione, totale, senza ostacoli, dove il privato si mescola con il pubblico per stabilire un nuovo concetto di responsabilità.
Dove ogni elemento naturale venga valorizzato e dove i vari percorsi di circolazione si basino su una infinita libertà e non su passaggi obbligati e limitati.
Per agevolare a vivere il paesaggio con i sensi e aprire alla vista nuove prospettive.
Il progetto prevede la creazione di un paesaggio morbido: un paesaggio produttivo intervallato da un paesaggio spontaneo, oltre al completo rispetto per la fascia boschiva presenta nell’area.
Si prevede di creare una nuova topografia, rimodellando la massa da riportare, determinando una nuova morfologia per ricucire lo spazio di fruizione attuale della proprietà con il contesto ambientale.
Internamente si prevede un restauro che vuole rispettare l’assetto storico degli spazi, cambiandone destinazione uso, ibridando con sistemi alternativi e innovativi gli aspetti tecnologici / energetici e facendo perno su un utilizzo di materiale locale, di riciclo e di riuso, sperimentando nuove metodologie.
Categoria principale
Localizzazione del progetto
san paolo cervo, biella, italia
Website
http://loveoretto.com
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andrea ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 8/6/2010
Finalmente eccomi qui…
Ottime domande, vedrò di rispondere, fino a dove riesco!
Al momento sto lavorando al permesso di costruire, e dovrei consegnarlo settimana prossima.
Poi ci sarà il tempo necessario perchè lo accettino, dopodichè potrà partire realmente il cantiere, che durerà circa 7/8 mesi.
La casa è di proprietà di Mattia Gerardi, paga lui i lavori (scelta di vita…al posto di comprarsi una casa a biella, l’ha comprata in valle quindi è un “investimento diverso” ma che per lui acquisisce un valore aggiunto) e in più stiamo cercando dei bandi europei per avere altri fondi.
Quello che abbiamo cercato di creare in questi primi 13 mesi è una rete di persone, professionisti, gente appassionata, aziende, enti che credano nel valore del progetto e che vogliano ognuno a proprio modo (partecipazione attiva, sponsor, appoggio, aiuto nella visibilità) appoggiarlo. LoveOretto partirà come B&b. Mattia vivrà nel nuovo appartamento creato nel sottotetto, mentre il resto dell’edificio lo condividerà con le persone (artisti, sportivi, turisti) che qui avranno alloggio. Questo come start up per poi sviluppare attività che avranno ricaduta diretta sul territorio legate al turismo, allo sport, all’economia locale. -
andrea ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 1/6/2010
ragazziiiiiiiiii
sto lavorando al PdC, cioè PERMESSO di COSTRUIRE per LoveOretto
(prima risposta per Federico!) e stasera vi darò molte più risposte.
Grazie per questi feed back. Aiutano anche me a prendere tempo e dare un filo logico alle tante cose/attività attorno al progetto! -
Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 1/6/2010
Andreaaaaaaaaa….
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Federico ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 1/6/2010
No Nicola non avevo assolutamente intenzione di trattar male Andrea, avendo constatato la passione che ha messo nella descrizione e concordo con quanto ha scritto Angelita.
Ma nonostante ciò non ho capito le finalità del progetto: è male chiedere dettagli? -
Angelita ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 31/5/2010
Ciao Andrea,
la descrizione del tuo “panorama” progettuale è veramente seducente. Hai, con così tanta passione, esposto la tua iniziativa, da trasmettere chiare sensazioni suggestive. Sembra (quasi) di sentire gli odori del posto e di immaginare visivamente il paesaggio: un ecosistema montano precario, generoso di frutti, di materiali ed energie in cui l’uomo deve creare un adeguato “modus vivendi” per poter sopravvivere. Non conosco la zona ma mi riprometto di visitarla. Ritengo che tu debba inquadrare la visione progettuale della tua iniziativa nell’ambito della fruizione di un bene storico, artistico e culturale, dove tutto il contesto (paesaggio intorno) fa da cornice al singolo bene e ne definisce il suo valore. Quando parliamo di fruizione di fatto facciamo riferimento alla valorizzazione di un bene che deve essere gestito secondo le regole di efficienza proprie delle imprese che operano nel mercato. Ti consiglierei di partire da qui. Parlare però di luoghi e posti, come quelli da te splendidamente descritti, deve necessariamente fare avvertire un effettivo bisogno di fruizione di questo bene attraverso una adeguata preparazione culturale. E’ questo un ragionamento che riflette una visione elitaria che deve rifiutare gli”imbarbarimenti” di una fruizione tipica di turismo di massa. Credo che in questo si concretizza il tuo concetto di “paesaggio morbido”. Ad ogni modo, perché la tua area, che ha un’alta densità di bellezze ambientali, trovi una giusta valorizzazione, è necessario creare effetti sinergici di intercomplementarietà tra i servizi culturali ed anche turistici rivolti all’utenza ed anche le attività produttive collegate presenti nel territorio. L’implementazione di un tale modello di sviluppo si traduce nell’oramai diffuso (e ritengo da te conosciuto) concetto di “distretto culturale” e quindi nella speranza di mettere a sistema tutte le risorse economiche presenti nell’area di riferimento, migliorando il livello di articolazione, qualità ed integrazione delle risorse territoriali nel rispetto delle determinanti storiche che la caratterizzano. La sostenibilità nonché la coerenza degli interventi che dovrai attuare può avvenire solo mediante l’integrazione orizzontale tra il sistema territoriale (ambiente, paesaggio, sistemi socio-produttivi, ecc.) e tutti gli attori locali (istituzionali e non) coinvolti: solo in questo modo è possibile avviare un processo di valorizzazione del patrimonio storico/culturale (conoscenza, tutela, conservazione, gestione e fruizione) in linea con lo sviluppo locale. Il problema che, secondo me, può emergere in tentativi di tal genere risiede nella difficoltà di creazione “ex novo” di un sistema di rete. Tu hai già fatto passi avanti in tal senso? Mi chiedo anche se hai fatto una valutazione economica dei costi legati al restauro del bene, attraverso l’implementazione di sistemi alternativi e innovativi energetici e l’utilizzo di materiali locale, di riciclo, di riuso. Cosa intendi, inoltre, per sperimentazione di nuove metodologie?
Ti aspetto per un maggiore approfondimento.
A presto
Angelita -
Nicola ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 31/5/2010
Fede, stai buono e non mi trattare male Andrea come tuo solito
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Federico ha pubblicato un commento nel gruppo
LoveOretto il 31/5/2010
Ciao Andrea
Bello l’entusiasmo con cui hai descritto gli elementi sotrici geografici nei quali inquadrare il tuo progetto.
Tuttavia io non ho capito benissimo in cosa consiste il progetto stesso, oltre a fare il necessario per recuperare questo edificio storico.
Quando sarà completato il restauro (tra l’altro: di chi è? chi paga i lavori? su che fondi potete contare? avete le autorizzazioni necessarie?) dell’edificio, quali attività volete intraprendere e su che risorse del territorio (sia in termini finanziari che di partecipazione fattiva all’iniziativa) potete contare?