Podcast al cinema?

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  • Iniziato da Alberto Avatar di Alberto

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      Alberto
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      Ho letto il documento, devo dire che mi piace molto, complimenti! Ho anche trovato alcune risposte alle domande che avevo fatto qualche settimana fa.

      Non ho capito una cosa. Voi intendete un podcast pensato per la fruizione a casa, giusto? Cioè, un podcast che contiene sia i dialoghi che l’audiodescrizione? Questo è quello che ho capito dalla spiegazione a p.19.

      Vi propongo una variante, ma forse ci avete già pensato. Produrre anche una versione del podcast che contiene l’audiodescrizione, ma NON i dialoghi e la colonna sonora. Lo spettatore non vedente scarica il podcast, lo passa sull’iPod E VA AL CINEMA con l’ìPod in tasca. Quando il film comincia si mette l’auricolare, si sincronizza in qualche modo e si gode lo spettacolo. In questo modo sentirà i dialoghi e la musica dal sistema audio del cinema, e l’audiodescrizione dall’iPod. Probabilmente auditivamente è anche meglio, perché l’orecchio umano lavora molto bene con la spazialità e la differenza di fonte aiuta lo spettatore a separare meglio i dialoghi dall’audiodescrizione. E in più, ogni spettatore con l’auricolare è un messaggio politico che dice “anche i non vedenti vogliono andare al cinema, fate più film audiodescritti”!

      A me l’idea del cieco che va al cinema e si mette la cuffietta dell’iPod sembra il massimo del punk. Secondo voi è possibile?

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    • Ebbene Alberto,

      sei stato arguto quanto noi! Effettivamente Film Voices è lo sviluppo dell’idea che hai avuto anche tu. Ovvero, inizialmente quando avevo cominciato a pensare alla questione delle audiodescrizioni la scorsa estate, la prima idea che avevo avuto era esattamente di stipulare un accordo con le case di distribuzione così da essere in grado di fornire sul sito le audiodescrizioni in podcast, da scaricare e ascoltarsi direttamente al cinema. Ahimè quando mi trovai però a confrontarmi con l’aspetto tecnico, mi resi conto che il problema della sincronizzazione era difficilmente arginabile, servirebbe infatti un segnale di sincronizzazione precisissimo, che bisognerebbe ideare. Nel frattempo ho deciso di concentrarmi su altri metodi. Sono felice che anche tu abbia pensato a questa cosa e credo che valga la pena approfondirla. Sono perfettamente d’accordo con te: questo sarebbe il modo ideale per arginare il problema dell’accessibilità delle sale cinematografiche!

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      Alberto
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      “Great minds think alike”.

      Mi rendo conto che la questione è un po’ tecnica, ma sono curioso: di quanta precisione stiamo parlando? Io mi immagino che sia un secondo, un mezzo secondo, non dovrebbe essere una cosa impossibile. Inoltre è possibile pensare la cosa in modo “random access”: il podcast non è un file unico di due ore, ma una sequenza di files più brevi, ciascuno dei quali ha un proprio punto di inizio (nel mondo audio pro si dice “cue”). Se non tocchi niente i files si susseguono senza pause, ma puoi sempre skippare al file successivo, metterlo in pausa e aspettare il momento giusto per schiacciare di nuovo play.

      Un problema simile si ha con i files di sottotitoli che accompagnano i film quando li guardi con i software tipo VLC. In quel caso il programma cerca di syncare due files, quello master con video e audio e uno separato con solo i sottotitoli nella lingua che hai scelto. In sync spesso è imperfetto, ma per fortuna c’è un comando che ti permette di skippare al sottotitolo successivo o tornare a quello precedente premendo i tasti freccia: lo usi se ti accorgi che vai fuori sync.

      Mi sta venendo un’idea malvagia: un lettore MP3 con questa funzionalità in più. E questo sì che sarebbe un signor business! Quando festeggi il tuo primo fantastilione mi paghi una cena. :-)

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      E’ questa in effetti la killer application, una funzionalità per lettori mp3 (o un dispositivo che si agganci in modalità plug&play alla mini usb dei principali player mp3) che possa sincronizzarsi con una funzione skip a delle sequenze audio video e rappresentare una sorta di “realtà aumentata sonora” per l’utente.

