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  • Iniziato da Alberto Avatar di Alberto

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Prima o poi doveva succedere: Alessandro di Favole su supporto mobile è stato protagonista di uno sgradevole episodio di copiatura del suo progetto, per fortuna subito rientrato e non su Kublai. Oggi ha avviato una discussione sul suo progetto – ne do notizia qui perché non tutti siamo iscritti ed è un progetto chiuso, si entra solo a invito – in cui dice:

      vorrei chiedere alla comunità come e dove e fino a quando dovrò e potrò interagire su gli sviluppi dello stesso progetto o come tutelarmi per eventuali clonazioni onde evitare spiacevoli eventi. Sempre per non cadere nel ridicolo è ovvio che la cosa più semplice è quella di non divulgare ma credo nello spirito di Kublai e spero che gli stessi amministratori trovino una soluzione per i miei dubbi e credo anche per gli altri.

      Il problema è chiarissimo: condividendo si progredisce più in fretta, ma si rischiano comportamenti opportunistici. Alcune idee sono molto legate a specifici territori e difficili da spostare; ma questo non è il caso delle i-favole di Alessandro. Come ci regoliamo?

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    • Avatar di Federico
      Federico
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      L’aver inserito l’idea progettuale nella community ha almeno due vantaggi: una marcatura temporale che testimonia la primogenitura dell’idea e la “testimonianza” della community stessa. E’ una linea difensiva debole ma comunque esiste.

      Si potrebbe pensare di suggerire ai progettisti che si vogliano tutelare in misura maggiore di ricorrere a un servizio gratuito come SafeCreative che permette di avere una marcatura digitale e un certificato per il copyright dei propri contenuti (compresi progetti). Ovviamente esiste sempre la questione della piena validità giuridica di tali sistemi.

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    • Purtroppo essere copiati è nei rischi del mestiere. Io con la mia prima attività sono stato copiato tante volte, con siti che riportano le mie frasi tali quali, il nome storpiato, i file riportati con altro nome, infinite telefonate e mail di finti clienti. Dopo il lancio è inevitabile.
      Prima del lancio si potrebbe non condividere nulla, quello che si chiama stealth mode, come diceva quel tale “chiudersi in cantina e dire alla moglie che stai guardando film porno così non si preoccupa”. Per la mia esperienza è inutile, è già così difficile lanciare un’iniziativa di successo per preoccuparsi del rischio che i tuoi possibili concorrenti ti scoprano qualche mese prima. Non ho visto un progetto rimanere com’era, quindi ciò che ti copiano è generalmente diverso da ciò che farai. Detto questo, un minimo di attenzione ci può stare.
      Francesco.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Qui sono d’accordo, Francesco. Il mio ex gruppo, i Modena City Rambler, è stato imitato quanto e più della Settimana Enigmistica!

      Per curiosità, qual’era la tua prima attività?

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Prima di tutto, e premesso che lo spirito di Kublai è quello della condivisione e della trasparenza, dovremmo decidere se ci sono o meno progetti “a richio” di clonazione. E soprattutto dovremmo cercare di capire come si distinguono tra di loro.

      D’altra parte, in un contesto competitivo come questo, non si può pensare di mantenere originale una idea. Forse si può proteggere per un pò il modo di realizzarla e gestirla, ma anche questo potrebbe essere copiato velocemente.

      Senza dubbio, è la proiezione ad essere innovativi e la velocità che possono veramente fare la differenza.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      Rispondo quì ad Alessandro di i-Favole per supporti mobili.

      Mi associo alle osservazioni di Federico sull’eventuale tutela online dell’idea.
      Il punto è che non stiamo parlando di invenzione, brevetto o altro, ma di un concetto quello delle favole che già esiste da centinaia di anni, che viene riproposto su un terminale mobile, cellulare, palmare, consolle mobile di videogame.

      Quindi è una modalità innovativa di inserire contenuti (già esistenti) in una nuova veste multimediale. Fin quì a parte l’aver usato le favole non c’è niente di differente da un videogame, un ebook o altro.

      Le favole sono assimilabili a ebook? se si allora non si può nemmeno parlare di clonazione, visto che ebook si producono da diversi anni e io sul mio cellulare ho le mille e una notte da 2 anni.
      Le favole sono originali? se si allora si violerebbe il diritto di autore, se non lo sono, nemmeno quello.

      Originale potrebbe essere sia il contenuto (la favola stessa) che il processo e/o modalità di creazione e fruizione della stessa tramite apperecchi mobili, se non sono stati clonati questi non vedo di cosa ci si dovrebbe preoccupare.

      A volte quando puntiamo l’attenzione su un’idea, ci rendiamo conto che quasi per incanto altri sono arrivati (magari per vie differenti) ad elaborare qualcosa di simile, ma forse è solo perchè i tempi erano maturi per elaborare la stessa.
      Una cosa è certa, che l’eventuale plagio non potrà clonare la community di Kublai, con i suoi apporti, i suoi feedback, la sua veicolazione di idee.

