www.portoqui.it online!

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  • www.portoqui.it online!
  • Iniziato da anna venegoni Avatar di anna

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    • Rieccomi!

      Dopo settimane di preparazione contratti, contatti con produttori, gustosissimi assaggi e ricognizioni a Porto Lotti…. sabato e domenica scorsi siamo finalmente approdati a Porto Lotti, per far conoscere il servizio Porto Qui e i primi produttori che hanno aderito al progetto.
      Tra pesto biologico, testaroli, formaggi di capra, pecora e vacche pontremolesi, mieli allo zafferano, torte salate e pandolci e ciambelloni ce n’era davvero per tutti i gusti!

      Ma la cosa che più ci ha fatto piacere è la reazione positiva dei clienti del porto alla novità di Porto Qui…

      Al momento stiamo lavorando per inserire ingredienti e ricette nel sito, dove è già possibile però registrarsi per rimanere aggiornati sulle novità!

      Spero che inizi presto la lunga stagione di test!

      Allegati:
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    • Avatar di Federico
      Federico
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      In bocca al lupo (di mare)!

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    • … anche da parte mia :-)

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    • Grazie…crepi il lupo?no dai, neanche il lupo di mare!piuttosto: e vissero tutti felici e contenti, lupi inclusi…

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Ciao Anna

      complimenti…. visto il sito che ha un look&feel molto gradevole.. però a mio avviso i messaggi inseriti sulla home page sono un po’ troppo generici… faccio fatica a capire di cosa si tratta… secondo me ci vogliono riferimenti più concreti ai prodotti e al servizio.
      Con un taglio più commerciale per capirci: Vuoi pane, burro e marmellata casereccia nel cestino “Colazione” consegnato a Porto Lotti domani mattina?

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    • te ghè rasun (hai ragione)! ora ci aggiungo qualcosa di basic… tra l’altro mi sa che presto dovrò fare una chiacchierata anche con te!

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      ok Anna, già meglio… è proprio nel segno di cui parlavo.

      Ci vogliono anche delle immagini e un rafforzamento dell’incipit in alto… va bene la poesia, ma sempre “de magnà se tratta!”
      :-)

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
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      Grande Anna, in c**o alla balena.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Quoto Nicola. Che poi in Italia se c’è una cosa che funziona sempre commercialmente è proprio er magnà e er beve. Quindi niente inibizioni!

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
      Membro

      Allora.
      Ho fatto un giro sul sito e ci sono delle cose che non mi convincono.
      Alcune sono banalità, altre, a mio parere, potrebbero frenare le iscrizioni (che mi auguro diventino numerosissime)
      1) Mozilla con una z sola
      2) Il sito è visitabile solo dopo l’iscrizione. Tuttavia non è possibile vedere l’offerta dei prodotti prima di iscriversi. Io credo che potrebbe essere utile una iscrizione “light” che permetta di vedere i prodotti offerti e i porti serviti senza poter operare. Chi vuole usufruire del servizio dovrà successivamente perfezionare l’iscrizione.
      3) Il form di iscrizione ha degli asterischi in coirrispondenza di molti campi, senza che venga spiegato il significato dell’asterisco. Sono forse campi obbligatori? Spiegalo
      4) In relazione al punto precedente, i campi asteriscati però, non possono essere obbligatori perchè alcuni sono in alternativa tra loro. Oltre tutto nel caso di persone fisiche non posso considerare come obbligatoria la partita Iva.
      5) In ogni caso le informazioni da fornire per la registrazione mi sembrano troppe. L’indirizzo di casa, per esempio, è un campo che lascerei in compilazione facoltativa.
      6) Il campo Credenziali è a scelta dell’utente? Ci sono limitazioni rispetto ai caratteri utilizzabili? Cosa succede se dimentico la Password?
      7) Il colore delle scritte in rosso (rosso vivo) sarebbe bello se fossero dello stesso rosso delle scritte in prima pagina (rosso mattone)
      8) Dimenticavo. Rispetto al campo TIPO, come gestisci se uno vuole appartenere a più categorie (per. es. Utente e produttore) perchè questa divisione iniziale? Cosa comporta scegliere un percorso rispetto ad un altro? è modificabile successivamente?
      Mi registro e continuo.

