Kublai a t+1

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  • Iniziato da Tito Avatar di Tito

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    • Avatar di Tito
      Tito
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      Signore, signori, progettisti

      come avrete visto al camp di sabato modero una sessione sul futuro di Kublai.  Rileggendo il resoconto che Criscia aveva fatto della nostra ultima riunione su questo tema mi sono reso conto che mi ero impegnato ad aprire una vera e propria pagina di ning dedicata al riprogettare Kublai.  Non l’ho fatto ad Aprile scorso ma forse possiamo farlo dopo il camp, con qualche stimolo in più ed un po’ di energie positive che spero di raccogliere. Spero che molti di voi prendano la parola in auditorium sabato pomeriggio per insegnarci a guidare insieme questa barca.  MI raccomando la brevità!

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      Tito
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      La sessione è andata bene, grazie a tutti quelli che hanno partecipato e detto cose utili.  C’è ancora tempo per farlo, scrivendo qualcosa qui.  Per agevolarvi, vi inserisco il video che ho mandato in apertura di Alberto Cottica

       

       

      E questo invece è quello di David Osimo.  La qualità dell’audio è un po’ peggiore, ma quella dei contenuti ugualmente alta. Alzate il volume al massimo o sentitelo in cuffia.

       

       

      Spero li troviate stimolanti come sono stati per me.

       

       

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      Alberto
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      “L’autoreferenzialità è un problema per tutti, per il governo come per gli innovatori”. David dice questa cosa da almeno tre anni, e fa benissimo a ripeterla. Ce lo dovremmo ripetere tutti, tutte le mattine, mentre ci laviamo i denti. È veramente un rischio sempre in agguato.

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      Pico
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      Ho avuto modo, grazie allo streaming, di seguire gli interventi (anche se ad un certo punto c’è stato un buco audio di alcuni minuti mentre parlava Tito) e vorrei esporre ancora una volta il mio pensiero su alcuni punti toccati.

       

      Mi sembra che lo sforzo di far proseguire il progetto sia auspicato da tutti anche se Alberto puntualizza di non essere interessato se Kublai dovesse trasformarsi in una sorta di sportello in cui il dialogo avvenga tra utenti e consulenti e venga meno, di fatto, la community collaborante; Tito mette in contrapposizione le conclusioni di Alberto e Davide ma entrambi vedono, seppure in misura diversa, la presenza della pubblica amministrazione nella conduzione di Kublai.

       

      Potrebbe essere utile a questo proposito un follow-up anche su Second Life oltre che qui sul ning, per capire cosa si profila all’orizzonte?

       

      Nell’ipotesi, auspicabile, che Kublai continui ad esistere e potenzi la propria azione, ritorna la questione “finanziamento” dei progetti. A tal proposito, vorrei argomentare che, alla luce dell’esperienza di questi tre anni e mezzo di Kublai e di quanto scrive Alberto in Wikicrazia, a mio avviso la community ha gli anticorpi giusti per tenere alla larga gli “opportunisti” da sempre paventati, e che alla fine è sempre la community (intesa come insieme di coacher e di kublaiani) che fa emergere i progetti meritevoli. Secondo me, per completezza di processo (e per generare davvero sviluppo senza rischiare di lasciare a metà processi virtuosi avviati con grande dispendio di energie individuali e di community) questi progetti dovrebbero però essere portati quanto meno all’individuazione delle risorse finanziarie necessarie per farli partire e tutto questo lasciando sempre in bella vista il cartello, tanto caro a Tito e a tutti noi, che avvisa che Kublai non da soldi. Se tra gli obiettivi di Kublai c’è di creare valore, si giustifica, quindi, il non preoccuparsi che un buon progetto arrivi a realizzarsi di fronte ad una disponibilità finanziaria, pubblica o privata che sia, che pur presente non si riesce in qualche modo ad intercettare?

       

      Passando ad altro, ancora una volta è emersa la necessita di disporre di strumenti che orizzontalmente attraversino Kublai per connettere i progettisti e i progetti su comuni esigenze/tematiche; dopo averne parlato e scritto da tempo sul ning, l’esigenza salta ancora fuori; Alberto tempo fa ipotizzava l’utilizzo dei fora per colmare questa mancanza; io ricordo che oltre ai fora, anche appositi incontri tematici su Second Life potrebbero essere utili per lo scopo (sono curioso comunque di sapere quali nuovi strumenti Alberto ha in mente, ritenendo superato l’uso combinato di Ning e di Second Life) 

       

      Infine Carlo Infante ha sollevato il problema di come diffondere sul territorio (sia tra la pubblica amministrazione locale che presso le agenzie formative) le buone pratiche e il modello kublaiano; anche questa è una domanda a cui bisognerebbe dare risposte, un’esigenza più volte espressa e che in Sicilia ci ha indotto a lanciare Kublai Sicilia come aggregazione territoriale di kublaiani finalizzata a perseguire questi obiettivi.

