Stimolare l’interazione tra tutti i partecipanti e progettisti a Kublai attraverso il problem-setting

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  • Iniziato da Angela Presciuttini Avatar di Angela

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      Angela Presciuttini
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      In questi giorni, da quando Alberto mi ha invitata a far parte del Club, mi sono sentita chiamata e motivata a partecipare in modo costruttivo ed attivo all’”unità di crisi” e alle sue discussioni. Mi sono chiesta in che modo avrei potuto portare un mio contributo e, dopo aver ruminato per un po’, ho deciso di partire dalla mia neo-esperienza da kublaiana “manifesta” (mi ci sentivo già dentro).

      Mi scuso già per la lunghezza dell’intervento, ma è un modo per elaborare anche per me quello che vado dicendo.

      Ho notato in questo periodo, come ben analizzato da Walter, che ci sono molti progetti già strutturati, postati su Kublai forse per essere comunicati o per ricevere feedback a posteriori (e questo va benissimo), ma ai quali si ha difficoltà a comprendere come partecipare. Più che aderire e complimentarsi perché il progetto colpisce e piace (nonché riceverne stimoli positivi per la produzione di nuove idee, come in ogni processo creativo virtuoso che si rispetti), non si sa che fare e non si sa nemmeno quali esigenze possa avere il progettista (se ne ha).

      Da questo punto di vista ho osservato come molti di voi, per favorire la condivisione, abbiano fatto domande di questo tipo “in che modo kublai ti può essere utile?”, “puoi chiarirci meglio come avviene in pratica?” e via dicendo, cosa che peraltro ho apprezzato molto perchè la vostra presenza si sente e questo è davvero positivo in un’ottica di accoglienza e stimolo. Purtroppo spesso sono rimaste domande inevase.

      In altri casi, ho visto che ci sono molti progetti in embrione “dormienti”, naturalmente per le più svariate ragioni e in questi casi – da persona decisamente curiosa, come i bambini che non possono fare a meno di chiedersi “perchè”? – mi sono detta: è possibile che sia perché semplicemente non stanno aggiornando sul web un progetto che magari procede nella vita reale? O perché la vita reale ha la tendenza a risucchiare e nonostante si parta con le migliori intenzioni, poi è difficile mantenere la motivazione e si molla (soprattutto se non si frequenta il web abitualmente)? Può essere che strutturare un progetto venga percepito come una cosa difficile (soprattutto se uno non lo ha mai fatto)? O che di fronte alle difficoltà nello sbozzare e definire un’idea e portarla a diventare un obiettivo si cedano le armi? Può essere che, come già detto, possa essere inizialmente un po’ complicato districarsi fra tutti i contenuti di kublai?

      E per quanto riguarda il partecipare ai progetti altrui? Oltre alla possibilità di sentirsi inizialmente un po’ disorientati, immagino che in molti casi possa esistere una sorta di difficoltà che nasce dal non sentirsi competenti in quello specifico ambito, non trovare progetti per i quali si avrebbe qualcosa da dire, non pensare nemmeno di cercarli o non sapere bene in che modo parteciparvi. Un po’ come quando si entra a casa di qualcuno per la prima volta e, anche se la porta è aperta, si rimane sull’uscio indecisi perché non c’è nessuno che dica “avanti!” (è capitato solo a me?). In fondo, anche se siamo grandiadultievaccinati abbiamo sempre un po’ paura del giudizio o di apparire inadeguati. Almeno a me ogni tanto succede.

      Ho pensato allora al processo creativo in sé, alle abilità che lo sottendono e che possono essere allenate, ai comportamenti utili per favorirlo, al fatto che ognuno ha molte risorse ed esperienze da mettere in comune, a partire dai diversi percorsi personali e al di là delle specifiche competenze o linguaggi tecnico-professionali. A me piacerebbe molto che le risorse delle persone emergessero e che
      ognuno (o la maggior parte delle persone che un giorno hanno pensato
      “Bello questo kublai! M’iscrivo! Ho giustogiusto una bella idea nel
      cassetto!”) trovasse anche la voglia di partecipare con il proprio contributo a far crescere le idee altrui.
      In che modo far circolare questo bendidìo, oltre a creare un ambiente accogliente, incoraggiante, aperto, il più semplice possibile da fruire, ben organizzato, motivante, magari divertente?