      C’è sicuramente da fare test e prove di interaction design (in parole povere di usabilità ed efficacia del sistema), che come ben dice Alberto può suddividersi in scene variabili con intervalli regolari (1 minuto ad esempio) che è un arco temporale che una persona non vedente in genere riesce a calcolare mentalmente piuttosto bene.

      In poche parole ogni podcast audio-video di un film ad esempio di 80 minuti, potrebbe essere cadenzato da 80 skit audio esplicativi cadenzati a intervalli regolari di un minuto. Ci sarebbe un pre ascolto che rappresenta una sorta di trailer sonoro che dia informazioni generiche sulla storia e sulla modalità di fruizione delle informazioni aggiuntive.

      A quel punto ci sarebbero 2 modalità :
      Modalità A Avvio della sequenza degli 80 skit a intervalli regolari di 1 minuto ad esempio, che sarebbero attivati all’inizio di un segnale preciso sincronizzato con il film.

      Modalità B Sequenziatore manuale, che con uno skip appunto salta da uno skit sonoro ad altro oppure torna indietro per iascoltare l’audiodescrizione precedente.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Walter, è proprio quello che dicevo. Bisognerebbe fare qualche prova con un sistema anche ridondante (tipo un pc), ma che serve per la prototipazione. Poi, una volta che si è capito cosa funziona, ci si pone il problema di portarlo a livello del lettore.

      Sospetto in realtà che la soluzione efficiente sia usare i lettori che ci sono già e frammentare moltissimo il file, in frammenti di 2-3 secondi. In questo modo basta premere i tasti skip e rwd del lettore per spostarti un po’ più avanti o un po’ più indietro lungo la timeline del film, che nel frattempo scorre per conto suo. Peccato per il business, meglio per l’accessibilità. :-(

      Tra l’altro: questo problema di sync preciso è molto simile a quello che hanno i dj quando mixano. Io mi sono un po’ insegnato a mixare a quindi il mio approccio risente di questa esperienza. Dico questo per dire che forse potete fare una chiacchierata con un dj vero, sicuramente può pensare ad altri trucchi.

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    • Avatar di irene
      irene balbo
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      Ciao a tutti,
      dunque, l’idea del podcast da portare al cinema potrebbe non essere male, ma io vi parlo da utente cieca, che poi alla fine, oltre a partecipare al progetto di ottavia, al cinema cerca pure di andarci, attualmente, quando ne ho a disposizione, con audiodescrizioni umane, che sono molto meno ubbidienti e performanti di un aggeggio come quello che avete pensato voi, ma sicuramente più gradevoli…. venendo al punto, ci sono due problemi nella vostra idea. il principale è quello del doppio canale, uno audio in cuffia e uno esterno, questo è qualcosa che stanca moltissimo chi segue un film senza vedere. tenete conto che io al cinema mi concentro moltissimo sul dialogo e sui suoni a cui dovrei aggiungere un’audiodescrizione che mi arriva da un’altra parte, se in più mi devo preoccupare di muovermi avanti e indietro tra files, la cosa diventa sommamente stancante. se si volesse pensare ad un podcast io credo che la colonna audio del film dovrebbe essere inserita nel file con le audiodescrizioni, poi però rimane il problema di sincronizzarla in modo perfetto, senza alcuno scarto, con l’audio del film al cinema, perchè altrimenti si crea uno straniamento fastidiosissimo. non è per smontare le vostre idee, ma da fruitrice credo di potervi dire con più precisione quali sono le difficoltà e i punti di più difficile soluzione. Ciao a tutti e continuiamo a far frullare i nostri cervellini, che ne verremo a capo!

      Irene

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Irene, ci mancherebbe. E’ chiaro che alla fine siete voi non vedenti che dovete trovare funzionale e gradevole il sistema.

      La sincronizzazione perfetta tra fuori e dentro credo sia tecnicamente impossibile. Ho studiato un po’ di fisica acustica e psicoacustica finalizzate a quel po’ di sound engineering che mi serviva per incidere dischi, e per quello che ne ho capito non si può fare. L’orecchio umane percepisce gli sfasamenti temporali di due segnali identici come una modulazione (una specie di effetto “voce robotica”), e già 30 millisecondi, ti assicuro, si sentono bene.

