‘Art Zone:benchmarking, accesibilità, massa critica creativa e rischi di speculazione

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  • Iniziato da Massimiliano Selvaggi Avatar di Massimiliano

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    • Salve, su sollecitazione di Alberto, cercherò di razionalizzare la discussione sul nostro progetto aprendo una serie di discussioni a seconda degli argomenti trattati. Lo faccio recueprando quanto finora scritto sulla discussione principale, iniziando dal benchmarking.

      In questo intervento vorrei segnalare la nostra attività di benchmarking per scovare progetti simili all’Art Zone realizzati in Italia e all’estero. Ci ricordavamo dell’esperienza di un paesino molisano che aveva pensato di rivitalizzare il paese, oramai quasi in abbandono, con la musica. Ecco, quel paese si chiama Provvidenti e nel frattempo è diventanto ” Il Borgo della Musica”. Ci sono punti in comune con l’Art Zone, anche se, mi sembra, sul piano dell’ospitalità, si ricorre all’affitto a alla locazione e non alla donazione delle casette.
      Su questo aspetto vorrei indagare: la formula adottata lega gli artisti al paese nella estemporaneità o in modo duraturo? Un indizio in questo senso è l’assegnazione da parte del Comune di Provvidenti della cittadinanza onoraria agli artisti che passano di lì.

      Dietro, mi sembra di capire, ci sono un agenzia musicale di Campobasso e una Cooperativa che si occupa di management.
      Nel Borgo della Musica, realizzano eventi live, ma anche e soprattutto produzioni musicali (in un fienile recuperato e destinato a sala di incisione/stage live) e, infine, attività di formazione.
      Ecco un paio di link che sintetizzano un pò il progetto, davvero molto bello e, dal nostro punto di vista,incoraggiante:
      Sembra che ci siano anche dei rapporti con gli amici di Molise Cinema (artisti che sono passati di lì), visto che il paese è a due passi da Casacalenda, sede del Festival. Magari un contributo di Federico Pommier sarebbe molto utile per capire in modo un pò più approfondito la realtà di Provvidenti.
      Altre esperienze in tal senso sono pochissime: ho scovato un’esperienza in Sicilia, ma non del livello molisano:
      Quest’articolo de “Il Mondo” è illuminante: vengono affrontate questioni, e posti interrogativi rispondenti alle esigenze dell’ART ZONE. Rischi di speculazione, di aumento del prezzo delle case (ho scoperto che alcuni artsiti che sono stati a Provvidenti comprano casa), di spersonalizzazione della comunità nell’impatto con gli artisiti, ecc. Davvero molto materiale.
      Sarebbe interessante ottenere informazioni sull’impatto economico di un progetto che ha tutti i crismi di un intervento orientato allo sviluppo locale.
      Ci fate sapere cosa ne pensate?

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    • Avatar di Alberto
      Alberto
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      Per ora penso che non hai messo i links :)

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    • Si scusa, non so perchè me li sono persi per strada.
      Li metto subito. ;)

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
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      Forse ho avuto un deja vu ma quell’articolo me l’avevi già indicato, o forse mi devo solo fare un altro caffè, che ancora non sono lucido!

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    • Certo Walter, l’ho premesso nell’intro della nuova discussione. Ho fatto “mio” il suggerimento di Alberto di aprire nuove discussioni per nuovi argomenti. Visto che l’attività di benchmarking fu la “prima variazione sul tema” rispetto all’AZ, ho pensato di fare cosa buona e giusta recuperare gli argomenti e suddividerli.
      Adesso vi chiedo: questa “rateizzazione” della discussione” posso farla, fin da subito, anche con l’altro argomento trattato, ovvero l’accessibilità dell’AZ corredata dal documento di Rocco? ;)

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Ti riferisci a un documento di Rocco, che tratta delle opportunità/rischi riguardo all’accessibilità dell’AZ?
      Secondo me si, perchè è un argomento davvero importante, in cui architetti, urbanisti, economisti, creativi, artisti, possono trattare l’argomento da diverse sfaccettature, l’iniziativa è stupenda ed è altrettanto bella la sensibilità di preoccuparsi di possibili speculazioni e individuare soluzioni in anticipo per evitarle o calmierarle.

