Verso un nuovo documento di progetto

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      Marco
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      Stiamo attualmente lavorando ad una versione più sintetica del documento progettuale di cui alleghiamo una bozza che introduce una nuova visione dell’iniziativa ProCivibus.

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      Marco
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      Abbiamo incontrato il secondo Ente (un Comune) che aveva mostrato interesse per il nostro progetto e aveva richiesto un approfondimento.

      A valle dell’approfondimento l’Ente ha rinnovato l’interesse per il progetto.
      Questo per noi è molto importante in quanto ci conferma che
      - il progetto ha intercettato un bisogno reale degli Enti;
      - il progetto offre una soluzione idonea a soddisfare il debito informativo degli Enti.

      Dall’incontro sono venuti anche alcuni importanti suggerimenti utili al miglioramento del sistema.
      L’Ente infatti ha segnalato l’opportunità
      - di un sistema di notifiche integrato (via email) che consenta all’Ente di apprendere in tempo reale della avvenuta modifica, da parte di un cittadino, della banca dati della Protezione Civile;
      - di una maggiore separazione tra le funzioni di amministrazione del sistema, destinate al back office dell’Ente, e le funzioni destinate ai cittadini.

      Ora restiamo in attesa di capire se la trattativa commerciale con gli Enti incontrati si aprirà davvero.
      Intanto continuiamo con le attività di promozione e di sviluppo software.

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      Marco
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      Per ragionare insieme sul modello di business, alleghiamo un estratto dell’offerta commerciale tipo che stiamo proponendo ad un Comune di medie dimensioni (circa 20.000 abitanti).
      Come potete notare nell’estratto, ProCivibus al momento non è proposto come “Software as a Service” (SaaS). Questo sia perchè attualmente non abbiamo le economie di scala necessarie a proporre ProCivibus in modalità SaaS, sia perchè ci siamo resi conto che gli Enti di medie dimensioni, in genere, vogliono effettuare alcune personalizzazioni, seppur minime.
      Il progetto attualmente è autofinanziato e quindi siamo noi a sostenere ed anticipare tutti i costi (trasferte, ecc.) che dobbiamo necessariamente spesare sulle commesse.
      Pensiamo che dalla comunità possano venire importanti contributi per la messa a punto del modello di business, fondamentale in questa fase di prima promozione del progetto.

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      Nicola Salvi
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      ciao Marco

      prima di tutto ti consiglio di evitare gli allegati nei commenti perché sono praticamente invisibili… mi è stato difficile trovarlo. In genere dovresti aprire una nuova discussione menttendo il file nel primo post. In questo modo è più facile vederlo già dalla home page del progetto.

      Detto questo, veniamo al doc. ti dico che non mi fa impazzire. Manca una piccola ma significativa premessa. Poi l’enfasi sui tempi in ogni paragrafo mi arriva come una comunicazione in negativo: meglio schematizzare il dato alla fine del paragrafo rendendolo in numeri. Aiuta la lettura e non appensatisce il testo.

      Infine il modello di business: considerando tutti i passaggi di personalizzazione più la licenza, il comune si trova a dover sborsare una cifra importante da subito, senza essere sicuro dei risultati. Credo che questo approccio possa costituire una barriera commerciale.
      Credo che un approccio di tipo licenza annuale (basta prevedere un semplice controllo remoto periodico) possa abbassare il costo della soglia di ingresso ed essere più invitante.
      Se ci pensi, la licenza annuale, che eventualmente include anche l’assistenza e gli aggiornamenti del SW, nel tempo diventa più remunerativa perché credo che una volta avviato il sw difficilmente se ne farà a meno.

      Quando andrai sul mercato, potranno uscire dei concorrenti, quindi è molto importante riuscire a conquistare molti clienti dato che passare da un SW ad un altro è molto molto costoso per un comune (immagina solo il porting dei dati)

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      Marco
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      Ciao Nicola e grazie per il consiglio relativo agli allegati. In effetti ho sempre paura che passino un pò inosservati.

      Per quanto riguarda il documento “EstrattoPropostaCommerciale.doc”, questo è privo di una premessa in quanto si tratta di un estratto dal documento più esaustivo che abbiamo usato per dialogare con l’Ente.
      Concordo però con te sul fatto che i tempi dobbiamo riportarli sinteticamente alla fine in un piccolo GANTT e lo faremo.

      Ti convince il piano tipo delle attività per l’avviamento su un comune?

      Per quanto riguarda il costo di una licenza d’uso perpetua, In effetti penso tu abbia ragione. Già dalle prime esperienze ci siamo resi conto che il costo di licenza può costituire una barriera all’ingresso sul mercato.

      Per questo nel documento di progetto ver 1.9 abbiamo previsto anche dei canoni annuali (stabiliti anche segmentando il mercato).

      Mi daresti la tua opinione in proposito?

      Che ne pensi delle fasce individuate per la fornitura SaaS?

      e del costo previsto per le giornate uomo?

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      Nicola Salvi
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      Ciao Marco
      sono sicuro che la soluzione di un basso prezzo x il primo anno sia la migliore. L’impresa sta in piedi solo con un certo numero di clienti.

      Le tariffe non sono in grado di valutarle. Guarda i listini del CNIPA x farti una idea.

      La soluzione saas va mantenuta

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      Marco
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      Ok Nicola, ci siamo convinti anche noi.
      Grazie davvero per la determinazione con la quale ci stai indirizzando nella messa a punto dell’offerta commerciale.
      Speriamo di non aver bruciato le prime opportunità con un’offerta inadeguata!
      Grazie anche per il suggerimento CNIPA (non ci avevo pensato…e forse potremmo guardare anche CONSIP). A presto.

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      Nicola Salvi
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      Il CNIPA è il tuo punto di riferimento. Studiati tutti il sito. La consip si occupa di acquisti di beni x la PA

      Vogliamo vedere il tuo progetto in pista entro il 2010, dai che si può fare

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      Marco
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      Ok, grazie. Noi ce la metteremo tutta.