      Il senso del podcast con solo l’audiodescrizione è quello di svincolarsi dalla necessità del sync preciso al millisecondo, sfruttando lo spazio. Cioè

      DIALOGO—–DESCRIZIONE—–DIALOGO
      e
      DIALOGO—DESCRIZIONE——-DIALOGO

      hanno lo stesso senso e “si capiscono”, anche se nel secondo esempio la descrizione è leggermente anticipata rispetto al primo. Quello che non deve succedere è

      DIALDESCRIZIONE—————-DIALDESCRIZIONE

      dove la descrizione è talmente anticipata che si sovrappone alla battuta del dialogo che la precede.

      Ne approfitto per farti una domanda. Ma i lettori mp3 sono accessibili? Tu li usi?

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    • Avatar di irene
      irene balbo
      Membro

      ciao,
      ho capito perfettamente il senso del podcast e il vantaggio in termini economici che ne deriverebbe, ma l’ideale per me rimane la trasmissione in cuffia dell’audio del cinema con in più le audiodescrizioni. se però calcoliamo che in italia l’associazione aiace che si occupa di cinema senza barriere, trasmette le audiodescrizioni in cuffia mentre il resto dell’audio del film arriva da fuori, proprio come succederebbe con un podcast, sicuramente,, se non si può arrivare alla soluzione che ho in mente io, quella che stiamo ipotizzando è molto meglio dell’attuale. per rispondere alla tua domanda, invece, non tutti i lettori mp3 sono accessibili, ci sono alcuni modelli di cui è possibile sostituire il firmware originale con un altro che si chiama rockbox, che vocalizza con una sintesi vocale menu, nomi di file e cartelle ecc., capirai però che se si usa un lettore vocalizzato, abbiamo una voce in più oltre quella delle audiodescrizioni e dell’audio del film. se ti interessa comunque facendo una ricerca su internet trovi i riferimenti a rockbox, i modelli supportati e anche una descrizione del funzionamento. in italiano riferimenti a rockbox li trovi sul sito http://www.ilgerone.net, sito di un cieco che raccoglie vari software e altro. clicchi su rockbox e trovi tutte le info che cerchi. Ciao

      Irene

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    • Salve a tutti.
      Secondo me, il problema principale non sta tanto nella sincronizzazione, ma nella fruizione. Come ha detto Irene, l’effetto di straniamento che si produce a causa dello scarto tra le varie fonti sonore potrebbe essere più deficitario che altro. Tra le v arie proposte di software che abbiamo introdotto nel progetto, c’è MAGpie2 che, oltre ad essere disponibile gratuitamente per il download in rete, permette di sincronizzare la traccia audio del film con l’audiodescrizione.
      Certo è che la proposta di Alberto permetterebbe di ridurre i costi dal punto di vista della fruizione in sala, quindi non abbandoniamo l’idea. Dall’altra parte, c’è la volontà di fare un prodotto sia accessibile sia godibile, quindi il lavoro da fare è ancora molto. Chiederemo a quanti più fruitori possibili la loro opinione in merito.
      Chiudo col dirvi grazie perché continuate ad interessarvi al progetto e a darci del feedback interessante e stimolante.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Caspita, Alessandra, certo. il problema è quello. Io (che però ci vedo) me lo immagino come avere un amico che è seduto di fianco a te e commenta il film. Del resto Irene qui parla di “audiodescrizioni umane”, che se non ho capito male è esattamente un amico che va al cinema con lei e le racconta quello che si vede sullo schermo. Se questa cosa risulta sgradevole c’è poco da fare. Se invece è accettabile, allora dovrebbe funzionare anche la formula audiodescrizione in podcast – dialoghi e musica dall’impianto di sala, una volta risolto il problema del sync. No?

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    • Certo Alberto, hai ragione e la tua proposta mi sembra, oltre che il massimo del punk, anche attuabile allo stato attuale. Ma l’”audiodescrizione umana” è accettabile perché in Italia le sale non sono dotate di sistemi professionali per l’audiodescrizione come negli altri paesi. Quello che mi chiedo io, è se non sia possibile migliorare la fruizione cinematografica tramite audiodescrizioni professionali che permettano al non vedente di godersi il film nel migliore dei modi. Ecco perché parlavo di MAGpie2 come un’alternativa alla tua proposta. Non conosco ancora benissimo tutte le sue funzionalità, ma sto le sperimentando.
      Tutto ciò per dire che non sto escludendo a priori la tua idea, anzi, ne terremo conto nel momento in cui, prime audiodescrizioni alla mano, proveremo a capire quale sia il metodo migliore: podcasting (con o senza dialoghi) o audiodescrizioni fornite dalla casa di distribuzione.
      E grazie ancora per il feedback tempestivo.