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    • Eilà Walter…ciao caro..
      Mi riferisco al doc. word realizzato da Rocco ma postato da me alla pagia 3 della discussione “Inziamo…”
      Quanto al tema a cui fai riferimento, rischi e opportunità è forse uno dei punti cruciali della discussione.
      Sopratutto la parte relativa alla possibile speculazione “immobiliare”. Proprio in questa direzione va il doc. di Rocco: come suggeriva il buon Tito, sarebbe intelligente assicurare un patrimonio immobiliare iniziale al progoetto AZ (nel doc. parliamo di 25 lammie) per poter realizzare quantomeno un “pilota” anche se in prospettiva pluriennale.
      Aspettiamo altre sollecitazioni…

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      Alberto
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      Questo di AZ è davvero un progetto audace e interessantissimo. Scusa se ho insistito sull’ordine, ma è abbastanza fondamentale per capirsi. Sì, io metterei tutto accessibile facilmente da questa discussione.

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    • Grazie Alberto. Procedo in questo modo allora… ;)

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    • Salve a tutti.
      In questo documento cercherò di dare risposta ad alcune delle considerazioni fatte da Antonio Andreoli, il quale ci ha regalato un intervento davvero stimolante che ci sta impegnando in una serie di studi, ricerche e discussioni avvincenti.
      In particolare, vorrei affrontare brevemente il discorso dell’impatto in termini di sviluppo dell’AZ di Pisticci, come diceva Antonio, appunto, interessa, se vogliamo adottare uno schema che semplifichi il nostro discorso, due settori: il turismo, nell’accezione più ampia, e quello della creatività. Crediamo che, più in generale, il discorso possa innescare un processo complessivo di sviluppo locale.

      Anotonio scrive…:” Turismo, nella sua accezione culturale e in una logica di de-stagionalizzazione dei flussi di visitatori: l’art-zone diventa una meta per “gite fuori porta” per chi frequenta la costa jonica durante tutta l’estate, o per chi vive nelle città vicine (in un raggio di 100/200 km?).

      Contiuna Antonio….:”Per cominciare, è necessaria una piccola analisi geografica. L’accessibilità si può intendere a varie scale, che corrispondono a diverse domande: quanto tempo impiego a raggiungere Pisticci dalle città vicine (Matera, Potenza, Taranto… Bari, Napoli)? Quanto (e con quali mezzi) dalle stazioni ferroviarie principali (Matera, Taranto)? Quanto dagli aeroporti (Brindisi, Grottaglie)? Dalle principali località marittime…(Salento)?
      Pisticci, e quindi la sua AZ, da una analisi fatta suo tempo per il progetto Visioni Urbane, risulterebbe baricentrica rispetto a tutto il metapontino, (luogo di villeggiatura per decine di migliaia di persone che durante il periodo estivo alloggiano nelle strutture turistiche della costa:Metaponto 25 minuti, Scanzano Jonico meno di 20 minuti, Policoro meno di 25 minuti, Nova Siri 30 minuti, Ginosa 30 minuti, Castellaneta 35 minuti e così via) ma, più in generale, per l’arco jonico, la Basilicata tutta, la Puglia (province di Bari, Taranto, un po’ più lontane Brindisi -1 ora circa – e Lecce – 1 ora e 30 -) e Calabria (Cosenza).
      Inoltre Pisticci è facilmente raggiungibile per molte località della collina materana (mezz’ora circa). Quindi il bacino di utenza potenziale si aggira sulle 100.000 unità lucane e altrettante, se non di più, pugliesi (Taranto è a 45 minuti circa di macchina e 1 ora col treno) e calabresi (la provincia di Cosenza è a 40 minuti circa di macchina e altrettanti di treno).

      Pisticci Centro entro 40 minuti di percorrenza è raggiungibile anche da Matera città, dai paesi della Val D’agri e della Sinnica, e, come dicevamo poc’anzi da Potenza (1 ora scarsa), da quasi tutta la provincia di Cosenza (la parte jonica) e da tutta la provincia di Taranto. Quindi il bacino di utenza potenziale (se si considera Taranto città) si aggira sulle 500.000 unità (va considerato a parte il bacino turistico).

