G.A.S.2puntoZero Elevator Pitch 2°(rivisto)

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  • G.A.S.2puntoZero Elevator Pitch 2°(rivisto)
  • Iniziato da Giorgia gas2puntoZero Avatar di Giorgia

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    • Postiamo qui la nuova presentazione in power point che descrive a grandi linee chi siamo, l’idea centrale del nostro progetto, il target, le tempistiche e le previsioni economiche!

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
      Partecipante

      Complimenti, siete velocissime! Cercheremo di essere altrettanto veloci a rispondere. :-)

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    • Alberto cerchiamo sempre di essere sul pezzo!
      E’ tosta, ma quando c’è la voglia di lavorare pedaliamo!

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    • mi piace questa commistione di alternativismo e scuola unilever…..è la frontiera dello sviluppo….
      non avete idea di cosa state per provocare. uno tsunami progettuale

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    • E pensare che parte tutto da un’idea molto semplice!e forse è proprio questa la sua forza.
      Il prossimo passo è quello di proporlo a tutti i G.A.S. tradizionali di Roma.
      Quindi se un giorno vedrà arrivare una immensa e potente ondata di frutta e verdura,
      saprà di chi è la colpa! :)))

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    • ciao simone, fa molto piacere ricevere commenti così incoraggianti!
      siamo al debutto ma già con intenzioni mooolto serie…
      piacere anche di rivederti dopo il barcamp.
      F

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    • ecco di seguito alcune indicazioni/spunti di riflessione. alcune spero vi siano utili, scusate se alcune vi sembrano banali/fuori luogo. Può essere che dipendano da una non completa consapevolezza di obiettivi e decisioni già discusse (ho solo letto il pwpoint e quindi prendetele con simpatia….e come inizio di discussione)
      parti generali:

      è possibile allargare gli utenti/fruitori anche a chi non è interessato ad entrare/frequentare un gas in senso fisico (poi , ne sarà una conseguenza, avrà voglia di…), ridure le barriere di ingesso per farsi conscere come portale ed allargare il
      potenziale pubblico dei gas..allargare la domanda potenziale. al massmo nel sito prevedete delle chat/forum (costano) ma almeno create un contesto virtuale di relazione!

      per il singolo gas quale il valore aggiunto? possono gestire gli ordini con email etc…il valore aggiunto si raggiunge nel momento in cui il nr di ordini è considerevole e permette di ottenere economie di scala (riduzione prezzi acquisto, costi trasporto), ma anche altro..servizio di scouting e selezione dei produttori, sito di informazione e promozione non solo di servizio tecnico (ma va da sè tutto questo ha un costo aggiuntivo : sito migliore – tempo uomo)..in questo senso un servizio per molti gas della zona

      ma perchè solo per i gas? anche condotte slow food o altri gruppi…

      serve investimento marketing e comunicazione pr allargare bacino utenti

      gas vive del contatto umano….scambio culturale etc..

      anche produttori dovrebbero sostenervi perchè fate un servizio anche per loro…gli portate clienti

      non so su che base avete valutato gli introiti pubblicitari dei banner…

      che obiettivi vi date’ perchè se volete solo finire in pari..beh molte considerazioni decadono…

      economiche ed amministrative

      quale forma giuridica (se vuoi assumere un autista…) ? mancano costi per costituzione ed amministrativi/gestione. una coop srl comunque sono 10.000 euri più notaio etc..pensate ad una ascoazione’ visto ceh siete 4 ragazze ci sono fondi per l’impenditoria femminile..siete pure giovani…
      utile generato non è sufficiente manco per una persona aprt time. che ci fate con gli utili?

      meglio aumentare la quota annuale, a gas non a persona, prezzo di consegna variabile a valore (che significa anche volume di spazio..tra l’altro bisogna attrezzare il veicolo per trasporto alimentare, magari con qualche minigfrigor etc)
      assicurazuione guidatore (resposabilità civile).

      mi sa che c’è da farsi venire qualche idea aggiuntiva per allargare il business….

      pensiamoci!