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    • Avatar di Matteo
      Matteo
      Partecipante

      Ciao a tutti.
      Riporto di seguito una mail che Andrea, uno dei ragazzi nonvedenti che collabora al progetto, ha inviato

      “ciao,
      come si sincronizza il podcast con il film?
      le 2 fonti audio si possono eliminare solo rimixando la colonna sonora del film con l’audio descrizione, in questo modo il cieco ascolterebbe in cuffia l’unica fonte sonora.
      A me piace di più avere due fonti, perchè gli impianti audio delle sale cinematografiche riescono a dare anche una certa spazialità del movimento.

      ciao”

      Come ha detto Alberto l’effetto di perfetta sincronizzazione non si riuscirà, probabilmente, mai a raggiungere, anche solo per il fatto che l’audio in cuffia arriva per forza prima dell’audio delle casse del cinema, tra le casse e noi ci sarà sempre un pò d’aria a rallentare il suono.
      Quindi, a parer mio, l’audiodescrizione dev’essere comunque una traccia divisa dall’audio del film.
      Ovviamente deve occupare solo le pause tra un dialogo e l’altro, e, magari, staccarsi anche di un secondo dall’ultimo dialogo, per avere una “safe area” di silenzio che permetta di orientarsi tra le diverse fonti di sonoro.
      Immagino infatti, ma questo ce lo possono dire solo Irene e Andrea, che ascoltare implichi molta più concentrazione che vedere.
      Assumendo quindi la divisione delle tracce audio come necessità vedo molti più vantaggi che svantaggi nell’avere l’audiodescrizione sull’Ipod, sintetizzo i vantaggi:
      - nessun cinema deve dotarsi di infrastrutture >> tutti i cinema diventano accessibili nel momento che un nonvedente possiede un lettore Mp3 accessibile
      - l’audiodescrizione (Augusto says) diventa un prodotto slegato dai diritti cinematografici >> tutti i ricavi potrebbero essere per Film Voices

      gli svantaggi, come già emerso ampliamente da questa discussione, sono:
      - sincronizzazione
      - doppia fonte audio
      La doppia fonte audio non si risolve, a meno che non esistano cuffie talmente potenti da isolare completamente il nonvedente.
      La sincronizzazione potrebbe essere risolta sfruttando i titoli di testa del film, magari all’inizio dell’audiodescrizione (che io vedo come unica traccia) ci sono gli audio delle case di produzione e distribuzione, in quel momento il non vedente sincronizza il suo lettore con l’audio del cinema, però non so quanto sia complicata una simile operazione con un lettore accessibile.
      E se uno sbaglia? Come fa durante il film a risettare la sua audiodescrizione nel punto giusto? Se percepisce che l’audiodescrizione è in anticipo perchè si sovrappone al dialogo potrebbe stoppare per alcuni secondi la traccia e verificare con il dialogo successivo, però mi pare un pò un prenderci, un far le cose a braccio.

      Sennò si potrebbe, per lettori mp3 con il microfono (iphone), inventare un software che capta il suono in sala, lo sincronizza con la traccia audio, cercando il suono identico, e fa partire tutto in automatico, ma mi sa che è fantascienza.

      A questo quindi non so esattamente rispondere, però mi piacerebbe molto fare un test, magari con un home video, si audiodescrive un classico (o semplicemente si riempiono gli spazi tra i dialoghi con un suono), e facciamo un test, forse è uno dei modi per uscirne.

      Però, di nuovo, a parer mio si percorre una nuova forma di accessibilità, che non necessita di infrastrutture costose, politiche illuminate o una elevazione di coscienza collettiva (quindi di “chiedere” qualcosa), bensì si fonda sulla volontà dei singoli di “fare” qualcosa individualmente, dal basso, in libertà.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Beh, che ci vuole a fare una prova? Basta un DVD, qualcuno che registra venti minuti di audiodescrizione, un lettore mp3 e un paio di non vedenti che facciano il test. Più dal basso di così…
      :-)

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      mi associo stavo per scrivere la stessa cosa, test a gogò, fantasia e qualcosa salta fuori, su cui lavorare nuovamente per affinare l’idea.