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      Tito
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      Anche a me aveva colpito quel passaggio di david.  Però allo stesso tempo, riflettendo su come la comunità di Kublai si è evoluta anche nei numeri, dandogli quel carattere magico che David ha sottolineato, mi è sempre parso che non abbia fatto salti in altre gruppi del tutto estranei, ma sia avvenuto per contatti con persone ad essa limitrofe, con il passaparola dei suoi membri inizali più forti.  Vedi ad esempio i vincitori del Camp di ieri sono evidentemente una gemmazione del gruppo di napoli e di stefano consiglio, che, vorrei ricordarlo tanto per spiegare cosa ho in mente, è un vecchio amico di Marco Magrassi del Ministero.  Insomma, questa è certo un modello di espansione.  E’ autoreferenziale?

      La visione fatta di salti attraverso cui cercavamo di identificare comunità creative già esistenti da intercettare ed alle quali far arrivare il nostro messaggio era quella che avevo io in origine, ma Alberto stesso mi sembra mi abbia fatto notare che non ha mai dato molti frutti (anche se qualche limitato caso mi viene in mente), ad esempio gianluca mei che ho consociuto grazie ad una presentazione che ho fatto più di un anno fa ai giovani industriali di ancona.  Insomma la tesi dell’autoreferenzialità da combattere mi attira, ma nella pratica della nostra azione vorrei capire cose implica.

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      Alberto
      Partecipante

      L’autoreferenzialità in questo caso vuol dire pensare che Kublai sia un bene in sè; che il suo modo di operare sia un bene in sè; il software che usa, il linguaggio e il lore, tutto insomma, siano beni in sè.

      L’attraversare la società attraverso legami sociali deboli esistenti non è autoreferenziale. È un modo accreditato di “irradiare” tantissime persone a costi bassi, fin dal famoso esperimento di Milgram degli anni 70 dei sei gradi di separazione.

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    • Avatar di david
      david
      Partecipante

      ciao e grazie per il feedback. Il mio riferimento all’autoreferenzialita’ non e’ specifico su Kublai ma generico su qualsiasi esperienza bottom-up.

      mi e’ piaciuto l’intervento di alberto, condivido l’immagine della stella.

      Sul mio contributo, vorrei specificare la proposta attraverso uno “slogan”. Perche’ non fare di Kublai la piattaforma peer-to-peer per la p.a. italiana, un po’ come challenge.gov e’ la piattaforma per i premi del governo USA?

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    • Avatar di Tito
      Tito
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      Riassumo qui a beneficio di tutti alcuni stimoli e proposte che ho raccolto nel corso della sessione sul futuro di KUblai al Camp di Sabato scorso (sono inevitabilmente filtrate e interpretate da me):

      • non è opportuno modificare uno dei principi fondamentali di Kublai che viene comunicato implicitamente agli iscritti: Kublai non dispone di soldi.  “I soldi non sono qui”.  (è il contrario di una delle cose che dice Nino Galante qui sopra in questo thread). Il rischio di attrarre troppi individui opportunisti e poco interessati a condividere i loro progetti è  alto. (progettisti di FundforCulture)
      • E’ necessario migliorare la “profilatura” degli iscritti. Ci vogliono strumenti per farlo bene che oggi non abbiamo.  Questo migliorerebbe le possibilità di sostenere gli scambi peer-to-peer in una comunità che si allarga e  si evolve. (persona che non ho riconosciuto)
      • L’intensità degli scambi peer-to-peer  su singoli progetti è, tra l’altro, un effetto della qualità degli interventi di coaching.  Per questo entrare molto nel merito di questioni controverse e tecniche di ciascun progetto è importante perchè scatena la voglia di contribuire negli altri che hanno simili interessi (Gianluca Mei).
      • Serve qualche strumento o widget della piattaforma che sostenga gli scambi in peering (non so se ho capito del tutto questo e non ricordo chi lo diceva)
      • Non bisogna avere paura dei progetti web-based.  Il web è il vero spazio pubblico (Carlo Infante).  Piuttosto sono gli spazi del web che vanno antropizzati (questo c’entra meno ma è talmente bella che ci tenevo a riportarla qui)

      Colgo l’occasione per chiedervi: che cosa ne pensate della seguente affermazione presa dal video di alberto?