      Il sistema stradale è ben messo: la statale 106 Jonica è oramai tutta a 4 corsie con guard-rail centrale da Policoro fino a Taranto, la SS 407 Basentana è a 4 corsie fino a Potenza e (oltre (fin all’imbocco con la Sa-Rc), la Provinciale, che dalla statale 106 Jonica va a Pisticci, è a scorrimento veloce. La Statale che viene da Matera è l’unica, fino all’imbocco con la Basentana, che è di medio-bassa qualità.
      Pisticci dista 1 ora e 15 minuti dall’aeroporto di Bari Palese, 1 ora e 30 da Brindisi, 2 ore e 30 da Capodichino (e +o- da Napoli città). La novità è rappresentata dall’aeroporto di Pisticci che, se non ci sono intoppi, entrerà in funzione il prossimo anno, potendo ospitare charter e voli di linea del settore turistico.

      Antonio scrive…..:”Non si tratta più dei soli 4 (?) giorni del festival… Ma gli artisti devono essere in loco, io visitatore devo poterli incontrare al bar o direttamente a casa loro, o mentre girano uno spot per le strade della campagna circostante. …

      E ancora…:”Uno dei fattori da esaminare è l’accessibilità. La probabilità che Pisticci sia visitata dipende almeno in parte dalla possibilità di intercettare flussi turistici diretti altrove (mare, città…) o di costituirsi direttamente quale meta di flussi. Inoltre, se gli artisti con seconda casa nelle Lammie hanno la loro residenza in zone facilmente accessibili è possibile che cresca il numero di weekend che passano a Pisticci, e di qui la possibilità di interagire con voi e con l’impresa locale.

      Questa massa enorme di potenziali utenti, attirati sia dalle “celebrità” del settore, presenti a Pisticci perché coinvolte direttamente nel progetto LFF (co-direzione artistica, progetti speciali, produzione artistica, residenza, ecc), sia da una serie di servizi, eventi e prodotti integrati: arte, cultura, artigianato, eno-gastronomia, direttamente e indirettamente connessi all’AZ, innanzitutto apporterebbero un indotto economico diretto importante (ristoranti, artigianato, servizi, commercio sarebbero presi d’assalto). Popolerebbero il paese, che così ci guadagnerebbe in termini di vivacità sociale. Ma non solo: potrebbero essere indirizzati verso altre “direzioni” non solo geografiche.

      A questo punto, infatti, è possibile ipotizzare uno stretto collegamento tra i flussi di turisti e visitatori con un altro tema che abbiamo presentato nel nostro documento di progetto, ovvero le ZIC, le Zone d’Interesse Cinematografico. Ovvero i luoghi diventati famosi, anche presso il grande pubblico, in cui sono state girate scene o film importanti della storia del cinema moderno.

      Gli utenti, cioè, potrebbero essere guidati, proprio dai “VIP” (passateci questo termine), ospiti del LFF (cosa ancora più plausibile se si tratta di personaggi del mondo del cinema) in veri e propri viaggi cine-turistici, percorsi integrati tra cinema, natura, arte e storia.
      Immaginiamo, per es. Rocco Papaleo, un nome (tra i tanti) non casuale, regista/attore lucano, conosciuto presso il grande pubblico, anche televisivo, che avvalendosi (anche, ma non è una condizione necessaria, ma un valore aggiunto) della conoscenza del territorio in questione, accompagnare un gruppo di persone sulle location cinematografiche di Craco vecchia (dove sono stati girati molti film, ad es. The Passion e dove inizia il reportage di Kublai sul LFF), realizzando una performance artistica itinerante del tutto originale.
      In un colpo solo marketing territoriale e produzione culturale, effetti (in)diretti promanati dall’AZ, che andrebbero a comporre l’offerta complessiva del LFF e ad arricchire un territorio più ampio.
      E’ un discorso che naturalmente va approfondito.
      Prestocercherò di sviluppare la parte del discorso legata alle industrie culturali, alla sua densità e utilità in vista dell’AZ. In una sola parola: la massa critica creativa della futura AZ.

