Analisi della concorrenza su Google Docs

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  • Iniziato da Antonio Scarpati Avatar di Antonio

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
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      Ciao a tutti,

      e’ su Google Docs una matrice che desidera, da un lato, testare la mancanza nel panorama del crowd funding di una piattaforma dedicata ad iniziative culturali e, dall’altro, essere un punto di partenza per l’analisi di best practices.

      L’analisi suddivide le piattaforme finora visualizzate ponendosi due domande:
      1) La piattaforma è dedicata ad un solo settore o a più di uno?
      2) La piattaforma ha un’area dedicata alle iniziative culturali?
      Il link che potrete aggiornare insieme a noi è questo qui:
      Aspettiamo con grande piacere la vostra preziosa collaborazione!
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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Ragazzi, non so vi è già stato segnalato, ma sul crowdfunding l’italiano che ne sa di più, a quanto mi risulta, è Francesco D’Amato. Fate una ricerca nel suo blog, ne vale la pena.

      http://francescodamato.typepad.com/nuova-industria-musicale/crowdfunding/

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Grazie Alberto, stiamo già cercando spunti interessanti da poter applicare al settore delle iniziative culturali! Sicuramente alcuni spunti possono essere utilizzati in modo similare nel nostro progetto.

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Preciso: Francesco si occupa di industria musicale. Quindi lui il crowdfunding lo studia esattamente da quel punto di vista.

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Hai ragione, l’industria musicale entra di diritto come principale riferimento nell’ambito delle iniziative culturali a cui intendiamo rivolgerci!
      I dati e le analisi fornite saranno oggetto delle nostre elaborazioni che tuttavia dovranno prendere atto che il nostro progetto, almeno nelle nostre idee, non sarà rivolto in una % rilevante a chi intende far musica.
      Immaginiamo più associazioni culturali volte a realizzare un evento, un progetto… da questo punto di vista l’applicazione del crowd funding che intendiamo attivare è più rivolto ad un pubblico filantropico.
      Grazie ancora per il link! :-)

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Aggiornato Google Doc con 3 nuove piattaforme:
      RocketHub
      Akamusic
      PeerBackers

      La ricerca continua! Non esitate ad inoltrare segnalazioni!

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Aggiunto nuovo portale: Justgiving.com grazie alla segnalazione di Nicola!
      La ricerca prosegue e l’attenzione è posta sulle modalità di pagamento: cerchiamo sperimentazioni alternative alle carte di credito e paypal. Chi cerca, trova ed attendiamo i vostri contributi!

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Nuova segnalazione nella matrice di un progetto italiano: Kapipal!
      L’analisi continua a non far emergere un portale dedicato alle iniziative culturali. La ricerca prosegue… ;-)

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    • Un nuovo portale arricchisce la nostra matrice: si tratta di Ulule! E’ una piattaforma che accoglie anche progetti culturali e
      ci ha colpito molto, dandoci vari spunti di riflessione!
      Dategli un’occhiata! :)
      http://www.ulule.com

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    • Avatar di Alessandro
      Alessandro
      Partecipante

      Aggiungo al set dei casi studio la startup italiana Cooperaising (http://www.cooperaising.com) presentata oggi durante la sessione romana di Working Capital. Se ho capito bene si occupa di crowdfunding più o meno nel modo in cui vorrebbe farlo FFC, cioè supportando le fondazioni culturali per lo sviluppo di progetti di vario genere.

      Mi sembra però che il vincolo della restituzione del pagamento in caso di mancata copertura non sia stato approfondito, nel senso che la cifra viene comunque investita sulla piattaforma, ed all’utente è lasciata solo la libertà di reinvestire la somma su un altro progetto.

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Ciao Alessandro,

      il fatto che ci sia stato un progetto sul crowdfunding al working capital ci fa pensare una cosa: dobbiamo fare in fretta!! :-)
      Abbiamo dato un’occhiata al sito… e ci sembra che siano ancora in una fase progettuale!
      Le aree di intervento proposte sono abbastanza variegate: dall’inquinamento all’aiuto per disabili. Rispetto a loro sicuramente potremmo caratterizzarci per il particolare taglio dedicato al supporto di iniziative culturali.

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      3 nuovi portali provenienti dal mondo:

      FundBreak – Australia
      fansnextdoor – Francia
      Indiegogo – America

      La ricerca continua a dare esiti positivi!

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Ma è semplicemente meraviglioso quello che il Louvre sta realizzando!

      Se volessimo classificare l’iniziativa secondo gli schemi di FFC, si collocherebbe tra le iniziative Project che richiedono il supporto del crowdfunding per completare una raccolta fondi già arrivata a 3 dei 4 milioni di euro necessari per l’acquisto del dipinto.