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      Marco
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      Come anticipato in precedenti post, pubblichiamo la ver 2.0 del documento progettuale che introduce significativi elementi di novità rispetto alla precedente versione (1.9) e in particolare:
      - passaggio da un modello di crowdsourcing flat ad uno piramidale più robusto
      - revisione del modello operativo
      - riclassificazione delle schede ottenuta abbandonando, in parte, la tassonomia proposta dal Dipartimento di Protezione Civile a favore di una tassonomia più vicina al cittadino (es. Luoghi di vita e di lavoro, Servizi di pubblica utilità, Risorse umane e strumentali, stabilimenti industriali pericolosi, ecc.)
      - revisione completa dell’interfaccia utente;
      - integrazione con Twitter finalizzata alla notifica delle emergenze ai cittadini;
      - proposta di un piano di avviamento per l’Ente in 4 passi.

      Ci piacerebbe molto avere le vostre impressioni, critiche, suggerimenti che già, in passato, hanno fatto crescere molto il progetto sul piano dei contenuti e delle possibilità di comunicazione.

      Intanto stiamo lavorando alla beta del prodotto che dovrebbe essere disponibile prima dell’estate.

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      Nicola Salvi
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      ciao marco

      ho iniziato a leggere il doc. per il momento mi sono fermato al summary che trovo ben fatto.

      Dubbio sul modello di business: hai 3 linee di ricavo. La prima che riguarda la licenza perpetua con canone d’uso la capisco e la condivido, è il modello più naturale per un servizio di questo tipo.
      La seconda linea prevede una licenza d’uso temporanea. Questa non la capisco: che senso ha per un comune raccogliere dati per un anno e poi cancellare tutto? E’ più ragionevole che questo modello si trasformi in un servizio di prova gratuito di 6 mesi, ma la piattaforma va usata per completare il quadro territoriale, altrimenti non serve a molto.
      La terza linea riguarda i servizi professionali: anche qui ho un dubbio perché trovo difficile che la maggior parte degli enti territoriali possa configurarsi un sistema da solo, quindi vendere questo servizio separatamente per il setup della piattaforma non ha molto senso. Credo sarebbe meglio includerlo nel canone normale insieme all’assistenza.
      Magari mi sfugge qualche aspetto tecnico.
      Il costo del setup iniziale non si capitalizza con un anno, quindi anche per questo motivo non ha senso la licenza annuale.

      Trovo che manca un modello scalare tipo quelli che vanno molto di moda: servizio basic, servizio premium. Se la piattaforma lo permettesse, con il servizio basic avresti una soglia psicologica di registrazione di un comune molto più bassa.
      L’altro aspetto da tenere in considerazione, è la differenziazione di listino in base alla dimensione territoriale. Se tu vendessi la licenza a tutti allo stesso prezzo, 10 comuni potrebbero fare una semplice associazione per comprare una licenza sola per tuttoil territorio di competenza dell’associazione stessa e tu perderesti la vendita secca di 9 licenze.
      D’altra parte, se il listino fosse basato sulla popolazione del territorio (su dati istat per es), non avresti un problema di questo tipo

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      Marco
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      Ciao Nicola.
      Condivido quasi tutte le tue osservazioni !
      Tuttavia la verità è semplicemente questa: sono un tecnico e la definizione del modello di business è la parte del progetto su cui ho i maggiori problemi … su cui ho enormi problemi.

      Ti sarei molto grato se tu potessi dare una occhiata ad una paginetta del documento progettuale in cui approfondisco il problema dei costi, distinguo tra Province/Comuni/Unioni di Comuni, identifico i costi ineliminabili di hosting della piattaforma (servizio ASP) ecc, segmento il mercato in base alla dimensione dei comuni, ecc.. Sempre tutto in una paginetta.

      Per me sarebbe molto importante poter avere una consulenza in questo senso dalla community e dal kublai staff.

      Come dici tu, in effetti, i servizi di setup hanno senso solo se associati ad una licenza perpetua.
      Ma quale è il costo giusto per una licenza perpetua? Non esistono sul mercato servizi simili. Come si fa il prezzo in questo caso?

      Se propongo solo licenze perpetue, come faccio a rigenerare il valore nel tempo ? Con l’assistenza? Il sistema è estremamente usabile e gli enti potrebbero non sottoscrivere il contratto di assistenza.
      Quanto cuberebbe l’assistenza rispetto al prezzo di una licenza perpetua?

      E’ interessantissima la tua idea di proporre un periodo di prova. Non ci avevo pensato.

      Tuttavia non riesco a trovare la quadratura del cerchio.
      D’altra parte, come ho scritto in altri post, ho avuto due importanti interessamenti istituzionali, ma credo di averli bruciati perchè ho un modello di business non abbastanza valido.

      Avrei bisogno davvero di una mano.

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      Nicola Salvi
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      allora marco, per definire correttamente il modello di business è necessario, tra l’altro, identificare le modalità di sviluppo e di utilizzo della piattaforma.
      Sviluppo perché trattandosi di una piattaforma applicativa ha la necessità di essere aggiornata, quindi mi chiedo come potresti aggiornarla se viene installata nei ced dei vari enti? Quando avrai 200 o 300 installazione, come farai a seguire la manutenzione di ogni piattaforma?
      In sintesi, l’idea dell’installazione in casa propria non mi convince.

      Utilizzo: a che serve la licenza? dato che non si tratta di un possibile uso in proprio del sw applicativo, la licenza non serve, basta il canone di utilizzo in modalità SaaS.

      Ricapitolando, il servizio viene venduto a canone annuale, con un solido livello di sla, un contratto blindato a garanzia del mantenimento dei dati e della privacy dei cittadini iscritti nonché dei dati del comune, alto livello di sicurezza, tutte quelle cose che se un comune dovesse garantire, gli costerebbero troppo.

      Ora la mia domanda è: quanto impegno comporta il setup di una piattaforma per un comune?
      Dato che si tratta di risorse umane che dovrebbero svolgere questo lavoro, il calcolo è presto fatto.
      Io credo che una parte vada fatta pagare, anche se minima perché è sempre una specie di soglia all’acquisto, mentre il resto viene ripagato dal canone d’uso.

      Il canone d’uso quanto deve costare? questo valore dipende dal costo che dovresti sostenere tu per mantenere in piedi il servizio. Il canone include i costi vivi (hosting), i costi occasionali (interventi di personalizzazione), i costi di sviluppo evolutivo, i costi non programmabili (sono un margine a copertura dei rischi). Al tutto va sommato il margine che l’aziende deve realizzare per tenere in piedi la struttura, l’ufficio, il marketing ecc… cioè per coprire tutti quei costi non direttamente imputabili al mantenimento della piattaforma per un comune più il ricavo finale per l’azienda.