      Ipotizzando che non tutti i progettisti che hanno caricato un progetto condividano sulla piattaforma difficoltà che incontrano o semplicemente domande che sorgono, ho pensato che potrebbe essere utile creare un’area in cui le persone possano inserire con una breve descrizione, questioni che si sono trovati ad affrontare nella produzione del progetto, a qualunque stadio esso sia. Domande, per intenderci, che possono essere diffuse a tutti gli iscritti di kublai (che magari abbiano dato la disponibilità ad essere coinvolti in questa “chiamata a collaborare”), i quali possono rispondere, in base alle loro esperienze e competenze. Una sorta di chiamata a raccolta delle competenze altrui, sul tipo di Yahoo Answers se volete, ma ovviamente più mirato.

      E’ chiaro che questo già succede nelle discussioni del progetto, ma io intendo proprio stimolare l’emergere di domande e farle circolare anche a persone non iscritte ai progetti (ma che hanno dato una generale disponibilità ad essere contattate e “prestare” il proprio supporto) per trovare risposte.

      Per evitare di seppellire le persone con montagne di domande, si potrebbe organizzare la cosa raggruppando tipologie di domande/problemi, per tematiche, nei tempi…. non so bene come e non so nemmeno se sia fattibile tecnicamente.

      A mio avviso, una cosa del genere potrebbe indurre molti a rispondere, risolverebbe in parte la difficoltà di trovare progetti d’interesse e sarebbe un modo per coinvolgere in modo più ampio i kublaiani e far sentire utile chi lo desidera. Inoltre, poiché una delle abilità fondamentali per nutrire il processo
      creativo è quella di mettere in relazione contesti e aree di competenza
      diversi (in fondo, quando Gutenberg inventò la macchina da stampa, ebbe l’idea osservando un torchio per l’uva), si potrebbero trovare soluzioni anche attraverso persone che diversamente, forse, non avrebbero sottoscritto quel progetto perché non direttamente interessati al contenuto.

      E’ fattibile secondo voi? Oppure è una megastupidaggine?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Cominciamo dall’analisi, che è condivisibile e anche ben scritta (Angela, sto diventando un tuo fan). Tutte le difficoltà che ravvisi le vedo anch’io, e come. Diciamocelo: questa roba è doppiamente difficile. C’è la difficoltà di scrivere un progetto creativo che sta in piedi – e infatti moltissimi progetti di Kublai si arenano, perché non stanno in piedi. Noi cerchiamo di superare la difficoltà con questa community che aiuta a elaborare le idee, ma partecipare a una community online è a sua volta difficile. Soprattutto se la community in questione non si riduce a condividere video musicali o foto di gatti, ma richiede lettura, applicazione, studio e – cosa molto importante, che pochissimi hanno – la capacità di esprimersi in modo efficace per iscritto.

      Kublai affronta questo problema a forza di cuore, di benvenuti, di club dei progettisti, di consigli tribali. Per qualcuno funziona, per altri non è abbastanza. Io credo che il cuore sia parte della risposta: riesco a immaginarmi una Kublai senza tecnologia, fatta con i post-it, le cartoline e i francobolli (come ll college invisibile del milleseicento inglese), ma non riesco a immaginarmela senza un po’ di gente che ci mette il cuore e la voglia di crescere insieme. Però possiamo e dobbiamo cercare dei modi tecnologici e organizzativi per sfruttare al massimo l’energia positiva dei kublaiani che il cuore ce lo mettono.

      La cosa che dici tu in altre comunità basate su Ning si fa in due modi: il forum generale o i blog. GovLoop usa i blog. La discussione funziona prevalentemente che i membri postano le loro riflessioni sui loro blog all’interno della piattaforma, e gli altri rispondono con commenti (in GovLoop il forum generale è abilitato e viene anche usato, ma meno dei blog). Su Kublai i blog ci sono, e sono anche valorizzati: gli ultimi post compaiono in uno spazio a destra nella home page.