      Addendum
      Ho provato a registrarmi riempiendo tutti i campi e mi dice PASSWORD errata e nonostante abbia provato diverse varianti non riesco ad andare avanti.
      Attendo istruzioni

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    • bene bene… ora le energie sono indirizzate al funzionamento del database comunque… io sono in standby ma giro i vostri consigli.
      Per le foto, immagini ecc arriveranno, mi preoccupa invece il discorso di Federico, che quoto in pieno per molti punti… che purtroppo pare siano necessari per altri scopi… provo a rispondergli più in giù…

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    • @ Federico…. quante belle cose!
      1. Mozilla non l’avevo notato… dico subito!
      2. il sito è visibile solo dopo l’iscrizione perchè serve selezionare un porto che scremi l’offerta visibile (ora c’è solo Porto Lotti però!) e per altri motivi che ora non saprei riferire.
      3/8. gli asterischi indicano l’obbligatorietà, sono molti, lo so, è una menata!Mancano in effetti anche le specifiche del perchè dell’ *, che non è ovvio…
      A seconda del tipo di login si apre un menu piuttosto che un altro, ad esempio un produttore potrà vedere il suo magazzino virtuale mentre un utente potrà acquistare.
      Se un produttore vuole acquistare deve loggarsi con due credenziali distinte.
      Anch’io sto provando a registrarmi ma non funziona, forse ci sta lavorando ora la programmatrice! So che la password dev’essere di minimo 8 caratteri, includendo Maiuscole e un simbolo e un numero… macchinoso ma mi dicono che è la legge!
      7. dovrebbe esserlo, l’esadecimale è quello!

      Grazie per la tua revisione… è stata molto utile, la giro in ufficio… ci sono tanti punti che andrebbero discussi, per ora ci siamo focalizzati sul cominciare almeno per farsi conoscere, ma l’effetto barriera che il sito potrebbe provocare è un rischio cui penso anch’io…

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Anna

      il passaggio dell’iscrizione per poter vedere i porti o i prodotti è molto molto limitante….
      Se la piattaforma prevede questo, va corretta. Sarebbe per voi un enorme danno.
      Anche perché si tratta di un servizio nuovo, mai visto prima… dove le trovate tutte queste persone che vi danno i dati a scatola chiusa?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      D’accordo con Fede e Nicola. Aprire, aprire tutto. Già è dura fare venire la gente sul sito, io quando trovo una porta chiusa in genere penso “vabbeh, sticazzi” e addio, a meno che non stiamo parlando di Wolfram Alpha.

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    • Avatar di Federico
      Federico
      Partecipante

      Mi unisco al coro: aprire! (e comunque se W|A non mi da le risposte che cerco vado comunque da un’altra parte…).

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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      Ciao a tutti e grazie per l’interessamento a Porto Qui.
      Se è vero che Anna è il cuore del progetto, Riscom è polmoni, vene e arterie. Quindi per poter ricevere gli zuccheri che servono al nostro sostentamento da qualche parte li dobbiamo pescare. Avevamo pensato che la registrazione, peraltro ancora parziale nelle sue componenti, come giustamente alcuni di voi hanno notato, fosse un modo necessario per costruire un patrimonio informativo sul quale lavorare successivamente generando profitto per entrambi. Tuttavia, considerato che anche io sto diventando sito-complesso-repellente, mi trovo a prendere in considerazione diversamente i vincoli impostati che, forse per miopia o forse per stanchezza, alla fine sono stati una mia scelta.
      A questo punto però mi chiedo: potrà essere possibile creare un database di qualità senza fare una raccolta dati sistematica? Conoscete qualche sistema per fare questo? Io purtropo non conosco nulla del genere e quindi ogni suggerimento è ben accetto.
      La registrazione parziale invece non la vedo come una strada adatta, perché potrebbe portare ad un utilizzo del sito solo per ottenere informazioni su prodotti e produttori e agire in autonomia bypassando il portale. Allo stesso modo la totale assenza di raccolta dati su chi naviga lascia sempre il rischio di non riuscire a rastrellare alcuna informazione.
      Teniamo presente inoltre che l’iniziativa parte con una promozione dal basso, ovvero sono i porti turistici ad avere tutto l’interesse a far conoscere il servizio e le persone coinvolte direttamente sono una fascia di soggetti particolari, con una distribuzione dell’età eterogenea e soprattutto con particolare inclinazione ai consumi e alla privacy. Forse (ma è da prendere con le pinze) chiedere una registrazione completa a coloro che sono interessati al servizio perché conosciuto da un “fornitore” storico (il porto) potrebbe dare quell’alone elitario che a certa gente piace proprio perché appartenente ad una determinata categoria sociale? Di contro, tutti coloro che si avvicinano al servizio per motivi diversi e che probabilmente appartengono ad altri ceti sociali credo che non esitino a fornire dati per acquistare prodotti di alta qualità a buon prezzo.
      Certo è che le vostre ipotesi sono più che verosimili quindi rivedremo bene l’impostazione al fine di poter creare un prodotto che possa essere apprezzato ma anche funzionale a tutti i naviganti (informatici e non).
      Grazie per tutti i contributi e le critiche. Continuate così.

      PS
      Chi darà il contributo migliore ovviamente si guadagnerà la nostra riconoscenza ma anche qualche assaggio…o confezione…o scorta a vita.

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    • Avatar di Federico
      Federico
      Partecipante

      Di solito una strategia è questa: rendere visibili più contenuti possibili a tutti, chiedere di registrarsi per interagire (dal commento in su) e per fornire servizi.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Federico, capisco bene le tue perplessità, ma allo stesso tempo il gioco elitario credo si faccia in altro modo.