      Vi lascio con un elaborato di Rocco (che introduce rivisitazioni americane in chiave locale molto interessanti, quanto meno sul piano semantico) da implementare dopo i vostri auspicabili feedback. E’ uno schema che va supportato dall’analisi di alcuni fattori, da studi di sistema (mercato dell’offerta e della domanda culturale – posizionamento del “prodotto/servizio” dell’Art Zone sul mercato – analisi della clientela – e altre variabili, in particolare il decreto di sgombero che ci sta facendo prendere in considerazione, visto che l’idea progettuale è praticamente modulare, la possibilità di individuare altri rioni di Pisticci, simili al Dirupo- è fondamentale la presenza di un numero importante di lammie – nel caso in cui la revoca del decreto di sgombero fosse del tutto impraticabile).

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    • Ecco il doc. di Rocco Calandriello.

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    • Avatar di Walter
      Walter Giacovelli
      Partecipante

      Concordo Massimiliano, anzi qualcosa di molto simile l’avevo già accennata in un intervento per Lo Cunto de Li Cunti quì voi e Antonio avete fatto una disamina puntuale dei flussi potenziali e il bacino d’utenza.

      Evidenzio soltanto una nota di follia che suggerivo soprattutto per Radicazioni o per Lo Cunto, ma che può essere benissimo spostata per Pisticci e sarebbe ….

      …….Questa Vision la inserirei in una Macro Vision, più estesa, a tutto il Sud Italia, e cercherei di creare una rete di piccoli paesini-eventi-manifestazioni, che possano offrire un periodo di compensazione da stress da vacanza e di ospitalità genuina e immersiva.
      —— Quì rasento i limiti della follia pura!: Adattare modelli di life coaching o facilitazione nella PNL a percorsi etnici e liberatori da fare sul campo.

      La cosa interessante è che rispetto a quello che avevo scritto in luglio, ho conosciuto un’associazione di psicoterapeuti che realizzano attraverso le arti varie percorsi di terapia catartica (definizione mia e di cui me ne assumo la responsabilità).

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    • Caro Walter (senza voler scadere nella retorica auto-celebrativa) l’elemento di follia è presente nell’impianto stesso del’AZ, anzi, oserei dire, nel progetto LFF( il cui sotto-nome è guarda caso “Mad/e sud). L’AZ è il tentativo d riconvertire i piccoli centri (degradati, abbandonati, ecc) in luoghi d’eccellenza del terziario avanzato e del quaternario, della produzione artistica e culturale, del vivere sano e sostenibile, nella sua accezione più ampia.
      Immagina una rete meridionale di Art Zone!! Quello nostro, è un progetto modulare e quindi esportabile. Raggiunge una serie di obiettivi riassumibili in un solo concetto: riqualificazione/rigenerazione di comunità (e non meramente urbane).
      PS: ti saluta caramente Burattino: l’ho incontrato stamani, gli ho detto di te e si è commosso. ;)

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    • Con questo intervento proseguo lo sviluppo del discorso sulle modalità di coinvolgimento degli “artisti-Vip” e dei creativi locali nel progetto Art Zone, di fondamentale importanza ai fini della riuscita del progetto.
      Prima però alcune brevi considerazioni sull’importanza di un “centro fisico” in cui sia localizzata la regia del processo, dei progetti e delle attività di AZ.

      AZ, che a nostro avviso è a tutti gli effetti lo sviluppo naturale di quell’idea che abbiamo chiamato T.I.L.T (vedi Progetto), verrebbe a configurarsi come un vero e proprio Centro (diffuso) per la produzione di arte, socialità e cultura, capace di valorizzare , in primis il rapporto tra i produttori di cultura lucani, siano essi residenti o sparsi per l’Italia e il mondo (e ce ne sono tanti, teniamolo bene a mente!).

      IL CENTRO DEL CAMBIAMENTO
      Il Centro operativo del cambiamento, il luogo fisico di regia delle attività e dei progetti AZ potrebbe essere la Casa della Cultura di Pisticci, che oltre a costituire la location principale dell’evento LFF, è anche utilizzata come punto di raccordo per tutte le attività artistiche che si realizzano all’interno del contenitore LFF: utilizzo dell’audio-visivo ma anche di tutti i linguaggi, gli strumenti e le esperienze della cultura contemporanea (le Lammie Comunali, invece, rappresentano un’opzione molto più difficile: sono in condizioni di forte degrado).
      Il centro fisico del cambiamento, quindi, a prescindere che l’AZ dovesse nascere al rione Dirupo, al rione Terravecchia, piuttosto che ancora in altri rioni del centro storico di Pisticci, è già esistente: è la grande Casa Bianca, come la chiama Antonella Napolitano, o le White Houses, come preferisce definirle Rocco Calandriello.