      40xvenezia invece usa il forum: la gente propone thread, come facciamo noi qui nel club dei progettisti, con la differenza che il forum generale è accessibile a tutti gli iscritti. In Kublai il forum generale è disabilitato, perché volevamo incoraggiare i kublaiani a passare il loro (poco) tempo sui progetti. Quando ci siamo accorti che comunque uno spazio di discussione collettivo non sui progetti ma su Kublai stessa era richiesto, abbiamo aperto questo Club. L’idea – magari sbagliata – era che chi vuole concentrarsi sul proprio progetto non si iscrive, e così non riceve aggiornamenti e distrazioni varie dal Club. Chi invece vuole partecipare alla riflessione della comunità su se stessa può farlo, senza bisogno di autorizzazioni.

      Il fatto è che abilitare le opzioni è essenziale, ma non basta. Se vuoi una discussione comune devi anche promuoverla, abitarla, e creare una cultura della discussione comune: deve, cioè diventare patrimonio comune che è bene andarsi a leggere le discussioni sul forum generale, o i post del blog. Si può fare, credo, ma bisogna lavorarci abbastanza.

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    • Avatar di Federico
      Federico
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      Mi sa che rispuntano i “Circoli delle Competenze” ;)

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Ecco, bravo, diavolaccio d’un Federico, mi hai anticipato d’un soffio :) mi sembra che la loro “evocazione” appaia ormai in diversi commenti, forse sarebbe il caso di capire ora qual’è il modo migliore per implementarli :)

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    • Avatar di Davide
      Davide
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      Condivido il pensiero di Angela inerente le possibili cause di mancata iscrizione a Kublai o mancata stesura di un progetto o peggio di abbandono dello stesso. Per un neofita non è facile orientarsi dentro Kublai e anche a me è capitato e capita ancora di sentirmi inadeguato o comunque non all’altezza delle aspettative.
      Mi ritrovo anche nell’affermazione di Alberto quando scrive che Kublai “richiede lettura, applicazione, studio e – cosa molto importante, che pochissimi hanno – la capacità di esprimersi in modo efficace per iscritto.”
      Quest’ultima qualità se manca o è poco sviluppata, come nel mio caso, rappresenta un vero limite.
      Certo la colpa di questa “ignoranza” non è certo di Kublai o dei suoi eruditi membri, ma credo che sarebbe giusto sostenere anche quei creativi che non abbiano avuto l’opportunità di conseguire un’ istruzione di alto livello. Ad esempio, si potrebbe dare la possibilità ai membri attivi di avere dei collegamenti telefonici tramite skype con lo staff, dando così l’opportunità di esprimere a parole ciò che non si riesce a spiegare per iscritto.
      Ottima comunque l’idea che emerge dalla riflessione di Angela, darebbe un sensibile sostegno a chi si affaccia a questa community con l’intento di contribuire attivamente.
      Non si potrebbe in questo senso pensare ad una sezione FAQ?
      O magari esiste e non riesco a trovarla?

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    • Avatar di Criscia
      Criscia
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      Davide, alcune cose che indichi in realtà ci sono già. Forse sarebbe il caso di aggiungere – pare che venga richista a gran voce, questa cosa – una sezione con tutte le FAQ, e magari anche uno spazio dove si raccolgono le informazioni sui bandi.