      Come? ad esempio con una VIP card che i porti potrebbero dare ai loro clienti migliori e che da diritto a qualche vantaggio su portoqui.
      (e con questa mi sono meritato almeno un assaggio… vediamo se arrivo alla scorda a vita .-)

      D’altra parte il sito è anche una via di accesso per conquistare altri territori. Vedere il servizio funzionare con i suoi servizi, contenuti e prodotti, è la migliore presentazione possibile.

      Poi, cosa ci vorresti fare con il db?
      Io penso nulla. Ormai solo lo spam guadagna con i db vendendo viagra… non penso che sia di vostro interesse.

      Se ci pensi, il fatto che un vostro utente trovi una fattoria e poi vada a comprare dei prodotti li, per voi è un punto di forza. Potete dimostrare ai produttori che siete un intermediario potente.
      Anzi, io agevolerei questo percorso con il marchietto “raccomandato da PortoQui” all’utente in modo che possa ottenere qualche vantaggio dal produttore.
      Così tenete traccia delle transazioni successive. Se poi il produttore mette una vostra bella cartolina dentro il pacco che invia, contribuisce a costruire quella cosa magica che sia chiama “fedeltà” del cliente.

      D’altra parte se un diportista di livorno, passa per porto lotti, scopre l’azienda agricola XXX e poi vuole contattarla una volta tornato a casa per la fornitura annuale di olio, potete impedirglielo?
      Secondo me fa proprio parte del valore aggiunto di PortoQui ed è proprio intrinseco all’idea originale di Anna.

      l’equazione: vendere = valorizzare, vi porta a vendere = valorizzare ancora di più in modo virale.

      (e ora dovrei essere arrivato alla confezione….)

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    • Avatar di Tito
      Tito
      Keymaster

      Ciao Ragazzi. Bello che siete andati online. Spero davvero sa un successo.
      A tutte le cose competenti dette dagli altri che condivido, ne aggiungo una di tipo diverso, anche se immagino ci starete prestando la dovuta attenzione. Attenzione alle prime consegne. Che tutti i prodotti offerti arrivino e siano disponibili al tempo promesso, senza ritardi o disguidi. E’ sempre un mercato di nicchia e immagino che funzionerà (o non) col passaparola. Io diportista immagtino che la prima volta farei un ordine del genere un po’ per provare: vi dò una chance unica e mi devo trovare bene per diffondere la notizia nell’ambiente.
      Quanto ai canali specialistici sono certo che ci stiate lavorando

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    • sottoscrivo, la cosa è in discussione…

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      Evvai Anna, sono contento che siete andati live. Bel momento di svolta eh ?! Si sono aperte le danze !

      Anche noi siamo andati live da pochi giorni con Neronote e sto ricominciando ora pian piano a riprendere ritmi e contatti civili.

      Aspetto a commentare PortoQui per quando si potrà vedere. Trovo un po delirante e autolesionista l’idea di nascondere i contenuti e quindi i soli elementi di valore del sito giusto per poter “rastrellare informazioni”. Diresti che il profitto si ottiene facendo funzionare il core business e non cacciando potenziali clienti, ma ognuno ha il suo tasso glicemico.

      E’ un po strano anche il fatto che lo status di cliente (privato) o fornitore (azienda ?) venga chiesto a valle di richiesta di ragione sociale e partita iva obbligatoria.

      Come mail il .it e .com (!!) fanno redirect su .info ? Concordo sull’uso di un gTLD, ma avrei detto che fosse più pertinente il .com.

      A quale legge ti riferisci per la password che deve avere almeno un geroglifico e un simbolo dell’alfabeto sumero ? :) Neanche il sito più impiccione del mondo, facebook, osa chiedere tanto per una password. Invece credo che le informazioni su ragione sociale, p.iva ecc., tipicamente nel footer, siano richieste.

      Buon lavoro …

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      7. L’hex del rosso mattone è #C10F06, mentre le intestazioni del form sono rosso #FF00000

      Definite in web.css riga 308

      #header_formpq {
      color:#FF0000;
      font-family:Verdana,Arial,Helvetica,sans-serif;
      }

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
      Membro

      La butto là…
      Qualsiasi scelta è giustificabile, basta che sia chiara e ben spiegata a chi accede. Mi sembra che manchino un po’ di didascalie esplicative.
      Quanto all’accesso, personalmente sono (si sarà capito) per il libero accesso, che consente una visibilità totale e permette di apprezzare i servizi offerti, da qualsiasi ottica (produttore/utente).
      Poi, se c’è qualcuno che fa il furbo, pazienza, non è con la registrazione “complessa” che si evitano certi soggetti.
      La registrazione completa non impedisce che qualcuno poi possa approfittare serenamente del db “interno”, è solo una questione di correttezza.
      Buon lavoro!!!