      “i due principali strumenti di interazione che Kublai usa – Ning e Secondlife – sono oggi inadeguati e un po’ passé”

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      Dell’intervento di Carlo (sentito grazie alla registrazione video della giornata!) io ho colto anche dei suggerimenti: microeventi di ascolto del territorio, lanciare dei contest, cose piccole..

      Qualcun altro poi auspicava interventi qualificati, professionali, per alzare il livello della discussione.

       

      Tecnicamente Ning è passato di moda da quando è diventato uno strumento a pagamento e i suoi concorrenti gli assomigliano tutti terribilmente, a meno di passare a qualcosa di completamente diverso. Ma una migrazione di massa di contenuti e persone sarebbe sostenibile? I membri silenti (sia lurker che inattivi) della community si perderebbero o seguirebbero Kublai, qualunque sia la destinazione?

       

      [scusate ma da novizia e lurker al Kublai Camp ho più domande che risposte per il momento ;-) ]

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ciao Frieda

      passare ad un’altra piattaforma, salvo grande disponibilità di Ning, sarà questione di morti e feriti per strada. Kublai è una community di servizio e non di interesse, la fidelizzazione scade prima.

      Se si cambia, si ricomincia.

      Ma il punto cruciale non è mai l’investimento, è la gestione. Se non avessimo avuto Ning, non saremmo riusciti a gestire Kublai nell’ultimo anno in 3, si, solo in 3 persone.

      Siamo saturati dalle attività di gestione e non abbiamo energie da poter dedicare allo sviluppo. Anche Ning si può personalizzare adesso (hanno riaperto le API), tuttavia, allo stato attuale, non possiamo fare molto.

      E poi, a parte le persone, il porting dei contenuti credo che sia quasi impossibile…

       

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Le caratteristiche di Ning non sono cambiate (a parte il costo, cmq irrisorio) rispetto a quando fu fatta la scelta. Purtroppo direi, sarebbe bastato qualche aggiornamento.

       

      Condivido che Second Life sia purtroppo inutile. Ma l’ho detto mesi fa. E’ un ambiente troppo complicato che restringe il pubblico in ascolto piuttosto che ampliarlo.

       

      Ning potrebbe esprimere qualcosa di meglio… di sicuro ce ne sarebbe la possibilità, ma servirebbe un piccolo investimento in sviluppo fatto su persone competenti. Da soli non ce la si fa.

       

       

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Grazie David

       

      per fortuna siamo lontani dal sistema a stella. Dati alla mano di maggio, gli utenti incidono per il 70% delle conversazioni che si svolgono su Kublai.

       

      E’ pur vero che, con 450 progetti e 3000 persone, oltre ad un sito con tanti limiti, senza l’intervento propulsore dello staff, la cultura della conversazione creativa spontanea e di qualità non si propaga facilmente.

       

      Inoltre nell’ultimo anno Kublai è stata gestita da 3 persone, contro le 7/8 dei 2 anni precedenti, ma nell’ultimo anno siamo cresciuti di più, sia in termini di persone che di progetti. Uno sviluppo del genere non sarebbe stato possibile con una logica a sportello.

       

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      SecondLife è un progetto moribondo (chiamatemi Cassandra!) e il suo essere demodé significa doverlo insegnare a chi lo vuol usare.

      Ma Nicola, uno strumento simile che permetta una comunicazione sincrona e non necessariamente scritta, non è utile?

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    • Avatar di Tito
      Tito
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      Anch’io mi domando: secondlife sarà pure moribonda, ma che alternative abbiamo per fare riunioni in sincrono?  Che cos’è scomparso il bisogno di fare teleconferenze molti a molti? A me quell’interfaccia non dispiaceva.  Non lasciamoci influenzare troppo dalle mode e pensiamo alle alternative che abbiamo.  se non sarà secondlife, a cui non sono per forza legato, rinunciamo a tutte quelle cose che avevamo fatto: gli helpdesk su singoli progetti, le conferenze su aspetti di interesse dei progettisti, etc?

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
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      Parto dalle ultime osservazioni e poi passo alle altre, forse più attinenti con il topic (non vorrei che andassimo troppo fuori tema, nel caso si apre una nuova discussione):

       

      @Nicola, mi pare sia stato detto che Ning e Second Life siano forse inadeguati e passé, ma non inutili. Credo sia molto diverso il messaggio. E, come dice anche Frieda, uno strumento sincrono è assolutamente necessario in Kublai. L’esperienza con skype sappiamo bene essere stata quasi sempre un fallimento. Altro che non si è soltanto in due o tre. Già quattro persone complicano la cosa.

