• Walter ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di Sesto qui (Fabbricanti di idee)Sesto qui (Fabbricanti di idee) il 23/7/2009

    Penso che i ragazzi giovani abbiano più facilità ad immaginare l’esistente in maniera futuribile e diversa, senza essere troppo attaccati a vecchi stereotipi, o ancoraggi mentali.
    Ad ogni modo nella prima parte del gioco, mi piace l’idea del recupero della tradizione, di conservare quanto di buono c’è stato in un’area industriale, soprattutto cosa ha rappresentato quell’area di Sesto.
    Il sogno di una vita migliore, l’industrializzazione che portava un’intera generazione che si trasferiva dalle campagne alla città ad un modo differente di pensare, vivere, relazionarsi su scala industriale; le lotte per rivendicare i diritti e il lavoro in squadre, unità e isole produttive negli anni 80-90.

    Il modello invece della riprogettazione, dell’immaginare, invece è più complesso, i riferimenti sono minori, le evoluzioni possibili tante, ma anche quì secondo me i ragazzi possono giocare una partita importantissima, e mi viene in mente naturalmente giochi di ruolo (a cui accennava già Jesse) tipo Sim City, solo che trasfigurato nello spazio urbano.
    Quello è un processo che è facilmente intuibile su come si può o dovrebbe gestire un’area territoriale al fine di avere una massimizzazione diffusa e distribuita del vantaggio a discapito di certe riqualificazioni proposte da sedicenti urbanisti, il cui vantaggio per la società è dubbio, mentre è certissimo per gli speculatori edilizi.

    Ora non so se ci siano già dei simulatori con AI (intelligenza artificiale) che riescano a simulare le differenti evoluzioni e l’impatto sociale di alcune scelte piuttosto che altre. Quello che voglio dire è che credo sia molto importante facilitare il processo di progettazione partecipata, non solo appunto come questa può tradursi nel territorio, ma anche nel poter prevedere le possibili evoluzioni impattanti sul sociale in archi temporali differenti, cosa che spesso e volentieri ne urbanisti, ne sociologi sono stati bravi a fare , il Corviale insegna.