      Ad ogni modo, considera che noi dello staff siamo sempre a disposizione. Questo è un periodo di transizione per Kublai, come avrai letto anche nel blog principale, ma ad ogni modo ci siamo sempre.
      Nella guida del progettista trovi alcuni nostri riferimenti skype. Quanto al “parlare” del proprio progetto, solitamente organizziamo anche queste cose qui
      Quest’anno non sono ancora partite ufficialmente, ma possono essere richieste quando volete. Appena lo staff sarà pienamente attivo vedrai comunque che verranno riproposte a tutti voi. Soprattutto i nuovi progettisti. E’ un modo che conoscerci anche a voce :)

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    • Avatar di Davide
      Davide
      Partecipante

      Grazie Criscia, provvederò a iscrivermi a Second Life, sperando che il mio vecchio notebook soddisfi i requisiti minimi di sistema. Spero poi di vedere presto realizzate le sezioni FAQ e di raccolta bandi.
      Ciao

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Ciao Angela…bella analisi. Volevo solo segnalarti che il concetto che tu esprimi dicendo

      “ho pensato che potrebbe essere utile creare un’area in cui le persone possano inserire con una breve descrizione, questioni che si sono trovati ad affrontare nella produzione del progetto, a qualunque stadio esso sia”

      è stato ben modellizzato da chi oggi sta studiando i modi in cui le persone si organizzano on-line per sviluppare progetti.

      Si chiama “lesson learned“.

      Ogni team, ad ogni stadio del suo progetto dovrebbe sintetizzare la sua lesson learned. Ciò è di fondamentale importanza per la vita futura dello stesso team di progetto e per gli altri team che si apprestano a sviluppare nuove iniziative. Generalmente qui i progettisti non scrivono la loro lesson learned che, pertanto, va perduta. Nelle aziende invece questo non avviene.

      Certo tutto questo è impegnativo per i progettisti che devono avere un motivo importante per farlo. Ecco perchè bisogna chiarire su Kublai un altro concetto importante che i ricercatori stanno cercando di far digerire ai community designer ed ai community manager.

      Il concetto cui mi riferisco è quello del “bilancio del valore” (cosa posso dare e cosa posso ricevere dalla partecipazione ad una comunità?) .

      L’interazione tra membri di Kublai e progettisti è possibile e sostenibile solo se il bilancio del valore è in equilibrio per tutti.
      Qualcuno, per passione, accetterà che il suo bilancio non sia in equilibrio…qualcuno accetterà di avere un bilancio in perdita…qualcuno.

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    • Avatar di Angela
      Angela Presciuttini
      Partecipante

      Ah…. ok….. c’è già una storia che non conosco :-)…. mi riferisco ai circoli di competenze…

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      Se ti riferisci ai “circoli delle competenze” ecco uno dei link dove si è sviluppata la discussione:
      circoli delle competenze

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    • Avatar di Pico
      Pico
      Partecipante

      vedo che il link non funziona a dovere… se scorri la lista troverai “IDEE PER KUBLAI: I circoli delle competenze”

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    • Avatar di Angela
      Angela Presciuttini
      Partecipante

      The Invisible College del milleseicento inglese e i suoi bigliettini sono stupendi! Non ne avevo mai sentito parlare….

      Certo che non abbiamo inventato proprio nulla. Siamo diventati più sofisticati e siamo in grado di fare tutto a livelli di astrazione molto più alti con gli strumenti che abbiamo, ma si torna sempre lì: all’apprendimento e alla comunicazione, all’essenza dello scambio fra persone. Che bello sentire di avere radici ben profonde!

      Ed ora, pronunciata questa ovvietà, vorrei dire che è proprio vero, Alberto, ci vogliono persone disposte a metterci cuore ed impegno, che agiscano e che lo facciano con passione, e se vogliamo trovare un sinonimo che abbracci entrambi questi concetti potremmo anche dire gente che abbia cor-aggio. Agire con cuore. E non è un concetto romantico, né melenso (abbasso i cuoricini!), semplicemente io intendo lo stare, il sentire, il riconoscere quello che c’è, dove batte la vita (le situazioni, le persone) e agire di conseguenza.