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      La registrazione parziale invece non la vedo come una strada adatta, perché potrebbe portare ad un utilizzo del sito solo per ottenere informazioni su prodotti e produttori e agire in autonomia bypassando il portale.

      Federico, per quello basta Google. Che brutto frequentare un sito dove il retropensiero (che del resto io capisco benissimo dall’interfaccia) è “tu potresti essere un opportunista, devo progettermi o mi freghi”! E non solo è brutto, ma è molto incoerente con il progetto che Anna ci ha raccontato e che abbiamo mandato in finale, con la cultura dell’accoglienza e dello scambio che i porti incarnano…

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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      Ciao Alberto, il progetto originario di Anna è stupendo ma sotto molti punti di vista di difficile realizzazione.
      Convengo anche io sul tuo giudizio, tuttavia non sono così d’accordo su due punti.
      Google è uno strumento fantastico, ma i produttori che andiamo a coinvolgere traggono pochi benefici dai motori di ricerca. Spesso hanno siti web favolosi ma un diportista che arriva a Porto Lotti, magari dal mare, non va in mezzo ai monti della Lunigiana perché ha visto un sito web né tantomeno questi soggetti sono in grado, il più delle volte, di gestire un e-commerce. Tuttavia questa non è la regola generale e sicuramente hanno una loro utilità.
      Con Porto Qui invece, è il produttore che va dal diportista, grazie a tutto il sistema di promozione e logistica che ci sta dietro; quindi è giusto che se il produttore ottiene dei benefici da questo sistema li condivida con il resto della catena (anche perché altrimenti la catena non sta in piedi).
      Purtroppo, gli interlocutori con cui abbiamo a che fare (in questo primo momento i diportisti che hanno i soldi per attraccare o tenere la barca a Porto Lotti o altri porti turistici del mediterraneo) credo che pensani di più alla propria accoglienza e non tanto allo scambio, proprio perché sono persone ricche, spesso del mondo imprenditoriale, e che nonostante abbiamo soldi a palate, se possono cercano di risparmiare. Da questo target, è facile aspettarsi comportamenti opportunisti: un diportista di questo genere che assaggia l’olio ligure a lui sconosciuto ma particolarmente buono e trova un modo di comprarne una certa quantità a prezzo inferiore, puoi stare certo che lo farà bypassando PORTO QUI.
      E qui vengo al secondo punto sul quale non sono d’accordo anche se ho ancora poca esperienza per dirlo: i porti turistici non mi sembrano uno luogo dove la cultura dell’accoglienza e dello scambio si incarna in qualcosa. Spesso e volentieri sono posti di lusso dove è difficile addirittura avvicinarsi (basti dire che i produttori coinvolti al mercatino di presentazione del progetto hanno avuto difficoltà ad entrare nell’area portuale con i furgoni frigo…). Inoltre, con questo sistema, stiamo parlando di coinvolgere aziende che realizzano prodotti di nicchia, tipici, spesso con volumi di produzione limitati e che sono molto distanti dall’idea di economia solidale e autosostenibile che il progetto iniziale prevedeva.
      Le produzioni di nicchia, biologiche e lontane da una logica industriale sono per forza di cose più care delle altre: non hanno volumi che sostengono economie di scala né sinergie di distribuzione. Certo è che se il progetto funziona a dovere, nei prossimi anni tali sinergie potrebbero essere portate dal progetto stesso, eventualmente stimolando la crescita delle aziende, gli investimenti e soprattutto una loro maggiore diffusione.
      L’idea di accoglienza e scambio presso i porti, la vedo maggiormente su un target di charteristi, ad esempio, dove le persone che possono avvicinarsi al servizio condividono i costi di una vacanza particolare consumando prodotti particolari ma sfruttando un risparmio di costi dovuto alla suddivisione della spesa fra i soggetti coinvolti.
      Vedo quindi come interessante la proposta di Nicola, ovvero quella di creare un vantaggio per il consumatore che compra con Porto Qui anche fuori dal porto di riferimento. Tuttavia, per questo canale dovremo gestire al meglio alcuni rapporti con la distribuzione logistica che in questo caso verrebbe tagliata fuori.
      Comunque ogni critica è apprezzata e spero che da questi confronti si riesca a trovare la strada migliore per realizzare qualcosa di buono.

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      Ciao Federico, per amore di discussione devo dire che trovo alcuni passaggi del tuo ragionamento non proprio logici.

      Proprio perchè PQ non vende “miele pregiato” ma “il servizio di recapitare ad un diportista una scelta” di mieli e altre cose pregiate da n fornitori, ovvero infomediazione e logistica distributiva… che te frega di nascondere l’esistenza dei tuoi fornitori al pubblico ?!

