Documento di Pogetto – Prima Bozza

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  • Iniziato da Monica_Patrignani Avatar di Monica_Patrignani

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
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      Ecco la prima stesura del documento di Progetto “Costruire Esperienze Insieme”

      Tutte le critiche costruttive e i consigli saranno ben accetti!

      Grazie fin d’ora

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
      Partecipante

      ora c’è per davvero! :-D

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    • Avatar di Maria
      Maria
      Keymaster

      Ciao Monica

      ma direi ottimo lavoro! 

      Complimenti, un bel documento chiaro e pulito! Volevo lasciarti due consigli e una osservazione, per ora. 

      Il primo consiglio è : sarebbe importante se inserissi nel documento un prospetto di crescita relativamente al numero di scuole che pensate di raggiungere nei primi 3 anni e spiegare anche con quali attività pensate di acquisirle ( nel testo dai questa info solo per il primo anno) e poi a regime. Vedo la crescita dei ricavi sui tre anni ma sarebbe bene rendere chiaro quanti utenti riuscirete a raggiungere. 

      Secondo consiglio: per quanto riguarda il cronoprogramma e la tempistica di realizzazione, qui dovrebbe essere riportato un piano temporale di realizzazione che parte dalla creazione dell’associazione di promozione, eventualmente l’allestimento di una sede e mostra tutte le fasi fino alla erogazione dei servizi. Potresti anche inserire per esempio un arco di tempo dedicato al contatto diretto con scuole ed enti per la presentazione del tuo progetto e la stipula quindi degli accordi. 

      L’osservazione : ho notato che hai inserito il premio Kublai nelle fonti di finanziamento e questo è bello perchè il successo è di chi lo vuole con tenacia  :)  ma, devo sottolineare che il nostro premio consiste nell’acquisto di servizi qualificati per le esigenze legate alla creazione della associazione oppure per l’acquisizione di consulenze o training per esempio.  

      C’è qualcosa quindi che non mi quadra sul piano finanziario: ottimo sarebbe realizzarlo su un tempo di tre anni. Che ne pensi? 

      Hai fatto un lavoro davvero buono, mancano dei dettagli infondo e c’è ancora un po’ di tempo per lavorarci. Se hai domande, non esitare! A presto 

      Maria 

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    • Avatar di Alfredo
      Alfredo
      Keymaster

      Ciao,

      ho letto la prima bozza del documento e vorrei farvi qualche domandina… 

      1. Qual’è l’aspetto innovativo del vostro approccio metodologico? In che cosa si differenzia rispetto all’offerta di corsi simili? Perché una scuola dovrebbe scegliervi?

      2. Avete percezione della domanda di questo tipo di formazione da parte dei docenti? C’è attualmente uno spazio non coperto?

      3. Non avete accennato al possibile modello organizzativo? Costituire una associazione potrebbe essere utile sia per accedere a finanziamenti pubblici che per erogare il servizio alle scuole. Le scuole, penso, abbiano problemi a far partecipare i propri insegnanti a percorsi formativi strutturati se non sono erogati da soggetti riconosciuti. Forse è necessario iscriversi anche a qualche albo provinciale/regionale??

      4. Avete già sperimentato il modello formativo? avete feedback in tal senso??

      Quando avete voglia… ditemi cosa ne pensate

      A presto

      alfredo

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
      Partecipante

      Ciao Maria,

      i tuoi consigli e la tua osservazione ci sono stati molto utili, perché  effettivamente non avevamo compreso interamente le finalità del premio;  tra domani e sabato  aggiungeremo ciò che proponevi nei consigli e modificheremo le fonti di finanziamento. Nel mentre miglioreremo anche la parte introduttiva  rispetto ai chiarimenti che richiede Alfredo, così potremo arrivare ad una seconda stesura

      Per ora, grazie!

      Monica

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
      Partecipante

      Ciao Alfredo,

      grazie per le domandine, in questo modo abbiamo potuto  renderci conto, di  cosa è rimasto nelle nostre menti  senza averlo esplicitato nel documento!

      ecco le risposte

      1. Gli aspetti innovativi sono diversi:

      il primo aspetto innovativo del fare formazione è che si la formazione è su un caso concreto che è viene conosciuto da tutti (sia da noi formatori, che dalle insegnanti  della sezione di quel bambino) in modo concreto e non per racconti o solo per riprese video; in questo modo le nostre interpretazioni e le proposte di lavoro possono essere più precise.

      Secondo aspetto innovativo è che il corso sia aperto a quegli insegnanti di altre classi che sentono di avere particolari problemi nel gestire didatticamente e/o a livello comportamentale, un proprio alunno (alunni che spesso vengono chiamati “dormienti”, sono bambini/adolescenti che non hanno una diagnosi, quindi non hanno l’insegnante di sostegno); in questo modo si dà la possibilità a questi insegnanti di avere dei termini di paragone con i quali poter portare ragionare sulle difficoltà in modo più

      Terzo aspetto  legato al primo è quello per il quale ogni formazione  è rivolta ad un numero ristretto di insegnanti per volta (parlando di scuola dell’infanzia e primaria, gli insegnanti sono due o tre quelli curricolari più quello specializzato o di sostegno che dir si voglia; aggiungiamo tre al massimo quattro insegnanti di alunni dormienti, difficilmente saranno incontri con più di otto insegnati per volta), questo fa si che sia possibile ragionare in modo approfondito su ogni tematica, sia a livello teorico che pratico.