      Come fare a modificare il canone nel tempo? va scritto nel contratto che possono esservi degli aggiornamenti al canone entro un determinato margine. In più, qualora lo ritenessi necessario, nell’eventualità di un aggiornamento importante della piattaforma che comporti diversi miglioramenti, potresti proporla come prodotto nuovo ad un canone superiore.

      La prospettiva di valutazione della copertura dei costi di cui sopra, deve essere lunga dai 5 ai 10 anni perché questo mi sembra l’orizzonte temporale entro il quale non dovrebbero esserci cambiamenti significativi nello scenario. Cambimenti relativi ad una nuova legge per es..
      Quindi prendi tutti i costi nel periodo di 5 anni, aggiungi il margine di guadagno per l’azienda, distribuisci questi costi regolarmente su 5 anni e dovresti ottenere il canone per singolo comune.

      Dopodiché hai le economie di scala, cioè quelle variabili proporzionali alla crescita delle tue attività, che generano dei risparmi: ad esempio il servizio di hosting comprato per 10 clienti ti costa un tot a clienti, se lo compri per 100 clienti, potrebbe costarti un tot meno il 15%.
      così per gli altri costi.

      Fatta una stima della scalabilità dei costi, ottieni una diminuzione del canone per comune in percentuale che ti permette di abbassare il canone stesso.
      Come fai la stima della scalabilità dei costi? Devi stimare quanti comuni riesci a contrattualizzare nel tempo, che nel tuo caso è di circa 5 anni.

      capisco la tua difficoltà ad affrontare tutti questi argomenti, ma la tua è una impresa complessa che richiede delle competenze specifiche che in parte devi avere anche tu, altrimenti come fai ad amministrarla?

      vadi di excel e manuali di contabilità e finanza :)

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      Marco
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      Grazie Nicola.
      Mi hai dato moltissimi input….. sui quali devo ragionarci un pò in quanto sono veramente a digiuno di questi argomenti.
      Provo a mettere su carta qualcosa e poi magari, se hai tempo, la discutiamo. Per me è chiaramente molto importante.
      Se ti capitasse per le mani un esempio pratico, relativo a servizio simile a ProCivibus, ti sarei molto grato se potessi fornirmelo.
      Ti sarei anche molto grato se potessi segnalarmi qualche testo sintetico di riferimento.
      Grazie ancora.

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      Marco
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      Ciao Nicola,
      la notte porta consiglio :). Scherzo, ma ho riflettuto molto sulle tue osservazioni.
      Mi rendo conto che ragionare dei costi da sostenere su un orizzonte temporale di 5 anni sarebbe l’ideale. Ragionare anche sulla scalabilità dei costi al crescere del numero dei clienti sarebbe altrettanto importante.
      Tuttavia, sinceramente, mi sembra prematuro. Ora ho il problema di trovare il cliente zero che mi aiuti a validare il servizio ed a migliorarlo.

      Per questo, di seguito provo ad aggiungere elementi utili a mettere a punto la prima proposta commerciale.

      Più volte mi è stato suggerito su Kublai di proporre ProCivibus in modalità SaaS.
      Tuttavia, e di questo sono sicuro, proporlo agli Enti esclusivamente in modalità SaaS non è possibile.
      Ho già realizzato il Sistema Informativo Territoriale per la Protezione Civile di una Provincia.
      In quella occasione, il Committente mi fece presente che per lui era inaccettabile non avere il sistema informativo nel suo CED.
      Pertanto è necessario consentire agli Enti la doppia soluzione: installare ProCivibus nel proprio CED o fruirne da remoto.

      Continuo a ragionare. Nel caso che io debba fornire ProCivibus in modalità SaaS, non intendo fornire SLA particolari (del tipo uptime 99,99%) in quanto ProCivibus non è un sistema real-time per la sala operativa della Protezione Civile, e non vuole esserlo, ma è uno strumento di supporto alla redazione dei piani di emergenza. Inoltre ProCivibus non gestisce dati sensibili. Se dovessi garantire SLA elevati dovrei sottoscrivere una assicurazione e trovare un accordo con un partner importante che abbia strutture per garantire il disaster recovery, assistenza 24/7/365, ecc.

      Ritengo inoltre di non poter giustificare una differenziazione di prezzo in base alla popolazione del comune (servizio basic/premium/ecc.). Il prodotto è lo stesso per tutti i comuni sotto i 50.000 abitanti ed anche l’infrastruttura hardware necessaria alla erogazione del servizio.
      Ha senso solo differenziare in base al livello dell’Ente (comunale o sovracomunale), in quanto le macro-funzioni di supporto da offrire a livello comunale sono 9, mentre quelle a livello sovracomunale sono 14. Per questo riterrei abbia senso solo distinguere il prezzo di licenza tra Comune e Provincia. La Provincia, peraltro, può essere equiparata alle Unioni di Comuni ed ai Comuni con popolazione maggiore di 50.000 abitanti (e ciò garantisce di non perdere fatturato su comuni che dovessero decidere di aggregarsi).

      Infine, il costo dei servizi di startup, ineliminabile, è quello imputabile ad
      - 2 giorni di attività di Project Management
      - 1/2 giornate di personalizzazione e parametrizzazione (personalizzazione layout, creazione di utenti e gruppi, ecc.)
      - 1 giornata di formazione
      - 1 giornata di installazione (nel caso di installazione presso CED dell’Ente).

      ***** RICAPITOLANDO *****
      Ricapitolando, come hai scritto tu nei precedenti post, la licenza perpetua con canone di assistenza è il modello più naturale per un servizio come ProCivibus. Alla vendita della licenza deve essere aggiunto il costo dei servizi di start-up ineliminabile (es. se devo andare da Lecce Trento ad installare presso il CED dell’Ente devo necessariamente coprire questi costi).

      La licenza annuale, a mio avviso, continua ad avere senso, perchè consente di abbassare la soglia di ingresso dell’Ente (data dalla somma di licenza d’uso + servizi di startup) e di abbassare il costo di uscita nel caso il progetto non dovesse dare all’Ente i risultati attesi.

      Tuttavia, ritengo estremante utile, come suggerisci tu, proporre una periodo di prova gratuita di 6 mesi. Questo potrebbe davvero essere importante per l’Ente, soprattutto da un punto di vista psicologico. Proporre una trial version (a tempo) in modalità SaaS potrebbe effettivamente essere una chiave di successo.

