Il mio Camp – Il pomeriggio
Pubblicato da Federico V.
30
09
2011
Ve lo devo proprio dire? Buono, il buffet era veramente buono e chi non c’era s’è perso qualcosa. Poi la promiscuità mi ha permesso di ascoltare in giro le opinioni sulla prima parte della giornata, discutere dei progetti finalisti senza il peso di dover scegliere il predestinato, e chiacchierare con i finalisti agitati per l’avvicinarsi dell’ora cruciale. Smaltiti rapidamente gli effetti del rinfresco, la community si è divisa in due, e mentre una minoranza si sistemava al Maxxi Base con l’intenzione di seguire il Pitch club, l’auditorium si è nuovamente riempito per assistere alla tavola rotonda sul tema del finanziamento alle startup. Il Pitch Club ha avuto una partecipazione limitata, ma intensa e combattuta. Il contest è durato troppo poco, ma essendo una gara a partecipazione libera, evidentemente la maggioranza è rimasta attratta dalla tavola rotonda che si stava tenendo contemporaneamente in Auditorium. Lì infatti, va detto, un folto pubblico ha partecipato alla tavola rotonda gestita da Lina D’Amato di Invitalia. È stata interessantissima, e sono state sinteticamente illustrate le opportunità di finanziamento possibili, private ma soprattutto pubbliche. Stimolante, in questo il racconto dell’esperienza di Riccardo Rosapepe, che ha ripercorso il cammino che lo ha portato alla costituzione della sua azienda Interessante anche l’intervento del Venture Capitalist Paolo Cellini, Partner di Innogest, maggiore fondo italiano di seed & early stag, il cui l'obiettivo è quello di fornire capitali esclusivamente ad aziende italiane, giovani e ad alto potenziale di crescita, appartenenti principalmente ai settori Media e TLC, ICT, Energie Rinnovabili, Biomedicale e Meccanica Avanzata. Paolo Cellini ha segnalato che il sistema italiano è ancora debole, e che pur avendo molti soldi da investire in imprese, poche sono quelle imprese finanziate dai Venture Capitalist. Insomma, non si riesce a “spendere” quanto si potrebbe. Di là, intanto, ripartiva la seconda delle lezioni tenute da Daniela Patuzzi, questa più improntata a chiarire gli aspetti relativi alla sostenibilità economica di un idea progettuale. Nel corso del tempo, infatti, abbiamo spesso riscontrato come questo possa costituire, per chi non è avvezzo a maneggiare numeri, uno scoglio difficilmente eludibile e una debolezza di non poco conto della costruzione del business plan. Dopo una breve pausa, nell’Auditorium iniziava una sessione molto interessante, moderata da Tito Bianchi del DPS, sui possibili scenari futuri per il progetto Kublai. Opinioni ed idee contrastanti, ma comunque costruttive ed tutte orientate al mantenimento del progetto hanno animato il dibattito e apportato dei contributi concreti alla costruzione del futuro di Kublai. Al Maxxi base, il Professor Costabile della Luiss ha, invece, esposto quali capacità manageriali deve avere chiunque intenda fondare una propria impresa o realizzare un’iniziativa in proprio. La lezione è stata davvero interessante e, seppur nel breve tempo a disposizione, ha sicuramente aiutato chi vuole intraprendere una propria attività a capire di quali competenze deve dotarsi. Ma ecco che arriva, finalmente, il momento del Kublai Award. Sono le cinque e siamo tutti eccitati all’idea di sapere, di li a poco, chi vincerà l’award. Ecco, è il momento: ma questo ve lo raccontiamo la prossima volta…

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