      Questa tipologia di formazione, che difficilmente s’inquadra nella tipologia del semplice corso di formazione; proprio perché c’è si una parte di lezioni di tipo seminariale, ma poi per l’insegnante di specializzata del caso in questione c’è una parte di supervisione lungo tutto il corso dell’anno scolastico, supervisione che nessun corso esistente tutt’oggi dà.

      Una scuola dovrebbe sceglierci in primo luogo perché siamo altamente qualificate da una serie di percorsi formativi post universitari, e da una lunga esperienza sui disturbi dello spettro autistico; in secondo luogo perché quello che a tutt’oggi esiste sul territorio piemontese a macchia di leopardo, sono solo dei progetti che puntano unicamente a migliorare la capacità del bambino/adolescente con diagnosi (erogando ore di sostegno al bambino, in aggiunta a quelle di sostegno scolastico); ciò fa si che insegnate di sostegno ed educatore non si incontrino mai, se non per delle riunioni di raccordo che possono essere due o tre nel corso dell’intero anno scolastico). Non vogliamo minimizzare l’intervento rivolto al bambino diagnosticato in sé, ma per noi questo è solo uno degli obiettivi principali del nostro progetto. mentre lavoriamo per migliorare l’apprendimento del bambino, vogliamo poter consegnare agli insegnanti del valore aggiunto da poter spendere negli anni futuri  oltre quel bambino da cui partiamo.

      1.  con inquadrature differenti, lavoriamo tutte due all’interno di scuole; molto spesso sentiamo richieste di maggiore formazione da parte degli insegnanti, unita alla mancanza di risorse da parte dei dirigenti scolastici.

      Sicuramente c’è molto spazio non coperto, che come dicevo va a scontrarsi con la difficoltà di reperimento delle risorse da parte della scuola; per questo abbiamo cercato un modo per alleggerire il peso economico, chiedendo ad  ogni scuola di partecipare al 50% dell’intero costo del  progetto, cercando altre fonti di finanziamento per il restante 50%.

      1.  un accenno in realtà è stato fatto, ma effettivamente avevamo compreso  in parte in modo errato la finalità del premio, per cui anche lo scritto è stato direzionato solo all’insegna del progetto sugli insegnanti, che invece fa parte di un’idea più ampia; l’idea è quella di organizzarci in Associazione di Promozione Sociale, ma l’ufficio di promozione sociale della provincia di Torino, la scorsa settimana ci ha dato parere negativo; probabilmente sono stata io ad essere in difetto di chiarezza dal momento che mi hanno preso un po’ alla sprovvista in una telefonata che credevo dovesse essere per fissare un appuntamento ed invece si è rivelata valutatrice del progetto. Per cui insieme agli altri “futuri soci” ci siamo rivolti ad uno studio legale per farci sostenere  e capire se per i nostri progetti è davvero sbagliata la formula di Associazione di Promozione Sociale, e se si  per trovare una formula diversa, e se no per tornare all’ufficio provinciale con maggior materiale su ciò che vogliamo proporre.

      Abbiamo anche pensato di presentarci alle ASL di zona, proprio per questo motivo: i soggetti diagnosticati fino ai 18 anni, gravitano all’interno della Neropschiatria di zona, dove hanno un neuropsichiatra (NPI)di riferimento; negli anni abbiamo conosciuto diversi  NPI con cui abbiamo intessuto rapporti professionali, per cui abbiamo pensato che, proprio per avere un riconoscimento “istituzionale” invece di partire dalle scuole per pubblicizzarci, pensavamo di partire  da questi specialisti, che ci possono indicare già le scuole più attive nella rete (ogni bambino diagnosticato Disturbo dello Spettro Autistico ha di solito attorno a se una rete di specialisti, che va dalla scuola, al logopedista, allo psicomotricista, all’educatore territoriale, ecc..). In seguito presentarci anche a tutte le associazioni di genitori (in Piemonte ce ne sono almeno quattro), perché  spesso la richiesta di formazione migliore degli insegnanti viene giustappunto dai genitori, che propongo/richiedono  progetti alle scuole attraverso dei consulenti.  ed alcune famiglie sono disposte a pagare parte del progetto.

      1. questo modello formativo è nuovo, per ora è stato proposto in un’unica scuola per il prossimo anno scolastico. Abbiamo feedback di percorsi formativi classici, gestiti da noi; questo è il motivo per il quale siamo arrivate a voler stravolgere la forma classica di “corso formativo”, per dare più spazio alla sostanza.