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    • Care azioniste solidali,
      Simone ha dato un bel contributo di stimoli, suggerimenti e interrogativi: aspetto le vostre considerazioni al riguardo.
      Aggiungo solo una cosa. Mi chiedo la vostra idea ha la bellezza e le promesse della semplicità. Ma proprio per questa sua qualità, siete sicure che non sia già stata messa in pratica da qualcun altro? Da noi (all’unità di valutazione degli ivnestimenti del Dip. Politiche di Sviluppo), c’è ad esempio un GAS servito da un furgonicino che consegna qui ogni paio di settimane. Le persone che vi partecipano ordinano su http://www.inbottega.it
      Se e in cosa il vostro progetto si differenzia, innova e/o evolve quanto previsto da InBottega o presumibilmente da altri portali e gruppi organizzati?

      a presto
      Marco

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    • Innanzitutto grazie a Simone e a Marco per tutti gli stimoli, il gioco è duro, ma noi siamo appassionate di giochi senza frontiere quindi iniziamo a rispondere un passo alla volta….

      Per Marco

      Ho visitato il sito “Inbottega”. Noi siamo diversi: il loro target sono imprese ecologicamente compatibili, noi invece abbiamo deciso di posizionarci come tramite tra GAS tradizionali e utenti GAS. Noi non abbiamo rapporti con i produttori, di ciò se ne occupa il responsabile GAS.
      Sembra una sottigliezza, ma non lo è: noi diamo un servizio in più per aderire ad un GAS, il nostro valore aggiunto non è consegnare a domicilio prodotti bio a km zero (che già prevediamo di fare), bensì garantire un’integrazione di social network per gli utenti GAS. Noi manteniamo la dimensione “sociale” propria della mission di ogni GAS, ossia permettiamo l’aggregazione delle persone a livello di quartiere facendo aumentare la loro percezione di essere un “unicum” di consumatori legati ad una dimensione spaziale ben specifica e limitata. Essi nel momento in cui non possono andare alle riunioni settimanali del loro GAS DI FIDUCIA, perchè devono fare gli straordinari a lavoro o hanno la gara di danza delle figlie o sono a letto con la febbre, possono andare on line, prenotare la spesa della settimana e riceverla con comodo a casa. Nel frattempo possono mantenere relazioni continuative anche flash con gli altri utenti GAS che magari abitano a pochi isolati di distanza. Ora tu mi dirai: “ma se abitano vicino si vedranno al bar a metà strada o a messa la domenica”. La mia risposta è: siamo in una congiuntura tale che i dipendenti negli uffici sostituiscono la pausa sigaretta con la pausa FACEBOOK…noi garantiamo proprio un tipo di connessione simile, facciamo sentire le persone che hanno uno stesso stile di vita ” la scelta di aderire ad un GAS” collegate sempre tra loro.

      Che ne pensi del nostro pRoposito? Spero di aver risposto alle tue perplessità…

      Buona serata,
      Giorgia

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    • simone, ottimi spunti!
      su alcune questioni che hai sollevato in effetti ci siamo soffermate in fase di discussione, riguardo ad altre invece, come ad es. la forma giuridica, siamo oneste nell’ammettere che si tratta di nodi ancora da sciogliere, magari con un po’ d’aiuto da parte del popolo di kublai!

      ok, iniziamo.

