Aziende produttrici secondo i principi dell’Universal Design

Torna a tutte le discussioni
  • Aziende produttrici secondo i principi dell’Universal Design
  • Iniziato da Mara De Matteis Avatar di Mara

    • Autore
      Articolo
    • La mia immediata difficoltà sta nel trovare aziende che già abbiano in produzione e basino la propria filosofia sui principi dell’Universal Design – cioè studio del prodotto per il più largo raggio di utenza, comprese difficoltà motorie, visive e uditive in tutte le loro sfumatura (dalle forme più lievi e comuni alle più gravi, così come contemplare la capacità di utilizzo da parte di un utene molto giovane, bambino, e uno molto anziano e le loro rispettive capacità e forze).. se qualcuno avesse suggerimenti sarebbero pioggia in periodo di secca!
      Per ora ho trovato attenzione su questi temi da parte di aziende (estere, tipo OXO) per lo più per oggetti da cucina e giardinaggio. In questo caso è l’approccio alla progettazione che parte dai principi inclusivi del design. Altri casi invece partono dall’analisi della disabilità specifica (e si propongono solo per quel ristretto target) e sta a noi vederne un’utilità per altre utenze..
      a tutti grazie per l’attenzione!
      mara

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Mara, hai imparato in fretta a usare il Ning! Il forum funziona proprio così, si lancia un tema con una discussione che abbia un titolo sufficientemente esplicativo e tags appropriati; i kublaiani interessati al tema – almeno quelli iscritti al tuo progetto dovrebbero esserlo – hanno la possibilità di rispondere.

      Sul tema. Le cosa che scrivi mi spiazzano un po’. Credevo che il fatto che questi prodotti non ci fossero fosse un punto di forza del tuo progetto! E credevo che tu intendessi progettare o produrre questi oggetti. Se li trovi già fatti quale diventa il valore aggiunto di Udesign? Sarebbe una specie di negozio specializzato?

    • Autore
      Articolo
    • Questi prodotti non ci sono SUL MERCATO. Il valore aggiunto è che una vetrina specializzata non c’è -che io sappia- e questo è una barriera alla conoscenza del meglio della progettazione nel campo dell’univarsal design. Uno degli obiettivi è proprio far rendere conto delle potenzialità e del fascino che viene dalla sperimentazione su altri linguaggi. Se i prodotti sono rintracciabili solo su online store, neanche molti, e per la maggior parte esteri il loro target rimane ristretto alla nicchia di utenza che cerca proprio di risolvere uno specifico problema, che sa usare internet agevolmente e che per l’80% conosce l’inglese. Uno dei problemi principali della vendita online -soprattutto in italia- è l’impossibilità di provare ciò che si sta comprando (soprattutto se ha un alto prezzo e soprattutto se si ha il timore di una truffa avvantaggiata dalla parziale difficoltà individuale – mi riferisco a esperienze di clienti nonvedenti italiani di prodotti online). Inoltre se un prodotto è stato taggato per non vedenti, l’esclusione del resto dell’utenza è notevole; non verrà neanche in mente che quello stesso oggetto può far comodo e piacere anche ad altri. Altro punto dolente sono i costi di produzione di prototipi e i relativi brevetti. Questo presuppone un’attività già avviata e con introiti che gli permettano di reinvestire gli utili – questo sì sarebbe uno dei miei obiettivi! Per la promozione dei nuovi progetti conterei delle collaborazioni con università e altri enti (vd.Fondazione Paideia) che in parte già si occupano di sviluppare la ricerca nel senso dell’integrazione.
      Come farei io a progettare e produrre questi oggetti???In quel caso dovrei aprire uno studio di designer e poi trovare qualche grande investitore che mi produca… ma lavorare per la diffusione di questi – forse – si può fare..
      che pensi?

    • Autore
      Articolo
    • Anch’io credevo che si trattasse di progettazione > ne hai spiazzati due in un solo colpo ;-)
      Quindi il riferimento non sono i progettisti, ma i produttori?
      Non rinuncerei ad uno spazio dove ci sono progetti in cerca di produttori, ma forse questa è proprio un’altra storia.