       

      Ora, si può spostare la discussione sul trovare forme alternative, ma di fatto vorrei assolutamente far passare il messaggio che l’uso di una piattaforma che permette il “conoscersi” e il “parlarsi”, seppur complessa, è una risorsa indispensabile in una community abituata per lo più allo scambio scritto.
      Come dice Frieda è vero, Second Life – ma probabilmente anche altre soluzioni che andremmo a provare – va insegnata, e ci vuole tempo e pazienza. Il punto è che proprio i momenti in cui “s’insegna”, in cui si ride, in cui si prova insieme, in cui fai conoscere altri curiosi del mezzo fra loro, si crea la relazione. Che solitamente resta. E quando ci si trova insieme, anche se come avatar, finalmente si ha l’idea di condividere uno spazio che avvicina.

      Continuerò fino allo sfinimento a dire che questo valore non va assolutamente perso. valore non di Second Life in sé (sono d’accordissimo a ragionare su forme alternative di momenti sincroni), ma dei risultati a livello empatico che da’.

      Second Life non è mai stato sostitutivo a qualcosa. Chi voleva aveva la possibilità di interagire con lo staff a voce. E’ stata una soluzione, una strada in più che noi offrivamo.

      Il “lavoro” da fare sulla community e sui progettisti è talmente vario che sarebbe sciocco pensare che solo il Ning possa sopravvivere, o solo Second Life possa, o solo gli incontri de visu possano. Perché c’è chi preferisce scrivere, chi è più giocherellone con voglia di sperimentare cose nuove, e chi preferisce invece farsi avanti solo quando ha la possibilità di conoscere lo staff di persona. Ma lo staff, come sappiamo, non raggiunge tutte le regioni d’Italia. E non si può pretendere che un progettista siciliano o trentino sia disposto ad esserci una volta/due/tre all’anno in cui la community si ritrova. Bisogna dar loro vari strumenti.

       

      Per creare quelle relazioni fra progettisti, per ricreare quella voglia di scambiarsi “davvero” consigli sui progetti, bisogna dare loro gli strumenti perché si conoscano. E questo non si fa perché condividono una premiazione, si fa perché si scelgono, perché si piacciono.
      E’ la strada forse più difficile, lo sappiamo, ma credo sia l’unica che crea davvero valore nel lungo periodo.

       

      Sul discorso dell’autoreferenzialità mi vengono in mente un paio di cose partorite ancora male. prometto di riprendere anche quel discorso a breve ;)

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Il porting dei contenuti da Ning ad altra piattaforma non è impossibile; esistono piattaforme che offrono tool per l’importazione dei contenuti da Ning. Personalmente ho sperimentato la migrazione da Ning verso due piattaforme diverse, riuscendo a trasferire i membri e praticamente quasi la totalità dei contenuti (in un caso le limitazioni riguardavano il porting degli eventi). Il problema è che le piattaforme verso cui ho effettuato la migrazione non sono per niente migliori di Ning. So che esistono altre piattaforme diverse da quelle che ho avuto modo di sperimentare che offrono strumenti di migrazione da Ning ma se non si è davvero sicuri della superiorità rispetto a Ning di queste altre piattaforme, la migrazione che è pur sempre un’esperienza di discontinuità, non ha alcun senso.

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Anche per quanto riguarda Second Life, mi sono più volte espresso in passato ricordando i brainstorming in sincrono fatti sui primi progetti e le conferenze.

       

      Diciamo che chi lo ha utilizzato non aveva maggiori competenze di chi potrebbe utilizzarlo ancora oggi.

       

      Ambienti nuovi per la remote-collaboration in sincrono e la multivideoconferenza stanno iniziando a venir fuori ma anche qui mi chiedo se abbia senso cambiare strumento se non si conseguono al momento reali vantaggi nel farlo

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Non credo di aver mai scritto che Kublai debba distribuire soldi o favorire gli opportunisti e non vorrei che venisse frainteso il mio chiedermi (ma non sono il primo a porsi il problema né è la prima volta che questo accade) in che modo Kublai possa adoperarsi affinché i progetti che aiuta a far nascere si realizzino solo perché affermo che in Kublai sono (già) presenti gli anticorpi che tengono alla larga determinati soggetti.