      TARGET
      i consumatori che ci indichi tu, cioè quelli che non hanno voglia o interesse nel partecipare a un gas fisicamente SONO ASSOLUTAMENTE i nostri destinatari principali!
      si può dire che gas2puntoZero sia nato proprio per loro.
      in loro, infatti, abbiamo individuato la concretizzazione del più grande limite del gas tradizionale, che (per sua natura) ha bisogno dell’associazionismo. ciò gli garantisce aiuto logistico da parte dei soci, molta flessibilità al loro interno e molta democrazia nei processi decisionali… ma allo stesso tempo esclude quei cittadini che vorrebbero adeguarsi alle loro politiche di consumo, senza però dover “aderire” nel senso tradizionale del termine.
      per dirla in parole semplici: il nostro consumatore tipo ha già scartato l’hp di aderire a un gas (per vari motivi, soprattutto, ma non solo, legati alla mancanza di tempo).
      con gas2puntoZero potrebbe invece “servirsi” dei gas, appoggiandosi al forum per fare la spesa ma senza dover andare a parlare direttamente col gas (a quello ci pensiamo noi!).

      RELAZIONI
      sul nostro forum esiste già una sezione dedicata ai rapporti umani tra soci e utenti gas2puntoZero (“appuntamenti g.a.s.”).
      si tratta di un’opportunità per fare 4 chiacchiere in libertà su ricette di cucina, eventi legati al territorio, riunioni del gas e anche i banner potrebbero essere venduti facilmente alle botteghe del quartiere.
      come dici tu, questo strumento può rivelarsi il vero link tra utenti forum e… persone in carne e ossa!

      G.A.S. TRADIZIONALE.
      il g.a.s. continua a fare la sua attività di sempre, con i soci di sempre, con le scadenze di sempre.
      i nuovi utenti li gestiamo noi con il forum, raccogliamo noi gli ordini (in base alle scadenze del g.a.s.) e glieli trasmettiamo in tempo utile.
      l’unica variante per il g.a.s. tradizionale è l’aumento degli ordini, dunque, come hai immaginato tu, la possibilità di realizzare economie di scala su prezzi e trasporti.

      MARKETING E COMUNICAZIONE
      in effetti… ci manca!
      dobbiamo ancora elaborare un piano di comunicazione adatto al target e alla dimensione territoriale.
      per la copertura pensavamo di sfruttare sicuramente il web (sito del g.a.s. di zona, portale retegas.org) e le care vecchie cassette della posta sotto casa.

      INTROITI BANNER
      abbiamo pensato che vendere pubblicità alle botteghe e alle altre attività commerciali del quartiere potesse fruttarci qualcosa.
      in questa rete di relazioni così radicata sul territorio ci possono guadagnare tutti: consumatori, g.a.s. tradizionali, negozianti vari (in visibilità e magari attraverso qualche attività promozionale proposta ad hoc per gli utenti del nostro forum).
      il problema degli introiti da click o da affitto banner è che possono essere alti, bassi o addirittura inesistenti. insomma, non è esattamente una voce di entrata sicura come le altre.

      SPESE GESTIONE/AMMINISTRAZIONE
      gas2puntoZero può essere gestito almeno inizialmente come associazione e visto che siamo in 4 e visto che si tratta di un lavoro che si può fare da casa… per l’avviamento speriamo di minimizzare questo tipo di uscita, anche se ovviamente non possiamo ignorarla del tutto!
      abbiamo pensato di reinvestire gli utili fino al raggiungimento di una dimensione ottimale del servizio (8 g.a.s. serviti da 40 utenti ciascuno), ovvero fino alla dimensione che ci consente di sfruttare al massimo il mezzo per le consegne.

      CONSEGNE
      c’è un’alternativa a quella prevista da noi (acquisto del mezzo, contratto all’autista, assicurazione, tasse, etc.) che ci toglierebbe importanti voci di uscita (e anche qualche grana di troppo!):
      chiamare una ditta di trasporti (es. bartolini), richiedere esattamente il servizio che offriremmo noi e contrattare. secondo me ce la potremmo cavare con molta eleganza!