      E’ un case study da monitorare… la scadenza è il prossimo 31/01 e sarà interessante analizzare in che modo la società francese risponderà all’invito. 

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    • Avatar di Alessandro
      Alessandro
      Partecipante

      Non lo posto solo per far facile ironia, ma soprattutto perchè funziona -non ancora ma forse un giorno, speriamo- esattamente a quel modo che abbiamo chiamato “promesse” e che qui, invece, appare il metodo più naturale per partecipare ai progetti/petizioni…ad ogni modo, questo è il link, e l’indirizzo è eloquente:

      http://www.compraunvoto.it/

       

       

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      In effetti compraunvoto fa riflettere. Il motore del crowdfunding è la facilità a formare gruppi che abbiamo ottenuto grazie a Internet; questo – come spiegava bene Clay Shirky su Here Comes Everybody – vale per tutti i tipi di gruppo, anche per quelli “minacciosi”, come quelli che potrebbero nascere per, diciamo, una campagna per depenalizzare le violenze della polizia durante le manifestazioni.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      La politica media su dei processi economici, per cui quello che vediamo sono l’effetto di processi economici che ne sono la causa, da riforme sull’istruzione, a riforme sul lavoro, allo smaltimento di rifiuti o altro nascondono interessi economici che cercano più o meno un consenso o la costruzione dello stesso mediante la politica, per cui è solo provocatorio pensare a una costruzione di consenso utilizzando denaro dal popolo vs denaro di chi detiene il “vapore” o gli interessi economici.

       

      Se rimaniamo in tema di Funding, diciamo che il vero potere del funding e di quello che Alberto dice citando Shirky è la capacità di creare gruppi su internet..bene questa capacità si può e si deve tradurre in servizi mediati con alcune banche, capacità di spostare conti correnti verso quelle banche (crediti cooperativi, banche popolari, banche etiche, piattaforme di prestiti in peering, ecc) che permettano a fronte di capacità che ogni progettista ha di spostare conti correnti di amici e parenti su piattaforme che accettino di riservare e monetizzare questo servizio di advisoring a favore del progetto. Questo si tradurrebbe in un servizio di finanza e di credito di prossimità, in cui se credo nel progetto del mio amico mi  basta spostare il mio conto corrente verso l’istituto che si impegna a riconoscere una quota di “advisoring” al suo progetto anzichè al suo promotore finanziario.

       

      In questo modo inizi a scardinare i meccanismi delle banche che finanziano solo il consumo e non chi vuole investire in progetti (spesso non associato a lavoro dipendente, del resto è ovvio che se vuoi realizzare un progetto non vuoi essere dipendente, quindi è un meccanismo perverso da cambiare).

      Le banche che accettano questo meccanismo avranno nuovi conti correnti e saranno un punto di riferimento nei confronti di processi aggregativi, etici e di progettualità legati a quei conti correnti.

      I progettisti leva iniziale di questo meccanismo, con delle revenue al proprio progetto, legate alla capacità di spostare conti correnti su tali banche potranno iniziare a creare progettualità nuova, libera indipendente.

       

      Queste nuove opportunità economiche e progettuali, si tradurranno in nuovi servizi, nuove logiche di affrontare i problemi sociali con servizi innovativi e la politica in genere deve prendere sempre atto delle innovazioni sociali in atto, anche quella corrotta!

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      L’altra sera abbiamo visto il film “Julie & Julia” ed è stato interessante vivere l’emozione di una ragazza che con il suo “progetto” è riuscita a creare una comunità di persone che l’hanno seguita e supportata: anche questo è il potere di internet!

      Se la capacità della rete di mettere le persone in connessione le persone viene messa al servizio di una raccolta fondi per la cultura, il gioco è fatto! :-)

      Interessante lo spunto di coinvolgere il mondo bancario… potrebbe essere appetibile per un istituto pubblicizzare il proprio sostegno ad iniziative culturali anche per acquisire nuovi correntisti o semplicemente per affermare la loro presenza sul territorio.

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    • Avatar di Alessandro
      Alessandro
      Partecipante

      Walter, è interessantissimo il tuo intervento, anzi, dopo aver letto sul tuo blog gli ultimi aggiornamenti dell’infelice rapporto con le
      banche -come non apprezzare e sostenere il tuo impegno nel documentare i
      colloqui, giusto per introdurre a forza un pò di trasparenza nel luogo
      più ombroso e opaco che ci sia immagino dunque che stai già lavorando
      alla soluzione ad un problema che gli istituti di credito attualmente (e
      cioè con grave ritardo) nemmeno si pongono.

