Viviamo in città progettate per gli automezzi, siamo ridotti a scomodi intrusi dei luoghi che abitiamo.
Urge un nuovo modello di fruizione della città che incentivi la mobilità alternativa a scapito del flusso veicolare.
Ulteriori Informazioni
MIcropolis è un progetto per la radicale trasformazione delle aree urbane in favore dei cittadini e non dei loro veicoli. L'obiettivo è di creare i presupposti per una nuova fruizione degli spazi pubblici - strade, marciapiedi, le poche zone pedonali- puntando sulla disincentivazione degli spostamenti automobilistici in favore della mobilità alternativa.
L'idea alla base del progetto è la conversione delle zone residenziali di Milano in aree urbane - Polis- a traffico limitato in cui gli spostamenti al loro interno avvengono prevalentemente con modalità alternative all'automobile, reindirizzando il flusso veicolare alle arterie di scorrimento principali.
Per far questo si vuole compiere un drastico riassetto delle modalità di accesso al suolo pubblico destinato alla sosta dei veicoli incominciando da questa constatazione:
Secondo i dati rilasciati dall'Agenzia Mobilità e Ambiente e riferiti al 2001, ogni giorno all'interno delle nove zone amministrative che compongono Milano uno spostamento su quattro nella fascia oraria 7:30-8:30 ha come destinazione la zona di origine. Una percentuale sproporzionatamente alta e fortemente connotativa dei modi e delle preferenze dei milanesi in fatto di mobilità….
Per invertire questa tendenza bisogna adottare nuove politiche di gestione del suolo pubblico: maggiorare il prezzo della sosta per chi compie in auto brevi spostamenti e costituire degli abbonamenti di quartiere per i residenti che lasciano l'auto parcheggiata in strada durante la notte.
I proventi di queste tassazioni confluirebbero in un fondo di quartiere pubblicamente gestito e facilmente accessibile ai cittadini che servirà a finanziare le seguenti attività:
-Agevolazioni economiche per la sottoscrizione di abbonamenti ai mezzi pubblici per i residenti delle aree interessate dal progetto che cambieranno abitudini certificano di non utilizzare la propria automobile per gli spostamenti casa-lavoro. -Espansione del servizio di Bike sharing Bike Mi all'interno delle nuove polis messo gratuitamente a disposizione dei residenti che faranno il più possibile a meno dell'auto. -Creazione di infrastrutture pedonali, barriere anti traffico, piste ciclabili e progetti d'arredo urbano per migliorare la vivibilità del quartiere e di conseguenza il valore commerciale degli immobili. -Condivisione delle automobili fra i residenti con il beneficio di ricevere gratuitamente l'abbonamento ai mezzi pubblici
MIcropolis vuole rappresentare un punto di partenza per una nuova riflessione sulle città ed il loro sviluppo futuro incominciando dall'annoso problema della mobilità cittadina, causa di molti troppi mali, ma che possiede in se anche il seme della soluzione.
Proviamo ad immaginare che nel luogo in cui viviamo per mobilità alternativa si intenda l'auto anziché la bici, forse ad incominciare da qui molto o tutto potrebbe cambiare.
Ciao Alessandro,
ho letto la tua descrizione progettuale. Ritengo che ci sia un grande valore civico (quindi merita grande rispetto) il voler rendere la propria città un luogo più vivibile e fruibile da parte di tutti. È evidente che l’introduzione di determinati servizi si fonda sulle modifiche dei comportamenti di buona parte della cittadinanza. Pertanto i tempi di attuazione delle politiche per il traffico risentono, inevitabilmente, di un lungo periodo di consolidamento. Voglio puntare l’attenzione oltre che ad una analisi progettuale, come da te richiesto, anche, su alcune piccole considerazioni che nascono spontanee dalla descrizione riportata in alto.
Fare riferimento a dati statistici, alle fonti e agli studi di settore, ci permette di capire meglio il contesto in cui stiamo lavorando, come nel tuo caso specifico i flussi automobilistici di traffico urbano. Ad ogni modo, quando questi dati risultano datati e riferibili ad un contesto storico totalmente differente (in termini di mobilità urbana – 2001 siamo al 2010 -) da quello attuale, il rischio è che siano poco attendibili e quindi risultano poco significativi. Ti invito pertanto a fare un’analisi più aggiornata. Ti suggerisco di fare riferimento ai dati ISTAT che ogni anno pubblica aggiornamenti sul traffico sulla mobilità e viabilità urbana. L’ISTAT ha realizzato, inoltre, un documento sul trasporto urbano che può risultarti utile, guarda:“Indicatori ambientali urbani” dell’11 agosto 2009, disponibile sul sito dell’Istat nella sezione dedicata all’Ambiente e territorio. Questo naturalmente rappresenta uno dei primi passi da affrontare per realizzare un documento progettuale. Non ci sono strategie ed obiettivi che possono essere perseguibili se non si conosce con esattezza il contesto di riferimento. Oltretutto, nei documenti non è sufficiente la conoscenza diretta, potrebbe risultare poco attendibile. Di fatto, le trasformazioni che hanno investito la forma urbana negli ultimi anni hanno reso necessario, in tutti in contesti urbani, riconsiderare le dinamiche territoriali. Il tuo obiettivo strategico, deve essere dunque quello di interpretare questo cambiamento ed operare attraverso un ammodernamento dei servizi di trasporto pubblico tradizionali, ed in alcuni casi di un vero e proprio stravolgimento, al fine di rendere attraente e competitivo il trasporto pubblico affinché la mobilità dei privati si trasferisca su forme di mobilità pubblica o comunque collettive. Da quanto scrivi mi pare di aver compreso che la mobilità alternativa da te descritta si concentra su due “nuove” politiche: una disincentivante all’utilizzo dell’auto ed un’altra incentivante all’utilizzo dei mezzi pubblici. Cercherei di evidenziare meglio questi due ambiti nel progetto, mettendo in discussione tutti gli aspetti legati ai vantaggi in termini di opportunità ma anche gli aspetti che possono costituire elementi di debolezza. In conclusione gli obiettivi devono essere stimolanti ed invitanti innanzitutto per te, ma anche rispondere alle esigenze ed ai bisogni dell’utente. Ad esempio ci può essere chi pur pagando meno un abbonamento preferisce prendere la macchina; ci può inoltre essere chi ha realmente bisogno di prendere la macchina e si troverebbe a dover pagare cifre alte per il parcheggio (non credo sarebbe molto contento delle tue politiche alternative di mobilità urbana).