    • Autore
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    • Ragazzi, come ha già detto Alessandra, grazie mille per i feedback e l’interesse con cui ci state seguendo, grazie davvero!
      Una piccola precisazione però: la fruizione cinematografica tramite podcast ha molti lati positivi e credo che li abbiate tutti identificati con molta precisione, tra questi però non vi è la completa indipendenza dalle case di distribuzione. Per ottenere le pellicole in anteprima così da realizzare le audiodescrizioni in tempo utile per l’uscita al cinema, dovremo comunque stabilire accordi economici e legali con le varie case di distribuzione.
      Il vero risparmio rimane nelle infrastrutture cinematografiche, che comunque non è poco!
      Ciò implicherebbe registrare in sala alcune scene di un film, realizzare le audiodescrizioni e testare il podcast Per quanto riguarda le prove pratiche, ci stiamo attrezzando!

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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      Questa discussione è davvero interessante!

      REalizzare una audiodescrizione perfettamente integrata con il film non è impossibile anche grazie a brevi silenzi studiati per safe space come dice matteo. Il problema è il sync in sala.

      Non può funzionare un sistema che capta il suono per far partire l’MP3 dato che tanti film iniziano anche solo con scene mute, altri iniziano con musica, altri ancora con dialoghi, ecc…

      A mio vedere, premesso che si riesca a far funzionare bene il lettore MP3, le soluzioni potrebbero essere due:
      1) la sala cinematografica si attrezza per emettere un avviso sonoro che avverta dell’inizio del film e quindi di mandare in play il lettore MP3
      2) la pellicola integra direttamente e all’origine questo segnale.

      Sono entrambe soluzioni difficili ma non impossibili. La seconda soluzione la trovo migliore anche perché il segnale integrato nel film diventa anche il segnale di inizio per la sincro dell’audiodescrizione in fase di produzione di quest’ultima.

      Un segnale di questo tipo non disturba gli altri utenti e dura pochi secondi.
      Credo che attraverso una sensibilizzazione delle associazioni di produttori cinematografici e grazie ad uno sforzo di civiltà, il segnale di start delle audiodescrizioni potrebbe diventare normale in tutti i film, come i titoli di inizio o i titoli di coda.

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    • Nicola, sono d’accordo con te. Credo anche io che le soluzioni da te identificate per la sincronizzazione siano le più funzionali. Certo integrare nella pellicola il segnale implicherà un lavoro di sensibilizzazione che sarà comunque lungo, ma credo sia doveroso che per rendere le sale accessibili sia necessaria la collaborazione di tutti i soggetti interessati. L’inserimento del segnale, sarebbe un provvedimento molto semplice e di poco costo, ma rimarrebbe un grande gesto di civiltà. Un piccolo passo per una casa di distribuzione ma un grosso passo per la civiltà del nostro paese. Che ne pensate?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Anche a me piace l’idea, per le stesse ragioni indicate da Ottavia. Non sono poi sicuro che sarà così lungo introdurre questa cosa del segnale, basta rivolgersi ai distributori, che sono relativamente pochi. Sono certo che sarà semplice ottenere la collaborazione dei cineasti per dare visibilità al tema (a proposito: lunedì sera sono a Modena per una proiezione ufficiale del “nostro” film sulle mondine e ci sarà Davide Ferrario, se vuoi te lo presento e glie ne parli!). Oltre che un gesto di civiltà, è anche un grande moltiplicatore di visibilità per il vostro progetto.

      Credo che in realtà continui ad essere comunque necessaria la frammentazione in skit molto brevi, tendenzialmente uno per frase. Questo per evitare che lo spettatore si perda tutto il film se si distrae un momento quando viene dato il segnale, o se schiaccia un tasto per errore a film iniziato.

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    • penso che sia senz’altro vero e che questo servizio sia necessario e rientri nell’abbattimento di quelle barriere che ostruiscono il passaggio ai portatori di handicap. I dettagli tecnici mi sfuggono ma penso che il progetto vada portato avanti.

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Penso che l’attività di sensibilizzazione delle produzioni cinematografiche potrebbe essere inserita a pieno titolo tra quelle del tuo progetto.

      Mi sembra una missione stupenda

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    • Alberto, lunedì sarò certamente alla proiezione del vostro film e incontrare Davide Ferrario sarebbe un onore! Grazie mille!

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Ok, ora scrivo a Davide :-)

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