• Ciao Marta,
    da diverso tempo non leggiamo tue notizie. Voler responsabilizzare i giovani sull’utilizzo cosciente di internet e allo stesso tempo incentivare l’utilizzo della tecnologia come mezzo di comunicazione e ricerca di un linguaggio innovativo, è una ottima sfida. I giovani d’oggi – i cosiddetti “nativi digitali” – usano massicciamente le tecnologie e sono regolarmente connessi a internet, almeno durante il loro tempo libero. Da questi usi e da questa connessione nascono abitudini comunicative e culturali che essi vorrebbero poter applicare anche a scuola, sia in classe, sia nelle ore buche e quindi nei loro sfaghi.

    La realtà virtuale è vista come potenzialità di nuove esperienze e relazioni che ci consentono di entrare in rapporto ed in rapporti nuovi con personalità diverse e con diversi aspetti della nostra personalità. Una personalità che quindi diventa multipla, ibrida, creativa. La realtà virtuale ci permette di costruire mondi personalizzati in cui vivere e agire. Personalmente sono un’ osservatrice esterna ed estranea a questi fenomeni, ma sono ugualmente molto colpita dalla possibilità di giocare con la propria personalità. In rete puoi essere “uno, nessuno o centomila”, assumere una qualsivoglia identità, giocare a camuffare la tua personalità, cambiare sesso, età, credo politico e ideologico, potendo esprimere se stessi oppure inventare personaggi completamente fittizi. La tua iniziativa in cui ogni stanza rappresenta un mondo virtuale abitato da un personaggio-performer (virtuale o no) che racconterà al pubblico una storia attraverso la musica, il video e le fotografie realizzate durante un laboratorio, la cui performance si conclude in una stanza, dove il pubblico deve votare chi secondo lui non è un essere reale, rappresenta una nuova esperienza che collega sottilmente il virtuale al reale cercando di definirne le differenze. Mi piacerebbe approfondire. Hai già fatto qualche rappresentazione?
    A presto
    Angelita