      Un’altra proposta che potrei avanzare all’Ente è quella di abbattere il costo della licenza perpetua a fronte della sottoscrizione di un canone di assistenza per 3/5 anni).

      Spero di aver aggiunto elementi per continuare il confronto e ti ringrazio ancora per l’attenzione che mi dedichi.
      **************************

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Iniziano ad esserci parecchie questioni sul piatto.

      Però non sono d’accordo quando dici che è prematuro fare una valutazione a 5 anni, stiamo parlando di un business plan, quindi uno strumento che ti permetterebbe di verificare se tutto il sistema sta in piedi oppure no, se è sostenibile economicamente oppure no.

      Altrimenti come fai a stabilire un prezzo di licenza?

      tornando alla licenza, un servizio come il tuo non è esattamente come un SW stand alone che tengo nel cd e lo reinstallo quando formatto il computer, per cui il discorso della licenza non lo capisco molto.
      Se, al di là del costo di setup, non ci sono costi particolari da sostenere, io semplificherei l’accesso con il canone annuale nelle sue diverse fasce e servizi abbinati.
      es:

      - 5 servizi, 1000e (basic)
      - 9 servizi, 2000e (full)
      - 14 servizi, 2500e (full premium)

      assistenza
      - entro 24h, 1000e
      - entro 4 ore, 3000e
      ecc…

      hosting (anche con un partner con cui fai un accordo e che magari sta nella RUPA)
      - base, 500
      - premium, 1500

      ecc…

      però per valutare i costi di questi servizi, che sono essenziali anche per stabilire una corretta comunicazione commerciale, devi fare un po’ di tabelle e valutazioni :)

    • Autore
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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Nicola, sono daccordo.
      Allora, provo a riassumere quanto mi suggerisci (prima di recepirlo nel documento progettuale):
      - via la licenza perpetua
      - le linee di ricavo diventano 2:
      a) canoni annuali (di utilizzo e di assistenza);
      b) servizi di setup (costo una tantum per l’Ente).

      Il canone di utilizzo annuale viene strutturato su 2 fasce (sia che l’Ente installi nel proprio CED sia che fruisca da remoto del servizio)
      - Basic per i comuni sotto i 50.000 abitanti
      - Full per Province, Unioni di Comuni, Comuni sopra i 50.000 abitatni

      Stesso di scorso per il canone di assistenza.

      Se l’ente decide di non installare ProCivibus presso il proprio CED allora dovrà farsi carico di un canone di hosting, anch’esso strutturato su due fasce.

      I prezzi dei canoni sono da definirsi opportunamente in base ad una analisi da effettuarsi su un orizzonte di 5 anni, ma comunque vanno necessariamente tenuti molto bassi (come mi hai suggerito in un vecchio post).

      Poi si può proporre un free trial semestrale e sconti per sottoscrizioni di canoni pluriennali.

      Che ne pensi? ti convince?

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Direi che ci siamo. Mi sembra che in questo modo sia anche facile da comunicare.

      installazione + canone e sei operativo.
      Le personalizzazioni fanno parte dell’assistenza e si pagano a parte con valutazioni di volta in volta. Costituiscono la linea di ricavo 3 dal tuo punto di vista.

      Si il canone deve essere basso ma deve anche permetterti la sostenibilità dell’iniziativa.

      Detto questo, considera cmq che la soglia di ingresso deve essere bassa in modo da agevolare l’uso del SW e che, se la piattaforma funziona bene e salvo casi eccezionali, difficilmente un comune interromperà il servizio.

    • Autore
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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Effettivamente così (servizio turn key con installazione + canone) è molto più facile ed efficace da comunicare.
      Nicola, ti ringrazio davvero moltissimo.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Condivido le osservazioni di Nicola postate qui sulla modulazione dei serivizi, free che permetterebbe di avere una base dati più ampia e una massa critica maggiore e dei servizi premium a valore aggiunto.

      Ti consiglio di provare a sentire Andrea Costa (partner del progetto FooTour) , che con la loro società di software, lavorano con Enti della PA nel campo del servizi della mobilità sostenibile.
      La tipologia di target PA tra i servizi da voi offerti è piuttosto sovrapponibile, poichè alcuni dei servizi progettati e rilasciati in prova o con licenza, tipo il TPL (autobus a chiamata) o bike sharing, sono rilasciati a comuni piccoli che abbiano esigenze di offrire servizi ottimizzando le risorse, in comunità montane o comunque interessate potenzialmente anche ai servizi di ProCivibus.
      La butto li….si potrebbe individuare una sorta di mappatura di Enti a cui proporre entrambi i servizi coniugati, in particolare in quei comuni montani o con un indice di rischio piuttosto elevato di frane o smottamenti idrogeologici e con forte divide sia digitale che sui trasporti pubblici.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Quello che dice walter ha senso. Lo sforzo commerciale per raggiungere gli enti è notevole. Marco, cerca di considerare nel conto economico il costo di contrattualizzazione che include i costi commerciali, i costi di contatto, il materiale di comunicazione ecc… Non è una voce di costo da sottovalutare.

      Quindi unire le forze per allargare la propria forza commerciale può essere utile. L’unico dubbio che ho, Walter, è in merito alla capacità di presentare due o più servizi diversi. Sui piccoli comuni forse l’interlocutore è lo stesso, mentre su quelli più grandi può essere diverso.

      In questi casi lo strumento telefonico + follow up via email, potrebbe funzionare bene tenendo sotto controllo i costi.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Ciao Walter … ho notato che “ci facciamo compagnia la notte”. Mi pare
      che qualche notte fa tu fossi online intorno alle quattro :) .
      A parte questo, sinceramente, trovo veramente importante questa tua
      propensione a fare rete tra i kublaiani.
      Io già ne ho tratto beneficio. Ad esempio David Osimo, che mi hai
      segnalato tu, mi ha dato spunti interessantissimi. Spesso i profili dei
      kublaiani non sono abbastanza completi ed impediscono di individuare
      potenziali partner. Quindi ritengo davvero importantissima questa tua
      attività volta a creare i link.

      Fatta questa premessa,cercherò quanto prima di stabilire il link con Andrea.

      Purtroppo però io non posso offrire forza commerciale…perchè non ne ho.
      La strategia che sto seguendo è proprio volta ad esternalizzare la
      funzione commerciale, riconoscendo a chi la esercita il giusto fee.