       

      Nello specifico, alludi ad un sistema di finanziamento “cosciente” da parte dei correntisti come avviene sul modello social landing di
      agenzie come prestiamoci ed affini, per intenderci? Oppure una formula
      per cui si delega al proprio operatore commerciale di destinare una
      parte del proprio deposito per finanziare le imprese creative? (e qui
      scorgo però una possibile velatura)

       

      Per voler abbozzare un immagnario di riferimento anche stavolta, sarebbe a mio avviso quello del social-venture-capitalist(?), che se un significato questo accostamento di termini filo-americani
      comporta, è ancora una volta vicino al gioco delle parti, in cui il
      correntista diviene finanziatore d’assalto di progetti e startup
      innovative.

       

      Si potrebbero già abbozzare i vantaggi e gli svantaggi per i due attori coinvolti, cioè le banche ed i nuovi/vecchi correntisti? Oltre
      all’apertura di nuovi conti presso le proprie filiari, quale interesse
      specifico le banche potrebbero nutrire verso un’iniziativa che si
      propone di co-finanziare progetti ad alto rischio senza imporre tassi di
      interesse suicidi sui prestiti, o diversamente far ricadere tutto il
      rischio sulle persone che, con tutta la buona volontà, ci penserebbero
      due volte prima di mettere a repentaglio il prorio denaro, considerando
      anche la sfiducia, e forse antipatia, accumulata negli ultimi anno verso
      gli istituti di credito?

       

      Come superare l’approccio meramente pubblicitario che un operazione del genere potrebbe rappresentare per le banche? E per concludere, quale
      vantaggio reale nella ri-intermediazione, dopo il lungo lavoro compiuto
      dalle agenzie di social lending per scardinare le rigide gerarchie
      dell’approccio tradizionale al prestito?

       

      Ovviamente, tutte queste domande con l’unico scopo di stimolare il dibattito intorno alla tua intuizione della “seconda via” per il
      finanziamento delle imprese innovative, provando cioè (se alla fine, ho
      ben capito) a gettare un ponte, fra il vecchio modello, malato ed
      arretrato ma con molte risorse ancora latenti, ed il nuovo auspicabile.

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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Quando rinviavo all’approccio pubblicitario, ho reso impliciti alcuni filtri e opportunità che potrebbero scaturire da questo approccio e che provo ad ampliare.

      In primis, per approccio, proverei a suddividere gli operatori di crowdfunding in due categorie: da un lato, quelle che prevedono per il correntista, investitore, il ritorno dell’ammontare investito maggiorato di un margine d’interesse (es. Prestiamoci); dall’altro, quelle che non prevedono alcun ritorno del capitale investito.

      Detto questo, condivido una riflessione estrema: le banche sono un grande operatore di crowdfunding che prevedono per il correntitsta il ritorno del capitale e interessi. Raccolgono i risparmi dalla popolazione offrendo un tasso di remunerazione, investono i soldi in diversi prodotti a un tasso d’interesse più alto e ponderato al grado di rischiosità dell’operazione.

      L’unica differenza è nel processo di scelta del progetto da finanziare: le banche lo scelgono loro, gli utenti di Prestiamoci (crowdfunding con margine) e di Kickstarter (crowdfunding senza margine) lo scelgono direttamente loro. 

      Ho provato a schematizzare questa riflessione così:

      Ora il punto è: dove poter raccogliere fondi per iniziative che non hanno accesso al credito secondo gli schemi “ordinari”?

      Come dice Alessandro, potrebbe essere richiesti alle società di venture capitalist, ma questa scelta non consentirebbe di “proporsi” alla folla.

      Quello che vedo, invece, è un sistema che si focalizzi su sistemi di crowdfunding “a fondo perduto” (ora porterò l’esempio di FFC) supportato dal sistema bancario che dia la possibilità agli utenti, correntisti e non, di scegliere quale progetto finanziare e che potrebbe avere un impatto sociale positivo sul territorio. Utilizzare la banca come mezzo e non come intermediario.

      L’effetto pubblicitario sarebbe reciproco: da un lato la banca può spendere l’immagine di una banca attenta ai processi creativi non mettendo a rischio i capitali dei propri correntisti, se non consapevolmente; dall’altro  FFC avrebbe la possibilità di beneficiare di un accesso a potenziali donatori attraverso le filiali delle banche.

      Questo processo potrebbe stimolare la migrazione di correntisti verso quelle banche maggiormente orientate al territorio (banche popolari o comunque di piccole dimensioni territorialmente radicate), attraverso un sistema pool e non push, dove sarebbero invitati in fase di raccolta a  trasferire il conto.

