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TERRA FELICE: FESTA DEI TERRITORI E DELLE CULTURE
17-23 DICEMBRE SPAZIO AVETA – CASERTA
IL MOMENTO DEL CONFRONTO: DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA
Dopo il successo della manifestazione di Napoli del 16 Novembre, la rete CulturAzione (Ass.ne Sinergie, Ass.ne Ilbelpaese e Ass.ne Pianeta Cultura) promuovono il festival TERRA FELICE: FESTA DEI TERRITORI E DELLE CULTURE con il patrocinio morale del movimento #fiumeinpiena e del Forum Agenda 21 per Carditello e Regi Lagni
Dal 17 al 23 dicembre con la gentile disponibilità dello Spazio Aveta di Caserta una settimana di eventi, manifestazioni, incontro, dibattiti, spettacolo per passare dalla protesta alla proposta.
Nel fermento generale del movimento, nel complesso rapporto con le istituzioni, nella possibilità di fratture e battaglie solitarie i promotori vedono in Terra Felice il momento del confronto per un’unione delle forze, un’azione condivisa, una messa in discussione che porti a delle proposte e a delle soluzioni concrete per quella che viene definita solo “la terra dei fuochi”.
Incontri di arte, cultura, musica per mostrare il buono della Regione Campania, la parte sana e vitale che ha voglia di farsi sentire e mettersi in gioco, una terra felix che non sia soltanto parte del nostro passato. Artisti, musicisti, attori, compagnie, associazioni, artigiani, produttori locali parteciperanno gratuitamente per raccogliere fondi per sostenere le attività del movimento e le battaglie sul territorio.
Rifiuti, risanamento ambientale, pianificazione urbana, riassetto del territorio, rapporto con le istituzioni, beni culturali, lavoro, produzione locale, valorizzazione del patrimonio, ambiente: questi solo alcuni dei temi che verranno trattati nel corso della settimana.
Ogni giorno uno SPAZIO INCONTRO: il 17 dedicato alla questione prettamente ambientale e al rapporto con le istituzioni, il 18 si parla di coworking e di nuove forme di lavoro, il 19 innovazione digitale e beni culturali, il 20 agricoltura ed ecomusei.
In attesa del programma definitivo due i sicuri momenti di spettacolo: il grande festival del 17 dicembre con una ricca rassegna di attori, artisti e musicisti impegnati in una straordinaria maratona di solidarietà e il 23 dicembre con l’Open day dedicato agli espositori di prodotti locali di qualità e alla giornata degli artisti a cappello.
Terra felice non è solo uno slogan o un titolo idilliaco, è il giusto momento per passare dalla protesta alla proposta, passando attraverso il dialogo ed il confronto democratico tra anime diverse in cerca di soluzioni condivise.
Dott. ssa Simona Gionta
Ufficio stampa rete CulturAzione
press@synlabweb.it
FB Terrafelice
NOTA RELATIVA AI MOVIMENTI E COMITATI IN LOTTA SULLE QUESTIONI TERRITORIALI
Anche noi abbiamo le nostre idee che per correttezza proveremo a sintetizzare in pochi punti in questa nota, ma per noi non conta quello che pensiamo, contano le idee condivise, contano i momenti di confronto ed elaborazione aperti, contano le occasioni di conoscenza e approfondimento. Questa è la ragione di questa proposta aperta a tutte le realtà in lotta. Si possono avere idee diverse ed unirsi e dividersi all'occorrenza sulle questioni più disparate, ma non si può evitare il confronto e la ricerca di punti in comune. Oggi più che mai è necessario restare uniti su ciò che ci accomuna, e se talvolta le esigenze logistiche chiudono gli spazi di confronto è necessario bilanciare la “logica dell'emergenza” aprendo spazi di confronto e approfondimento partecipati.
TERRA FELICE è la nostra proposta di spazio condiviso, di laboratorio di confronto. Non un movimento quindi ma il terreno comune di elaborazione e diffusione delle conoscenze acquisite sul territorio. Il più efficace antidoto a infiltrazioni sospette, a ritardi nell'elaborazione teorica, a gap conoscitivi e di confronto, a sterili autoreferenzialità che nascono dalla mancanza di “buone pratiche” e di relazione tra i soggetti coinvolti. Non ci interessa essere indicati come chi “aveva capito tutto”, siamo stanchi di fare la parte delle “cassandre”, oggi vogliamo svolgere un altro ruolo, quello di essere “operatori sociali del confronto”, ispiratori e organizzatori di eventi dedicati alla reale “costruzione” della cittadinanza attiva, quella componente sociale “diffusa e consapevole”, capace responsabilmente di partecipare all'elaborazione di risposte efficaci e realizzabili, alle crisi del nostro territorio e del nostro tempo.
FINITO IL TEMPO DELLE DELEGHE IN BIANCO SI APRE IL TEMPO DI UNA REALE PARTECIPAZIONE.