      per tutte le idee di servizi aggiuntivi che potrebbe offrire gas2puntoZero… sfondi una porta aperta!
      faremmo di tutto pur di far diventare questo servizio non solo economico, ma anche popolare.
      a proposito, abbiamo pensato ad aumentare il prezzo per il servizio di consegna, ma siamo un po’ restie a farlo… consumare in modo critico e consapevole DEVE essere conveniente, altrimenti non convinceremo mai nessuno a farlo.
      però ci possiamo pensare ancora un po’ su ;)

      tutto sta a trovare il punto di equilibrio tra spese e ricavi perché a noi piacerebbe che un amministratore X di gas2puntoZero potesse vivere di questo lavoro ma, come noti giustamente tu, prima bisogna decidere l’obiettivo e poi modellare il business a sua immagine e somiglianza!

      grazie per tutte le questioni che hai sollevato, per noi il confronto che ci offri è estremamente prezioso…
      fammi sapere se ho risolto qualcuno dei tuoi dubbi o se ti viene in mente altro… spara pure a zero!
      ;)
      F

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    • Carissime,

      ho riflettuto un po’ sul vs progetto e il vs commento. Mi pare sempre che da un lato la sostenibilità economica sia dubbia (avete un costo importante, quello dell’auto ed entrate incerte), dall’altro lato la vs attività è piuttosto facilmente contendibile/riproducivbile. E i motivi per i gas di aderirvi non sono così forti.
      Vi suggerisco di provare a portare alle estreme conseguenze la vs ipotesi. Ovvero dedicarvi a sviluppare al massimo i servizi offerti tramite il portale, in particolare anche quello di consegna dei prodotti, in modo che l’unica attività reale di cui dovete occuparvi è quella di selezionare i produttori e poco più. E’ possibile ipotizzare che il portale aiuti i gas a coordinare il maniera più efficiente trasporti e consegne? Dall’altro lato i gas saranno loro a indicare quali persone del loro gruppo si incaricano di adempiere alla consegna nei luoghi stabiliti, garantendo così un controllo sociale. Bisognerebbe dunque pensare un modo epr definire la lista dei “trasportatori” tempi e modi e co-ordianre il tutto, le prime volte si potrenno generare situazioni un po’ confuse ma tendenzialmente si tratta di un sistema che apprende e si .
      Detto questo (che vi libererebbe da un bel costo9, rimane il punto di avere una ampia base di aderenti e possibilmente di gestirli per area geografica. Sarebbe impensabile che qualcuno per consegnare 5 mozzarelle attraversasse Roma!
      Se funzionasse avremmo anche inventato una attività riproducibile localmente e che dimostra che le persone, come gli elementi naturali, riescono anche ad auto organizzarsi. Mi rendo conto che cedere il controllo ad una struttura flessibile e di fatto volontaria sia una scelta piuttosto originale….ma fino ad ora non mi è venuto in mente altro e vi lascio dunque questa base di riflessione.
      Simone
      ps come avrete capito riesco a dedicare del tempo ad attività extra lavorative solo nel fine settimana

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Sono d’accordo col giudizio espresso da Simone, dove rimarca principalmente le criticità:

      - Sostenibilità economica dubbia (ma questo avviene in tutti i progetti e si può sempre migliorare!).
      - Debole (percezione) del valore aggiunto offerto dal GAS2.0 e contendibilità dello stesso (consegna a domicilio, ottimizzazione on line degli ordini).

      Debolezza dello strumento forum (a prescindere).
      Queste criticità sono importanti ma non insormontabili, la seconda soprattutto rappresenta il modus operandi del GAS2.0, è davvero 2.0? un forum, nell’utilizzo che se ne fa dai tempi delle BBS è uno strumento di bacheca online, molto utile per scambiarsi opinioni, pareri, ma poco pratico per innescare processi e relazioni organizzativi, ancora meno per realizzare ordini.
      Personalmente non l’ho trovato immediato e intuitivo fare un’ordine con il vostro forum, troppi rimandi, ritorni all’indice, passaggi macchinosi che sebbene possano essere realizzati da una community di “afficianados” risultano in ogni caso macchinosi agli occhi esterni (avete testato con amici, parenti, la procedura di ordinazione? pareri e indicazioni? provate a richiedere un test agli utenti di Kublai (mediamente molto social e avvezzi alle ordinazioni online).