      Letteratura e giochi di parole a parte (il mio debole!), dai vostri interventi e seguendo i link che avete inserito nelle risposte, capisco ancora meglio come ci siano molte più risorse di quelle che avevo avuto il tempo di esplorare e forse immaginare (incontri, aperitivi, helpdesk) e magari soluzioni, risorse già pronte e disponibili che però, insisto, non sono immediatamente accessibili. Che possa essere ricondotto tutto ad una questione di mera usabilità? In fondo, quando vogliamo trasformare/migliorare qualcosa possiamo decidere che sia necessario qualcosa in più, oppure qualcosa in meno, oppure le stesse cose ma fatte in modo diverso. Vi confesso che all’inizio, quando approdavo sulla pagina di Kublai in cui troviamo “Kublai in due minuti”, ho perso un po’ di tempo a capire come tornare alla community, finchè non ho scoperto il microscopico link in alto a destra. Poco male, comunque. A me piacciono gli indovinelli :-)

      ….. Ma la pagina a cui ho appena accennato è il blog? Scusate, è che mentre scrivo navigo anche e mi sono resa conto in questo istante che dove c’è scritto “Blog” sulla home della community ci sono due link “Kublai Blog” (che mi porta lì) e “Blog dei kublaiani”. Pensavo fosse una specie di landing page, poichè non mi ricordo come ci sono arrivata la prima volta. Comunque, work in progress. Ora faccio una domanda davvero appartenente alla famiglia degli stupidotteri: che differenza c’è tra “Kublai Blog” e “Blog dei kublaiani”?

      Per quanto riguarda le “lesson learned” – molto interessanti peraltro – forse sono simili, se non mi sbaglio Marco, a quello che ho trovato sul blog di GovLoop (segnalato da Alberto), al link How-to. Mi sembra molto funzionale il blog suddiviso in quel modo perchè organizza gli interventi per tipologie.

      Aprendo questa discussione, con la mia proposta (fermi restando tutti gli aspetti già evidenziati in precedenza sull’usabilità e le risorse già presenti, che magari è sufficiente riorganizzare ecc. ecc.), io pensavo a una modalità di comunicazione, di intervento, che tendesse a sollecitare l’emergere di domande prima delle risposte. In questo modo si favorirebbe il fluire orizzontale delle risorse, piuttosto che puntare esclusivamente su lezioni e mini-corsi, che prediligono invece la direzione verticale delle competenze (ed anche molta più fatica da parte di pochi!). Ovviamente una cosa non esclude l’altra, anzi, le ritengo complementari ed entrambe necessarie.

      E’ una modalità di apprendimento non formale, centrata sulla relazione orizzontale tra persone, in cui interviene un’autogestione del processo di apprendimento (stiamo sempre parlando dell’avanzamento dei progetti, è chiaro) e non si dipende da chi conosce di più, perchè ognuno può avere qualcosa da dare agli altri e nel contempo prendere.

      La difficoltà principale (ed è la questione su cui stiamo dibattendo) è naturalmente iniziare questo circolo virtuoso e motivare le persone a partecipare. A questo proposito riprendo un attimo una cosa detta da Alberto: “Se vuoi una discussione comune devi anche promuoverla, abitarla, e creare una cultura della discussione comune”. Quanto è vero! Ricordate la storia del Piccolo Principe e della volpe che non poteva giocare con lui fintanto non fosse stata addomesticata? Sull’importanza dei riti, della continuità nell’”addomesticarsi” a vicenda? Certamente, per alimentare lo scambio e farlo crescere nel tempo sarebbe necessaria una sollecitazione come attività sistematica, di lunga durata e personalizzata.

      In termini concreti, pensavo che si potrebbe generare un modo per chiedere disponibilità alle persone a fornire competenza, conoscenza, chiamatela come volete e ad essere contattati/aggiornati/informati per tale scopo (lo preferirei all’obbligare le persone ad iscriversi ai gruppi, anche perchè pur iscritti potrebbero non partecipare ugualmente). Si potrebbe trovare un modo inizialmente semplice per mappare i saperi (sto andando a braccio e me ne rendo conto; non pretendo di dare soluzioni pronte… fate finta che sia un brainstorming), un po’ come si chiedono gli interessi. Si potrebbe far circolare “la questione della settimana”, del giorno, del mese, non lo so… e chi è in grado oppure ha idee in proposito risponde.

