No, Vipaz, non volevo provocare. E’ che, effettivamente, io non ho chiaro il progetto Pirad. Questa interlocuzione serve appunto a chiarirmi le idee. Credo che possa servire anche a voi, perché avrete spesso l’esigenza di raccontare il vostro progetto; consideratemi come una specie di cavia, su cui potete sperimentare la narrativa del progetto.

Allora, io ho capito che eravamo rimasti più o meno così:

1. voi realizzate un video molto figo che spiega in due minuti quali sono le intenzioni (un consulente un po’ fighetto direbbe “la vision”) di Pirad

2. armati di questo video, che vi serve anche a sviluppare un’estetica, vi mettete alla caccia del “committente zero”, la non profit locale a cui facevi cenno. Se lo trovate…

3. … lanciate un appello alla vostra rete: realizziamo insieme una campagna! Questo genera mobilitazione; le idee affluiscono; voi gestite l’interfaccia tra il “cliente” (che poi cliente non è, perché non paga, giusto?) e i creativi. Da questa interazione nasce la campagna.

4. Voilà! Pirad è una realtà. Avanti con la prossima campagna, che presumibilmente avrà più trazione della prima, nel senso che più creativi si aggiungeranno alle vostre schiere, visto che c’è già un precedente di un lavoro realizzato.

Se questa sequenza è più o meno giusta, ha senso che il la lo diate voi: cioè che siate voi stessi a fare il video che da il tono e lo stile di tutta l’operazione. Sbaglio?