      1) la catena è retribuita per il servizio che vende: logistica
      2) se il tuo fornitore ottiene visibilità e vantaggi extra catena, ne viene forza contrattuale alla catena
      3) se la catena muove quantità rilevanti, non paga i prodotti al listino end user
      4) in ogni caso se un diportista avesse voglia di prendere la sua bici di bordo o il taxi e andare a comprare il miele su per i monti, comunque lo fa a prescindere da portoqui; come diceva Alberto gli basta cercare gli indirizzi su Google.

      Per di più, anche cosi ci vuole poco per fare il backup del tuo database… ;) (ps. l’iframe sul sito sotto dominio diverso è una pessima idea)

      Non ho capito cosa vuol dire che “gli interlocutori non pensano alla propria accoglienza” e le considerazioni “ambientali”. Se parli di un servizio vanno bilanciati costi e valori del servizio, punto. L’ipotetica taccagneria dell’interlocutore non è neanche argomento di conversazione.

      L’idea di promozione del territorio, sostenibilità ed economia solidale sono oltre che buone cose per il mondo anche dei potenti driver di marketing dei quali apparentemente sottostimi la portata.

      Ora mi sembra che per come lo avevo inteso inizialmente il progetto sia sceso di tono e abbia forse anche perso i fondamenti di validità economica.

      Buon lavoro…

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      Quoto in pieno, anche perchè mi pare che spesso le persone più preoccupate delle fregature degli altri sono quelle che tendono a darne di più a loro volta.

    • Autore
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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Condivido quanto ha scritto Gianluca nel suo ultimo intervento. State attenti a non deviare troppo dall’idea originale di PortoQui poiché certi valori ne erano la caratterizzazione principale.

      Non è possibile forzare lo spazio di mercato se questo non c’è. Se invece c’è, va esaltato attraverso la piena trasparenza.

      Con questo voglio dire che il valore portante, il ponte tra mare e entroterra, dovrebbe rimanere centrale nel progetto perché in grado di trainare tutte le altre attività di tipo ecommerce.
      Se invece si mette al centro proprio l’attività di ecommerce, l’idea iniziale verrà svalutata e rimarrete senza una direzione chiara di sviluppo.

    • Autore
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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      OK,
      abbiamo capito ciò che c’é da fare. Che non sarebbe stata semplice né veloce lo sapevamo ora non resta che…
      “ponderare, Mignolo, ponderare”…
      ad ogni modo siamo WIP quindi facciamo poi il punto fra qualche giorno.
      Grazie

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      La risposta al fondo. Solo una cosa: Abbiamo registrato i vari domini, di cui 3 con hosting e info con redirect. In realtà il sito è su server RISCOM, quindi la soluzione è provvisoria. Seguirà DNS con mail direttamente su IP pubblico. Però volevamo vedere prima il risultato. Non è un IFRAME ma un redirect con meta tag.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Proprio perchè PQ non vende “miele pregiato” ma “il servizio di recapitare ad un diportista una scelta” di mieli e altre cose pregiate da n fornitori, ovvero infomediazione e logistica distributiva… che te frega di nascondere l’esistenza dei tuoi fornitori al pubblico ?!

      Questo passaggio di Gianluca convince molto anche me. E poi, guarda: parte del valore aggiunto di PQ è proprio il reinterpretare i porti turistici come luoghi di scambio e accoglienza. So bene che i liguri non hanno fama di essere esattamente il popolo più accogliente del mondo; ma l’essenza dello sguardo dei creativi è di immaginarsi il mondo diverso da come è, cercando un varco per trasformarlo.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      Beh, ragazzi, l’interesse di porsi fra il pubblico e i fornitori è quello di guadagnare qualcosa sulle transazioni. Stiamo parlando di produttori che hanno difficoltà a pagarti qualche centinaio di euro all’anno dopo aver provato il servizio per 3 mesi gratuitamente, (parole testuali: “la vostra richiesta di quota associativa che mi par a dire poco esagerata”) mentre magari mantengono siti web orribili e poco funzionali a molto di più. Quindi o guadagnamo sulle transazioni o facciamo beneficenza, che nonostante possa sposare bene il progetto, non è proprio lo scopo con il quale lo stiamo realizzando…
      Di contro questa situazione è anche il motivo per il quale siamo qui a Kublai: cercare di creare una cosa buona ma che porti anche benessere nell’interesse di tutti. Speriamo di riuscirci.

    • Autore
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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      E ci mancherebbe, Federico. Ma non hai nessun bisogno di chiudere il sito: il tuo vantaggio è che tu sei fisicamente sul molo, fornisci un servizio che è composto al 5% di informazione e al 95% di logistica. Gianluca ha ragione, il diportista non si gioca mica mezza giornata andandosene in giro per l’entroterra a comprare i piselli. I piselli tu li trovi, glie li metti nel box, glie li fai trovare sul molo e, giustamente, li ricarichi. Anzi, più il sito è aperto più saranno le persone che si ingolosiranno e vorranno comprarti i prodotti.