      Aspetto delle tue considerazioni

      A presto 

      Monica

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    • Grazie per le info , in effetti io e Monica avevamo pensato ad un progetto specifico ma all’interno di un’idea più ampia! Adesso dobbiamo capire come organizzarci!

      Scusate il mio intervento tardivo, ma ho in corso anche un matrimonio da organizzare…

      Grazie a Tutti!

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
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      Ciao Monica,

      complimenti, bel progetto!

      Un paio di cose che mi sono venute in mente leggendolo:

      • per la forma dell’associazione, perché invece dello studio legale non provate a sentire il Centro Servizi per il volontariato di zona? Questo è quello di Torino: http://www.vssp.it/ Te lo dico perché loro lavorano a stretto contatto con gli enti di riferimento e sanno spesso dare dei consigli molto mirati
      • sulla certificazione dei corsi immagino che tu ne sappia più di noi, ma in ogni caso non è strettamente necessaria. E’ utile questo sì.

      Frieda

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
      Partecipante

      Ciao Frieda,

      abbiamo già contattato vssp, ma ci hanno detto che si occupano unicamente di associazioni di volontariato esclusivo; ci siamo quindi dirette all’ufficio di promozione sociale della provincia che ci ha rimandato dando dei vincoli che nelle normative io non avevo trovato. Però dal momento che non siamo così ferrata sul diritto, abbiamo richiesto una consulenza a questo studio legale che si occupa anche di sociale e che quindi conosce la normativa sulla promozione sociale.

      Invece sulla certificazione dei corsi sto ancora facendo ricerca, perché fino ad ora mi sembra di aver capito che gli ECM non valgono per gli insegnanti; mentre avrei giurato di ricordarmi di convegni dell’Erickson (anni addietro) nei quali venivano dati dei crediti anche per gli insegnanti… quindi continuerò la ricercca

       Grazie! :-)

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      ah, ecco. Il CSV di Milano è differente :-)

      Per la certificazione dopo ore di lite con la mia casella di posta ho recuperato i riferimenti utili: http://archivio.pubblica.istruzione.it/docenti/accreditamento.shtml e http://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2004/direttiva90_04.shtml

      Sostanzialmente i corsi possono essere riconosciuti dal Ministero o dall’Ufficio scolastico regionale o da entrambi, il vantaggio se ti riconoscono è che gli insegnanti hanno diritto all’esonero per seguire i corsi. Non sono previsti invece crediti formativi, da quel che ricordo.

      Un’altra via da considerare è “affiliarsi” ad un ente già riconosciuto ed erogare i corsi insieme.

      Ne approfitto, invece, per chiederti un altro paio di cose:

      • non è il mio settore, ma non vedo citata alcuna tecnologia, mentre mi pare che ormai vengano usate moltissimo come ausilio per i portatori di disturbi dell’apprendimento. Non sono applicabili, non le prevedete o semplicemente non sono raccontate?
      • pensate di lavorare collaborando con le ASL?

      Grazie,

      Frieda

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    • Avatar di Monica_Patrignani
      Monica_Patrignani
      Partecipante

      Ciao Frieda, grazie a te sia per le dritte sull’accreditamento per i docenti che per le domande, che sono sempre molto preziose per ragionare più a fondo sul progetto!

      Non viene citata alcuna tecnologia specifica perché siamo convinte che in Italia uno dei problemi principali del lavorare nell’ambito dei disturbi dello spettro autistico, spesso è quello per il quale le famiglie prendono a “bandiera” una certa tecnica e vanno alla ricerca in modo esasperato di quella tecnica lì senza domandarsi più se è veramente utile o meno per il proprio figlio.

      Ci sono due fattori da tener presente per fare un buon progetto individualizzato nei DSA, secondo il nostro parere:

      1) Ad oggi le tecniche riconosciute come valide a livello internazionale, sono quelle che fanno capo ai principi cognitivo comportamentali ed alle teorie neuropsicologiche.  

      2) tenere sempre presente che lo spettro autistico (lo ricorda la parola “spettro”) è una sindrome, quindi un quadro di molte caratteristiche molto variabili per intensità e frequenza, che portano ogni soggetto diagnosticato ad essere tanto diverso da ogni altro soggetto diagnosticato.

      Questi due fattori ci hanno portato, attraverso formazione ed esperienza, a credere che per ogni singolo caso,  tra le tecniche e metodologie che fanno riferimento ai principi che citavo prima, ci sono tecniche che possono funzionare ed altre no,

      Per tutto ciò nel progetto abbiamo citato solo i principi e non le singole tecniche.
      Riguardo al discorso ASL, si pensiamo di collaborare con loro, anzi crediamo che siano il miglior tramite tra noi e le scuole. Perché sono le Asl che hanno più chiara la situazione della rete di ciascun bambino, quindi hanno la possibilità di dirci quali sono le scuole  maggiormente interessate alla collaborazione, o maggiormente richiedenti di sostegno formativo.

      A presto!

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      grazie :-)

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