       

      Per quanto riguarda l’affermazione di Alberto su Ning e SL sono appunto curioso (e senza alcun intento polemico) di sapere quali sono gli strumenti a cui Alberto pensa.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Scusa Cri, ma sono 2 anni che Second Life non si usa più. Ho parlato di inutilità rispetto alla missione di Kublai, non in generale. Infatti in 2 anni siamo riusciti a fare tutto quello che dovevamo fare senza usare SL.

      Fare incontri in sincrono vestiti da pupazzi non interessa più a molti. Le persone che hanno un avatar tra gli iscritti a Kublai sono sempre meno. 

      Rispetto a 3 anni fa il mondo è cambiato parecchio. SL richiede l’installazione di un sw e poi gli aggiornamenti, un pc potente e cmq ha tanti problemi tecnici oltre un costo significativo.

      Con meno investimento, si prende un servizio di multivideoconferenza (tipo quello della CISCO) che è web-based, cioè senza software e permette di vedersi veramente in faccia. E soprattutto permette di evitare di perdere tempo a parlare di strumenti, invece che parlare di progetti.

       

      Cmq ribadisco, parlare di strumenti è secondario seppur importante.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      io recentemente ho avuto modo di provare Webex, una piattaforma di videoconferenza multipla. Fino a 25 persone vedi tutti in video contemporaneamente e non hai bisogno di installare software, basta un comune browser.

      E’ facilissima da usare.

      Però almeno vedi in faccia la persona che parla, e non devi capirlo tramite un segnale verde sulla testa, non perdi tempo a tenere fermo il tuo avatar, non hai problemi di volume, ne di grafica e soprattutto lo puoi usare da qualsiasi computer, senza dover scappare a casa di corsa per la riunione perché in ufficio non puoi usare il SW di SL

       

      SL avrà le sue ragioni di esistere, ma per fare incontri in sincrono esistono strumenti più efficaci da usare nel contesto di Kublai

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
      Keymaster

      Nic, non perdiamoci sui discorsi di quanto vale ora SL o meno perché il punto non è questo. Io per prima ho detto che sono d’accordissimo a cercare insieme proposte alternative, ma ho anche detto che dovrebbero portare gli stessi risultati.

      SL sono due anni che non si usa più perché come sappiamo le risorse dello staff (a livello di persone) purtroppo erano quelle che erano, e si è fatto il possibile.
      Ti posso rispondere che in due anni si è riuscito sì a fare tutto quello che c’era da fare, ma è indubbio che l’interazione e la socialità sono venuti meno. Non si tratta di una battaglia tra il tuo punto di vista o il mio, si tratta del fatto che, a parte alcuni incontri che tu hai avuto modo di avere coi progettisti (quindi coach con progettista) sono mancati incontri tra i membri. E per membri non intendo solo quelli che portano avanti progetti più o meno validi, intendo persone che, pur non avendo progetti caricati in kublai, possono essere risorse valide per la community. E queste persone vanno coinvolte. Bisogna ritrovare il modo. Se SL pensiamo non vada più bene, occorre trovare strade alternative per fare questo.

       

      Possiamo aprire una discussione a parte a riguardo in cui, come hai fatto te Nic, inseriamo proposte di piattaforme adatte da prendere in considerazione.

       

      Mi sorge una domanda però: piattaforme come Webex ci permetterebbero degli helpdesk, ma forse non sarebbero adatte se volessimo fare conferenze d’interesse per i progettisti. Come ovviare questa cosa? Oppure ci rinunciamo?

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
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      Non è fare il maestrino ma nel giro di dieci post siamo passati dal futuro di Kublai all’utilità di SecondLife come strumento sincrono. 

      Oltre a generiche dichiarazioni di intenti, qualcuno si è chiesto come CONCRETAMENTE dovrebbe essere strutturato Kublai t+1?

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
      Keymaster

      Tu puoi fare sempre il maestrino, Fede! Magari i maestri fossero come te!

      Comunque, in realtà, si stava discutendo su un dubbio posto prima da Alberto nel video (SL e Ning passé) e rilanciato poi da Tito che chiedeva pareri. E infatti si sta discutendo su forme alternative sia di Ning che di SL. Non è che siamo fuori tema, è che ci sono troppe discussioni nella stessa discussione ;)

       

      @Tito, non so: magari potrebbe servire aprire discussioni a tema? Che dite?

       

      ps: e comunque, Fede… se hai qualche idea concreta su come dovrebbe essere strutturato kublai t+1 ti prego di darcela e liberarci dalla spirale!!

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
      Membro

      Cara Criscia, è sempre un piacere parlare con te.