      Sono convinta che si tratti di “educere” questa voglia, che in molti anche se non in tutti ci sarà. Io sono qui e sono iscritta da molti mesi, ma solo ora mi sono decisa a partecipare e solo perché Davide mi ha chiesto di partecipare al suo gruppo sul quale avevo forse qualcosa da dire e al quale mi sono sentita partecipe e poi, a mano a mano, di commento in commento, di invito in invito, sono stata “addomesticata” :-)

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      … in realtà su GovLoop un buon esempio credo che sia questo “Three Years of Social Media: Marketing Lessons Learned“…
      Io credo che i progetti che non nascono e crescono su Kublai, ma che ci entrano, tutto sommato, solo per avere un pò di visibilità, potrebbero contribuire almeno scrivendo la loro lesson learned … che ne pensi?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Che ci sono gli stessi ostacoli che incontrano contributi di altro tipo: poco tempo, forse poca voglia. Secondo me i forum di progetto sono un luogo abbastanza naturale per riassumere la propria esperienza di progettisti: ti apri una discussione sul forum e via. Enrico, per esempio, l’ha fattoho tentato un punto finale sul suo progetto, nella stessa discussione.

      I blog, come strumenti, hanno il vantaggio dell’ordine cronologico: se un progetto cresce puoi vederne lo sviluppo nel tempo. Le ragioni per cui, due anni fa, decisi di puntare invece sui gruppi sono che (1) il gruppo rende immediatamente centrali i progetti: e infatti nella home di Kublai ti trovi i progetti aggiornati per ultimi. Speravamo così di ispirare i kublaiani ad essere ancora più creativi; e (2) che l’atto di iscriversi a un progetto è già un piccolo segno simbolico di sostegno, che incoraggia il progettista e gli consegna una piccola ma miratissima mailing list di persone a cui può rivolgersi per aiuti e consigli senza timidezze, perché la loro iscrizione gli segnala che sono disposti a dare una mano.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Ho letto con molto interesse tutti gli interventi a partire dal thread iniziale di Angela che ha realizzato una sorta di “polaroid” dell’approccio alla community di Kublai, evidenziando alcuni punti evidentemente da migliorare;
      è una questione che ha diversi aspetti e non necessariamente una soluzione univoca, se devo scegliere 2 elementi centrali della questione sarebbero:

      - 1 Ottmizzazione dell’usabilità: alla luce delle nuove funzionalità offerte dalla piattaforma e comunque considerandone sempre i limiti di un framework che non hai potuto progettare e modulare sulle tue esigenze, certamente si possono fare migliorie in merito:

      - Miglioramento della ricerca dei progetti per tag e per Area geografica
      - Usare un campione di nuovi iscritti, che si offrano come tester dell’usabilità (quali sono le informazioni che si aspettavano di ricevere? se le hanno trovate? se la navigazione e il primo impatto (che nel web è importante come nella vita di tutti i giorni quando conosciamo una persona o frequentiamo un luogo) ha dato un impatto positivo.
      - Se oltre ai progetti della settimana, che è una sorta di bignami dell’evoluzione progettuale e settimanale della community, siano possibili altre forme di emersione dei progetti/progettisti che periodicamente si mettano in evidenza.
      Le lesson lerned a cui fa riferimento Marco appunto.

      2 Imprescindibile è il fattore umano, il cuore, il cor-aggio, la volontà reale di creare interazioni e condivisioni

      Penso sia importante individuare già da subito l’atteggiamento di un progettista e quindi del suo progetto che dovrebbe essere esplicitato, una sorta di “patto morale con la community” , “Apro questo progetto su Kublai, perchè interessato a :
      visibilità, interazione su base geografica, condivisione di esperienze, condivisione di risorse umane, condivisione di asset (immateriali e/o materiali) ecc..

