San Gemini MUSIC LAB

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  • Iniziato da Libera Mariella Tavaglione Avatar di Libera

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    • Credo moltissimo nel concetto di interazione, di innovazione e di collaborazione e ne ho fatto la bandiera del
      festival.

      Vorrei che gli sportivi ma soprattutto gli artisti che saranno presenti al festival si dessero da fare per
      ottenere in lavorare in una sorta di laboratorio, progettando e ottenendo risultati
      artistici che non presentano ovunque.

      A San Gemini non intendo ospitare musicisti in tour, di passaggio, che fanno la loro data e domani sera suonano a
      50 km da noi; questo purtroppo, viste le scarse risorse che avremo a
      disposizione può anche accadere ma starà a noi e alla nostra particolare
      modalità di ospitarli che farà la differenza.

      L’idea è ambiziosa ed è per questo che le scelte artistiche non stanno ricadendo su realtà musicali già
      affermate e “stabilizzate”.

      Dalla mia piccola esperienza nel management artistico e in varie produzioni ho notato che non c’è nessuna
      categoria al mondo, più di questa, che ama esprimersi e non necessariamente
      attraverso la sua arte dichiarata, ufficiale, ma anche sotto altre varie forme
      e che detesta essere “sballottato” da una città ad un’altra, da un hotel
      all’altro senza neanche conoscere il luogo dove ha suonato o suonerà.

      Spero che San Gemini diventi una fucina, in tal senso e se è vero che nella musica stiamo cercando un nuovo
      modello di business, immagino che sia questo che magari, acquisendo credibilità
      nel tempo, diventi un buon trampolino di lancio per progetti e prodotti
      artistici veramente innovativi che originano proprio dall’ispirazione che un
      certo ambiente consente.

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      Alberto
      Partecipante

      Mariella, condivido l’intuizione. Però, per essere davvero efficace, devi tradurla in un piano d’azione che realizzi quell’intuizione. Esempio: il romanziere messicano Paco Ignacio Taibo II, ospite a Kublai ormai due anni fa, organizza un festival (prevalentemente letteriario) di grande successo in Spagna, la Semana Negra. Siccome anche lui crede molto nell’interazione, ha cercato di fare in modo che gli scrittori venissero volentieri al suo festival e si fermassero a lungo in tre modi:

      1. l’albergo Don Manuél, che non fornisce solo camere, ma anche un punto di ritrovo più o meno fisso agli ospiti del festival. “Ci troviamo da Don Manuél”, e c’è sempre qualche persona interessante al bar o nella lobby con cui dividere un caffè, un bicchiere di vino o un chiacchierata

      2. la Tenda degli incontri per le presentazioni di libri e le discussioni tra scrittori collocata nel centro dell’area del festival, in modo che ci si debba passare più o meno per forza se vuoi raggiungere la ruota gigante, o la pista di go-kart, o la libreria. “L’unico spettatore importante è lo spettatore casuale” dice Paco.

      3. un buon bar accogliente sul luogo del festival. L’interazione, secondo Paco, è prevalentemente informale, e quindi è importante che ci sia un luogo accogliente dove andare a bere un bicchiere insieme una volta finita la presentazione, la performance o la tavola rotonda.

      Quali soluzioni pensi di adottare per promuovere il tipo di interazione che hai in testa?

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    • San Gemini è per sua vocazione un luogo informale….., dove è possibile un lento vivere, fatto delle chiacchiere di quattro amici al bar, di passeggiate per antichi chiostri, di incontri senza fretta davanti al municipio e nonostante io voglia instaurare (almeno per 3 giorni all’anno) tutt’altro clima, credo che la sua forza stia proprio in questa attitudine.
      esiste una meravigliosa osteria, sulla piazza principale – LA PECORA NERA – dove un gestore appassionato di musica, spesso tenta di organizzare show case e cene a tema; credo che non rifiuterebbe l’idea di essere una sorta di quartier generale per i musicisti, così come lo intendiamo noi.
      anche per gli alberghi avrei pensato di affidarmi a strutture dedicate: mi piacerebbe avere i musicisti tutti in uno stesso agriturismo dove sarebbe impossibile non incontrarsi ed influenzarsi a vicenda ottenendo un effetto un po’ frutto della “veicolazione” da noi stessi operata ma al contempo spero in collaborazioni spontanee.
      L’idea di una “Tenda” come quella di Paco Ignacio Taibo, che da me sarebbe attrezzata nel chiostro della chiesa principale, la stavo già maturando, soprattutto perché vorrei favorire l’incontro tra musicisti e pubblico, magari organizzando conferenze (come ti accennavo) tra concerti ed esibizioni sportive.
      del resto dall’aspetto culturale non vorrei prescindere anche se devo concepire un’alchimia che non strida con tutto l’ambiente circostante.
      trattare temi cari ai giovani, non mi sembra una cattiva idea di partenza …..

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Allora Mariella perché non inizi a parlare con il gestore della Pecora Nera?
      sentiamo cosa dice…

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    • Mi viene in mente che al Novara Street Festival ci si ritrova tra artisti in un unico luogo dove poi vengono indicate le zone per ogni artista. In quel tempo sai quanti gruppetti improvvisati vengono fuori,quale scambio di culture musicali ( ci sono anche molti stranieri). Non è utile per il tuo progetto però è una bella sensazione quella che si viene a creare in queste situazioni….

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