Recupero edilizio+Social Housing

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  • Iniziato da Stefano de Sanctis Avatar di Stefano

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    • come ho già scritto nella descrizione del progetto, l’idea fondamentale è di unire il recupero del patrimonio edilizio esistente a teramo e provincia con il social housing.

      Da quando mi è venuto in mente sino ad ora i passi compiuti si possono riassumere in:

      1)redazione di un questionario, distribuito nel reparto psichiatrico e al pronto soccorso dell’ospedale di teramo, per avere dei dati statistici su quante coppie giovani o sposate non riescono a far fronte al mutuo/rata di affitto.Con mia enorme sorpresa, anche se i numeri sono ancora statisticamente irrilevanti, molte coppie non riescono più a pagare mutuo/rata di affitto a causa della perdita del lavoro.

      2)incontro con la CIA(sindacato degli agricoltori) per capire se c’è la disponibilità da parte degli imprenditori agricoli di ristrutturare o vendere cascine che a causa della vicinanza alla città non sono più utilizzabili per scopi agricoli.

      i passi successivi che vorrei compiere ma che trovo difficili a farsi sono:

      1)incontro con la giunta comunale di teramo per capire se sia possibile una delibera da parte della giunta che incentivi gli imprenditori edili ad investire nel social housing.gli incentivi che ho pensato possono essere, per chi decidesse poi di affittare/vendere a prezzo concordato, ad esempio:

      cambio di destinazione d’uso del fabbricato da agricolo ad abitativo

      sgravi fiscali sulla tassa sul costruito

      possibilità di ampliamento del fabbricato (intorno al 25%)

      ecc

      2) incontro con uno o più(se ci riesco)imprenditori edili

      questo è quello che mi è venuto in mente di fare….che ne dite?

       

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Ciao Stefano

       

      direi che il tuo è un ottimo inizio.

       

      A mio avviso, però, ci vorrebbe un passaggio propedeutico. C’è da capire come questo modello di social housing dovrebbe funzionare a livello amministrativo. Infatti si tratta di una operazione in cui vengono coinvolti sia privati che amministrazione pubblica, un modello di governance poco sperimentato.

      Magari potresti cercare se esistono dei casi simili.

      Appurato che il modello di governance è misto, si dovrebbe capire chi fa cosa, cioè come interviene la PA e come intervengono i privati.

       

      Creato il framework all’interno del quale ci si muove, dovrebbero essere stabiliti i parametri di accesso al programma di social housing: reddito della famiglia, nucleo famigliare, ecc…

       

      Non mi spingo oltre. Credo che prima di incontrare qualcuno, sia meglio mettere a punto un documento di progetto in cui tutti gli aspetti siano trattati. Così ti potrai presentare con una idea più chiara seppur da verificare con gli attori coinvolti.

       

      In tutto questo, tu che ruolo avresti?

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    • Stefano,

      hai già individuato i siti su cui intervenire? In relazione a ciò, hai una previsione di quanti nuclei abitativi potrebbe generare il tuo progetto? Nell’ottica dell’elaborazione di un documento di progetto, avere dei dati a riguardo sarebbe importante per effettuare una prima stima, seppur grezza, del rapporto dimensionale tra costo dell’investimento e potenziali ricavi prodotti da affitti/vendite a prezzi regolati. 

      E poi, che risposte hai avuto dall’incontro con la CIA circa la disponibilità dei proprietari degli stabili nei confronti della tua iniziativa?

      Grazie

      Andrea

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    • degli esempi ci sono.la giunta di roma ad esempio ha deliberato in tal senso definendo i redditi delle fascie sociali a cui il social housing è rivolto le pratiche da presentare, i tempi, ecc.

      io ricoprirei il ruolo di progettista delle strutture e del recupero.

      vorrei però allargare la cosa anche ad architetti ed impinatisti per un vero recupero filologico dei fabbricati.

      hai ragione ho forti dubbi su quando incontrare le controparti specialmente il comune; mentre per quanto riguarda gli imprenditori edili penso sia il momento, così almeno posso iniziare a pensare ad un gruppo

       

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    • si. più che di siti parlerei di singoli fabbricati. a teramo e provincia ce ne sono una miriade in stato di abbandono vuoi perchè erano usati per l’agricoltura ed ora sono troppo vicini alla città vuoi perchè i proprietari sono emigrati, defunti, ed i figli ormai abitano altrove.

      la Cia è molto interessata e mi ha detto di parlare con il comune per vedere la loro disponibilità per un eventuale incontro tra me il comune e loro (intendo la Cia)

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