      E’ fondamentale infatti secondo me ma credo anche di tutti quelli che stanno intervenendoi in questa discussione, riuscire a rendere il più possibile esplicito e tangibile, il valore che si apporta e che si riceve dalla community o da altri progettisti.
      Un modo più immediato può essere l’aggregazione su base territoriale (città/regione) che può facilitare le interazioni e le relazioni tra progettisti, ma anche la visione dei circoli di affinità , Federico ha portato tempo fa il concetto di “circoli delle competenze”; che possono essere un modello interessante, purchè l’offerta generosa di competenza non venga dispersa poi nel vuoto….per cui direi che da un sapiente mix del cuore di Alberto, del cor-aggio di Angela, dei circoli delle competenze (oppure delle esigenze, come preferisco definirli io) di Federico, dalle lesson lerned e dalla tangibilità dell’effetto di scambio di interazioni che si ha con la community di Marco, si può partire.

      L’importante è stare sempre con le antenne alzate, individuare in tempo le criticità e apprendere le esperienze che funzionano che si possano propagare ad altri progettisti, se ci riscono le formiche che possono propagare informazioni vitali e preziose per il formicaio a km di distanza, possiamo farcela anche noi :-)

      Ho un pò il timore, che in questo intervento non ho fatto altro che ripetere quanto di buono già evidenziato da altri, per cui temo un pò l‘effetto fuffa, ma quello che voglio dire in soldoni è che secondo me gli inredienti sono stati individuati, alcuni già c’erano, altri si possono recuperare, ora bisogna solo iniziare a sperimentare la ricetta per facilitare interazioni tra progettisti.

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    • Avatar di Marco
      Marco
      Membro

      Ciao Walter…ci mancavi. Solo per dirti che il tuo intervento, a mio avviso, non è affatto “fuffa”. E’ un primo tentativo di sistematizzare scenari, esigenze, problemi, soluzioni che altrimenti è complicato racimolare da tante discussioni. In fondo questa sistematizzazione è ciò che stiamo provando a fare con il nostro documento condiviso del peeripato (che peraltro offre spunti interessanti) ed è un pò ciò che avevo iniziato a fare io tempo fa per tutta la comunità. Se non sistematizziamo, strutturiamo, organizziamo avremo tantissima informazione ovvero ciò che gli informatici chiamano … nessuna informazione.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Esatto…in effetti sono un pò a mezzo servizio in questo periodo su Kublai, proprio perchè sto portando avanti spunti e riflessioni, che vorrei codificassero a breve nel Peeripato, un pò come il detto popolare delle nostri parti “parlare alla nuora per farsi capire dalla suocera”! o non era così?…vabbè il senso è quello :-)

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    • Avatar di Luca
      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Ciao Angela e Ciao a tutti, il mio personale pensiero e’ che non si tratta di un sacrificio partecipare ai progetti ma di una missione, nella quale ciascuno puo’ donare le proprie idee e le proprie esperienze.
      Come ho avuto modo di leggere da qualche parte un pensiero che diceva piu’ o meno cosi , “..Se io ti regalo un’idea e tu mi regali un’idea, alle fine siamo ricchi entrambi perche’ abbiamo due idee a testa…”.

      Grazie ed a piu’ tardi

      LMF

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    • Avatar di Angela
      Angela Presciuttini
      Partecipante

      L’idea delle lesson learned è ottima, mi piace molto, sebbene io concordi con te Alberto quando dici che l’ostacolo continua ad essere quello della limitata partecipazione e collaborazione. D’altra parte questo è l’oggetto della chiamata a raccolta dell’unità di crisi :-)

      Io ancora non ho una visione generale compiuta di quanto posso trovare in Kublai: in questi giorni mi sto però rendendo sempre più conto (navigando, approfondendo e leggendo con attenzione i contributi e i commenti), che molte risposte le trovo in modo “serendipitoso”, cioè quasi “casualmente”, perchè qualcuno ha inserito quell’informazione, magari all’interno di una discussione che può essere partita da punti diversi; è il bello del processo creativo e di scambio: sai da dove parte ma non sai dove arriva.

      C’è già un mare di risorse! Magari un po’ frammentato, ma c’è. E se c’è ricchezza è perché kublai ha offerto uno spazio realmente aperto e generativo, che molte persone hanno raccolto.

