Ciao Carlo, gironzolando tra le piattaforme di crowd funding ti vorrei segnalare, se non la conosci, quella di Akamusic. La struttura è molto simile a quella che vorresti proporre: con 5 E. acquisti le quote di un potenziale progetto e quando andrà in porto ricevi il 40% dei ricavi. Il restante 60% è diviso tra l’artista (40%) e la AKAmusic (20%). Mi sembra interessante… poiché mi interessa anche per il mio progetto l’analisi dei sistemi di raccolta dei contributi, potremmo approfondire insieme la ricerca! A presto

Link: http://en.akamusic.com/home/landing/prod1

Ciao a tutti, consideriamo l’ipotesi che sia giuridicamente accettabile,
esistono esempi online dove un microazionariato diffuso genera forme
di sostegno economico su misura. In questo caso la musica proposta e’ sotto
gli occhi di tutti: quindi forse molto meglio di esempi di societa’, a volte quotate in borsa, supercontrollate, certificate e validate, ma che poi in realta’ non si sa esattamente dove vadano, anzi in genere utilizzano i capitali non sempre per lo sviluppo, ma per il puro ed esclusivo profitto, lasciando solo le briciole al segmento in cui operano.

Grazie ed a piu’ tardi

LMF

Molto interessante!
Potrebbe essere utile pensare ad una società terza che gestisca i flussi di cassa in entrata (finanziamento da parte dei sostenitori) e in uscita (proventi del progetto). Così l’artista avrà la possibilità di finanziare il proprio progetto a patto che dichiari la sua disponibilità a canalizzare tutti gli introiti in una società veicolo che poi distribuisca i proventi tra gli “azionisti” aderenti. L’approfondimento giuridico è doveroso… ma potrebbe essere un’idea.
A presto

Buongiorno a tutti, sono d’accordo con Nicola, l’argomento va approfondito
perche’ puo’ generare una forma di Business diffuso e di micro capitali che altrimenti verrebbero dispersi, ed ultimo ma non per importanza, puo’ offrire
da subito nuovi posti di lavoro e questo non e’ davvero male di questi tempi.
Grazie ed a piu’ tardi
Luca

Ciao Carlo

non ti fai vivo da qualche giorno… hai sollevato la curiosità di molte persone!

Se non hai le risposte, nessun problema, potremmo cercarle insieme

Benvenuto, e’ un’idea davvero geniale, sposare l’azionariato diffuso e la possibilita’ di far crescere nuovi artisti che probabilmente non conosceremmo mai ed un sistema informativo potrebbe gestire gli iscritti e i flussi di cassa in modo efficiente, piccolissimi capitali moltiplicati per un moltitudine di persone.
E’ da approfondire.

l’”azionariato diffuso” tra i fans mi pare una buona idea da approfondire, una base su cui costruire una corresponsabilità progettuale tra creativi e “consumatori”, bravo Carlo!
Oltre al possesso di quote societarie, come pensi di motivare ulteriormente i “fans” (…termine desueto?) al fine di attivarne le potenzialità promozionali? Fornirgli strumenti ad hoc darebbe sfogo al loro desiderio di far conoscere artisti “emmmergggenti” agli amici (piacere che riscontro anch’io, nel mio piccolo, quando riesco ad avvicinare alle cose che amo delle persone, a condividere con loro le mie scoperte)!!!

Salve a tutti.
Grazie mille per esservi interessati alla mia idea.
Vorrei poter discutere con voi di ogni aspetto di quest’idea, quindi stò creando dei forum di discussione relativi a diverse problematiche.
a presto
Carlo

ciao Carlo, come immagino tu sappia il crowdfunding nella musica è un’idea interessante in fase di sperimentazione con alterne fortune da qualche anno, come prima domanda mi viene da chiederti se conosci altre esperienze come Sellaband, Kickstarter, o rimanendo in italia Buskerlabel e Soldoutmusic, e in che modo il tuo progetto si differenzierebbe da questi?

Francesco D’Amato, che immagino lì con voi anche ora, ha approfondito l’argomento e ne ha scritto più volte sul suo blog (ad esempio qui), credo potrebbe darti consigli utili (magari anche direttamente qui su Kublai, per condividerli con noi!)