      Processo win-win:
      In questo senso, io personalmente cercherei come suggerisce già Simone di individuare e ampliare il processo win-win che voi in parte cercate di realizzare nell’ecosistema dei GAS, (produttori, utenti, gas, distributori), progettando un’architettura (anche semplice inizialmente), che a livello locale (Roma/Lazio) possa davvero dare per prima cosa una semplicità di ordinazione agli utenti (esempio sito joomla + modulo gratuito di ordinazione su foto) che permette di aggiornare ordinazioni online in maniera semplice e intuitiva.
      Coinvolgere meglio i produttori nel segnalare particolari offerte (di stagione), offrire davvero un valore aggiunto ai GAS che possano accedere sia a maggiori offerte di produttori (della filiera corta, raggio 30-40 km max) sia di utenti nel raggio di 5 km max dalla consegna.

      Levare i paletti:

      Spesso un limite dei progetti è quello di avere uno o più paletti, per cui tali vincoli, ostacolano la libera progettazione e la indirizzano verso percorsi obbligati che spesso non sono i più sostenibili.
      Personalmente credo che il vostro paletto sia di occuparvi della distribuzione dei prodotti tramite mezzo vostro o di terze parti ,che se da una parte offre la possibilità di una consegna a domicilio (territorialmente limitata) di contro limita le potenzialità di sviluppo del GAS2.0 su scala regionale, o anche nazionale, lavorando davvero con più GAS come suggerisce Simone e organizzando non il singolo trasporto, ma l’esigenza del trasporto a domicilio che il target a cui vi rivolgete può richiedere al GAS.
      Un altro paletto è aver individuato come piattaforma di collegamento il FORUM, che è di per se uno strumento non appropriato per gestire un processo del genere.

      In breve se avete voglia, magari con Simone, e alcuni coach di Kublai, potremmo fare un brief a mente aperta, focalizzandoci sia sul back end (processo di ordinazione/relazione utenti-GAS/approvviggionamento dai produttori) sia sul front end del sistema (gestire un forgoncino o gestire il processo di distribuzione a domicilio dei prodotti di vari GAS?).

      Per quanto riguarda Marketing, Comunicazione, Banner/Advertising, le ritengo per ora variabili poco rilevanti nel progetto, le affronterei come priorità secondaria subordinata a perfezionare gli aspetti di cui sopra.

      Suggerimenti al volo (la mia to do list):

      - Test con amici, kublaiani di ordinazione e annotazione feedback (da 0 a 5 come rate di valutazione del servizio)
      - Individuare quanti tra i kublaiani si occupano di ICT, ecosistemi relazionali, o progetti 2.0
      Federico Bo, Cristian Mazzoni (Faenza_Switchon), Antonio Tombolini, Anselmo (Nuovoecosistema) molte affinità e continuità con il vostro progetto, lo staff de (Gli Affidabili), Andrea Costa(OnYourWay), Stefano Arduì e David Osimo per modelli ICT e finanziamenti europei, Giuseppe Granieri, staff di kublai e tanti altri che ora mi sfuggono mentalmente.

    • Autore
      Articolo
    • Carissime Giorgia, Francesca e Claudia, ho letto il vostro ppt, i vostri post ed i preziosissimi commenti di Simone. Per prima cosa, da parte del coaching team di Kublai, vi sollecito a raccontare il vostro progetto con un bel documento scritto: gli Awards sono vicini…!
      Ora, veniamo al progetto. In sostanza la vostra idea mira a far fare ai GAS un salto di scala, giusto? Raccogliere utenti di innata pigrizia (come il sottoscritto..) e forse un tantino asociali, farli convergere sui canali di approvvigionamento consolidati (e un po’ chiusi?) dei GAS, partecipare alla distribuzione porta-a-porta.
      Appoggio in pieno la causa (se ci riuscite, prometto di smetterla con i supermercati..) ma mi permetto di condividere l’ultimo commento di Simone (ripreso anche dall’onnipresente Walter, che vi ha scritto mentre elaboravo questa risposta):

      “Mi pare sempre che da un lato la sostenibilità economica sia dubbia (avete un costo importante, quello dell’auto ed entrate incerte), dall’altro lato la vs attività è piuttosto facilmente contendibile/riproducivbile. E i motivi per i gas di aderirvi non sono così forti.”