      Sbaglio? Mi sembra così lineare…

    • Autore
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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      Linearissimo. Infatti abbiamo già modificato anche il sito online e stiamo lavorando in background. Alla fine, per poter lavorare un database di contatti è sufficiente email e telefono. Abbiamo anche deciso di separare fisicamente l’accesso degli utenti dagli altri attori. Presto saremo on line con una versione quasi definitiva.
      Grazie a tutti

    • Autore
      Articolo
    • Da economista, sono perfettamente d’accordo con i commenti di Gianluca.

      Da membro di Kublai e dunque praticante ancorché dilettante del web, colpisce anche me la decisione di tenere il sito “chiuso” nei termini discussi, la vedo fragile proprio dal punto di vista business.

      Infine, da velista, ho un commento sulle seguenti affermazioni:

      Purtroppo, gli interlocutori con cui abbiamo a che fare (in questo primo momento i diportisti che hanno i soldi per attraccare o tenere la barca a Porto Lotti o altri porti turistici del mediterraneo) credo che pensani di più alla propria accoglienza e non tanto allo scambio, proprio perché sono persone ricche, spesso del mondo imprenditoriale, e che nonostante abbiamo soldi a palate, se possono cercano di risparmiare

      Da questo target, è facile aspettarsi comportamenti opportunisti: un diportista di questo genere che assaggia l’olio ligure a lui sconosciuto ma particolarmente buono e trova un modo di comprarne una certa quantità a prezzo inferiore, puoi stare certo che lo farà bypassando PORTO QUI.

      […] i porti turistici non mi sembrano uno luogo dove la cultura dell’accoglienza e dello scambio si incarna in qualcosa. Spesso e volentieri sono posti di lusso dove è difficile addirittura avvicinarsi (basti dire che i produttori coinvolti al mercatino di presentazione del progetto hanno avuto difficoltà ad entrare nell’area portuale con i furgoni frigo…).

      Bene, per la mia esperienza non solo nei approdi del Dodecaneso ma anche a Capri o Stromboli, devo dire che non mi riconosco per nulla né nella consumer profile né nelle consumer preferences, né nel modo in cui ci si avvicina alla banchina e ci si prepara a far cambusa su cui sembra basarsi Federico nella sua strategia. I porti sono per definizione un luogo di accoglienza e scambio, dove si parla con la barca vicina e con il marinaio che ti getta la cima, dove guardi le colline retrostanti e immagini chi ci vive e cosa fa e se puoi comprare qualcosa di locale lo fai, dove se puoi risparmiare qualche lira sui prezzi vessatori dei minimarket del porto sei ben felice, dove se dopo una giornata per mare trovi la maggior parte della spesa pronta è una gran cosa.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Gran bel contributo. Bisogna dire che Kublai non finisce mai di stupirmi: in quale altra piattaforma per lo sviluppo di progetti creativi puoi trovare un economista-velista? :-)

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Intervengo anche io con i miei 2 cents alla discussione:

      Tra il 1997 e il 2001, sono entrato in contatto, con una realtà (la prima ) realtà di porti in rete, Portnet , Avvisatori marittimi, che peraltro copre anche La Spezia, Livorno, Taranto, Brindisi ed altre città.

      Fanno delle informazioni nel db la loro forza, i servizi sono soprattutto orientati all’esternizzazione delle info logistiche su orari nel porto, partenze e rada, gestione dei flussi di merce e comunicazione degli stessi alle capitaneria di porto, per le quali di fatto esercitano un servizio esternalizzato.

      Bene, avrebbero potuto benissimo sviluppare servizi dedicati, espandersi, giocare maggiormente la carta dell’apertura e del 2.0, sebbene si parli di navi merci e di un target ancora più chiuso dei diportisti.
      Hanno preferito proteggere gelosamente il db, i dati, le relazioni coi fornitori, di fatto a volte assecondando forme monopolistiche presenti nei porti, risultato, il progetto è rimasto (anche graficamente) come l’avevo lasciato 10 anni fa.

      Morale della favola?, il valore non è nella protezione di dati che di per se hanno poco valore, ma nell’aprire nuovi scenari di relazione, derivare nuovi servizi e interazioni con il territorio e il suo entroterra.
      Il servizio non solo non è cresciuto, ma da quello che mi risulta dal portale, ha perso anche affiliati.

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      No, sul .info è un frame.

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      Sullo “spirito della banchina” confermo in pieno quanto dice Marco anche per quanto riguarda l’Adriatico, lo Ionio e il sud Pacifico da Sydney alle Whitsundays :)

      La banchina è uno dei luoghi più aperti, interclassisti, transculturali, e a volte anche romantici, che esistano.