L’idea di costituire con gli introiti del servizio, un fondo di quartiere è interessante e meritevole; ma, conosci gli aspetti giuridici e fiscali legati alla costituzione e gestione di fondi privati e degli accantonamenti per la realizzazione di opere pubbliche? Non è del tutto semplice. Qual è la forma giuridica che vuoi dare alla tua iniziativa? Sarà un’associazione o una società? In un caso o nell’altro di che tipo?
Prima di andare avanti su altre riflessioni, avrei bisogno di capire, chi è l’interlocutore del tuo progetto. A chi devi fare riferimento? Mi pare di comprendere che ci debba essere, necessariamente, un coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei vari servizi che si occupano di viabilità e mobilità. Non mi dilungo più e, se sei d’accordo, direi di procedere con ordine. Iniziamo a mettere su carta un indice con gli aspetti principali legati al progetto ed alle finalità da realizzare (alcuni di questi già definiti nella tua analisi di presentazione progettuale), ed una sintesi di altri studi e ricerche di settore realizzati in altri contesti.
Non mi dilungo più attendo un tuo nuovo cenno (sempre che non ti sei stancato di leggere tutto sino in fondo)
A presto saluti cari
Angelita
Grazie delle osservazioni, forse non sono stato in grado di comunicare il progetto nella giusta maniera.
Le politiche pubbliche sono chiaramente un parte importante del progetto ma non il punto.
Servono per la creazione di un fondo da investire nelle attività che ho elencato prima.
Il cuore sta nell’erogazione di servizi di mobilità alternativa ai cittadini residenti dell’area che diverrebbe a traffico limitato.
Traffico limitato vuol dire velocità di attraversamento ridotta, costi elevati per il parcheggio sia per chi arriva dall’esterno, sia per i residenti.
I benefici per i residenti sono principalmente due: aumento generale della vivibilità dei luoghi e conseguente aumento del valore degli immobili.
Per il comune si tratterebbe di maggiori introiti dovuti alla maggiorazioni dei costi per il parcheggio.
Per ATM si tratterebbe di accedere ad un utenza che prima non poteva raggiungere ed un progressivo investimento dei ricavati del fondo nell’ampliamento dei servizi di mobilità alternativa così da raggiungere anche le aree più distanti dal centro.
Per poter usufruire di queste agevolazioni -quali bike sharing gratuito ed abbonamenti ai mezzi pubblici agevolati- gli utenti che partecipano al servizio devono certificare di non utilizzare l’auto per gli spostamenti casa-lavoro sottoscrivendo un abbonamento residenziale per l’occupazione del suolo pubblico.
In sostanza si vuole agire nei confronti di quei cittadini che effettuano spostamenti in auto per brevi tratti scoraggiandoli in questo senso con politiche mirate, ma offrendo anche un’alernativa della quale non sarebbero i soli a beneficiare.
..il vostro contributo è molto prezioso in questa fase…
D’accordo con Nicola. Tu sei un designer di servizi: qui il servizio qual’è? Chi lo eroga? Chi ne fruisce? Le attività che descrivi sono più o meno tutte cose che il Comune avrebbe facoltà di fare (ma chiaramente non ne ha voglia).
Ciao Alessandro, la tua visione sulla mobilità da rendere integrata e sostenibile è ovviamente più che condivisibile, io sto cercando da anni di farmi ascoltare da progettisti di servizi di mobilità e da mobility manager che progettano servizi …ci provo con un progetto che si chiama FooTour.
Ciao Alessandro, lo scopo del tuo progetto è pienamente condivisibile.
tuttavia non riesco a cogliere il senso del progetto inteso come attività dato che dalla descrizione mi sembra più una proposta di politica pubblica.
Ringrazio anticipatamente chiunque parteciperà/mi aiuterà a mettere a punto questo..grande…utopico…progetto..visione di una Milano prossima e necessaria.
Premetto che anche questo progetto fa parte del gruppo che ieri ha partecipato alla Kublai Jam ma che a causa di difficoltà tecniche dovute in parte alle politiche di accesso alle reti pubbliche (anche in università) non mi è stato possibile partecipare in tempo…