• Ciao Giannantonio,
    sono Federico V. e faccio parte del team di Kublai.
    Ho notato che dopo un inizio molto promettente, con un’idea molto apprezzata dal comunità e con una bozza progettuale ad un buono stadio di completezza, è da maggio che non torni su questa pagina.
    Cos’è successo? Ci stai riflettendo? Possiamo aiutarti o darti supporto?
    Facci sapere.

  • @Alessio Prestiamoci è un sistema di social lending, come Zopa ma evidentemente non infrange le normative di bankitalia.

  • Ciao Giannantonio,
    Grazie, innnanzitutto per avermi risposto e per la fiducia che hai riposto su di me. Spero di meritarla. Devo indicarti, però, che i documenti relativi al progetto, devi inserirli direttamente su Kublai. Mi fa piacere tu abbia già un progetto, in questo modo dovrò impegnarmi ancora di più nell’approfondimento, non solo, delle analisi progettuali ma, anche, dei temi tecnici legati al minicredito. Pertanto, quando lo vorrai, potrai aprire una tua pagina di progetto per farti aiutare a sviluppare le tue idee. Ti consiglio di impostare le opzioni in modo che il gruppo sia accessibile a tutti.
    Puoi trovare altre informazioni su Kublai in questa pagina. Resto a tua disposizione per ogni ulteriore chiarimento a presto
    Angelita

  • complimenti …progetto molto intrigante.

    ma io un po di tempo fa mi ero imbattuto in prestiamoci….walter, angelina…..a quale delle tipologie è da ricondurre?

  • ciao Giannantonio,
    molto interessante, il progetto è già scritto? sono molto curioso e interessato al tema!

  • Grazie Walter per avermi dato possibilità di approfondire. In realtà la normativa italiana non mette paletti riguardo al social lending, ma, nel mese di luglio 2009 un decreto del Ministero dell’Economia e delle Finaze, su indicazione di Banca Italia, ha escluso Zopa dagli intermediari finanziari. L’attività svolta proprio da Zopa che come riporta l’articolo del sole 24 ore “acquisiva la titolarità e la disponibilità dei fondi conferiti dai prestatori, violando l’obbligo di separatezza delle disponibilità di terzi da quelle della società”, viene considerata una abusiva attività di raccolta del risparmio, con rischio per i terzi i cui fondi non vengono più scambiati immediatamente tra creditore e debitore come dovrebbe essere nello schema di social lending ma rimangono nella disponibilità della Zopa. Pertanto il provvedimento di Banca d’Italia, non ha nulla a che vedere con l’attività di peer-to-peer lending. Purtroppo, mi pare di capire, che, ancora oggi, il dilemma, che coinvolge anche la dibatutta questione del riordino della Banca d’Italia, non è stato ancora affrontato e quindi risolto. Pertanto, attendiamo di sapere qualcosa in più da Giannantonio, e speriamo che tale contesto, ancora oggi in sospeso, possa essere riattivato in considerazione del fatto che, ha dato buoni risuiltati in altri paesi d’Europa.

  • Per il momento la normativa italiana sembra mettere dei paletti riguardo al social lending, nel luglio del 2009 ad esempio la versione italiana di Zopa, è stata di fatto impossibilitata a continuare ad esercitare il prestito con la formula peer-to-peer, perchè il servizio per certi aspetti era assibilabile a una banca e quindi violava le normative italiane in merito al deposito di fondi.

    Per cui in attesa che questa situazione di stallo normativo si sblocchi, le strade percorribili per il microcredito potrebbero essere quelle legate al crowdfunding, stanno nascendo in questo periodo interessanti esperienze in Italia.

    Youcapital ad esempio legata al giornalismo, in Kublai ti segnalo sicuramente Federico che sta curando una piattaforma legata appunto a forme di crowfunding e Nicla esperta di fundraising per il settore no profit ed associativo.

  • Ciao Giannantonio,
    una iniziativa nuova la tua, finalizzata alla cura ed al sostegno di soggetti svantaggiati, pertanto merita particolare attenzione. Il microcredito si è sviluppato consistentemente negli ultimi anni in Italia, dove, viste le forti difficoltà che si riscontrano nel richiedere qualsiasi tipo di supporto e/o di servizio finanziario alle banche, si è sviluppata una nuova forma di investimento: il social lending o prestito sociale. Questa forma si sposa bene con i servizi che possono migliorare l’assistenza a soggetti svantaggiati e che si trovano in difficoltà. Vorrei, però, capire meglio a qual è la finalità? Ritengo che stai immaginando un sistema di dare ed avere, nel quale i soggetti in fase di riabilitazione psichiatrica possano portare avanti una opportunità ed avere un vantaggio (se vuoi, anche di impiego). Questo è un passaggio che è necessario approfondire, altrimenti non mi è chiaro il perché di un sostegno finanziario con il microcredito. L’idea, infatti, che sta alla base di questa tipologia di credito è piuttosto tradizionale, in quanto richiama la propensione, tra amici e parenti, a venirsi incontro nei momenti di difficoltà e a prestarsi aiuto e sostegno anche in termini economici. Di fatto, il social lending consiste in un insieme di transazioni finanziarie, e cioè nel dare o prendere in prestito somme di denaro, che avvengono direttamente tra individui (da cui la definizione inglese di prestito peer-to-peer, tra soggetti privati che sono in posizione paritetica) senza l’intermediazione o la partecipazione di una banca e utilizzando internet come luogo di incontro (da cui anche la definizione di prestito 2.0). Sono nate, negli ultimi anni, alcune società di social lending. Ne conosci qualcuna? E’ un argomento molto interessante e sul quale tempo fa avevo fatto alcune riflessioni, pertanto spero di esserti di aiuto per lo sviluppo della tua iniziativa. Attendo tue e rimango a tua disposizione per ulteriori suggerimenti e chiarimenti. A presto
    Angelita

  • ciao giannantonio

    grazie per aver inserito il tuo progetto su Kublai. Ne sono molto felice dato che è il primo progetto che riguarda il microcredito e ci darai l’opportunità di approfondire questa interessante materia.

    Che ne dici di raccontarci qual’è il tuo punto di partenza per questa iniziativa? Come sei arrivato a deciderla?