Fantastico Marta, sarebbe ottimo! Mi devo ora mettere in contatto con un’associazione che potrebbe dare un po’ di “standing” all’iniziativa. Appena fatto questo passaggio torno da te per il tuo contatto e per un eventuale supporto operativo. Grazie!

Ciao Luca, bello il tuo progetto, sono una sostenitrice della qualità intellettuale, chiamiamola così, e sui progetti volti a cercare di migliorare la pratica attraverso la teoria di alto livello. Troppi al giorno d’oggi purtroppo non credono che questo tipo di conoscenza serva poi in ambito operativo, ma si sbagliano di grosso secondo me! C’è solo da lavorare per fare avvicinare teoria e pratica, che al giorno d’oggi, sopratutto a livello universitario sono ancora troppo distanti in molti ambiti.
Per quel che posso io ti darei supporto per darti qualche contatto all’Università di Economia di Brescia e se hai bisogno operativamente di supporto al tuo progetto sarò ben contenta di aiutarti. Dal canto mio ho un pò di esperienza in ambito di finanza agevolata  e business plan, anche se ora faccio altro di lavoro!  Ti seguirò sicuramente con interesse!

L’approccio mi pare giusto: bisogna rifuggere da una informazione e una ricerca sulla PA che, oramai, si basa unicamente su veri e propri “professionisti dell’antiburocrazia e dell’antipolitica”, autori di best seller, sia editoriali che televisivi, che “orientano” l’opinione pubblica, tenendogli ben nascoste le reali aree di sprechi ed inefficienze…Ma spero che avremo modo, di persona, per discutere di questi temi… avanti così!

Ciao Arnaldo, benvenuto nel progetto!
Grazie del consiglio, l’obiettivo è proprio quello. Ho sentito di recente un professore che si è occupato a lungo di PA e mi ha fatto diverse raccomandazioni proprio sulla stessa linea. L’idea è proprio quella di non “collaborare” “ufficialmente” con le PA, ma semplicemente raccogliere informazioni in via personale da singoli funzionari per poi ricostruire i pezzi. Un po’ stile giornalistico se vogliamo, ma con poi un’analisi più approfondita volta non solo a raccontare i fatti, ma anche a costruire delle alternative dettagliate. Che te ne pare come approccio?

Mi pare una iniziativa interessante, ma vi do un consiglio: per le ricerche, uscite dalle aule e dai luoghi comuni!Sulla PA se ne dicono, strumentalmente, di fesserie…

ciao luca,
sei stato chiarissimo. Vedo un pò le tue quattro modalità come fasi di un percorso. Per arrivare alla quarta è necessario un processo di crescita sia nel numero che nella qualità dei prodotti. Dapprima, ritengo, debba essere costruito  un team di riferimento, che viene man mano integrato da laureandi e dottorandi, in modo da avere un offerta stabile per stare sul mercato.
Certamente troverai qualche kublaiano interessato.. intanto noi facciamo girare la voce…
a presto
alfredo

Ciao Alfredo, grazie per avermi contattato e per i complimenti =)
Al momento sto cercando di contattare dei ricercatori/professori universitari che desiderino partecipare al progetto (visto che sono loro che “danno” le tesi e le firmano come relatori). Ne ho trovati al momento due, uno di ingegneria gestionale (area processi e innovazione) a Milano e uno di sociologia a Padova. 
Il modello organizzativo non è ancora definito, in quanto dipenderà molto dal numero/tipo di adesioni e dalla quantità di fondi che riuscirò a racimolare. Ho identificato 4 modalità possibili, in ordine di complessità.
1) team informale: nessuna organizzazione ufficiale, solo un gruppo di professori e di studenti che si coordinano con il mio aiuto nel ruolo di “fluidificante”
2) ricerche dipartimentali: un dipartimento/scuola/facoltà decide di aderire e può sviluppare al suo interno una serie di tesi di approfondimento, su argomenti diversi, ma all’interno dello stesso dominio di competenza (es. dipartimento di legge di Bologna sviluppa più tesi di analisi sui codici civile, penale, tributario etc.)
3) programma di Ateneo: l’università decide di partecipare nel suo complesso, grazie ad es. al supporto di un magnifico rettore, sviluppando interamente al suo interno un prodotto finale integrato (partecipano più facoltà: economia, ingegneria, scienze politiche…)
4) Viene creata una srl, un centro di ricerca in pratica, che accoglie gli studenti come stagisti e coordina e finanzia per intero i lavori. Questa soluzione potrebbe a regime finanziarsi come attività anche for-profit coordinando ricerche multidisciplinari per conto di aziende, che ne sarebbero attirati grazie alla qualità della ricerca a un costo inferiore di un altro istituto più “professionale”.
La via che auspicherei è sicuramente la n.4, ma per ovvie ragioni richiede anche molti più fondi. Mi sto attivando per cercarne, ma nel frattempo comincio ad avviare l’opzione n.1; è più immediata e non esclude una conversione successiva a srl.
Quello che ho sperato nell’iscrivermi a questa community è sostanzialmente networking: al momento sono solo in questa iniziativa e c’è bisogno di forze, di competenze, di fondi, ma in realtà sarei contento anche solo con dei buoni consigli =)
Spero di essermi spiegato meglio, casomai sentiamoci!

ciao luca,
sono il coach di kublai.
Complimenti mi sembra un’ottima idea…
Piccole curiosità: come hai pensato di organizzarti? hai sviluppato un modello di funzionamento?
Dacci qualche info in più e dicci come possiamo eventualmente aiutarti..
grazie
a presto
alfredo