La mia idea
Watershed > Against Pacific Trash Vortex Sappiamo. Sappiamo che un'azione che aggredisce nella mente prim'ancora che nella ferita inferta all'ecosistema marino i guasti ordinariamente causati dall'idea del no-limit dei sistemi di produzione e consumo globalizzati apre un vaso di pandora di opportunità e rischi. Sappiamo che, tendenzialmente, riarmare una petroliera in dismissione per conferirle una seconda vita simbolicamente e funzionalmente opposta alla prima implica un alto investimento cash. Sappiamo che questo elevatissimo finanziamento iniziale è in grado di generare "occasioni" e flussi di ricavi molto consistenti in termini di comunicazione, in grado persino di superare il valore dell'investimento. Essere quindi assimilabile ad una campagna mondiale da ecolavacro dei comportamenti indotti dal sistema di produzione-consumo che ci sovrasta, talora vellicandoci, esattamente come denunciava Ilario di Poitiers nella sua invettiva contro l'imperatore Costanzo, nel IV secolo d.C. E questo nemico, così insidioso, arreca danni profondi alla sicurezza della catena alimentare che entra nelle case di tutto il mondo perchè, se eleggiamo come area di intervento il core del Pacific Trash Vortex, sappiamo che la sola “convergence zone” si estende per almeno 700.000 km² e che ivi la concentrazione stimata della plastica è di 3, 34 • 106 frammenti per km², con una media di 5, 1 kg/km² raccolti utilizzando una rete a strascico rettangolare delle dimensioni di 0, 9×0, 15 m. A 10 m di profondità è stata individuata una concentrazione pari a poco meno la metà di quella in superficie, con detriti che consistono principalmente di monofilamenti, fibre di polimeri incrostati di plancton e diatomee. Quindi finisce nella pancia della fauna ittica pescata e consumata ai quattro angoli del pianeta. Ma sappiamo anche che quell'immondizia ha un valore di riuso e che esistono le tecnologie per trasformarla in materie-prime seconde: per banale separazione da aspirazione [la plastica con la plastica] e separazione fisica o chimica. E che questi impianti in una superpetroliera possono starci pure larghi. Ma è qualcosa di mai tentato prima e quindi che reca le incognite di ogni cosa nuova: un costosissimo default piuttosto che una grande occasione di studio e ricerca.
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Verificare insieme alla comunità di Kublai quali siano i prerequisiti per valutarne la sostenibilità tecnologica, logistica, operativa e finanziaria, oltre il sicuro indotto virale che è in grado di produrre, allo scopo di preparare un vero e proprio studio di fattibilità dell'operazione.
Nome
Giuseppe
Cognome
Nenna
Sesso
Maschio
Comune
Benevento
Chi sono
Concept designer http://www.slideshare.net/Innowear/gncvep12
Interessi
arte, cinema e audiovisivo, informazione, tecnologia, non profit e solidarietà, ambiente ed ecologia
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