Luca ma il nostro progetto non è indirizzato per ora al singolo cittadino, ma alle Pubbliche Amministrazioni che devono gestire scuole, municipi, uffici, palestre, illuminazione pubblica, parchi etc. Quindi non si tratterebbe di monitorare tutti i contatori diuna città, ma i contatori di questi edifici e il telecontrollo di alcune aree dell’illuminazione.

Ciao Alberto, la mia esperienza nel campo dell’energia si limita ad uno studio
divertente sui pannelli solari, fatto questo inverno con amici, partendo dall’ipotesi
di costruire una centrale e fornire energia alla rete.
Invece ho piu’ presente il problema di un gestore di telecomunicazioni che vuole
controllare il campo, in genere ogni piccolo problema in casa viene moltiplicato per 1000 a casa dell’utente. Spero di averti risposto.

In che modo sviluppiamo un progetto del genere, se già una legislazione ottusa non valorizza tutte quelle realtà che investono a impatto zero? o meglio nella carta si parla tanto, ma nella realtà è una giungla, gestita da organetti e cantastorie.

Federico non si tratterebbe di cercare dei servizi, ma aprendo un contratto con POWERmi, le Pubbliche Amministrazioni avrebbero la garanzia di un reale risparmio energetico, verificabile dalla riduzione dei costi della bolletta. I servizi e le tecnologie offerte, verrebbero ripagate nell’arco degli anni con indicativamente l’80% di quella riduzione.

Mi associo a Francesco e Pico, il potenziale e’ smisurato ed il parco da gestire
molto vario, come dice andrea il progetto e’ ambizioso ma bisogna puntare sui terminali.

Anche io sono interessato agli sviluppi di questo progetto !

Condivido pienamente il pensiero di Francesco, ma proprio per questo credo che le scelte determinanti debbano essere innanzituuto fatte da chi deve gestire e sviluppare un “sistema energetico” diverso e aggiungo fallimentare da quello esistente.

Luca, mi sembra che te ne intenda di energia. Lo fai di lavoro?

Per favorire il “risparmio energetico intelligente” insieme alla tecnologia, servono anche azioni di informazione e sensibilizzazione, quindi serve una promozione culturale poiché i comportamenti quotidiani non possono essere solo imposti, né sperare troppo che possano essere adottati spontaneamente su larga scala nel breve periodo.