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    • Avatar di Angela
      Angela Presciuttini
      Partecipante

      Anche io penso che il tuo intervento sia molto utile ed efficace per fare un primo punto della situazione.

      Già ottimizzando l’usabilità, per esempio, si ha modo di verificare se realmente la difficoltà di trovare informazioni – o addirittura di trovare che si necessita di alcune informazioni (infatti, non sempre si è consapevoli delle proprie esigenze e spesso se ne scopre la necessità “casualmente”, magari leggendo interventi altrui) – è uno degli ostacoli al flusso di comunicazione tra partecipanti.

      Anche l’idea del test mi piace molto, perché offre la possibilità di un’ulteriore verifica, che permette di acquisire dati direttamente dagli iscritti sul modo di fruire delle risorse di Kublai, così come trovo interessante l’esplicitare (proponendo già delle opzioni come suggerisce Walter) quali motivazioni spingono le persone a presentare qui il proprio progetto. Esiste già la domanda “cosa ti aspetti da kublai?” – che va benissimo – solo che essendo molto aperta, potrebbe generare più spesso risposte standardizzate, quando invece la necessità è magari quella di segmentarle un po’ di più.

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      Angela Presciuttini
      Partecipante

      Ciao Luca Massimo,

      Sono assolutamente d’accordo con te!

      D’altra parte possiamo anche immaginare che non tutte le persone che preferiscono non intervenire lo facciano perché lo sentono come un sacrificio: io immagino che molti di loro magari leggano interessati gli interventi, ma poi per qualche motivo decidono di non scrivere nulla, oppure si astengano per i motivi che abbiamo già provato a sviscerare.

      Certamente, non lo possiamo negare, è un impegno che richiede tempo quello di leggere, documentarsi, confrontarsi, riflettere, portare il proprio contributo. Quando però inizia a diventare una cosa di valore, per la persona, questo tempo si trova. Bisogna arrivare lì: fare in modo che la propria partecipazione e lo scambio sia vissuto come qualcosa che ha valore, così come tu descrivi il valore che ha per te.

      Ricordo un mio manager quando, in un’altra vita, facevo un altro lavoro. Lui diceva: le persone agiscono (o non agiscono) se sanno, possono o vogliono. Possiamo almeno cercare di “catturare” e stimolare le prime due “categorie”, che ne dici? Poi, ognuno deve necessariamente “volere”, per continuare. Ad ogni persona il suo 100% di responsabilità.

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      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Ciao a tutti, ricollegandomi all’ultimo intervento di Angela, forse c’e’ una ricchezza evidente ed una ricchezza latente
      in Kublai: quest’ultima e’ data dalla dispersione delle idee e dei consigli che, se potessero venir ordinati e classificati,
      potrebbero generare nuovi percorsi creativi o suggerire anche brillanti soluzioni.

      Grazie ed a piu’ tardi

      LMF

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      Luca Massimo Ferrabue
      Partecipante

      Ciao Angela, voglio commentare la tua nota sulla responsabilita’, molto chiara ed illuminante.

      Grazie per l’entusiasmo e la passione che ci stai mettendo, che possano essere di stimolo
      per molti Kublaiani che ci sono e che verranno.

      Sapere, Saper Fare, Saper Essere: sui primi due possiamo metter rimedio, ma e’ l’ultimo
      che fa la differenza. Non possiamo fare altro che accompagnare i Kublaiani nuovi sin dai
      primi passi, con tanta tanta pazienza, cercando di capire se sono affamati o sono gia’ sazi.

      A presto

      LMF

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      Angela Presciuttini
      Partecipante

      Siamo in sintonia! :-)

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Beh, ognuno ha le proprie modalità di interazione preferite. Una buona piattaforma è abbastanza aperta per consentire a ciascuno di personalizzare le proprie interazioni, ma abbastanza compatta per non disperdere troppo i partecipanti. Per quello che vale, io preferisco di gran lunga l’interazione scritta, che è ordinata e induce alla sintesi (visto che scrivere è faticolo); vedo il brainstorming “puro” più come un eccezione che come una modalità normale. Ma è davvero solo la mia opinione personale.

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