      Tornando a K/T+1, in realtà mi chiedo se tutti questi discorsi su chi deve prendere in mano Kublai e come dovrbbe farlo tengano conto della realtà quotidiana della gestione di un insieme di questo tipo. La valutazione sulla piattaforma da utilizzare non può che essere una conseguenza, preoccuparsene ora mi sembra, quantomeno, prematuro.

      Per quanto riguarda le ipotesi di spinoff, mi sembra molto difficile che il Ministero possa finanziare Una NewKublai senza poi voler in qualche modo entrare nella plancia di comando. In genere chi mette i soldi vuole anche vedere che fine fanno, anche perchè, cosa non marginale, se i soldi ce lim mette lo stato sono anche soldi nostri e lo stato dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) almeno verificare chi e come questi vengono utilizzati.

      Insomma, se pensiamo ad una operazione filantropica del Dipartimento secondo me è un vicolo cieco. Pensiamo, per ipotesi, se sulla piattaforma venga inserito un progetto palesemente antiministeriale (è un esempio volutamente esagerato), non pensate che il Dipartimento o il Ministero o chiunque altro voglia intervenire?

      Allora facciamo che Kublai lo mettiamo in mano alla community. Bene, l’idea mi piace. E come dovrebbe funzionare? Ammettiamo che il Ministero decida (non si sa per quale motivo, una community di 3.000 utenti è un valore, e i valori non si buttano via) di dar via la community ad un gruppo di persone che si costituiscono in qualche forma legale (c’è sempre la necessità di trovare un colpevole a lungo termine) per la gestione di Kublai. Come si finanziano? con il contributo della volontario della community? Ok, quantifichiamolo e facciamo i conti: Quanto dovrebbe mettere a fondo perduto e per un tempo X ogni membro della community? E chi paga? quelli attivi? quelli inattivi? quelli con un progetto? come minimo andrebbe definito l’insieme degli utenti paganti (che sarebbe quindi molto inferiore al totale degli utenti). E chi decide? Metti che si debba organizzare un camp, per dire. Come dovrebbe funzionare?

      Potrei andare avanti a lungo ma non voglio tediare nessuno. Quello che voglio dire è che oltre alle belle parole c’è una realtà che non può essere tralasciata. Kublai in mano al Dipartimento può funzionare (anche cambiando attori, piattaforme e modalità) a lungo, perchè lo vediamo, l’abbiamo già vissuto.

      Qualsiasi valutazione su diverse forme di sussistenza, quindi, non può – secondo me – prescindere da una valutazione del come si intende far sopravvivere Kublai.

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
      Keymaster

      Provo a rispondere per punti Fede, tenendo sempre a mente che non sono una tecnica, né una tattica e tantomeno una creativa :D (per questo mi sento meglio nell’appoggio ;) Ah, e neanche una veggente (lol)

       

      - Preoccuparsi ora della piattaforma: Sì, può essere prematuro, ma allo stesso tempo ci potrebbe indicare che finialità vorremmo raggiungere. Se noi agiamo al contrario, lasciamo che sia ciò che abbiamo la scelta. Non saremo mai noi a fare da timoni.

       

      - Riguardo il Ministero e il suo interfacciarsi con Kublai, una community che ha visto crescere e in cui investe, ho più dubbi. Ovviamente perché posso immaginare, ma conosco davvero poco le dinamiche interne. Mi scuso quindi sin d’ora se dico cose senza senso: la paura del Ministero dovrebbe solo esser quella di vedere dei progetti “antiministeriali”? (perdonami Fede se riuso questo tuo messaggio, ma mi è utile per andare avanti)
      Io non credo sia questo il problema perché, come ha detto credo anche Pico pochi interventi fa, la community ha una grande forza di autoconservazione. Qui si potrebbe quindi ragionare sull’investire persone della community, magari a livello regionale, che possano trasmettere il valore di kublai.

      E’ vero che lo stato deve “controllare” come investe i soldi, ma è anche vero che in kublai esiste una sorta di fiducia, che va considerata. Inutile far finta che non sia così.

       

      - kublai in mano alla community ora come ora mi da’ da pensare: fatico a immaginarla, ma è anche vero che tanto proposte sono state fatte. e sbaglieremmo a non ascoltarle o riproporle. Quindi lo faccio io: qui è stata fatta una discussione molto lunga che poi è stata abbandonata. Ma è utile leggerla.

      Marco, in particolare, esprimeva un’idea interessante

       

      Ripropongo queste discussioni perché credo sia arrivato il momento di ascoltare la community. Continuiamo a chiedere cosa propongono, ma di fatto lo hanno già fatto molte volte. Non stupiamoci poi se altre idee non vengono fuori.
      O ne tiriamo fuori di nuove, oppure affiniamo quelle che abbiamo.