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    • Avatar di Federico
      Federico
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      “è la proiezione ad essere innovativi e la velocità che possono veramente fare la differenza”.

      D’accordo. La velocità è un fattore decisivo. Allora come convincere i progettisti a darsi da fare nel tentare di realizzare i loro progetti? Un punto critico di Kublai – sempre a mio avviso – è il basso tasso non dico di progetti di successo, e neanche di progetti realizzati ma di progetti realmente partiti. E questo non per colpa di Kublai, quanto dei progettisti che spesso non hanno la necessaria motivazione, passione, dedizione e volontà per trasformare realmente le loro idee in progetti. Alcune volte anche i progetti che fin da subito attirano l’attenzione dei kublaiani e sono sostenuti e incoraggiati da numerosi membri, vengono lasciati impolverare nel silenzio degli stessi proponenti.

      ps mi scuso per essere andato off topic (e anche per i miei (troppo) numerosi interventi…)

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Non sei off topic, Federico, e i tuoi interventi sono sempre molto puntuali, ce ne fossero. In questo caso stai dicendo – con Nicola – che dovremmo concentrarci nel sollecitare i progettisti a darsi da fare, non nel proteggere le loro idee. Mi piacerebbe capire cosa ne pensa Alessandro…

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    • Ciao a tutti e grazie della calorosa partecipazione!
      Ritengo ogni singolo intervento giusto e ben assestato rispetto il mio “angoscioso problema” ;)
      Sono cosciente, come alcuni di voi giustamente hanno “analizzato” che il mio progetto in se è solo una ottimizzazione e rivisitazione di contenuti atavici come le favole (nuove o vecchie che siano) con una fruizione di un nuovo mezzo, e di fatto è solo una ottimizzazione. Quindi quale drammatico evento potrebbe sconvolgere la mia “pigra” realizzazione? Nulla ?! O meglio è veramente un problema non risolvibile l’eventuale plagio?! Sono lo scopritore dell’acqua calda!? Sicuramente! Ma come il mercato e gli eventi passati e recenti ci insegnano proporre un “progetto” o una ottimizzazione nel momento giusto nel posto giusto in alcuni casi può fare la differenza. Ora fatta questa premessa preciso il mio dubbio o meglio paura (relativa) . Nel mio caso più che il contenuto (non originale senz’altro) da tutelare e il materiale che sto faticosamente realizzando per concretizzare il progetto stesso e che se messo alla merce di un pubblico anche se mosso da virtuosi ideali stento a credere che non possa venire la tentazione o l’idea di scopiazzare o meglio fruire di un materiale già bello e pronto da modificare solo la firma e presentarlo magari al potenziale cliente che possa farlo realmente decollare.
      Faccio un esempio: metto su kublay un ppt di un progetto per realizzare un frullatore di nuova concezione in tutti i suoi dettagli per poter condividere e migliorare il progetto stesso con tutta la comunità. Come posso fare per tutelare il mio materiale da possibili plagi? L’idea sicuramente può essere copiata ma almeno le “pergamene” della realizzazione del progetto si potranno rendere protocollate a fini giuridici per un eventuale reato di plagio?.
      E qui voglio creare un’ulteriore scompiglio , perché Kublay non realizza una sorta di bollino elettronico o meglio una protocollazione, uno pseudo brevetto per garantire tutti i suoi “progettisti”? Bollini di vario colore per il grado di livello (da base ad avanzato) per creare una storicità. Spero che il mio punto di vista possa portare accrescimento e non solo “polemica” sterile. Attendo fiducioso una vostra proposta e poi deciderò il grado di livello del materiale da mettere on line ;)
      Grazie a tutti!

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Mentre riflettiamo sulla provocazione di Alessandro, vorrei dire una cosa. Ci sono cose che credo NON vadano condivise su Kublai: per esempio, il codice. Se il progetto Favole incorpora codice scritto da Alessandro o suoi collaboratori questo dovrebbe rimanere riservato. Certo che si può fare reverse engineering, risalendo dalla funzione alla forma; ma questo comporta lavoro, lavoro che Favole – in questo nostro esempio – ha già fatto. Questo avere già fatto comporta naturalmente un certo vantaggio rispetto a progetti concorrenti, che naturalmente va preservato.

      L’esempio del frullatore fa un passo successivo nella condivisione: si condividono blueprint, codice, soluzioni tecniche. Ambienti di questo tipo ce ne sono (per esempio, ora anche in Italia, il forum di Arduino, con i contenuti in Creative Commons). Qui a Kublai si ragiona invece sulla dimensione organizzativa e imprenditoriale dei progetti creativi, e pensiamo che questa – a differenza del codice, che funziona su qualsiasi computer con le caratteristiche adatte – sia inseparabile dalle competenze e dalla personalità di chi le propone.

