• enrico ha pubblicato un commento nel gruppo Logo del Progetto di KRICO restoringKRICO restoring il 24/4/2010

    Nel corso del 2009 le aziende artigiane hanno avuto difficoltà a reperire 23.470 professionisti su tutto il territorio nazionale. Dati che si scontrano con quelli pubblicati dall’Istat che riguardano l’occupazione. Nello stesso anno l’Italia ha perso 380 mila posti e il tasso di disoccupazione è salito al 7,8%.

    La questione, dunque, risiede nei progetti delle nuove generazioni: l’obiettivo di un titolo di studio accademico soffoca quel desiderio, ormai retrò, di intraprendere una carriera in un settore quasi dimenticato, ma tuttora prezioso.

    A rimetterci non sono solo i giovani laureati che scalpitano per entrare in qualche azienda, con immensi sacrifici, ma anche il Paese stesso che ha da sempre fatto un vanto delle sue produzioni artigianali, esportando nel mondo il ‘made in Italy’.

    “Lo ripetiamo da tempo – dichiara Cesare Fumagalli, segretario generale di Confartigianato – che il nostro manifatturiero ha bisogno di un cambio generazionale per garantirsi un futuro ancora competitivo. Per questo abbiamo accolto con favore l’introduzione dell’apprendistato all’interno del percorso formativo per l’istruzione superiore. Proprio l’apprendistato è per noi una forma contrattuale che, facilitando la formazione in azienda, risulta di grande importanza in un mercato del lavoro come quello italiano che ha sempre difficoltà ad armonizzare domanda e offerta”.

    Ma l’artigianato non riesce a scrollarsi di dosso quell’idea di ‘vecchio’ che risiede nell’immaginario collettivo, soprattutto tra i giovani. “Probabilmente – spiega Sergio Silvestrini, segretario generale della Cna – è anche colpa nostra che non abbiamo saputo comunicare quanto sia cambiato il nostro mondo: oggi la tecnologia e l’innovazione sono parte integrante della professione artigiana. Ecco perché abbiamo bisogno di giovani che sappiano fare da ponte tra la tradizione e il progresso”.

    “Già all’inizio della crisi – afferma Diego Rossetti, dell’omonima azienda calzaturiera – erano tanti i consulenti a consigliare di industrializzare il più possibile il ciclo produttivo. Noi non l’abbiamo fatto perché crediamo ancora molto alla forza della produzione artigianale. Per questo nella nostra azienda un modellista è una risorsa preziosa. I tecnici che trasformano un modello in un prototipo sono preziosi come l’oro. Sono figure anche ben retribuite e quelle che di sicuro non perdono mai il lavoro, anche durante una crisi come questa”.

    Fonte ‘Labitalia’