      Proprio ieri ho incontrato una società che offre servizi di consulenza nel
      settore economico-sociale a supporto della pianificazione territoriale.
      Sto cercando proprio di formalizzare un accordo commerciale con questa
      società che è interessata a ProCivibus. Cercherò di proseguire su questa
      strada individuando altri partner di questo tipo. Per questo, se tu hai da
      segnalarmi altri possibili soggetti potenzialmente interessati che operano
      su kublai te ne sarei davvero molto grato.

      Intanto ringrazio molto te ed anche Nicola che mi sta dando una grossa
      mano per la messa a punto della strategia di marketing che vedo condividi
      anche tu.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Ciao Nicola.
      Già nei tuoi primi commenti al progetto, mi avevi segnalato il fatto che i
      costi commerciali e di contrattualizzazione cubano parecchio. Per questo,
      la strategia che sto seguendo è volta a esternalizzare questi costi.

      Come ho scritto in un precedente post in risposta a walter, proprio ieri
      ho incontrato una società che offre servizi di consulenza nel settore
      economico-sociale a supporto della pianificazione territoriale.

      L’idea è di cercare di formalizzare un accordo commerciale con questa
      società in cui io prenderei (in maggior parte) i proventi derivanti da
      canoni, setup, assistenza e personalizzazioni ed il partner prenderebbe un
      fee su questi proventi oltre a vendere servizi a valore aggiunto (es.
      popolamento dati, supporto alla redazione dei piani di emergenza, ecc.).

      Anche io vedo un pò difficile una azione di marketing volta a vendere più
      servizi insieme. Tuttavia vedo bene una società, come quella che ho
      incontrato ieri, che tenta di costruire un portafoglio di servizi da
      proporre all’Ente, lasciando a quest’ultimo la possibilità di selezionare
      quello di cui ha maggior necessità.

      Ti ringrazio ancora per l’attenzione e per il supporto.

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    • Avatar di Angelita
      Angelita Levato
      Partecipante

      Ciao Marco,
      finalmente arrivo anch’io sul tuo progetto. Ad ogni modo osservo, con immenso piacere, che sei ben seguito e sostenuto. Ho letto attentamente, il tuo nuovo documento e devo ammettere che ho avuto serie difficoltà, viste le mie carenze informatiche. Sono arrivata, però, a leggerlo tutto, e la conclusione è, che la realizzazione di un moderno sistema di protezione civile si esplica attraverso la gestione informatizzata delle funzioni di previsione, prevenzione e gestione dell’emergenza. Pertanto gli Enti devono essere in grado di creare ed aggiornare in situazione ordinaria le banche dati di protezione civile e di utilizzare le stesse per una rapida ed efficace organizzazione dell’emergenza. Un servizio come il tuo è, quindi, fondamentale, qualsiasi sia la tipologia di area geografica di riferimento e qualsiasi sia la tipologia di ente richiedente. Leggendo il progetto ho immaginato un Wikipedia sulla sicurezza dei cittadini e sui temi fondamentali della protezione civile, una enciclopedia aperta e collaborativa informativa ed a contempo formativa. I complimenti sono del tutto superflui.
      Mi scuso per quanto segue ma le richieste nascono spontanee:
      Sotto il profilo informatico strutturale, non potendoti dare supporto mi limito a dirti che i passaggi (secondo la mia umile visione) hanno una loro logica. Leggendo mi sono immaginata l’accesso al sito (anche i suoi colori) ed era come se stessi, anch’io, navigando sul tuo portale cliccando i vari link e… secondo me funziona.
      Le tre figure portanti del sistema sono UTENTE, UTENTE ACCREDITATO e ENTE TECNICO pertanto mi chiedo:
      1) L’utente come viene a conoscenza di pro civibus?
      2) Gli Utenti Accreditati che esercitano una funzione di controllo, chi sono e come sono organizzati per sostenere le richieste dell’utente?
      3) Ad oggi quanti Enti Tecnici sono presenti in pro civibus?
      4) Ho visto che hai evidenziato i punti di forza sia per gli Enti che per i singoli cittadini. Non vedo, sul tuo progetto una analisi sui punti di debolezza.
      5) Perché ricerchi una figura professionale esperta nella selezione ed accesso a fonti di finanziamento?
      6) In più hai pensato di inserire un elenco di Business Partner?
      Piuttosto che andare avanti (sulla parte economica, su cui avrei altri chiarimenti da porti) voglio capire se ho compreso lo spirito e la mission del tuo progetto. Per me è importante perché il tuo progetto mi stimola e mi incoraggia nel comprendere ed approfondire temi nuovi ed importanti.
      A presto
      Angelita

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      Marco
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      Cara Angelita,
      intanto ti ringrazio moltissimo per aver letto tutto il documento e con tanta attenzione.
      La tua sintesi è talmente lucida che…chiarisce le idee anche a me.

      Provo qui di seguito a rispondere, nell’ordine, alle tue domande legittime ed interessanti.

      R1) L’attività di promozione del sistema presso i cittadini è a carico dell’Ente che adotta ProCivibus (es. in un piccolo comune il Sindaco, primo responsabile del servizio di Protezione Civile, potrebbe inviare una
      lettera informativa ad ogni famiglia, organizzare un incontro con le associazioni di volontariato, organizzare un incontro pubblico con i cittadini, avendone da tutto questo anche un importante ritorno in immagine). Tipicamente gli Enti fanno questa attività di promozione anche per iniziative con un bacino di utenza più contenuto (es. progetti in tema di affido ed adozione di minori)

      R2) Gli utenti cosiddetti “Accreditati” sono persone che già operano in uno dei bracci operativi della Protezione Civile. Tali bracci operativi sono stati individuati dalla legge 225/92 e sono le organizzazioni di volontariato, i VV.FF, le forze armate, le forze di polizia, il corpo forestale dello Stato, i Servizi Tecnici Nazionali, la Croce Rossa, i gruppi di ricerca.
      Naturalmente, in prima istanza, ProCivibus dovrebbe vedere la partecipazione delle Organizzazioni di Volontariato che oggi sono indubbiamente le principali risorse del sistema nazionale di Protezione Civile e sono estremamente attive. Coinvolgerle in ProCivibus dovrebbe essere abbastanza agevole per l’Ente.