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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      Ciao Marco,
      Le mie affermazioni sui diportisti non rispecchiano la filosofia del progetto e sono solo considerazioni personali. Tuttavia il riferimento all’accoglienza e allo scambio non è riferito al rapporto che si crea fra Porto (nel senso di area di attracco e servizio) e diportisti e fra diportisti stessi. E’ riferito al rapporto che si crea (o non si crea) fra l’entroterra del territorio dove è situato il porto e i diportisti. Molti proprietari di barca non la muovono nemmeno (non lo dico io ma gli studi di settore e soprattutto coloro che ho conosciuto nell’ambito della manutenzione e dei servizi alle imbarcazioni) a meno che non siano velisti, probabilmente come te che vanno di porto in porto, fanno escursioni ecc. godendosi, giustamente, il mare.
      Quanti di loro durante l’attracco al porto si addentrano per più di 10 o 15 km nell’entroterra? Non ho mai visto, in Lunigiana, viaggiare per i borghi medievali persone che hanno attraccato a Porto Lotti o a Portovenere, Lerici o Bocca di Magra. Proprio perché come diceva Gianluca non vanno a cercarsi il fagiolo di Bigliolo facendosi magari 40 km di strade tortuose in mezzo al nulla quando il loro obiettivo è godersi la barca o il mare.
      Se però il fagiolo di Bigliolo lo conoscono al porto e lo vogliono mangiare anche a Milano una volta tornati in ufficio, magari in inverno, quando non usano la barca o non vanno per mare e hanno il riferimento diretto, dove possono comprare il fagiolo di bigliolo a metà prezzo, magari con l’accondiscendenza del produttore che preferisce vendere 10 kg di fagioli spedendoli a mezzo corriere che passare per Porto Qui, allora si crea un problema di competenze: Porto Qui ha fatto conoscere il fagiolo di Bigliolo al cliente barcaiolo, che si fidelizza al prodotto, ma gran parte dei benefici della fidelizzazione restano in capo ai produttori; senza contare che la prossima volta che viene al porto, il cliente può concordare con il produttore di farsi consegnare i fagioli fuori del porto o addirittura al parcheggio dove ha la macchina, cosa che nessuno può impedire e risparmiando anche sui costi della spedizione. Allora qui il dilemma: vincolo il produttore o il cliente? e soprattutto come? La registrazione sul sito obbligatoria mi crea comunque un valore che posso spendere in molti modi: Amazon è in perdita da una vita ma vive sul patrimonio informativo che ha accumulato. Anche Porto Qui può seguire questa strada. Vincolare i contenuti non è la strada migliore ma stiamo lavorando perché si arricchiscano e migliorino nell’esposizione. Oggettivamente non siamo ancora pronti per pubblicare le info più salienti, siamo ancora WIP, presto saremo pronti per pubblicare altre cose molto interessanti.
      Tuttavi non è una questione di voler essere diffidenti: è questione di voler dare un’impostazione che possa essere, nel tempo e in ogni luogo dove Porto Qui è replicabile, in grado di tutelare gli interessi di Porto Qui ( e quindi di RISCOM che lo sta realizzando e di Anna Venegoni che ci ha messo l’idea) e di sostenere l’iniziativa nel tempo. Se comportamenti del genere si facessero avanti, Porto Qui finirebbe ancora prima di cominciare, perché come giustamente dici tu, quando di passi le gomene per attraccare o discuti su quali manovre fare per orzare nel migliore dei modi, ci sta anche che si possa parlare di come comprare questo o quel particolare prodotto a metà del prezzo rispetto a Porto Qui. Credo che da economista questo tu lo possa condividere.
      Tuttavia, ripeto, le critiche fatte sono state tutte prese in considerazione e abbiamo già mosso le dovute leve per affinare il tiro. Come diceva sempre mio nonno: ” chi non fa non sbaglia” ma sbagliare è umano, perseverare è diabolico, imparare dai propri errori è saggio.
      Grazie a tutti

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    • Avatar di Federico
      Federico Ricci
      Partecipante

      ok, quello è aruba che fa tutto da se…
      non vi abbiamo messo mano. Comunque presto compriamo il servizio DNS e basta,
      aruba non mi piace per nulla

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    • Della serie… se funziona in liguria funziona dappertutto!
      Dal mio punto di vista infatti il ricarico dovrebbe esserci ed essere motivato proprio dal servizio, com’è ora. Quello che andrebbe risolto è il fattore logistico che ora forse ha troppo potere contrattuale nel progetto e che dovrebbe riconoscere, ma questo succederà sicuramente con il tempo, l’importanza del “metaservizio” ovvero della piattaforma PQ.
      Per i fini di valorizzazione terriroriale di PQ sarebbe un bene se il diportista, una volta ogni tanto, andasse a prendersi direttamente i piselli… infatti si integrerebbe di più con l’entroterra, con la cultura contadina e capirebbe il valore dei prodotti locali.
      Certamente una volta fatto un giro dal produttore non si mette in testa di andare lì anzichè in barca ogni volta e quindi, gioco forza, si fidelizzerebbe a Porto Qui, nostalgicamente e con un sano coinvolgimento nella produzione…

