Progetto pilota in Val susa

Rete del SOLIDO… federazione monetaria solidale

ipotesi di avvio di un progetto “pilota“ valsusino, estendibile e replicabile.

Lo scopo del presente documento è di prendere in esame l’ipotesi realistica di attivare un modello di rete monetaria alternativa in un area territoriale relativamente contenuta come quella della Val Susa-Val Sangone e territori confinanti, includendo anche l’area periferica e metropolitana torinese.

Obiettivi primari:

  1. Sperimentare una rete monetaria complementare pubblica-privata per:

    - consentire agli enti locali di alleggerire il loro debito, la mancanza di liquidità o l’impossibilità di spesa (anche in presenza di dotazione finanziaria) dettata dal Patto di Stabilità.

    - favorire la ripresa del lavoro delle aziende creditrici sofferenti

  2. Rendere “compatibili” sistemi di “moneta scritturale” diversi (come tipologia e scopo) consentendone l’implementazione in un unico sistema monetario elettronico che possa quindi gestire:

    - camera di compensazione

    - buoni acquisto (sociali e solidali)

    - titoli di credito (obbligazioni, cambiali, altri)

  3. Federare”, ove possibile, i circuiti di moneta complementare ovvero:

    - rendere interscambiabili i Buoni Sconto esistenti (ad es. trasformandoli in BS elettronici)

  4. Incentivare l’utilizzo di moneta complementare e buoni sconto “solidali” creando meccanismi di “fidelizzazione etica”:

    - applicare i vantaggi e gli sconti su acquisti coerenti con i principi della rete (quindi in modo selettivo)

    - dare valore etico ai BS collegandoli ad attività sociali, banche del tempo per poi renderli eventualmente convertibili in valore d’acquisto (da verificare come e a quali condizioni), che significa semplicemente superare il valore percentuale di sconto (30%) per arrivare a coprire fino all’intero importo (100%).

Come procedere:

La prima necessità per creare una rete monetaria alternativa è individuare un ambito territoriale e un contesto socio-economico, sufficientemente ampi ed eterogenei, in cui applicare il modello attraverso l’avviamento di un progetto pilota. L’ambito territoriale deve soddisfare le seguenti condizioni di partenza:

  1. Condizioni di partenza

    - adesione di un numero minimo di: attività commerciali, negozi al dettaglio, ristoratori, albergatori, fornitori di servizi alla persona

    - adesione di uno o più circuiti di Acquisto Solidale (GAS, DES, RES) già presenti e/o attivi nell’area di sperimentazione.

    - adesione di 2-3 amministrazioni comunali dell’area di sperimentazione da coinvolgere inizialmente per ridurre il fabbisogno di denaro nei flussi di compravendita “interni” all’area, cominciando da quelli non troppo impattanti sui bilanci economici complessivi dei Comuni, come possono essere i costi correlati ad alcuni servizi al cittadino (es connettività wi-fi, bike sharing), istruzione (es mense scolastiche), offerta turistica, educazione ambientale, ecc…

    - coinvolgimento di uno o più circuiti di moneta complementare/buono sconto (es SCEC, SUSINO, ecc…)

    - partecipazione di un istituto di credito sensibile alle tematiche sociali e disponibile ad offrire condizioni agevolate (ad es. Banca Popolare Etica)

Una volta individuato il territorio rispondente alle caratteristiche richieste si può procedere seguendo nell’ordine alcune “fasi operative” che individuiamo di seguito:

  1. Fasi Operative

    - Individuazione dei Comuni partecipanti e dei sostenitori economici per la fase di avvio (il sistema è studiato per essere economicamente autonomo una volta avviato). Si potrebbe attivare una raccolta fondi per il finanziamento del progetto, ad esempio si potrebbe lanciare una campagna per togliere una somma di denaro dalle banche convenzionali e versarli in un fondo apposito (sul modello dell’iniziativa “sbankiamoli” ). Una delle modalità di restituzione del credito potrebbe essere attraverso l’assegnazione ad ogni “sostenitore” privato di un controvalore in moneta complementare, spendibile all’interno del circuito (GAS ed esercizi commerciali locali) come Buono Aquisto o Sconto in funzione della percentuale di copertura dell’importo di spesa che si stabilisce (fino al 30% come buono sconto, oltre come buono acquisto).

    - Valutazione preliminare dei flussi economici di spesa e scambio commerciale dell’area di sperimentazione (sia interni sia da/verso l’esterno), ad esempio attraverso la metodologia di studio dell’approccio sistemico, necessaria alla verifica di fattibilità del circuito monetario e al suo corretto dimensionamento quantitativo e qualitativo.

    - Scelta delle modalità di pagamento più adatte all’area (buoni, card, smartphone, tablet o altro), attivazione e configurazione della piattaforma informatica.

    - Campagna di sensibilizzazione e presentazione del progetto monetario alla popolazione e lancio della raccolta fondi

Valutazioni economiche generali

Pur demandando all’elaborazione di un piano economico più approfondito il compito di valutare la sostenibilità economica del progetto, possiamo comunque ragionare su considerazioni oggettive:

E’ plausibile sostenere che un progetto come questo creerebbe, in tempi relativamente brevi, un cambiamento delle abitudini e dei comportamenti di spesa all’interno dell’area interessata, determinando variazioni importanti dei flussi monetari “interni” e soprattutto dando la possibilità di disporre di un serbatoio di liquidità (uno o più fondi) anche di dimensioni importanti. I fondi che andrebbero a costituirsi potrebbero poi essere utilizzati in modo flessibile e in base a meccanismi di scelta partecipata e democratica.