      R3) Non esistono ENTI TECNICI in ProCivibus ma TECNICI ENTE. Infatti, le tre figure portanti del sistema sono l’UTENTE (generico cittadino), l’UTENTE ACCREDITATO (es. membro di un’associazione di volontariato) e il TECNICO ENTE (e non ENTE TECNICO). Il TECNICO ENTE è essenzialmente un dipendente dell’Ente che è impiegato nel settore Protezione Civile dell’Ente stesso.

      R4) Effettivamente manca una analisi SWOT che mi riprometto di fare nel prossimo aggiornamento del documento progettuale: indubbiamente è giusto analizzare ed evidenziare i punti di debolezza del progetto

      R5) Ricerco una figura professionale esperta nella selezione ed accesso a fonti di finanziamento perchè credo che, se riuscissi ad individuare fondi extra-bilancio a cui gli Enti possano attingere per spesarsi l’attivazione
      di ProCivibus, la strada del progetto sarebbe in discesa. Ho avuto alcune manifestazioni di interesse da parte di Enti che però, come sai, non navigano nell’oro. Inoltre, mi sembra d’aver capito che gli Enti possano attingere a risorse speciali per scopi di Protezione Civile, ma ancora non ho le idee chiare su questo.

      R6) Nicola, dai miei primi giorni su Kublai, mi ha messo di fronte al fatto che i costi di commercializzazione di prodotti e servizi agli Enti Locali cubano tanto (forse più di tutti gli altri costi). L’ideale sarebbe
      “scaricarli” su una rete di business partner. Per ora ho incontrato solo una piccolissima società di consulenza interessata a vendere ProCivibus, per mio conto, e servizi di accompagnamento, per suo conto (es. supporto
      alla redazione dei Piani di Emergenza, ecc.).

      Ti ringrazio molto per tutte le tue osservazioni, per il tempo che dedichi a ProCivibus e mi auguro di poter contare anche in futuro sul tuo supporto e su un confronto così costruttivo.
      A presto, marco

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    • Ciao Marco, mi scuso per le modalità non proprio ortodosse con cui mi sono aggiunto al progetto…
      ammetto ceh ho qualche difficoltà ad utilizzare Kublai ma imparerò (ad esempio mi è appena sparito il messaggio che stavo scrivendo)

      Non riesco a trovare il documento di progetto per il momento ma leggendo le discussioni mi vengono in mente un paio di cose.

      - nella mia esperienza i comuni sono scettici nell’utilizzo del saas perchè vogliono mantenere il controllo e la responsabilità delle banche dati: hai pensato a dividere l’interfaccia e il db utenti (sul server) dal db degli oggetti ( che potrebbe restare nel CED dell’ente accessibile tramite porta di dominio)? Questo lascierebbe aperta la porta a servizi di integrazione del db esistente del piano di protezione civile con il db di procivibus e con i db degli altri gestionali (pratiche edilizie, anagrafe…)

      - In veneto sono molti i comuni che hanno realizzato il piano, si può lavorare sull’aggiornamento. La regione ha creato uno standard per l’interscambio di dati fra diversi soggetti :
      http://www.regione.veneto.it/Ambiente+e+Territorio/Protezione+Civile/Pianificazione.htm
      al quale tutti i comuni si stanno adeguando.

      - lasciando al singolo comune il compito di coinvolgere i citttadini nel servizio rischi che al primo cambio di giunta non lo usa più nessuno. Considerato che il sistema funziona se c’è una massa critica di partecipanti suggerirei un piccolo sconto per il comune al superamento di un certo numero di utenti attivi (percentuale di cittadini residenti). Considera infatti che più gente lo usa, più da frutti, più se ne parla.

      L’azienda in cui lavori vende servizi di vario tipo ai comuni, ma di questi tempi non sono in grado di proporre ai “capi” di diventare partner, speriamo più avanti.

      A presto

      Amedeo

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      Marco
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      Caro Amedeo, intanto complimenti. In un solo post hai messo a fuoco tutte le questioni centrali del progetto.
      Provo a risponderti puntualmente. Naturalmente, le mie risposte potranno esserti più chiare dopo che avrai dato una occhiata al blog (o alla sintesi progettuale non appena la pubblicherò).

      1) Saas/non saas.
      ——————————-
      Abbiamo discusso molto su kublai di questo. Ti dico subito che alla fine mi sono risolto: saas “non profit”.
      La tua osservazione è corretta: l’Ente vuole i dati dentro.
      a) Per l’Ente questo significa maggiori costi e presuppone una struttura organizzativa interna importante in grado di gestire questi dati.
      b) Per me questo significa mettere in piedi una struttura commerciale e tecnica per il supporto clienti estremamente costosa per uno startupper.
      Quindi l’idea è la seguente: gli Enti potranno consultare tutti i dati gratuitamente e pagheranno un piccolo abbonamento per avere i seguenti servizi:
      Gli Enti che sottoscriveranno un abbonamento a ProCivibus potranno:
      - generare report parametrizzabili, di riepilogo e di dettaglio, i quali potranno essere direttamente inseriti nei programmi di previsione e prevenzione e nei piani di emergenza;
      - esportare i dati di sistema in formato standard, machine readable (esempio: formato .csv), per importarli successivamente nei propri sistemi informativi territoriali;
      - integrare dinamicamente i dati e le mappe di ProCivibus nei propri sistemi informativi attraverso meccanismi standard di cooperazione applicativa (Web Services – WMS,WFS).

      2) Linee guida e standard di interscambio dati
      ——————————————————————-
      La progettazione di ProCivibus è stata effettuata ispirandosi direttamente alle linee guida date dal DPC (Metodo Augustus e Sistema di Raccolta Dati del DPC/SSN/Provincia di Modena) a cui si ispirano comunque tutte le linee guida localizzate a livello Regionale/Provinciale/Comunale. Per quanto riguarda l’interscambio, come ho spiegato al punto precedente, ProCivibus consentirà estrazioni batch in formati standard (es: .csv) e la cooperazione applicativa via web-services standard (WMS/WFS). Su questi dati, la cui frequenza di aggiornamento non è altissima (es. un ospedale viene inserito una volta e basta), l’Ente potrà fare tutte le elaborazioni per l’adeguamente ad eventuali specifiche di livello locale.