    • Autore
      Articolo
    • Allora, negli obiettivi c’era la progettazione, cmq.
      Se è uno spazio di vendita allora è proprio lo spazio ad essere centrale, se ho capito bene, tu lamenti il fatto che l’acquisto ad oggi sia a “scatola chiusa”, per cui il nuovo spazio di vendita dovrebbe essere su modello Apple o Ikea per intederci; spazi dove il prodotto viene utilizzato e “testato” sulle personali esigenze.
      Accanto a ciò una riflessione: forse potrebbe essere interessante pensare ad una distribuzione con criteri d’uso (modello corner shop) più che ad un singolo luogo in un solo posto. Boh! Così da poter trovare all’interno di spazi di vendita anche prodotti calibrati su determinate utenze.
      Poi c’è la progettazione dei servizi che apre nuove possibillità> forum e community per capirci.
      a presto, cate

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Ok, ritariamoci sulla vetrina, possibilmente con dietro un negozio in cui questi prodotti si possano acquistare. La soluzione più semplice e a basso costo è l’online store. Amazon offre una piattaforma completa per l’e-commerce, Webstore; pagamento con carta di credito, raccomandazioni dei clienti, tutto il pacchetto Amazon. Ti compri un dominio, ti organizzi il sito come ti pare ma la tecnologia di e-commerce la compri già fatta, praticamente. Che ne pensi?

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Ciao Mara,

      Se il tuo modello di riferimento è una vetrina e-commerce o comunque un marketplace di oggetti dal design accessibile, soprattutto a utenti con disabilità, motorie e/o visive, certamente il valore aggiunto di questo e-commerce sta nella navigabilità e nelle soluzioni che offre.

      Amazon come suggerisce Alberto va bene, ci sono altri prodotti concorrenziali con rating e pagamenti sicuri e meccanismo a inserimento dei prodotti, il punto è l’accessibilità, il tuo prodotto di Universal Design allora sarebbe proprio lo store per vendere questi oggetti.

      Mi verrebbe in mente la creazione di Audio-cataloghi (sulla falsa riga delle audiodescrizioni per il cinema), ed un sistema di chat e messaggistica e di rating vocale per utenti non vedenti dove si possano scambiare opioni sui prodotti acquistati o recensiti.
      Insomma una specie di ciao.it pensato per questo particolare target e tipologia di prodotti.

    • Autore
      Articolo
    • Grazie per i contributi!
      Caterina ha ragione, nella scheda di progetto c’è tra gli obiettivi la progettazione e la produzione di prototipi. Mi sto semplicemente mettendo di fronte al fatto che non potrei, penso, avviare un’azione di questo genere senza avere un’attività che già si sostenta. L’ideale sarebbe crescere per affiancare vendita e ricerca.

      Walter inoltre mi da uno spunto interessante su cui riflettere riguardo alla produzione in primo luogo di un sito che un prodotto accessibile.

    • Autore
      Articolo
    • rifletterò ancora sopra, dato che le vostre reazioni e commenti mi fanno rendere conto che devo chiarire meglio il quadro e l’impostazione.
      grazie ancora!

    • Autore
      Articolo
    • capisco l’accessibilità alla progettazione/realizzazione di un sito basato sui principi della USER experience. Ma mi sembra cmq una via per raggiungere un risultato, seppure efficace, sempre intermedio. Mentre lapossibilità di toccare, provare, in qualche modo esperire (che parola molesta) gli oggetti di persona, mi sembra molto più interessante. per questo parlavo di spazi di vendita. l’investimento può essere calibrato su corner shops, oppure su pop up shops (spazi di vendita e vetrina temporanei).
      Altro: uno degli studi di design che si occupa con particolare attenzione dell’usabilità degli oggetti, partendo da progetti esistenti e proponendo soluzioni migliorative rispetto all’ergonomia e alla relazione con l’oggetto è a new york, si chiama
      SMART Design ( è in un bellissimo documentario: OBJECTIFIED di GARY HUSTWIT (2009).

      A questo punto mi viene un’idea > immediatamente ispirata (copiata) da questo documentario. Mi entusiasma il fatto che ogni oggetto proposto abbia la sua storia raccontata. Idea, motivazioni, produzione, utenza, commenti …
      se il tuo progetto si trasformerà in questo senso sono pronta a collaborare. Per cui oltre alla vetrina/vendita il lavoro diventa documentaristico. pensaci e vediamo. Questa ipotesi prevede tempi lunghi e ricerche non sempre facili.