      Inoltre, la condivisione di questa visione con il sistema bancario, potrebbe facilitare la risoluzione del problema dei pagamenti a mezzo sms, che in seguito sarà necessario affrontare: ad oggi l’Italia, analizzando i paesi coperti da questo servizio, non è inclusa. Il perché non l’abbiamo ancora bene capito.

       

       

      Allegati:
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    • Autore
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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Iniziativa benefica attraverso la messa in asta delle maglie dell’Atalanta. Interessante la struttura della raccolta messa in atto: Scadenza asta, promesse di pagamento, dimostrazione pagamento del bonifico per il ritiro della maglia.

      Buona lettura! :)

    • Autore
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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Bingo!

       

      E’ molto simile allo schema che ho provato ad abbozzare, ho riveduto e ampliato la mappa, 

      L’effetto pubblicitario sarebbe reciproco: da un lato la banca può spendere l’immagine di una banca attenta ai processi creativi non mettendo a rischio i capitali dei propri correntisti, se non consapevolmente; dall’altro  FFC avrebbe la possibilità di beneficiare di un accesso a potenziali donatori attraverso le filiali delle banche.


      Questo processo potrebbe stimolare la migrazione di correntisti verso quelle banche maggiormente orientate al territorio (banche popolari o comunque di piccole dimensioni territorialmente radicate), attraverso un sistema pool e non push, dove sarebbero invitati in fase di raccolta a  trasferire il conto.”

       

      E’ necessario studiare e affinare il meccanismo, ma il processo si è innescato, e i player candidati sono sia banche che permettano questo patto finanziario ed etico verso progetti provenienti dal territorio e per il territorio e sia da quelle piattaforme di social lending di prestiti in peering Prestiamoci, Zopa o affini.

      Il nodo centrale è realizzare fondi di garanzia collegati al singolo progetto, provenienti da fondi di prossmità, in cui il progettista, funda da Hub o leva per spostare tali conti correnti di solidarietà al progetto, ho aggiunto nella mappa l’elemento F (aggregazioni creditizie appunto, legate ai progetti).

       

      Allegati:
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    • Autore
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    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      I francesi ce l’hanno fatta! Qui il link!

      Eccezionale esempio, più di 5.000 mila donatori hanno raggiunto l’obiettivo con un mese e mezzo d’anticipo. L’ammontare delle donazioni è oscillato da 1 a 40.000 mila euro. 

      Sono sicuro che in Italia si potranno realizzare progetti della stessa portata e noi dovremo fare la nostra parte.

      A proposito, riportiamo il testo di una piccola storia presente su un depliant dell’evento “Le botteghe del sociale” realizzato a Napoli lo scorso dicembre dal Comune di Napoli che ci è molto piaciuta:

      “Durante un incendio nella foresta, mentre tutti gli animali fuggivano, un colibrì volava in senso contrario, con una GOCCIA D’ACQUA nel becco.

      << Cosa credi di fare?>> gli chiese il leone.

      << Vado a spegnere l’incendio!>> rispose il piccolo volatile.

      << Con una goccia d’acqua?” disse il leone con un sogghigno di irrisione.

      Ed il colibrì proseguendo il volo, rispose:

      << IO FACCIO LA MIA PARTE!>>”

       

       

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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Antonio

      in effetti molte banche sostengono la raccolta fondi per diverse iniziative e lo fanno attraverso i loro sportelli. Così come molte aziende.

       

      FFC potrebbe diventare il loro sportello on line. Non sarebbe male immaginare uno scenario di supporto ad aziende o enti pubblici in cui FFC si comporta come un servizio sulla nuvola.

    • Autore
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    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Antonio, il punto cruciale è trasformare quel “fondo perduto” in “investimento a ritorno sociale”.

       

      Mi spiego: oggi, a fronte di una richiesta di donazione, solo poche organizzazioni fanno seguire una attività di cura del donatore, una sua partecipazione passiva o attiva. Al massimo gli si manda una lettera per chiedere altri soldi.

      In questo modo la persona, purtroppo, non riesce a percepire il valore della sua donazione e gli effetti che produce.

       

      Io vi consiglio di progettare la piattaforma in modo tale che ogni donatore, per ogni progetto, sia iscritto automaticamente ad una mailing list attraverso la quale l’organizzazione beneficiare andrà a distribuire informazioni sul proseguimento del progetto

       

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Nicola, concordiamo appieno!

      L’obiettivo è stimolare la raccolta di fondi al fine di supportare la cultura come veicolo per migliorare la società in cui si vive. Donare per la cultura = una società migliore! I soldi destinati alla cultura non sono soldi persi ma risorse che si tramutano in valore sociale.

