Assunta, capisco bene il tuo sgomento. Credo però, con Nicola, che la costruzione di contenitori di per sé non nobiliti i contenuti. Tu guardi la tarsia sorrentina e dici “Wow, che figata”, però ammetti che nonostante il corso, il museo etc. non se la fila nessuno. Non vedo come un Expo, virtuale o no, possa risolvere questo problema.

Sai com’è nato il Caffé Galante in Second Life? Una sera a Kublai avevamo invitato un americano, Pete Tidemann, che si occupa di fundraising. Era la prima volta che Pete usava Second Life. A fine serata, chiacchierando, lui chiedeva dei progetti kublaiani. Fu lui a dire “io abito a Minneapolis, non so quando avrò occasione di venire in Sicilia a vedere questa cosa che mi descrivi. Me la puoi fare vedere da qui?” E così comincia tutto. Non dal contenitore, dal cercare un contesto espositivo siciliano per il Caffè, ma dal contenuto, cioè dal Caffè stesso. C’è stato un atto creativo, la reinvenzione del Caffè Galante come ambiente abitabile dagli avatar in SL; e vi è associata una funzione, quella di fare da vetrina per il pezzo e-commerce del Caffè.

Per analogia, bisognerebbe che tu ti inventassi un modo nuovo di raccontare la tarsia, una cosa che ottenga l’effetto che il Caffè ha ottenuto su Pete: la gente che non ne sa niente dovrebbe dire “Che bello! Da dove viene questa cosa?”. Mi spiego?