      Questo è quello che penso ;)

      Passo!

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    • Avatar di Federico
      Federico V.
      Membro

      Cri ho poco tempo, ma:

      ovviamente il mio era solo un esempio. L’idea di “fidarsi” non è praticabile da un Ministero.

      riguardo all’idea, bene. ma mi mancano i particolari operativi che possono rendere un idea praticabile o solo utopica.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Hai ragione, non ha senso che il Ministero finanzi una cosa che non governa. Ma sinceramente non mi pare un problema trovare un po’ di risorse per una cosa come Kublai – soprattutto se consideri che Kublai fatta da un’associazione costa una frazione di Kublai fatta da un ente pubblico. A suo tempo Focus (cioè CriticalCity) si offrì di cercare fondi per un progetto di spinoff: il progetto si arenò perché quelli di Focus ebbero l’impressione che la comunità non fosse convinta di percorrere questa strada, non perché non ci fossero soldi.

      Come ho detto nel video, questo esito è possibile, ma difficile. Aggiungo: difficile non per questioni finanziarie.

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Ciao a tutti, Cari amici ho letto con interesse i vostri commenti molto competenti ed esperti, al momento mi sento

      solo di esprimere un parere, mi piace molto il discorso di Marco Colarossi del 11 Marzo citato da Criscia:

       

      http://progettokublai.ning.com/group/KublaiWelcomeGroup/forum/topics/un-piano-b-per-il-futuro-di?commentId=2089256%3AComment%3A107224&groupId=2089256%3AGroup%3A29729

       

      Grazie per la vostra attenzione. A piu’ tardi LMF

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      Da quel poco che so/sperimento di community mi pare che funzionino autonomamente (quindi senza nessuno che sistematicamente le guidi o animi) quelle che o hanno un grosso progetto/ideale/passione verso cui tendere e a cui lavorare (tipo Wikipedia, per intenderci) o quelle che sono molto consapevoli dell’essere una community e consci del valore della community stessa, quindi una community con una certa maturità (tipo la comunità italiana dei bookcrosser).

      Kublai, per l’impressione che me ne sto facendo, non mi pare rientrare in nessuno dei due casi.. o meglio, rientrerebbe nel secondo, ma mi pare ci sia da lavorarci su.

       

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      [2 righe tecniche] WebEx è uno strumento straordinariamente efficiente, usabile da web o da telefono,ma discretamente freddo e impersonale o aziendale, se preferite. Però mi permette di avere più livelli di conversazione: voce, chat molti a molti, chat privata. D’altra parte ha un numero max di utenti contemporanei (25) che mi paiono pochi.

      Criscia perché dici che potrebbe non essere adatto per le conferenze d’interesse per i progettisti? (non avendone mai seguita una non ho proprio idea..)

       

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
      Keymaster

      @Frieda credo che la risposta sia già nel tuo intervento.
      Per conferenze d’interesse per i progettisti intendevo una sorta di calendario in cui invitavamo “personaggi” creativi di vari settori a parlare per la community. Esperienze di riuscita, insomma. Per darti un’idea ti lascio questa foto che fu fatta per la conferenza che aveva ospite Paco Taibo II.
      Qui invece trovi un piccolo resoconto di una delle conferenze più riuscite.

       

      Ovviamente fatico a immaginare una socialità del genere se usassimo piattaforme come WebEx (ma parlo da ignorante eh, non l’ho mai provato ;)
      E, ovviamente, credo che 25 persone siano pochine e non permetterebbero a tutti di partecipare.
      Non dimentichiamoci che chi non voleva seguire da SL, aveva la possibilità di seguire lo streaming dell’evento sul blog di kublai, grazie sempre a persone che si offrivano gratuitamente per farlo da dentro SL.

      Per questo dico che le conferenze (almeno con la stessa socialità) sarebbero difficilmente ripetibili usando altre piattaforme.

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      mi sembra di aver capito inoltre che WebEx non sia uno strumento gratuito.

      Da questo punto di vista potrebbe essere sostituito da Google+ che permette videoconferenze gratuite ma fino a 10 persone.

