• Angelita ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di cofarmingcofarming il 27/5/2010

    Ciao Florentin,
    non ti nascondo l’invidia nel saperti a San Francisco, il centro economico-finanziario, culturale e turistico per eccellenza. Mi auguro tu stia morendo di caldo e che ti stai ammazzando di lavoro, (poi magari è vero!!).
    Vorrei cercare di riepilogare le modalità di accesso al credito che hai evidenziato: da una parte Sellaband.com, che non conoscevo e dall’altra Zopa realtà molto discussa e controversa. Mi pare tu ti stia riferendo a due contesti completamente differenti anche se interessanti. Attraverso questa analisi vorrei capire come stai pensando di muoverti nel creare un’affiliazione spontanea e non mediata a vantaggio dei cocontadini.
    Sellaband è un sito internet creato per permettere a gruppi musicali emergenti di accumulare il denaro necessario per registrare un album professionale. I gruppi creano un profilo e caricano alcuni loro brani per attrarre coloro che credono nella loro musica. Le “parti” (azioni) sono vendute e se si riesce ad arrivare a vendere un tot stabilito si ha la possibilità di avere un budget per registrare, mixare e produrre il loro album. Vedere questa attività traslata su una realtà agricola mi fa sorridere, ma credo ci siano buoni spunti per rifletterci sopra. Zopa funziona invece diversamente: sulla base di alcuni profili di credito o classi di credito i Prestatori fanno le loro offerte. Il Richiedente valuta i tassi offerti e se lo attirano chiede il prestito e Zopa partecipa con una piccola somma. Pertanto i Richiedenti si riconoscono contrattualmente debitori dei Prestatori e di Zopa, pagano le rate mensili via bonifico automatico e Zopa guadagna chiedendo ai Richiedenti una commissione sulla transazione (+ una piccola quota fissa) ed ai Prestatori una commissione annuale di servizio. A parte banche e finanziarie, sono tutti contenti, ecco spiegato perché Zopa è stata chiusa. Mi viene da pensare, però, ad un modello più semplice e quindi fattibile in Italia di social lending che consiste in un insieme di transazioni finanziarie dirette, e cioè nel dare o prendere in prestito somme di denaro, che avvengono direttamente tra individui (da cui la definizione inglese di prestito peer-to-peer, tra soggetti privati che sono in posizione paritetica) senza l’intermediazione o la partecipazione di una banca e utilizzando internet come luogo di incontro (da cui anche la definizione di prestito 2.0), senza scambi e commissioni. Che ne pensi? Mi pare di capire tu abbia già in mente una struttura burocratica da adottare.
    Interessante è anche l’idea del prototipo di packaging riusabile per lo scambio di prodotti tra singoli cocontadini, questa è una idea innovativa che trova la sua possibilità di finanziamento anche attraverso fondi comunitari. Non ti chiedo nulla rispetto al accorciamento della filiera produttiva
    Aspetto tue nuove da San Francisco, a presto.
    Angelita