Ecco perché vi diciamo come la pensiamo, ma in fondo non conta, perché quello che conta e cosa penseremo domani dopo aver diffuso e condiviso informazioni ed esperienze. Questo è il primo bene comune da creare e difendere: SINERGIA e spirito collaborativo. Nel ritrovare dialogo e confronto di saperi ed esperienza, vengono le soluzioni condivise e vengono allontanati i “cattivi maestri”, chi ama agire nell'ombra e strumentalizzare le lotte, chi ama mettere cappelli e preferisce le stanze riservate agli spazi di condivisione. TERRA FELICE VUOLE ESSERE UN LABORATORIO DI CAMBIAMENTO E CONDIVISIONE.
Ecco quindi per correttezza la nostre proposte in pochi punti, ma giusto per dire chi siamo e come la pensiamo, per il resto siamo pronti al confronto, al cambiamento e alla crescita condivisa perché per noi le idee sono un contributo alla collettività non un'arma impalpabile con cui costruire un potere personale o di gruppo. GLI INTERESSI LEGITTIMI DI OGNIUNO DEVONO DIVENTARE UN QUADRO D'INSIEME, UNA RETE COMUNE PER IL BENE COMUNE.
Questi in quttro punti il nostro contributo alla discussione:
1) Che si tratti di bonifica, risanamento, o riqualificazione il nome non conta, quello che conta è che chi agisce sul territorio lo faccia su mandato e sotto il controllo delle comunità, tenendo conto degli obiettivi sociali prefissati attraverso l'elaborazione pubblica e condivisa delle soluzioni. Le parole chiave degli interventi devono quindi essere TRASPARENZA, PROGETTAZIONE CONDIVISA E COMPATIBILITÀ FINANZIARIA.
2) Gli interventi devono ispirarsi a principi generali definiti in maniera preventiva e ampiamente condivisi, ma anche ad analisi di dettaglio che tengono conto delle specificità territoriali e delle tipologie di intervento più funzionali a seconda delle situazioni, non dimenticando di tenere conto delle compatibilità ambientali ed economiche degli interventi. Ogni proposta deve contenere un bilancio sintetico sia economico che energetico delle azioni previste. È impensabile la prosecuzione di strategie irrazionali e prive di attuabilità concreta, così come sono da scartare ipotesi CICLOPICHE, ONEROSE E COERCITIVE per le comunità. Così si esce dall'emergenza e dalla logica dell'emergenza, così come dai rischi di strumentalizzazione, cioè puntando sulla fattibilità e sulle scelte condivise. NON SERVONO GRANDI SOLUZIONI MA SOLUZIONI GIUSTE E CONDIVISE.
3) Se si vuole passare dalla protesta alla proposta è necessario creare grandi e partecipati LABORATORI DI CONDIVISIONE, che fungano da strumento di elaborazione teorica, tecnica, ma anche da BASE DI CONTROLLO. Nessuna delega in bianco, ne a politici ne a tecnici, ne ad amministratori di società miste, ne a grandi cordate di imprenditori. LE AZIONI VANNO GESTITE E MONITORATE ATTRAVERSO FONDAZIONI DI PARTECIPAZIONE E RETI ASSOCIATIVE CHE ABBIANO AL LORO FONDAMENTO QUESTI LABORATORI DI CONDIVISIONE DISSEMINATI SUL TERRITORIO E COORDINATI TRA LORO.
4) Ci sono tanti elementi da considerare ma ci limiteremo ad un ultimo punto che consideriamo essenziale portare nel dibattito, e cioè la questione democrazia. Il problema del verticismo e del controllo dei movimenti così come dello svuotamento democratico dei partiti e dei sindacati è una questione propria delle relazioni politiche e delle dinamiche del potere. L'unico modo per estinguere questa frattura ed evitare che si riproduca è utilizzare un mix di strumenti che vanno acquisiti e metabolizzati nella pratica dai movimenti: a) moltiplicazione dei centri di potere per evitare concentrazioni e deleghe in bianco b) praticare sinergia e condivisione, quello che spesso viene definito “fare rete” c) dialogare e rispettare chi è al nostro fianco ma anche chi si contrappone a noi cercando di aprire alle ragioni anche dell'avversario, sia per prevenirne le mosse che per cercare soluzioni condivise. d) utilizzare strumenti innovativi di condivisione oltre alla relazione diretta, strumenti open source come liquid feedback che noi vogliamo diventi uno standard di tutto il movimento.
Queste in sintesi le nostre quattro tesi da portare come contributo al processo in corso. Quattro tesi specifiche e ma anche generali e condivisibili che non rappresentano l'ennesimo proclama di guerra ma la base di un discorso che possa tenere insieme le esigenze delle comunità, dei produttori e delle istituzioni pubbliche. QUATTRO TESI DI CONDIVISIONE E DEMOCRAZIA PER USCIRE DALLA CRISI.
certo… ho ancora un voto… mi passi un link per votare???
ok ho trovato…
fatto…