       

      Personalmente, da anni, seguo l’evoluzione di un ambiente, OpenQwaq (i nomi precedenti erano Qwaq e successivamente Teleplace) che recentemente è diventato opensource; assomiglia molto a second life, consente di utilizzare le webcam, di condividere documenti e altri materiali (con un semplice drag and drop tra l’ambiente e il proprio desktop) e non vi sono limiti al numero dei partecipanti. Qui un video d’esempio

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Se questa è la sensazione che Frieda sta ricavando, direi che rispetto al 2008 e 2009 siamo andati indietro parecchio :(

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      @Pico ma io sarei felicissima di sbagliarmi! Nel caso fatemelo notare con un cospicuo lancio di pomodori marci.. ;-)

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      No, non è gratuito, ma nemmeno lo spazio di Kublai in SecondLife credo che lo sia (entrambi invece sono gratuiti per chi partecipa). OpenQwaq non l’ho mai sentito nominare, ma vado a studiarmelo volentieri. Grazie :-)

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      tu ovviamente registri quello che vedi, io ricordo quello che ho vissuto e ne traggo qualche riflessione. Nessuno deve tirare pomodori marci a te, anzi le tue riflessioni aiutano :)

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    • Avatar di Tito
      Tito
      Keymaster

      Vi propongo due ulteriori stimoli di proposta che da un po’ mi frullano in testa, non li motivo più di tanto perchè il senso mi sembra abbastanza intutitivo:

      • che cosa ne pensate di abolire il camp unico annuale e passare ad un format basato su tre o più incontri annuali magari da farsi in territori in cui abbiamo ormai una base di progettisti già consolidata (ad esempio Napoli, Palermo, Modena o Taranto?).  Ne ho accennato anche al Camp, mi piacerebbe dare più continuità e meno stagionalità al sostegno ai progetti.  Mi piacerebbe anche che questi incontri fossero  più incentrati sulla presentazione di progetti e sullo scambio fra i progettisti.
      • La butto lì: mi piacerebbe togliere la parola “progetto” a fianco di Kublai.  Parlare d’ora in poi quando ci rivolgiamo al pubblico solo di “piattaforma” kublai, “ambiente” Kublai, o qualcosa del genere.

      Criscia valuta tu se vale la pena di aprire una nuova discussione su second-life e altri media per il dialogo in sincrono.  Non so cosa conviene di più per agevolare una discussione, anche quella, così importante.

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
      Keymaster

      @Tito riguardo il primo punto mi trovo assolutamente d’accordo. Mi piace molto l’idea di distribuire i nostri incontri (delle Kublaibeer distribuite) e renderli più incentrati alla conoscenza di e fra progettisti. Credo sia anche un ottimo modo di entrare direttamente in contatto con i territori. Sarebbe anche bello che fossero gli stessi progettisti a immaginarsi questi incontri “territoriali” in modo che si riesca a coinvolgere realtà/persone interessate a conoscere kublai da vicino e magari diffidenti della rete. Ma qui ci si ragionerà.

       

      Non sono del tutto convinta sull’abolire del tutto il camp annuale. Sarebbe comunque da ragionare su come organizzare o riorganizzare il premio annuale. Anche qui mi piacerebbe ragionarci insieme agli altri kublaiani. Sentire che ne pensano.

       

      Sì, apro una nuova discussone su Second Life e piattaforme alternative entro domani. Il tempo di recuperare un attimo ché ho avuto giornate caotiche e recuperare tutti i post e interventi interessanti fatti a riguardo. In questo modo conto di aprire un topic che possa essere anche riassuntivo di tutte le idee venute fuori. Come sappiamo il ning diventa dispersivo quando le discussioni si allungano, e mi dispiace lasciare interventi meritevoli sommersi e dimenticati.

       

       

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    • Avatar di Frieda
      Frieda
      Partecipante

      Uh, vero. Anche camp e premio meritano una bella disamina.

      IMHO se le Kublaibeer sono incontri locali, il camp ha ancora molto senso perché fa incontrare diverse comunità locali e aggiunge un possibile intreccio in più. Però deve essere un momento poco frontale e molto dedicato alla discussione dei progetti e al networking tra membri della community.

      Sul premio mi piacerebbe sapere cosa ne pensate (vi piace? è utile? coinvolge le persone?).

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    • Avatar di Maria
      Maria
      Keymaster

      Ciao a tutti, 

      entro in punta di piedi in questa lunga discussione e vorrei capire un po’ di più di questo OpenQwaq. A parte il mio amore per i software open, mi sembra che questo OpenQwaq sia davvero interessante per le funzionalità e per il numero illimitato (?) degli utenti in sincrono. Ho fatto alcune ricerche ma vorrei avere maggiori info circa la sua usabilità e magari quanto costa. Pico lo hai mai utilizzato? E’ possibile testarlo prima di acquistarlo…e  soprattutto, qual è il sito ufficiale? 

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