      RUOLO E MODALITA’ DI COINVOLGIMENTIO DEGLI ARTISTI
      Dicevamo della integrazione di TILT nel progetto AZ, che di quello rappresenta evidentemente uno sbocco naturale (e viceversa): TILT, ovvero Torna In Lucania Team (idea già proposta a VU) è il nome del Team, della squadra, del gruppo aperto, attivo, dinamico, che progressivamente prende parte al progetto LFF-AZ.
      Il team
      1) degli artisti/creativi che vivono in Lucania e che desiderano mettersi in rete, progettare assieme (va considerato che Alelammie e il LFF fungono già da tempo da centro di un crescente network artistico e socio-culturale lucano. Vedasi il Mini-Atlante della creatività locale in calce al messaggio) ma anche
      2) degli artisti lucani che la Lucania l’hanno abbandonata, per necessità, per lavoro, per scelta, per disprezzo, per amore non ripagato, per nulla di tutto questo, e che tuttavia ne sentono il richiamo. Perciò il riferimento a Papaleo, che è uno dei tanti artisti/personalità lucani sparsi un po’ ovunque, non era casuale.
      Sarebbe utile e forse vincente, in tal senso, partire da personaggi “vicini”, con cui c’è una prossimità umana, la condivisione di una Vision (come la chiama Walter), la possibilità di un discorso.
      Questo consentirebbe di testare, senza eccessivi rischi legati all’’incognita del gradimento da parte degli artisti, la fattibilità del progetto AZ.
      Il che non significa certo volare basso. Anzi: crediamo che le reti di rapporti, relazioni, conoscenze tra gli artisti stessi, siano lo strumento di marketing più efficace per la promozione dell’AZ, generando capacità di coinvolgere, con un effetto domino, anche grandi nomi della scena artistica contemporanea.
      TILT, infatti, può diventare il team
      3) di tutti quegli artisti/creativi che lucani non sono ma che in un modo o nell’altro lo “diventano”, perché nel progetto sono coinvolti ed attivi. E così, anche per loro scatta il senso del ritorno, la chiamata ad un appuntamento che si rinnova.

      Tornare il Lucania, a Pisticci, nell’AZ, per un progetto, un evento, per una settimana o per sempre, per produrre arte, socialità, cultura. Tornare per la propria crescita e per sviluppo complessivo di una terra.

      lMini-Atlante della creatività locale
      Allelammie/LFF, con Arteria e SoutHeritage, è tra gli enti promotori di un nuovo network , il cui draft name è “Basilicata Contemporanea”, a cui aderiscono una cinquantina di realtà e artisti regionali che si occupano di arte contemporanea e in generale di creatività. Il network ha l’obiettivo di realizzare, in un’ottica d’impresa, progetti comuni nel campo della creatività.
      Molte di queste realtà partecipano al progetto Visioni Urbane, che mette in rete la scena creativa regionale (http://www.visioniurbane.net) che di per se E’ un atlante della creatività locale.
      Allelammie/LFF, infine, che opera in una prospettiva di sinergia con le numerose organizzazioni del settore artistico e culturale del panorama regionale (ma anche nazionale ed internazionale), da sempre realizza una serie di cooperazioni con diverse realtà creative che stabilmente o di volta in volta partecipano o hanno partecipato al progetto LFF (quelle locali, sono alcune decine: molte sono citate nel doc. di progetto).

      E’ scontato che per tutte le realtà collegate al LFF si aprirebbero interessanti opportunità per essere direttamente coinvolte e persino diventare protagoniste nell’esperienza generale dell’AZ, a partire già dallo sviluppo della sua progettazione. Su questo seguiranno approfondimenti.

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    • Lo so, non è politicamente attrarente, ma credo sia una segnalazione utile:
      http://www.corriere.it/cronache/08_settembre_01/soglio_sgarbi_regal;)

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