      Detto questo, si ritorna alla prima risposta di Federico: aprendo un progetto su Kublai si stabilisce una marcatura temporale e ci si identifica con l’idea; SafeCreative può essere un’altra soluzione.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Alessandro il tuo intervento così come il tuo progetto meritano la massima attenzione; questo perchè il primo corrisponde a una perplessità comunque comune a molti progettisti, il secondo perchè pur non essendo un’invenzione in senso stretto del termine è un’innovazione di processo e in quanto tale meritevole di essere tutelata.

      Detto questo, non essendo un esperto di tutele legali, cerco di apportare il mio punto di vista “laterale” e non esaustivo della vicenda:

      1) Generalmente quando si parla di brevetti soprattutto e copyright, si ha una visione romantica della faccenda, immaginando il sig. Rossi che va a registrare un brevetto. In realtà ormai la stragrande maggioranza dei brevetti, appartiene a poche multinazionali (la Siemens da sola realizza 50 mila brevetti all’anno), a enti e fondazioni di ricerca (anche queste spesso riconducibili a multinazionali) e in minima parte a privati singoli, ormai quasi esclusivamente confinati nel copyright artistico più che nei brevetti.

      2) Invenzione di prodotto e Innovazione di processo
      Entrambi sono soggetti a brevettabilità, ma se l’innovazione di processo è generalmente un’ottimizzazione di un servizio ottenuto in maniera modulare e sequenziale, intervenendo in alcune fasi per ridurre costi, aumentare la velocità o migliorare il servizio, può incidere poco o molto nella riorganizzazione degli asset (esempio il Toyotismo) ed a volte la primogenitura diventa più morale che effettiva, la Toyota ha guadagnato soprattutto in prestigio ed in efficienza essendo stata la prima a introdurre un modo nuovo di produrre, pur essendo poi copiata da migliaia di altre aziende.

      L’ invenzione di prodotto (esempio microprocessore, motore a scoppio, nylon) può incidere profondamente negli asset, nei modi di produrre e distribuire un prodotto/servizio, per cui è strategico.

      Inoltre l‘innovazione di prodotto ha in genere un ciclo di vita lungo di alcuni anni, se non decenni prima che si inventi un prodotto che lo sostituisca in meglio, l’innovazione di processo è in genere l’equivalente del beta nella telematica in cui costamente avviene e si ricerca l’ottimizzazione.

      3) Nell’invenzione di prodotto/servizio per queste ragioni, elevata rendita e profittabilità nel tempo, incisione a scala globale in asset, modelli distributivi, non c’è molta partita possiamo avere 3 scenari :

      - Multinazionale vs Multinazione : che si contendono a fior di milioni la paterntià di un’invenzione strategica.
      - Multinazionale vs singolo: la multinazionale fa coercizione contro il singolo inventore, offrendo prima di comprare la stessa, in caso di rifiuto agendo per vie legali, per acquisire quell’invenzione o in alcuni casi eliminarla dal mercato (come avvenne nella contesa Edison vs Tesla ad esempio).
      - Singolo vs Singolo: si avvia una schermaglia legale che permetterà a chi ha maggiori mezzi e volontà di affrontarla di entrare in conflitto con un eventuale Multinazionale e riavviare il processo di cui sopra.

      4) Nelle innovazioni di processo soprattutto nell’ITC, il modello di business che si sta imponendo è :

      sviluppo in segreto il codice > apro i test a una o più community > rendo libero il codice e divento coordinatore di servizio o mi specializzo nei servizi > favorisco la creazione di una community di sviluppatori, dove ognuno possa apportare modifiche e ottimizzazione, oltre che addons personalizzate > mi specializzo in customizzazioni Enterprise e progetti per Enti, Aziende.

      Tutta questa “pappardella” per arrivare a stringere le fila del discorso concludendo che:

      - Nelle innovazioni di processo specie nell’ ITC più che di brevetto o di copyright, quello che interessa è la “libertà” di poter portare avanti lo sviluppo di una propria idea-progetto originale, indipendentemente dall’ingerenza di una multinazionale che volesse arrogare a se il diritto di farlo e di primogenitura.
      In genere chi ha molti soldi come le multinazionali persegue il modello brevetto-copyright, perchè ha i mezzi sia legali che di sviluppo per imporre la primogenitura su un’idea;
      Piccole start up invece hanno un ‘altra finalità, non avendo i mezzi per lo sviluppo e i mezzi per affrontare le eventuali cause per imporre improbabili a volte primogeniture di non si sa bene cosa, preferiscono aprirsi, e specializzarsi in “pezzettini” di addons di servizio, creare community di sviluppo aperte e andare avanti, preoccupandosi di “marcare temporalmente” l’idea (ben vengano SafeCreativity, la versione telematica del principio di autoinvio a se stessi della raccomandata col demo musicale auto-prodotto) non per impedire ad altri competitors di sviluppare, ma con un atteggiamento più difensivo e di basso profilo, ovvero fallo anche tu, ma non impedirmi di farlo….

      In questa direzione si stanno muovendo le migliaia di start up ad esempio che ogni giorno vengono recensite su Techcrunch o Killerstartups

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