      Quanto alla soluzione, Simone (e lo stesso Walter) vi ha pragmaticamente invitato a valorizzare il portale e lasciando perdere la (costosa, complicata, temo esasperante) gestione diretta dei trasporti. Io però sono affascinato dalla logica “olistica&flessibile” che mi sembra di intuire nelle intenzioni del vostro progetto: contribuire a vari pezzi della filiera, con una geometria variabile di intensità e tipo di supporto ai singoli GAS, o di loro “sostituzione”, a seconda dei casi e delle persone. Forse è più difficile a dirsi che a farsi, oppure è effettivamente un gran casino ed è meglio limitare il campo d’azione. Proprio per questo vi ho invitato a scrivere un progetto: non c’è modo migliore per testare la fattibilità, no?

      Premetto che la distribuzione alimentare non è esattamente il mio campo (sono urbanista e burocrate). Proprio per questo vi lancio alcune domande: credo che le risposte servano a me e ad altri non esperti per capire, e a voi per comunicare efficacemente il progetto anticipando obiezioni e perplessità. Vediamo che succede…

      1. L’acquisto solidale è una bella cosa sul piano etico. Ma all’atto pratico (crisi economica compresa), si può quantificare dal punto di vista del consumatore la differenza nei costi rispetto alla distribuzione tradizionale? In sostanza, tramite il GAS spendo di meno, o no? Quanto mi costa la scelta etica, ogni mese e ogni anno? Un benchmark del vantaggio per l’utente mi sembra un punto di partenza indispensabile, anche per farci un’idea di quanti sono gli utenti potenziali…

      2. La consegna a domicilio ha il vantaggio di tagliare passaggi nella filiera distributiva (il che significa anche posti di lavoro che saltano.. quanti?), di risparmiare sulla rendita immobiliare (le superfici commerciali in città pagano locazioni altissime.. quanto?), di diminuire i costi di trasporto per il consumatore (che invece il supermarket esternalizza beatamente.. ma quanto?). Siete tutte economiste, riuscite a mettere in piedi un modellino con questi dati? Probabilmente si può recuperare qualche studio in letteratura. Insieme al punto 1, permetterebbe di valutare vantaggi individuali e sociali: questo vi metterebbe nella duplice posizione di scienziate ed imprenditrici del settore, con un vantaggio in termini di credibilità e reputazione nella ricerca di alleati.

      3. La consegna a domicilio (ma anche il ritiro merci direttamente dal produttore!) sono attività che implicano una logistica complessa, con costi che apparentemente richiedono grandi economie di scala per funzionare davvero. Non a caso avete confessato che magari un Bartolini potrebbe fare al caso vostro… Però ci sono esperienze che già funzionano così, alcune delle quali gestite in modo che potrebbe essere veramente “artigianale”. Ovviamente c’è un bel po’ di differenza tra un Esselunga ( http://www.esselungaacasa.it/ecommerce/reg/loginFrameset.do), un InBottega (http://www.inbottega.it – già citato nel post di Marco), i distributori a domicilio di acqua in cassetta ed piccoli alimentari di paese consegnano a casa latte&pane tutte le mattine… Per capire fino a che punto potete spingervi mi sembra necessario avere un quadro più chiaro dei costi e delle alternative possibili per ottimizzare, anche in senso incrementale e con differenze rilevanti in fase di start-up ed a regime. Quindi, di nuovo, vi invito a fare del benchmarking, sia sul piano dei costi che dell’organizzazione logistica. Magari con l’aiuto Andrea Costa, kublaiano con forti interessi nel campo della mobilità…

