AMATORI DI RADIO. AMATORI DI LIBERTA’. AMATORI E AMANTI, UNIAMOCI.
Pubblicato da Barbara Venditti
06
10
2010
Buongiorno, anche se oggi non è affatto un buon giorno. Non lo è quasi mai in Italia, un buon giorno. Per tanti motivi e nel dire questo mi scuso se, per scelta, durante Caffè Nero in tazza Grande, parlo esclusivamente di musica e facezie, anzichè dar spazio a cose ben più importanti. Tuttavia oggi voglio parlare esclusivamente di uno dei motivi per cui questo non è un buon giorno, lo stesso motivo che mi spinge dunque a non parlarvi di musica per qualche giorno, anzi, a non parlarvi affatto. Caffè Nero in tazza Grande si prende una piccola pausa di riflessione. Devo riflettere sul motivo che ha spinto la SIAE, associazione che tutela i sacrosanti diritti degli autori dei brani che una radio musicale manda in onda, a decidere che non esistono più , per definizione web radio amatoriali. senza addentrarmi nei cavilli che annoierebbero i non addetti ai lavori, il fatto è abbastanza semplice: se vuoi avere una radio, parlare in una radio, mandare musica in una radio, che sia una radio da te creata e prodotta per la diffusione in web, devi costituire un'associazione culturale (nel migliroe dei casi) o avere un'azienda. In entrambi i casi la licenza costerà molto di più rispetto agli anni precedenti. Questo perchè la SIAE , senza possibilità di controbattuta, ha deciso che LA RADIO E' ESCLUSIVAMENTE UN'ATTIVITA' COMMERCIALE. Che ha a che fare con i guadagni dunque, i soldi per capirci, gli sponsor! Bene, sarete d'accordo con me nel dire che certo, è giusto, è vero che questo mondo, per nostra fortuna immensa, è solo commercio, che tutto è in vendita. che tutto si compra, che tutto ruota intorno ad interessi economici. C'è un solo punto che mi sfugge: per quale motivo da anni ormai, io e altri pazzi come me, investiamo denaro ed energie per giorni e mesi in qualcosa che non è per noi fonte alcuna di guadagno? Wasabi Radio nasceva nel febbraio del 2008 e nasceva come radio pirata, nel senso che per qualche giorno non ha avuto nemmeno una connessione internet propria!. Poi grazie al mio lavoro, in FM badate bene, la stessa FM che oggi sembra aver paura delle web radio amatoriali, sono riuscita a risparmiare abbastanza da poterla mettere in regola come web radio amatoriale. Con tutte le cose a modino: SIAE, SCF, server eccetera. Ora è diventata un progetto più ambizioso, ancora più folle se vogliamo, ma il rischio imprenditoriale non era affatto nella mia testa nel giorno in cui mi sono detta: "visto che voglio afre la radio e che la radio degli altri non mi viene bene come vorrei adesso provo a vedere se riesco a farla da sola." L'ho chiamata Wasabi perchè fosse come la salsina verde: ne basta poca per un effetto devastante. Wasabi perchè è piccola, ma si fa sentire. La volontà di crearci un'azienda intorno è assolutamente posteriore dunque all'idea della sua creazione e alla possibilità che ho avuto di farlo. Wasabi Radio esiste indipendentemente dalle mie altre attività ed è una realtà radiofonica fatta di cuore, passione e comunicazione. Se oggi volessi crearla nuovamente da zero, non potrei farlo. Ma per quale motivo noi, minuscole realtà radiofoniche sul web, progetti economicamente in perdita, dobbiamo pagare la SIAE? Perchè è giusto che vengano riconosciuti i diritti d'autore per i brani che mandiamo in onda. Ma c'è una cosa che sfugge. L'unica cosa davvero in regola sin dal primo minuto su Wasabi è stata la musica. Io sono un dj, i miei amici e colleghi sono dj, è buffo mi rendo conto, ma noi dj, i dischi li compriamo ancora, originali anche in formato digitale. Per tentare di capire meglio farò un esempio molto di moda in questo periodo: l'industria discografica e come... una fabbrica di bicchieri. Loro ti vendono il bicchiere finito completo e pure col bollino sopra. Ma se vuoi usare quel bicchiere, a meno che tu non sia completamente solo e ci beva solo tu, devi pagare una licenza a parte per l'utilizzo. E sai perchè? Perchè ti dicono che nel bicchiere non è compreso il lavoro del vetraio! Fa ridere eh? Per questo e per tutti gli altri motivi di cui sopra, Caffè Nero in tazza Grande si prende una piccola pausa. Solo qualche giorno, non per il silenzio, ma semplicemente perchè io possa disporre del mio tempo per informare quanta più gente possibile di quello che sta succedendo, non solo per le radio amatoriali, ma per tutto ciò che è libertà di espressione e comunicazione nel "Belpaese". E, lo confesso anche per riflettere sul perchè continuo ad ostinarmi a voler fare questo lavoro in Italia. Ci sentiamo in diretta tra pochi giorni. Nel frattempo Wasabiradio è on air con musica, pagata, licenziata e sottoscritta, Ascultatev'illa.

Commenti

  1. Avatar di Barbara
    Barbara
    22 ottobre 2010 alle 23:08

    Ciao Walter e ciao Nicola, grazie dei preziosi suggerimenti. La SIAE purtroppo è necessaria se vuole ottenere una licenza commerciale (Wasabi Radio è diventata un’azienda haimè) per una web radio che si occupi di musica a 360 gradi. Le opere licenziate Creative Commons sono senza dubbio molto interessanti ma dubito che ad esempio “Firth of Fifth” dei Genesis possa essere considerata come coperta da Creative Commons. Una radio come Wasabi Radio vuole essere un po’ indie, un po’ mainstream :-) perchè , e lo so che sembra strano, ma le richieste che arrivano ad una radio spesso sono canzoni conosciute. E lo dice una che va a cercarsi le nuove band con il lanternino. Ora, purtroppo, anche mio marito, che produce musica elettronica da molti anni,e ha l’etichetta discografica a Marsiglia è un’associato SIAE, ma è abbastanza normale che sia così. Mettere il server in un altro paese sarebbe un’idea geniale e infatti il server di Wasabi Radio è in Olanda. Peccato che Wasabi Radio è intestata a me che sono Italiana! sob… e quindi ho un codice fiscale italiano. Comunque a questo punto il problema non è più per chi come me sta mettendo su un’azienda, ma per chi vuole mettere su una web radio amatoriale e dotato di passione e coraggio magari vuole fare una radio di grandi classici, che quindi non può essere licenziata CC. Serve di farsi sentire e questo magari è un buon posto. A presto e grazie Kublai.

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