• Federico ha pubblicato un commento il 29/8/2008

    @emanuele Ti rispondo con un leggero ritardo di circa due mesi…scusami, ma il moltiplicarsi di social network fraziona il tempo da dedicare a ciascuno. E così in parte ho risposto alla tua domanda.

    Il sito è realizzato molto bene, con un’interfaccia utente tra le migliori che abbia visto negli ultimi tempi. Comprendo e condivido gli scopi dell’iniziativa, dal sostegno alle piccole librerie indipendenti alla necessità di trasferire persone, oggetti e rapporti delle reti sociali online fuori dalla Rete però…

    Bookerang è chiaramente più che ispirato ad aNobii e moltiplicare comunità simili porta, appunto, al frazionamento dell’attenzione e del tempo che gli utenti possono dedicare a ciascun social network; molti dei servizi web 2.0 hanno bisogno di una massa critica per attivarsi e per dispiegare il proprio potenziale: al di sotto di una certa soglia quello che resta sono intenzioni, anche buone ma senza possibilità di crescita ed evoluzione. Quando prenderanno piede filosofie come il data portability e il linked data si schiuderà la possibilità di creare spazi sociali dinamici che si aggregheranno e si conformeranno “intorno” allo spazio personale dell’utente (anch’esso dinamico); probabilmente allora si potranno creare servizi ed applicazioni in “sintonia fine” che saranno tra loro interoperabili.

    Per esempio, far sì che le idee originali di Bookerang, come il circuito di librerie sul territorio si integrino con le funzionalità di aNobii (o LibraryThing o altri servizi locali o di nicchia) facendo emergere un meta-social network dedicato all’universo libraio, in cui l’insieme è maggiore della somma delle parti.

    Perdona la lunghezza del commento, ed anche la franchezza; del resto sono solo opinioni e se vengono smentite da fatti come un successo di Bookerang, beh, mai più felice di aver toppato! :)

    Un saluto.