Le risorse finanziarie

La fase di avviamento potrebbe essere “autofinanziata” e in questo senso vi sono svariate modalità.

Si potrebbe ad esempio proporre l’acquisto di quote di “anticipo spesa” (variabili tra 100 e 1000 € o più). Se ipotizzassimo una media di 250 € a sostenitore con i primi 100 sostenitori avremmo già disponibile un fondo di 25.000 €. Le amministrazioni comunali potrebbero versare quote significative a seconda del tipo di prodotto/servizio, soprattutto nel caso si trattasse di spese correnti già previste a bilancio. Una minima parte di questo capitale servirebbe per coprire i costi di avvio che potrebbero essere anch’essi ridotti al minimo chiedendo a chi mette a disposizione la propria professionalità (es. per la parte di studio ed avvio) di accettare il pagamento in moneta complementare. Questa modalità di pagamento dovrebbe diventare un prassi generale in quanto serve per coinvolgere concretamente ogni “attore” del progetto nella filosofia etica su cui si basa.

Agli esercenti e ai produttori dei GAS si chiederà di rinunciare ad una parte di “liquidità” (intesa come convertibilità diretta in euro) in cambio di un valore spendibile solo all’interno del circuito del SOLIDO. Il rapporto percentuale tra valore convertibile in euro e valore vincolato al circuito è da stabilire in base ad una serie di fattori di valutazione che possono anche cambiare da un soggetto all’altro (o da un tipo di transazione all’altro), questo perché un produttore “locale” ha sicuramente più facilità, almeno inizialmente, a spendere all’interno del circuito territoriale in cui risiede rispetto ad un altro con sede lontana (come può essere un produttore di agrumi del sud Italia che fornisce un GAS della Val Susa).

Il principio è che una parte del valore monetario sia spendibile esclusivamente all’interno del circuito, in questo modo si innesca un meccanismo virtuoso di scambi commerciali anche tra aree territoriali lontane, tra aziende che condividono gli stessi principi ed operano con le medesime modalità etiche. Ogni produttore locale diventerebbe anche un “distributore di zona” dei prodotti di altri produttori facenti parte della rete del SOLIDO ma insediati in aree lontane.

Questo consentirebbe di avviare altre pratiche “virtuose”, come ad esempio attivare un sistema informatizzato per la gestione logistica dei trasporti che consenta di ottimizzare i percorsi e l’uso dei mezzi di trasporto (che potrebbero caricare merce sia all’andata che al ritorno), dando così lavoro ai piccoli trasportatori autonomi (padroncini) che volessero entrare anch’essi nella rete, accettando il pagamento in moneta complementare.

Non è da escludere la possibilità di costituire una cooperativa tra tutti i soggetti produttori e consumatori che aderiscono al circuito monetario locale in modo da applicare meccanismi decisionali a partecipazione democratica (una testa un voto), ad esempio per quanto riguarda la gestione degli utili che il sistema può generare e che potrebbero essere destinati al microcredito o a forme di reddito di cittadinanza e di sostegno sociale, a differenza di come operano le società di profitto che gestiscono alcuni circuiti monetari complementari nati negli ultimi anni (Vision Trade, Sardex, Piemex, ecc…).

Plusvalore Sociale

Molti sono i “valori aggiunti” della rete del SOLIDO, primi tra tutti i principi di “solidarietà” e di “mutualità” su cui si fonda, che superano il livello puramente ideologico attraverso risposte “fattive” come ad esempio la possibilità di utilizzare una parte di utile di gestione per alimentare “fondi di scopo” necessari per affrontare le emergenze sociali o per sostenere progetti di imprenditoria locale, quell’utile che, in percentuali molto maggiori, normalmente costituisce mero profitto privato se non vera e propria speculazione finanziaria dei circuiti creati a scopo “commerciale”.

La trasparenza e democraticità dei meccanismi decisionali che riguardano la raccolta dei fondi e il loro utilizzo sono un altro valore intrinseco nel sistema SOLIDO che nasce come “strumento monetario sociale”, per supplire all’inadeguatezza di un sistema bancario che mira unicamente al profitto, anche a costo di calpestare i diritti e le reali necessità dei singoli.

Il progetto del Solido non ha la pretesa di risolvere la grave crisi economica del momento, può però aprire la strada ad un modello di comunità più consapevole del reale valore del denaro, una comunità capace di ritrovarsi unita intorno ad obiettivi comuni, meno dipendente dai meccanismi di condizionamento operato dai grandi poteri economici e soprattutto più incline alla collaborazione ed alla reciprocità piuttosto che al modello competitivo del “libero mercato”.

Conclusioni

Questo documento vuole essere poco più di una traccia, ancora da sviluppare e perfezionare, di un progetto da far evolvere con il contributo di tutti coloro che ne condividono le finalità e che vogliono partecipare o contribuire in qualche modo alla sua realizzazione.

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