       

      Sposiamo in pieno l’idea dello strumento della mailing list per consolidare la community di FFC tra donatore e beneficiario.

       

      Un altro spunto che c’era venuto era quello di destinare uno spazio della piattaforma ai volontari, ovvero quei membri che spontaneamente si rendono disponibili come risorsa per supportare le campagne di raccolta fondi: videomaker, fotografi, pubblicitari, etc.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Antonio, ottima idea quella dei volontari. Gli apripista in Italia degli UGC sono i tipi di theBlogTv.it 

       

      Telethon l’anno scorso preparò un widget che poteva essere caricato su qualsiasi blog e attraverso la quale era possibile andare direttamente in fase di donazione.

       

      Dovreste pensare ad un sistema simile che possa essere autogenerato dalla piattaforma ogni volta che viene attivato un nuovo progetto di fund raising. In questo modo ogni iscritto al progetto potrebbe esportare il widget sul suo blog personale.

    • Autore
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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      E’ fondamentale inoltre che ci sia una tracciabilità dei fondi e cosa significa finanziare cosa…è notorio che in molto terzo settore le donazioni vanno in genere il gran percentuale all’apparato organizzativo del proponente e a volte nemmeno per il 10-20% all’iniziativa in se.

      Penso che ci dovrebbe essere anche un soglia al di sopra della quale non vengono accettati i progetti, altrimenti sono fondi di autofinanziamento, fatta eccezione per l’avvio di start up.

       

       

    • Autore
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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Spiego meglio, una cosa è l’avvio del finanziamento di una start up di progetto, e personalmente credo sia meglio finanziare dei cluster culturali, altra cosa è agire da piattaforma di raccolta fondi per organizzazioni che si pongono obiettivi finanziari stile Telethon, questo secondo caso lo trovo deleterio, inefficace, il finanziamento a cluster culturali dovrebbe favorire quelle realtà autosostenibili.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Caro Walter, in merito alla tracciabilità dei fondi, la nostra idea è che FFC possa offrire la possibilità di finanziare un EVENTO, un PROGETTO o il SUPPORTO alle attività di un soggetto culturale. La “scrematura” delle proposte potrà avvenire sulla base di una serie di criteri volti a testare la fattibilità del progetto e la “credibilità” del soggetto proponente. Valutazioni di questo genere consentiranno di superare le problematiche di allocazione dei fondi raccolti.

       

      In merito al punto dei soggetti proponenti, non vediamo in questa fase opportuno demandare la scelta della distribuzione di somme raccolte ad un cluster culturale: allunga il ponte tra pubblico e beneficiario e pone gli stessi problemi di tracciabilità fin qui rilevati. 

       

      A presto

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Per cluster culturale intendo, premiare quelle aggregazioni associative di intenti che si ritrovano su obiettivi comuni, ad esempio il Peeripato è un cluster che individua in un framework condiviso, uno strumento di organizzazione sul quale integrare in maniera modulare eventuali servizi, funzioni di vari progetti che ne fanno parte.

       

      Così come altri cluster in base alla mappa che ho aggiornato potrebbero essere, verso altri incubatori progettuali all’interno delle università, di progetti di ricerca indipendenti, eventi; premiare quindi quelle realtà che si aggregano per ottimizzare le risorse e utilizzarle insieme quindi. 

       

      Abbattimento costi e massa critica

      Sia per un abbattimento dei costi, sia per disporre di una maggiore massa critica di soggetti interessati capaci di farsene promotori dell’iniziativa.

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Ricco bottino di nuove piattaforme grazie a Francesco D’Amato! Alla ricerca di best practises!

       

      L’elaborazione del documento di progetto procede… :)

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Antonio
      Antonio Scarpati
      Partecipante

      Pensiamo che questa ipotesi possa essere prevista nella tipologia di raccolta fondi SUPPORT dove il donatore può decidere di finanziare un gruppo culturale per sostenere le loro attività statuarie. 

      Può funzionare… cosa ne pensi?

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Penso che molte idee e molti aggiustamenti verranno in corsa.

      Ma soprattutto che ci siano tantissime strade da sondare ancora…

    • Autore
      Articolo
    • Nuova piattaforma di crowdfunding made in italy: eppela

      TIME TO MARKET: il nostro incubo.

      :)

       

    • Autore
      Articolo
    • Avatar di Nicola
      Nicola Salvi
      Membro

      Ciao ragazzi

       

      è uscita una nuova iniziativa di personal funding

      http://www.retedeldono.it/

       

      conosco la fondatrice, quando volete entrarci in contatto

       

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