    • Autore
      Articolo
    • grazie Caterina!
      mi hai aperto un mondo con SMART!
      finalmente un’esperienza sugli stessi principi dell’Universal Design e che è un esempio positivo e riuscito..
      veramente ti sono riconoscernte per questi link.. a questo punto vorrei tanto vedere quel documentario, quindi lo acquisterò.
      A Boston ho trovato un’altra realtà importante da confrontare: un’organizzazione no profit con affiancato uno store (reale e online). http://www.ihcdstore.org/index.php?main_page=page_2

      Sono assolutamente d’accordo sull’importanza di un’esperienza fisica, di cui ho sempre cercato di sostenere l’importanza. Un’interfaccia online sarebbe certamente un’ottima attività di supporto e parallela, non unica.

      il suggerimento sul corner shop è da prendere in considerazione anche se non sono proprio convinta perchè ho in mente corner di singoli marchi e penso possa diventare confusionario o fuorviante – ma probabilmente ci sono altre esperienze che non conosco.
      Invece al temporary shop stavo appunto pensando ieri sera; mi sembra sia un modo intelligente per crearsi uno spazio non permanente ma attraente: si attua il fenomeno dell ‘eventizzazione’.
      Il tempo in questo caso sarebbe limitato per creare rapporti – che è poi fondamentale per un’attività del genere. Si dovrebbe pensare a creare preventivamente una comunità internet che si incontra e si scambia opinioni, informazioni e idee, come un terreno fertile e che poi può fiorire, a un certo punto di maturazione, in un temporary shop…

      A proposito sempre dello scambio e delle realzioni, Caterina potresti brevemente spiegarmi cosa intendi – dato che non ho ancora visto il doc? grazie.

      Come dicevo sopra, il rapporto con le persone, le esperienze e le critiche per far crescere e migliorare un’idea sono assolutamente da ricercare. Non ho mai pensato questo possa essere un lavoro a breve risultato. Penso che sia proprio da costruire con gli altri.

      grazie ancora e a presto!

    • Autore
      Articolo
    • Ci terrei a sottolineare che – nonostante lo spaesamento momentaneo difronte alle vostre reazioni stupite- sullo schema di progetto è abbastanza chiaro nei tre punti delle ‘Attività’ che :

      “Il centro sarà anche rivenditore di articoli di vario genere già in commercio che rispondano alle caratteristiche di ottimizzazione del prodotto per un consumatore potenzialmente anche disabile.”

      Questo solo per confermare che non c’è una contraddizione con la mia ricerca attuale di altri marchi già attivi.

    • Autore
      Articolo
    • A proposito sempre dello scambio e delle realzioni, Caterina potresti brevemente spiegarmi cosa intendi – dato che non ho ancora visto il doc? grazie.
      … ciao Mara, scusa, ma non ho capito la domanda.
      Intendi scambio e relazioni circa gli oggetti, nel doc(umentario)?

    • Autore
      Articolo
    • “OBJECTIFIED di GARY HUSTWIT (2009). ..A questo punto mi viene un’idea > immediatamente ispirata (copiata) da questo documentario. Mi entusiasma il fatto che ogni oggetto proposto abbia la sua storia raccontata. Idea, motivazioni, produzione, utenza, commenti …” Non avevo capito se intendessi proporre un ‘diario’ degli oggetti su cio fare un documentario (o altro, sito..) oppure ti riferissi alla modalità di approccio alla nascita/modifica di un oggetto (questa documentata nel video) da parte di Smart design.. Non so se mi sono spiegata, perdonami! ..un pensiero un po’ contorto..

      Comunque questo tuo intervento, più alcune suggestioni che mi sono arrivate nella settimana, mi stanno facendo muovere le rotelle su questi temi.. adesso vedrò se riesco a dargli forma e poi ne parlerò sulla piattaforma!

      grazie ancora e a presto

    • Autore
      Articolo
    • Ah, niente di troppo preciso né stabilito: narrare intorno agli oggetti!
      a presto

    Devi essere loggato per rispondere a questa discussione.