[stefano maffeiMembro]

cari amici kublaiani
stimolato dalle discussioni con alberto (e da una sua presentazione che ho ospitato in uno dei corsi che tengo alla facoltà del design del Politecnico di Milano) abbiamo immaginato che potrebbe essere una cosa interessante di portare un po’ della mia esperienza di progetto con i ragazzi del mio corso di Design dei Servizi a confronto con l’etica, le idee, l’esperienza della comunità kublai per verificare quanto c’è di kublaiano in quello che facciamo qui e viceversa (ovvero quanto siete designer strategici e dei servizi voi).
io credo che ci siano molti punti di contatto e, pur non essendo la stessa cosa, condividiamo linguaggi, modi e culture.
mi piacerebbe quindi (e questa è stata la retorica con cui ho presentato questa opportunità ai ragazzi) costruire un ponte con questa comunità e vedere di abilitare in maniera permanente il mondo chiuso dell’università a una forma di dialogo aperto e di discussione partecipata che trovo essere il modo in cui in futuro si dovrà evolvere la cultura del progetto (una sorta di collective centered design).
che ne dite? io sono un po’ emozionato e molto desideroso di confronto.

[Dario SolinaMembro]

ciao stefano! ^___^

perdona l’ignoranza, posso chiederti cos’è esattamente il Design dei Servizi e chi è il designer di servizi?

mi auguro che questo ponte diventi un’opera meravigliosa.
=)

[stefano consiglioPartecipante]

se il 23 sarò on line tra le 15.00 e le 17.00 partecipo molto volentieri a questo Kublai Jam

[anna venegoniMembro]

Era ora! Bravo Prof!
Io ho avvisato il Politecnico già da due anni sulle possibili sinergie con Kublai… qualche Service Designer… o Product Service System Designer come nel mio caso, c’è già!
In bocca al lupo e spero di partecipare!

[AlbertoPartecipante]

Stefano, sono sicuro che i kublaiani saranno contenti di dare una mano.

Dario, il bello di Kublai è che noi non abbiamo neppure bisogno di sapere niente sul design dei servizi: noi, semplicemente, vedremo dei progetti e ragioneremo su quelli. Funzionano? Non funzionano? Sono accattivanti o no? Sono sostenibili? Come si possono migliorare? Le solite cose che facciamo sempre, insomma.

[FedericoPartecipante]

Salve Stefano.

A me l’argomento interessa molto, però il 23 sarà una gran brutta giornata a causa dei miei impegni. Farò il possibile almeno per “apparire “qualche minuto.

[stefano maffeiMembro]

dario

come giustamente ha detto alberto…sono progetti e basta…ovviamente progetti che possono essere a mio parere ben compresi dalle competenze e dalle esperienze kublai…
ovviemente potrei iniziare una lunga e noiosa spiega…
facciamo che userò due definizioni:
la prima che definisce in genere le attività di un progettista…è Herbert Simon che parla…che dice che progetto è “trasformare una situazione data in una desiderata”…semplice e geniale
la seconda di Negro (un po’ datata ma omnicomprensiva ed efficace) secondo cui un servizio è “…un processo di interscambio finalizzato alla soluzione di problemi, alla soddisfazione dei bisogni e dei desideri delle persone singole o collettive e imprese che si attua mediante il trasferimento reciproco di informazioni, conoscenza, abilità, lavoro, appartenenza, sicurezza, o la disponibilità ad usare individualmente e temporalmente beni, strumenti e il trasferimento di risorse naturali…”.
Bene noi designer dei servizi progettiamo la trasformazione nel senso descritto da Negro…definendone in più delle caratteristiche specifiche (il servizio è una performance…interattiva) a livello di progetto dell’interazione tra sistema di erogazione (un singolo, un’impresa….) e utente (un singolo, una collettività).
In questo preoccupandoci anche degli aspetti economici (business model e dimensionamento), organizzativo (il sistema delle competenze e delle risorse umane), tecnologico (la scelta tecnologica, il progetto di elementi tecnologici di supporto), comunicativo-relazionale (lìidentità del servizio, il suo sistema di comunicazione con gli utenti, l’offerta di servizio), interattivo (i processi di interazione con il servizio e i touch point), la sua estetica relazionale (i valori e il mood) e gestionale (i processi di front office e back office e la servuction).

ho cercato di essere ..sintetico…spero che ti abbia aiutato a capire

[Dario SolinaMembro]

grzie mille stefano, sei stato chiarissimo.
era ciò che avevo immaginato, solo mi mancava l’idea che esistesse una figura professionale specifica preposta a questa mansione. mi sembra fantastico che ci sia chi insegna e chi impara una competenza così importante. grazie! ^___^

@alberto: sìsì, assolutamente d’accordo, parte dei miei interessi e a volte del mio lavoro è proprio ragionare sulle strutture, per questo sono molto interessato a kublai. la mia era semplice curiosità, per immaginare un contesto di cui pensavo di non essere a conoscenza. ^___^

come sempre starò lavorando, ma cercherò di rubare un po’ di tempo al lavoro per seguire il jam e magari dare il mio piccolo contributo.
buon divertimento! =)

[AlbertoPartecipante]

Preferisco Simon. Il trucco sta nella parola situazione, che mi accorgo ora essere molto ricca.

[Nicola SalviMembro]

Io ci sarò. Apprezzo molto Stefano, la tua volontà di contaminare la lezione con questa interazione sociale.

Sono sicuro che i tuoi ragazzi apprezzeranno.

[Luca Massimo FerrabuePartecipante]

Ciao Stefano, accetto la sfida, spero di poter dare il mio contributo per l’occasione.

Grazie ed arrivederci a presto

LMF

[TitoKeymaster]

Bellissima idea naturalmente
se è il 23 potrei un po’ anch’io il pomeriggio, credo. Come si dialoga, attraverso i progetti come al solito?
Anche nel discuttere di proposte concrete di servizi da realizzare si possono toccare problemi etici, estetici e di mercato piuttosto elevati e intricati. Il livello della discussione è funzione di quello degli interlocutori e su alcune di queste cose già all’interno di Kublai, ci confrontiamo ad un discreto livello. ma certo ci interessa aprirci ai centri d’eccellenza come il politecnico.

[Autore]

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