• Florentin ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di cofarmingcofarming il 4/6/2010

    Ciao Angelita, scusatemi tutti per l’assenza negli ultimi giorni, sono tornato nella penisola italica. Le ultime novità sono un contatto con Amy Franceschini dell’Università di Berkeley (che spero di incontrare a breve) e un’interessamento del ToscanaLab, non ancora ufficiale alla presentazione del progetto Cofarming.

    Per rispndere ad Angelita, in poche parole, dirò che sì, è vero ciò che dici di Sellaband, ma è anche vero che gruppi come i Public Enemy e altri “Big” stanno vedendo di portare il loro sistema distributivo e produttivo ad un nuovo stadio, proprio integrandolo con sellaband e i suoi believers. In più vero ancora che la possibilità di pianificare la produzione agricola fa di Sellaband un esempio economico vicino più alla società della partecipazione che a quella della produzione musicale. Mi spiego meglio: se consideri il sistema di sellaband, la piattaforma contiene in sè tutte le caratteristiche di un moderno software di gestione, spese, guadagni, statistiche… Appartenere ai finanziatori di un prodotto di successo è uno dei motivi che spinge un believer ad investire di più e a divenire un vero funder. E’ plausibilie ipotizzare “piccole scalate” nell’economia musicale, tanto quanto in altre economie.

    Il fatto è questo: in Italia non ci sono modi per strutturare un’attività che chiaramente si occupi di questo tipo di cose. In Germania, dove Sellaband mi pare sia nata, la newcon ha dovuto combattere per risolvere i suoi problemi legali. La disintermediazione pare quasi essere un crimine in quanto lede precostituiti interessi e con il Cofarming speriamo che questo non accada. Su questo aspetto un aiuto sarebbe un vera e propria svolta. Il lending peer to peer potrebbe essere una buona cosa, ma è tutto da vedere rispetto alle leggi in cui quel passaggio di danaro avviene e i soggetti coinvolti nella transazione.

    Ho sentito parlare di finanziamenti europei.. se ne può sapere di piu’? dove?

    Negli states i Farmers’ Market sono l’unica realtà in crescita a livello di nuove idee e prima o poi dovremmo accettare che siano loro a produrre e vendere più locale e migliore. Ne hanno la capacità e soprattutto la voglia, che la crisi europea, dalle nostre parti ci ha tolto.