      3) Promozione del sistema e politica di sconti
      ————————————————–
      Anche di questo abbiamo molto discusso su kublai.

      a) Promozione
      La promozione del sistema, che inizialmente si era pensato di affidare ai comuni, sarà nel seguito affidata “anche” ai comuni. Molto lavoro in questo senso sarà però effettuato dal gruppo promotore di progetto attraverso blog e social network (pare che 19 milioni di Italiani hanno un account su facebook).
      Inoltre, anche parlando molto con gli Enti, mi sono reso conto che nel contesto della Protezione Civile, a differenza di altri contesti, esiste un soggetto estremamente pro-attivo che è il Volontariato (che peraltro mi sembra di capire che tu conosci bene) che, per vocazione, potrebbe alimentare ProCivibus (a questo proposito ti invito a leggere l’ultimo post sul blog di progetto .

      b) Sconti
      Credo che non sarà necessaria una politica di sconti in quanto tutti potranno vedere tutto e l’abbonamento annuale da sottoscrivere per l’estrazione dati e per fruire dei servizi di cooperazione applicativa cuberà qualche centinaio di euro. Tieni conto che l’ente potrà disporre sul sistema di un numero qualsiati di account “speciali” attraverso i quali potrà approvare/stabilizzare le informazioni che avranno attraversato il processo di validazione della community. Quindi, sottoscrivendo l’abbonamento, l’Ente disporrà, a tutti gli effetti di un SIT per la Protezione Civile.

      Nei prossimi post continuo a chiarire gli aspetti che mi sembrano più rilevanti per il tuo contesto operativo.

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Amedeo, riporto di seguito il messaggio che, nel post precedente segnali di aver perduto, ma che il ning mi ha spedito comunque in posta. Credo che questo messaggio riporti elementi importanti per lo sviluppo di questa discussione.

      ——————————-

      “Buongiorno a tutti, mi sono aggiunto anch’io al progetto su consiglio di Nicola.
      Ho giusto per le mani la richiesta di un Comune Vicentino, dove abbiamo appena realizzato il rilievo fotografico di tutti gli edifici, dove ho intenzione di integrare il piano di protezione civile con i dati di Anagrafe, Tributi Pratiche edilizie.
      Il che consentirebbe alla squadra di intervento di sapere con un click sulla mappa:
      - la lista dei residenti degli edifici coinvolti
      - la lista dei proprietari delle aree interessate
      - anno di costruzione e nome del progettista
      - recapito della direzione lavori per i cantieri aperti

      Sarebbe interessante aprire il sistema i cittadini permettendo a ciascun proprietario/inquilino di inserire:
      - ulteriori foto dell’edificio
      - informazioni utili in caso di soccorso (disposizione delle camere, impianti e apparecchaiture, recapiti per ottenere le chiavi)

      Putroppo ho avuto poco tempo per leggere il forum e i commenti e soprattutto non riesco a trovare il documento di progetto.

      Forse sbaglio qualcosa nell’utilizzo di Kublai, sono nuovo…. se qualcuno mi da’ qualche suggerimento..”

    • Autore
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    • Avatar di Marco
      Marco
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      @Amedeo
      Posso dirti subito che l’archivio degli edifici è solo uno dei numerosi archivi gestiti da PC. Come vedrai nel draft progettuale, il sistema contiene archivi relativi a scuole, alberghi, musei , ospedali, farmacie,ecc.ecc.ecc..
      Gli archivi gestiti sono stati selezionati tra quelli individuati dal DPC come fondamentali per la pianificazione di emergenza.
      Con riferimento agli edifici, ti dico subito che il collegamento “stretto” che interessa a te non è possibile in quanto è stato rimosso ogni riferimento preciso all’immobile, quale ad esempio l’identificativo catastale. Questa è stata una scelta progettuale molto chiara e decisa. Abbiamo ritenuto che chiedere questi dati sarebbe stato un elemento bloccante per l’avvio del progetto. Pensiamo che i cittadini non debbano percepire PC come uno strumento di controllo (tributario ad es.). Per lo stesso motivo non è previsto l’inserimento del nome del progettista, della ditta che ha fatto i lavori, ecc.. Per capirci il sistema consente, ad esempio, di indicare che in una determinata via, di un dato comune, è presente ad il condominio “La Pineta”, che questo ospita 60 famiglie, che la struttura non è antisismica, ecc., ecc..
      Comunque, credo al più domani, ti renderò disponibile il draft di progetto, una brochure divulgativa, alcuni screenshot. marco

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Come anticipato ieri, ho appena pubblicato la bozza del nuovo documento, che attualmente è in lavorazione, ed alcuni screenshot del prototipo.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      ciao Marco
      ho letto la versione 3.0 di cui immagino debbano essere implementate altre parti. Tutto mi sembra basato sull’impianto iniziale e con il suo sviluppo per venire incontro alle esigenze degli enti che avete contattato.
      Non ho capito però la scelta della natura non profit dell’organizzazione.
      al di là dei ragionamenti puramente amministrativi o normativi, mi pare che questa sia una attività in tutto e per tutto profit.

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Nicola. Innanzitutto ti ringrazio per aver letto il nuovo draft (che completeremo quanto prima). Come avrai visto, abbiamo scelto un modello operativo, per intenderci, alla “pazienti.org” (un unico portale di servizi). Per quanto riguarda il discorso non profit, nei nostri ultimi ragionamenti, ci è apparso del tutto naturale essendo ProCivibus un progetto senza dubbio di utilità sociale nel quale sarebbe opportuno reinvestire gli eventuali utili. In questo momento stiamo pensando ad una forma del tipo APS, ma su questo stiamo ancora ragionando. Naturalmente, ci interessa qualsiasi ulteriore riflessione sull’argomento.

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    • Avatar di Marco
      Marco
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      Ciao Amedeo, a valle del tuo primo interessamento, dopo aver pubblicato il nuovo draft+screenshoot, mi avrebbe fatto piacere avere una tuo opinione sul progetto. Come avrai visto, questa è una piattaforma nella quale, fondamentalmente, ci confrontiamo sulle idee per farle crescere e migliorarle. Considerata la tua esperienza sul campo, spero di poter avere un tuo parere qualificato. Ciao.marco

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ciao Marco,
      eventualmente aprirei una discussione a parte sul tema profit o non profit. In ogni caso, vede PC profit perché è un servizio direttamente collegato ad un adempimento obbligatorio dei comuni prima che un servizio di utilità sociale.
      Tra l’altro il servizio di utilità è di tipo indiretto: non mi pare che sia così evidente il beneficio diretto per una persona o per un gruppo di persone dato che il vantaggio vero viene fuori dall’aggregazione dei dati che solo un ente competente può fare.

