Nei prossimi giorni sarà presentato Mar Piccolo
il film di De Robilant, girato a Taranto in un quartiere-dormitorio suburbano quale Paolo VI. Molti degli attori che hanno interpretato il film o come comparse, in realtà hanno interpretato molto della propria vita reale, e di vicende realmente accadute come ad esempio la protesta delle mamme del quartiere che hanno ripetutamente protestato contro il proliferare di antenne per cellulari, che "spuntano come funghi dalla notte al giorno".
Alcuni di loro realmente sono in contatto con il comitato di quartiere, che in maniera spontanea e autorganizzata ha riqualificato una piazzetta "C. Giuliani" e dimostra nei fatti quello che
lo stesso regista ha potuto notare, la presenza di enorme talento, creatività e voglia di fare in questi ragazzi, che vengono emarginati, ma che hanno saputo organizzarsi insieme e rappresentare uno degli esempi più brillanti e rari di riqualificazione presenti a Taranto, attirando l'attenzione di giornalisti tedeschi o autori di Sabina Guzzanti o registi, ma venendo praticametne ignorati se non occultati dai media locali.
Ora con 500 euro vogliono realizzare un piccolo studio di registrazione (il più grande ha 17 anni), Marco uno di loro (che ha fatto la comparsa nel film) insieme a Emanuele si cimentano con hip hop e raggae e mettono in musica la loro rabbia e voglia di comunicare, hanno messo in scena anche una piece teatrale di strada insieme ad altri e alla regista Maria Elena Leone, della scuola Comuna Baires di Milano e tanti progetti hanno ancora con pochissimi, anzi nessun fondo, ma loro sono abituati a tirar su l'oro dalle pietre. Ed ora gli ho messo la pulce nell'orecchio per
costruirsi le apparecchiature con Arduino e altra componentistica open source, con l'aiuto di un hacker e di altri che studiano da perito elettronici anche questa sfida sono certo che la vinceranno....per tutti sono lo scarto di Taranto, per me sono solo loro il futuro di una società migliore.
Le parole di De Robilant
"
Ho scelto di fare questo film perché ho a cuore le storie a sfondo sociale che si occupano dei dimenticati. Taranto è una città dimenticata e profondamente ferita con una realtà lavorativa drammatica in cui la sola possibilità risiede nelle acciaierie dell'Ilva , da cui si esce quasi sempre gravemente ammalati.
Malgrado ciò ho trovato nel quartiere in cui il film è ambientato un'umanità piena di vita e di solidarietà veramente inaspettate. Ho incontrato una gioventù , la stessa che cerco di raccontare nel film, a cui se fosse data una possibilità eccellerebbe in qualsiasi campo. Ho trovato educatori , gli stessi che cerco di raccontare nel film, che malgrado le enormi difficoltà in cui lavorano, dovendo sostituirsi a famiglia e società, non lascerebbero quel quartiere per nulla al mondo.
Con questo film cerco di rendere giustizia alla qualità della gente che vive una realtà in cui è necessaria una volontà di ferro per mantenere viva la speranza di una vita migliore, di un futuro dignitoso".
Alessandro di Robilant
Un video tratto dal film:
http://www.youtube.com/watch?v=dUH1lUMrfS0&feature=related
Di Robilant e i ragazzi di Marpiccolo
in una Taranto devastata ma viva
La pellicola interamente girata tra Paolo VI e i sobborghi della città vecchia in concorso al Festival di Roma
TARANTO — Sarà la città di Taranto questa volta e un viaggio nella sua anima più nera a portare il vessillo pugliese al Festival internazionale del Film di Roma che questa sera prende il via con Triage, ultimo film di Danis Tanovic. Marpiccolo , il film di Alessandro di Robilant interamente ambientato nella città dei due mari, tra Paolo VI e Taranto Vecchia, sarà presentato in concorso martedì 20 ottobre alle 10 nella Sala Sinopoli (e poi replicato il 21 nella Sala Cinema Ikea e il 22 ottobre al Metropolitan 1) nell’ambito della sezione «Alice nella città», lo spazio giovane della kermesse capitolina.
Stessa sezione, fuori concorso quest’anno, toccata all’altro regista pugliese, il salentino Edoardo Winspeare con il documentario sul mondo della scuola, Sotto il Celio azzurro (venerdì 23 alla sala Petrassi).
Marpiccolo , prodotto da Rai Cinema e da Marco Donati per Overlook con la partecipazione dell’Apulia Film Commission, racconta la storia del piccolo Tiziano (l’esordiente locale Giulio Beranek), uno dei tanti ragazzi difficili del quartiere Paolo VI, uno di quelli che apparentemente ha un destino prestabilito alla nascita. Il suo quartiere del resto non offre nulla, se non la sagoma velenosa dell’Ilva da una parte e il profilo liquido del «marpiccolo» dall’altra. Tiziano fa lavoretti per Tonio (Michele Riondino, anche lui tarantino), il boss locale, e sogna soltanto d’andarsene via. E quando finisce al carcere minorile, sembra il punto d’arrivo di un’esistenza segnata.
Ma il ragazzo non è solo: intorno gli ruota una giostra di umanità variopinte che lo sostiene, convinta che per lui la vita abbia in serbo ben altro. «Il festival di Roma è una finestra importante per il film - confessa il regista di Robilant che ha tratto la pellicola dal libro Stupido, di Andrea Cotti, in questo caso sceneggiatore insieme a Leonardo Fasoli - , spero che venga ben recepito dal pubblico di giovanissimi visto che protagonista è un 17enne. Confido nel passaparola su internet che è fondamentale per film come questi. Per me in un film conta soprattutto l’esperienza del set - continua l’autore del Giudice ragazzino - e
nessuno mi farà dimenticare le splendide settimane passate a contatto con gli abitanti del quartiere Paolo VI, gente umana, generosa, troppo spesso bistrattata».
Il cast (quasi interamente tarantino) in cui, oltre a Riondino, spiccano i nomi di Giorgio Colangeli ( Il divo) e Valentina Carnelutti ( Caos calmo , Tutta la vita davanti ), sarà a Taranto il 3 novembre e poi a Bari il 6, in contemporanea con l’uscita nazionale di Marpiccolo distribuito da Bolero Film.
Nicola Signorile
Commenti recenti