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    • Ciao Marco, bentornato su PQ!
      Credo che Federico si sia scandalizzato vedendo la fauna di Porto Lotti e come tutti i clienti siano trattati in maniera a dir poco reverenziale.
      Certamente è un approdo sui generis, non a caso molti diportisti non fanno scalo lì bensì tengono la barca ormeggiata in stile seconda casa.
      Ma è una realtà in divenire, come tutte le cose… e soprattutto ci ha aperto delle porte.
      Nei due giorni di mercato tra l’altro ho parlato a gente affascinata dall’idea che un pastore che ripopola la razza pontremolese fosse arrivato lì, lato banchina, con i suoi prodotti.
      Questo non mi sembra un segnale da poco.
      Fondamentale che PQ non diventi uno spennadiportisti.
      Al momento siamo in trattativa per definire al meglio la logistica e le risorse stesse necessarie al progetto.
      Sicuramente, come ho sottolineato ieri con Federico, occorre fermarsi un secondo e condividere uno scenario che sia fattibile, in linea il più possibile con il progetto originario e che possa aprirsi ad altre possibilità.

      Sono d’accordissimo sulle considerazioni riguardanti la chiusura e penso che presto prenderemo una piega più aperta.
      La paura degli altri non porta a niente di buono, solamente a farsi guardare a propria volta con sospetto.

      Per riallacciarmi alle tue considerazioni sui porti… io ho esperienza di porti francesi e, meno, italiani… e la banchina è un luogo splendido, dove finalmente ti riappropri di un esterno che non sia fatto di acqua, dove conoscere gente è questione di attimi e, al tempo stesso, dove senti forte la sicurezza della tua casa, la tua barca che, al minimo segnale negativo, leva gli ormeggi e cerca nuove banchine!

      Più complicata la questione dei prezzi dei minimarket da porto… e resta un punto critico!

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    • Ciao Walter… ho letto con attenzione favola e morale… dando una veloce occhiata al sito in effetti non è molto appealing… il fatto che siano indirizzati non a porti turistici ma piuttosto commerciali rende forse comprensibile le loro scelte.
      Vivendo a Spezia ogni giorno hai chiaro quanto concetti come “apertura” e “innovazione sociale dal basso” siano lontani anni luce da certe realtà militari, parastatali, dismesse o semplicemente con un’inerzia incredibile, inimmaginabile in altre città!
      Proprio per questo in quei settori che invece sono più dinamici e aperti alle novità bisogna darsi da fare e sperare di portare a casa capra e cavoli, interventi efficaci e qualche guadagno

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Federico, come ho già scritto, non c’è bisogno di vincolare nessuno. PQ dovrebbe portare in barca un set di prodotti e di produttori, giusto? Il singolo produttore non può competere con questo servizio.
      Trovate i vostri vantaggi competitivi in modo preciso. Come la presenza stabile nel porto per es.

      Se si crea un ritorno di transazioni fuori PQ, fate qualcosa per starci in mezzo. Se non volete spedire a Milano in inverno (e non si capisce perché non dovreste farlo), aiutate il produttore a farlo e il vostro cliente sarà soddisfatto e resterà legato a voi.

      Invece di impedire, meglio agevolare cercando di non mollare la regia

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    • Avatar di Gianluca
      Gianluca Mei
      Partecipante

      Mi viene di pensare una cosa, Federico, che ti dico con un po di pragmatismo imprenditoriale. Non avermene.

      Secondo me sono piuttosto confuse le idee sui diportisti, sia quelli “stanziali” (che vivono la barca come seconda casa, e girano in auto), sia quelli “in transito” (che una volta a terra sono a piedi, hanno come primo problema uscire dal marina, neanche a parlarne di entroterra). Suggerimento: affitta una barca quest’estate, vivi e scopri come funziona questo mondo.

      E sono piuttosto confuse le idee sui modelli di business digitali (Amazon vende “la coda lunga”, è irrilevante se qualcuno la scavalchi per rivolgersi agli e-store, che esistono, degli editori. E non è più in perdita da una vita). Suggerimento: forse meglio lasciar guidare il progetto a qualcuno che abbia vision e sensibilità di mercato.

      Spero di esserti stato utile.

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    • Questi sono tra i pochi punti già definiti Nicola, spedizioni @ milano e varie città assolutamente incentivate, nonostante la barba ai km 0, per destagionalizzare seppur lievemente il servizio!

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    • mi pare che la correzione cromatica sia avvenuta.. fortunatamente il pignolo lo hai fatto tu e non io… che ho paura di farmi sparare dalla programmatrice, santa Sabrina da Mulazzo… le barchette un po’ più giù… il blu meno blu… intanto via di casini tra browser, codici e madonnedelmonte che neanche so dove stiano di casa… di home!

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