      La forma distributiva sul modello del portale mi trova d’accordo.

      sono altrettanto sicuro che dietro questa iniziativa ci siano tanti altri servizi da sviluppare per il territorio, per gli enti locali ma anche per le imprese che operano in quei territori.

      tra l’altro, visto che c’è un modello di business molto preciso, una natura commerciale spiccata, la forma di non profit potrebbe non essere fiscalmente accettata. Devi infatti dimostrare la prevalenza del vantaggio sociale sull’attività commerciale.

      Per non parlare degli aspetti organizzativi, certamente più difficili da gestire senza una struttura societaria.

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      Marco
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      Guarda Nicola, capisco le tue perplessità. Ma, qualora scegliessimo di avviare una APS non sarebbe solo per promuovere ProCivibus, ma una serie di iniziative che abbiamo in cantiere. PC sarebbe solo una attività laterale considerando che, dal terreno sondato in questi mesi, non ci aspettiamo una fila di Enti che vogliano aderire. Condivido con te comunque che il discorso profit/non profit meriterebbe una discussione a se…ed anche qualcosa in più. Tieni conto che io, lavorando da anni in un contesto industriale, non avevo mai pensato al mondo non profit. Ho cominciato a pensarci al Kublai Camp dopo aver ascoltato “CC un anno dopo”. Certo credo sarebbe utile a tutti i kublaiani un approfondimento sul tema. Quando “fare” profit e quando non profit? E’ meglio una APS o una cooperativa? quali sono i costi? Penso che per i creativi sia importante avere delle risposte a queste domande. Anche se poi, in fondo in fondo, come scrive pazienti qui “il problema non è profit o non profit, ma operare in modo etico”

    • Autore
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    • Provo a dire la mia dopo aver letto il draft 3.0 un paio di volte anche se in velocità
      Il passaggio al non-profit è positivo perché sposta il target dai comuni alle associazioni di protezione civile: i volontari sono sicuramente più attivi e propositivi nella diffusione del progetto e nella partecipazione.
      Per contro il rischio è che l’iniziativa non si autofinanzi…

      L’onere di costituire un’associazione a mio parere dovrebbe passare ai comuni, ovvero dovrebbero essere i comuni ad associarsi per costituire il soggetto che mantiene il sistema. I comuni associati possono scaricare i dati e integrarli nel loro sistema. Al posto dell’abbonamento la quota associativa (che è cospicua per associazioni del genere, vedi associazione città del vino, associazione città murate ecc.) l’associazione poi si rivolgerà ad un soggetto profit per avere il servizio (cooperativa, Marco Palazzo & C Ltd?)

      Questo movimento potrebbe forse evitare i passaggi di promozione commerciale presso i comuni, il percorso lo vedo un po’ così:

      1. coinvolgimento dei volontari (creazione utenti e utenti accreditati)
      2. inizio costituzione della banca dati
      3. pressione sugli amministratori per associarsi e mantenere l’associazione (da parte dei cittadini/volontari PC)
      4. aggiornamento della banca dati con le informazioni comunali (utente tecnico)
      5. creazione/aggiornamento del piano di protezione civile
      6. pubblicazione del piano e coinvolgimento di altri volontari (ritorno di immagine per il politico)

      Questo potrebbe essere un circolo virtuoso perché i punti 1 e 2 sono a costo zero per l’ente (comune, provincia, comunità montana) mentre sui punti 4 e 5 si dovrebbe generare un risparmio quantificabile. L’intero percorso può stare nei termini di una legislatura e generare visibilità elettorale (ahimé punto dolente per i comuni).

      Però sono d’accordo con Nicola nel senso che l’erogazione del servizio web è attività professionale, non di volontariato, l’APS può raccogliere chi promuove il progetto o fa data-entry, ma è bene che le attività di costituzione del portale, mantenimento, interfacciamento con i SIT comunali venga adeguatamente fatturata.
      Se l’associazione ad esempio copre le spese di collegamente con l’anagrafe per tutti i comuni, hai una economia di scala e il comune ci guadagna. Eventuali attività di sviluppo personalizzato verranno coperte dai comuni ma messe a riuso per tutti gli altri associati.

      Io ho l’impressione che in alcuni comuni hanno tirato delle fregature pazzesche: sono arrivate delle società che hanno fatto fare un bando per il PCPC, l’hanno vinto e in buona sostanza hanno rivenduto al comune i dati che già possedeva con in più la licenza del software proprietario per leggerli.

      Il rischio è che lavorando solo in regime di APS e non profit, lo stesso comune spende il doppio dell’abbonamento per la licenza di un software che non gli serve ma è più colorato dell’interfaccia web.

      Ciao a tutti e buone ferie per chi le fa (io parto sabato, vengo in salento…)

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ieri sera pensavo a ProCivibus e alla gestione dei territori complessi, alle lettere dei cittadini sui giornali, alle tante reti di controllo del territorio che vengono duplicate: strade, illuminazione, cartellonistica, fogne, verde pubblico, illuminazione, licenze commerciali, ecc…
      tante reti gestite da soggetti diversi che duplicano tutti gli sforzi per controllare il territorio, ognuno il suo pezzetto.

      Non è assurdo? Un’unica mappatura del territorio con livelli di sicurezza e gestione differenziata, ma che permetta una interfaccia verso internet in cui i cittadini possano inserire dati…

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    • Non è assurdo, ma costoso sì… purtroppo ogni soggetto legge la realtà a modo suo e la mappa diversamente. Chidere un’ unica mappatura significa volere una mappa con tutti i dettagli, l’informazione nasce dal confronto delle mappe altrui.
      Mi viene in mente una citazione del mio prof di sociologia che mi ha accompgnato ogni volta che mi occupavo di SIT: http://140.105.112.7/AeD/capitolo_3.htm

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Concordo con Amedeo sul fatto che ogni soggetto legge la realtà a suo modo… ma concordo anche con Nicola sul fatto che molti sforzi vengono duplicati e molti SIT non si parlano tra loro…d’altra parte questo vale in generale e non solo per i sistemi informativi geografici….ecco perchè Tim Berners-Lee nel suo ultimo talk al TED (grazie ad un bel tweet di Amedeo) invitava a pubblicare i dati senza “adulterarli”….invitava a pubblicare i dati raw, così come sono. Ciò permetterebbe di evitare di duplicare gli sforzi e di effettuare analisi più efficaci

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