      4. L’ultima questione è, credo, la più importante. Quanti produttori bio conoscete dentro e fuori Roma? Quanti GAS (gestori, più importanti per ora degli utenti)? Quanti trasportatori (vale anche uno zio taxista…)? Forse vi conviene partire dal pezzo di filiera che conoscete meglio, non solo sul piano “tecnico-economico” (punti da 1 a 3), ma su quello dei soggetti, delle persone… Anche qui vi propongo di analizzare, in questo caso il panorama umano con il quale volete interagire. E non interessa solo “quanti e dove”… Ad esempio, siete proprio sicure di trovare GAS che vogliano partecipare al vostro 2.0? Alcuni potrebbero anche rivelarsi gelosi dei propri circuiti di rifornimento e distribuzione: magari ci sono già figure “professionali” che ne hanno fatto la fonte del proprio salario; oppure non apprezzano la forma di “industrializzazione” che voi proponete (e stiamo parliamo anche di personaggio che potrebbero essere abbastanza intransigenti…). Insomma, quanti amici avete già e quanti alleati dovete andare a cercare prima di poter partire?

      Queste mie domande, ribadisco, esprimono le mie perplessità, le cose che vorrei conoscere se fossi un ipotetico partner commerciale al quale vi rivolgete… Spero saranno utili per posizionare il vostro core-business (e sono “intellettualmente” curioso di conoscere le risposte!). A presto…

    • Autore
      Articolo
    • Innanzitutto grazie a tutti voi per i consigli che ci state dando.
      Dunque, andiamo per punti:

      Trasporto a domicilio
      Ci rendiamo conto anche noi che è un bel costo…ripartiamo dall’inizio: avevamo pensato al trasporto a domicilio perché molti GAS non prevedono un’organizzazione del genere. Il limite di un gas tradizionale infatti è proprio quello di richiedere la presenza fisica degli associati. Molti si organizzano infatti con riunioni settimanali in cui si sta insieme e si distribuiscono le “sportine”, altri prevedono che l’utente vada a ritirare la spesa in giorni e orari prestabiliti…insomma, organizzare un servizio di trasporto a domicilio, almeno per i gas che non lo prevedono, permetterebbe di superare questo limite.
      Avevamo poi ipotizzato che tali riunioni o comunque il giorno in cui si fa l’ordine al gas, non necessariamente coincideranno (alcuni gas si riuniscono nel fine settimana, altri preferiscono una sera di un giorno feriale…) dunque il furgoncino con il nostro autista servirebbe solo un quartiere, un paio al massimo, al giorno…
      Proviamo a far saltare il paletto: il target a cui ci rivolgiamo potrebbe richiedere questo servizio direttamente al gas tradizionale? dovremmo riuscire a raccogliere molto utenti in breve tempo, in modo tale che per il gas tradizionale risulti subito chiaro che sarà possibile ottenere economia di scala e saranno conseguentemente disposti a organizzare tale servizio per gli utenti…il gas 2.0 potrebbe dare un servizio per ottimizzare i tempi e l’organizzazione. Insomma è un’ipotesi su cui possiamo riflettere…

      Il forum
      Sarebbe molto interessante vedere di snellire il processo con cui si fanno ordini on line…e semmai esplorare nuovi strumenti…tipo Joomla…certo noi siamo “affezionate” ormai al nostro forum…ma se possiamo essere piu efficienti e se gli utenti possono capire intuitivamente lo strumento e quindi usarlo tranquillamente, saremo contente di far saltare questo paletto!

      Per Antonio, il documento per gli Awards è in “work in progress”…! Cercheremo di presentarvelo il prima possibile!

      Con l’occasione vi auguro buone feste!

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